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Bleach: Rebirth of Souls
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Recensione - Bleach: Rebirth of SoulsXbox Series X | SGame

Nonostante il manga sia finito quasi 10 anni fa, ultimamente Bleach sta vivendo una rinascita grazie alla trasposizione anime dell’ultimo arco narrativo della Guerra Millenaria. Quale momento migliore quindi per far rinascere anche le trasposizioni videoludiche? Vediamo se Bleach: Rebirth of Souls è il gioco che i fan della serie attendono da tempo.
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Il Gioco

Bleach è considerato come una delle colonne portanti degli anime shonen, ed è spesso paragonato a “mostri sacri” come Dragon Ball, Naruto e One Piece. Tutti questi anime hanno avuto (e continuano ad avere) una rappresentazione massiccia di videogiochi di ogni tipo… ad eccezione proprio di Bleach. Il picco massimo fu raggiunto dalla serie di picchiaduro Heat The Soul su PSP dal 2005 al 2010, mentre nel 2011 il musou Bleach: Soul Resurrection è stato il primo e unico gioco ad arrivare su console in esclusiva PS3. Da allora Bleach è stato relegato unicamente a titoli per smartphone o apparizioni in altri giochi crossover come J-Stars Victory VS e Jump Force. Gli appassionati dell’opera di Tite Kubo sono quindi a digiuno di videogiochi da fin troppi anni, per cui potete immaginare come l’annuncio di Bleach: Rebirth of Souls abbia catalizzato l’attenzione di chi chiedeva a gran voce un titolo degno per una delle serie più amate.

MX Video - Bleach: Rebirth of Souls

Il gioco si presenta come un classico arena fighter in 3D come ne abbiamo visti a decine dedicati ad altri anime, ma non lasciatevi ingannare dalle apparenze perché Bleach: Rebirth of Souls presenta delle meccaniche piuttosto innovative per un picchiaduro. Prendendo spunto dalla lore stessa dell’opera, infatti, ogni personaggio ha a disposizione un certo numero di Konpaku, ovvero degli “involucri dell’anima”, che all’atto pratico rappresenta il numero di vite a disposizione. Prima di poterli intaccare, tuttavia, bisogna svuotare la barra del Reishi (lo “spirito” in Bleach) che può essere paragonata ad una classica barra dell’energia, e fin qui potrebbe sembrare tutto nella norma. La particolarità di Bleach: Rebirth of Souls risiede nel fatto che anche una volta che l’energia arriva a 0 l’unico modo per distruggere i Konpaku è a mandare a segno un attacco Kikon, una mossa speciale molto coreografica, e poi ripetere il processo fino a quando non si esauriscono le vite del nemico. Questo sistema aggiunge quindi un pizzico di strategia e abilità alle battaglie, poiché a differenza di un picchiaduro classico non basta attaccare per vincere, ma se non si impara come concatenare le mosse e scegliere il giusto tempismo per essere sicuri di mandare a segno un attacco Kikon, si può andare avanti all’infinito senza risultati.

Di norma ogni combattente iniza a 9 Konpaku e ogni Kikon ne toglie 2 alla volta, ma ci sono diversi fattori che possono modificare queste condizioni. Il Kikon ad esempio può essere lanciato quando l’energia del nemico è almeno al 30%, ma se invece si aspetta di svuotarlo completamente il nemico entra in stato di Soul Break e il Kikon toglierà 3 Konpaku invece dei due normali. Esattamente come negli anime, inoltre, più si è in svantaggio più il protagonista diventa forte, e in Bleach: Rebirth of Souls le partite possono essere ribaltate grazie al Risveglio. Una volta riempita l’apposita barra, i personaggi possono trasformarsi ad esempio con il Bankai per gli Shinigami o la Resurrection per gli Arrancar per potenziare notevolmente le statistiche, sbloccare nuove mosse e attacchi speciali e soprattutto togliere ben 5 Konpaku mettendo a segno un Kikon.

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I Kikon, come avrete capito, sono la meccanica fondamentale per vincere, ma per metterli a segno bisogna comunque prima affidarsi al resto del proprio arsenale. Ogni personaggio dispone di attacchi leggeri, pesanti e caratteristici che possono essere messi in combo, prese per spezzare la guardia del nemico e mosse speciali attivabili quando si ha abbastanza energia spirituale da consumare. A questo si aggiunge la barra Reverse, che una volta riempita può essere utilizzata in tre modi diversi: il Soul Reverse aumenta temporaneamente le statistiche e recupera un pò di vita, il Chain Reverse permette di continuare una combo in modi altrimenti impossibili, la Burst Reverse invece spezza una combo nemica e recupera l’indicatore della guardia. Scegliere come utilizzare la barra Reverse diventa quindi fondamentale per riuscire a superare le battaglie più difficili sia online, sia, per proseguire nella lunga modalità Storia.

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Questa è la componente principale di Bleach: Rebirth of Souls, e copre tutta la trama dall’inzio fino alla saga degli Arrancar con il combattimento con Aizen. L’ultima parte, la Guerra Millenaria, pur essendo conclusa da anni nel manga, sta finendo il suo adattamento anime proprio in questo periodo, e gli sviluppatori hanno già confermato che sarà aggiunta in futuro nel gioco tramite DLC per avere l’intera serie in un unico gioco. Anche con i contenuti al lancio, comunque, Bleach: Rebirth of Souls può tenerci occupati anche oltre le 20 ore, avendo parecchio materiale da far rivivere, e tra una battaglia e l’altra la storia viene ben spiegata da lunghi filmati realizzati con il motore del gioco. Una volta completata la trama principale, inoltre, vengono sbloccate le Storie Segrete, ovvero eventi narrati dal punto di vista di personaggi secondari che mostrano alcuni retroscena e una prospettiva diversa da quella canonica. Chiude l’offerta la modalità Battaglia contro la CPU o contro un altro giocatore in locale oppure online, anche se al lancio sono disponibili unicamente lotte libere, mentre la modalità Classificata sarà aggiunta in seguito.

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Dal punto di vista tecnico purtroppo Bleach: Rebirth of Souls soffre di alcuni problemi di cui parleremo nel dettaglio a breve, ma su Xbox Series X il gioco ha una risoluzione di 1080p e 60 fps piuttosto ballerini, mentre la versione Series S è sempre a 1080p ma a 30 fps. Il doppiaggio è disponibile in inglese o il sempre consigliato giapponese, mentre i testi sono interamente localizzati in italiano.

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Amore

Pochi ma buoni

- Il roster di Bleach: Rebirth of Souls conta al lancio 33 personaggi presi ogni arco narrativo. Un numero non particolarmente impressionante se paragonato ad altri titoli simili, ma il motivo è la profonda diversità dello stile di combattimento di ogni personaggio. La differenza di feeling e tempi tra Ichigo e Ishida ad esempio è lampante, e ogni lottatore dispone di combo, abilità e risvegli che lo rendono diverso da giocare. Piuttosto che puntare sulla quantità, gli sviluppatori hanno preferito la qualità, ma in ogni caso con il supporto post-lancio il roster verrà ampliato con 4 personaggi già confermati nell’arco dell’anno.

Gameplay strategico

- La qualità dei personaggi è merito anche di un gameplay molto interessante e più strategico di quanto si possa pensare. Certo, non siamo davanti ad un titolo tecnico come Street Fighter o Tekken e non è neanche quella l’intenzione del gioco, ma è comunque un tentativo di innovazione che non mi sarei aspettato da un classico anime fighter. Oltre alla già citata profonda diversità dei personaggi, il sistema di Konpaku aggiunge un livello di profondità che evita il selvaggio button mashing, e i diversi utilizzi della barra Reverse rendono evidente la differenza tra un novizio e un giocatore che ha imparato le meccaniche del gioco.

Finalmente Bleach

- Ho sempre trovato assurdo che i principali anime shonen come Dragon Ball e Naruto abbiano avuto così tante trasposizioni videoludiche, ma che una colonna portante come Bleach sia sempre stata esclusa e relegata a discutibili titoli mobile per quasi 15 anni. Se parliamo poi specificatamente di Xbox, i fan non hanno proprio mai avuto occasione di giocare nei panni dei loro personaggi preferiti, ma Bleach: Rebirth of Souls permette di rimediare a questa mancanza. Era ora!

Pacchetto (quasi) completo

- Se avere un videogioco di Bleach per un fan può essere già una vittoria, ancora meglio è avere quasi l’intera serie in un unico pacchetto. La modalità storia è dettagliata e adatta sia per chi già conosce gli eventi sia per chi magari si avvicina la prima volta e vuole conoscere la trama senza doversi recuperare tutto il manga o l’anime. Peccato solo che l’ultimo arco narrativo verrà aggiunto in seguito tramite DLC e solo allora avremo un’esperienza davvero completa, ma anche con i contenuti del lancio la modalità Storia risulta ben confezionata.

Odio

Online ingestibile

- La Storia, per quanto bella, rappresenta anche il 90% dell’offerta di Bleach: Rebirth of Souls. Una volta finita insieme alle Storie Segrete, infatti, il gioco ha poco altro da offrire se non le classiche battaglie contro la CPU e in locale con un amico. La modalità Online infatti al momento è quasi da non considerare perché ridotta all’osso, e quel poco che c’è neanche funziona a dovere. Manca infatti una modalità classificata (al momento, sarà aggiunta in seguito) o funzionalità basilari come la modalità spettatore nel caso ad esempio si voglia organizzare un torneo con altre persone, oppure il matchmaking in base alla qualità di connessione. Se anche queste mancanze venissero colmate, l’assenza del rollback netcode renderebbe comunque tutto vano. Giocare online a Bleach: Rebirth of Souls è una vera agonia tra lag e disconnessioni, e anche con un’ottima connessione non si risolve il problema, trattandosi di un sistema delay-based.

Effetto miopia

- Come già accennato, il comparto tecnico di Bleach: Rebirth of Souls non fa proprio gridare al miracolo. Tralasciando la risoluzione a 1080p (che tra cel-shading e upscale potrebbe quasi passare in sordina) il vero problema è un fastidiosissimo blur costante che rende l’immagine quasi sfocata, tanto che per un attimo pensavo mi fosse tornata la miopia. Durante le cutscene o le animazioni dei Kikon l’immagine sembra tornare leggermente più nitida, ma durante il combattimento normale c’è sempre un alone di sfocatura non proprio bello da vedere. A questo si aggiunge anche un problema di frame-rate non stabilissimo, e in un picchiaduro, per quanto non così tecnico, è un problema grave.

Tiriamo le somme

Bleach: Rebirth of Souls segna finalmente il ritorno (e il debutto su Xbox) di una delle serie anime più amate ma che non ha mai avuto fortuna con gli adattamenti videoludici. Anche se i personaggi non sono moltissimi, sono tutti ben differenziati dal lato gameplay, con interessanti innovazioni che non ci si aspetterebbe da un picchiaduro anime. La modalità Storia è lunga e dettagliata e offre una panoramica sull’intera serie, rendendola perfetta sia per i fan che per chi vuole avvicinarsi all’opera senza dover recuperare tutto il manga. I problemi tecnici non di poco conto e un l'online al limite dell’ingiocabile rovinano però (e purtroppo) l'offerta del gioco. Se siete interessati unicamente alla modalità Storia (o al massimo a partite in locale) e non siete troppo esigenti sul fronte tecnico potete aggiungere un punto alla valutazione, altrimenti è meglio aspettare per vedere se in futuro la situazione verrà migliorata.
7.0

c Commenti (3)

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L'autore

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I videogame lo intrigano fin da piccolo nonostante il disappunto della nazi-mamma, che alla fine è costretta a cedere e sopporta anche la sua mania per i Comics, i Manga e il collezionismo di Limited Edition. Spera di farsi strada nel mondo del giornalismo videoludico iniziando nel dicembre 2011 a collaborare per MX, inoltre studia psicologia per cercare di capire il comportamento dei fanboy.

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Commenti

i Le recensioni di MX esprimono il punto di vista degli autori sui titoli provati: nelle sezioni "Amore" ed "Odio" sono elencati gli aspetti positivi e negativi più rilevanti riscontrati nella prova del gioco, mentre il voto ed il commento conclusivo rispecchiano il giudizio complessivo del redattore sul titolo. Sono benvenuti i commenti e le discussioni tra chi è d'accordo o in disaccordo con tali giudizi, ma vi chiediamo di prendere atto del fatto che si tratta di valutazioni che non hanno pretesa di obiettività nè vogliono risultare vere per qualsiasi giocatore. La giusta chiave di lettura per le nostre recensioni sta nel comprendere le motivazioni alla base dei singoli giudizi e capire se possano essere applicate anche ai vostri gusti personali.
Capitan Gozzinho: Come avevo anticipato letto di corsa e mi era sfuggito il " PRESI " XD. In offerta lo prenderò sicuro comunque Bleach è Bleach :)
P 06-04-2025 10:53
Hulong Zhan Shi: @Gozzinho: non per arco narrativo ma in totale in tutto il gioco, come numero di partenza per un gioco nuovo è piuttosto buono imho, anche se qualche qualche mancanza mi ha un po' sorpreso, come Baraggan Louisenbairn...... Magari lo metteranno in DLC? Comunque mi intriga l'idea dell'approccio strategico
P 06-04-2025 7:59
Capitan Gozzinho: Perdonami 33 personaggi per arco narrativo sono pochi? Forse ho letto in maniera troppo veloce e mi è sfuggito quanti archi narrativi ci sono nel gioco?
P 05-04-2025 20:45
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