Recensione - TopSpin 2K25
Il Gioco
Sono passati 11 anni dall’uscita di Top Spin 4 su Xbox 360, un titolo incoronato dagli appassionati come il miglior gioco di tennis mai reso disponibile per una console casalinga e, tra l’altro, mai reso retrocompatibile sulle successive generazioni. In principio fu PAM Entertainment a portare il primo Top Spin sulla grande Xbox nera, e siamo ormai nel quasi “preistorico” 2003. Nonostante il tennis sia uno degli sport più seguiti e ricchi al mondo e, sostanzialmente, il progenitore di tutti i videogiochi moderni (ricordiamo il mitico Pong) ha sempre peccato di una certa continuità in campo videoludico. Serie storiche come Virtua Tennis sono ferme al palo da anni, mentre le produzioni più recenti non sono mai riuscite a rispondere appieno alle aspettative degli appassionati. Alla luce di ciò, è naturale che le speranze dei fan fossero ora tutte riposte su questo "ritorno del Re"; e non fatevi fuorviare dal fatto che lo sviluppatore, Hangar 13, non abbia mai avuto esperienze di giochi sportivi: nel 2017 lo studio californiano è infatti stato fuso con lo studio ceco 2K Czech, nient'altro che gli autori proprio dell'osannato Top Spin 4!
MX Video - TopSpin 2K25
Finiti i cenni storici sulla serie, lanciamo il gioco e, dopo aver avuto il battesimo di fuoco in un match di finale tra Federer e Murray sull’erba di Wimbledon, entriamo subito nel menu di gioco, non particolarmente accattivante ma sicuramente funzionale. Al centro dello schermo notiamo il classico menu a quadrettoni con le 3 modalità di gioco principali (My Career, My Player e Centre Court Pass), con il collegamento al Pro Shop; poco più in alto troviamo le opzioni relative al gioco in locale (per le 3 modalità appena citate) e a quello online con 3 modalità di gioco (Tour mondiale, Esibizione online e Tour 2K). A proposito del Centre Court Pass, va detto che vi sono legati contenuti stagionali e alcune ricompense a pagamento e, sebbene alcuni elementi siano gratuiti e ottenibili grazie ai punti faticosamente guadagnati durante i tornei, diverse microtransazioni consentono di avere boost di esperienza e altri contenuti che possono tagliar fuori chi non può permettersi di spendere moneta reale. Già dal questo menu, chiaro, leggibile ed accompagnato da un sottofondo musicale decisamente piacevole, si nota l’esperienza del publisher nelle produzioni videoludiche di carattere sportivo.
Il pezzo pregiato della modalità in solitaria è senza dubbio MyPlayer, la classica carriera nella quale si crea nei dettagli un alter ego digitale e lo si fa evolvere dal livello di perfetto sconosciuto a star mondiale del tennis. Il nostro tennista può essere protagonista sia del circuito maschile che di quello femminile, ed è personalizzabile fin nei minimi dettagli grazie al consueto, completissimo, editor. Progredire nel circuito mondiale è semplice nella teoria, molto meno nella pratica; il tutto avviene in tappe mensili nelle quali sono presenti tre eventi principali: allenamento, esibizione e torneo. Il primo consente di incrementare il nostro bagaglio di esperienza e salire di livello con maggiore celerità incrementando sia le capacità tecniche che quelle fisiche del nostro player. L’incontro di esibizione non vale ovviamente per la scalata al trono di numero uno del ranking mondiale ma, vincendo tali sfide, potremo guadagnare punti da utilizzare nello shop e sbloccare oggetti con i quali personalizzare il nostro tennista.
Naturalmente il fulcro dell’esperienza di gioco risiede nel giocare i tornei che, questi sì, ci daranno la possibilità, vincendo, di ottenere punti per la classifica generale. Diciamo subito che non tutti i tornei sono disponibili sin da subito, ma i più importanti vengono sbloccati man mano che scaliamo il ranking. La scalata verso la prima posizione del ranking viene, però, rallentata, in maniera decisamente fedele, dal parametro stanchezza, un elemento da non ignorare assolutamente poiché spesso ci vede giocare in condizioni generali assolutamente imperfette, con il rischio di minare sensibilmente le nostre sicurezze (incrementando, di contro, il margine d’errore nella misura dei colpi) ed aumentando il rischio di infortuni con conseguente obbligo di riposo e perdita di punti nella classifica generale. Vincere partite o un intero torneo permette di accumulare punti esperienza che possono poi essere utilizzate per incrementare le qualità del nostro giocatore (dalle diverse tipologie di colpi a parametri più fisici come la potenza e la resistenza fisica).
Completano il quadro delle modalità in single player il classico match di esibizione (per il quale potrete scegliere di giocare in singolo o in doppio con uno dei tennisti professionisti/leggende presenti nel roster di gioco) oppure le sfide del pass stagionale, ossia eventi legati in tempo reale a quanto accade nel circuito ATP ovvero WTA.
Finora si è parlato di modalità di gioco che, pur essendo complete ed adatte ad ogni tipologia di tennista virtuale, si mantengono nell’ambito di modalità standard per un gioco di tennis (non si tratta di una critica, ovviamente, data la cura e la qualità delle stesse). Nelle modalità online si potrà invece affrontare una modalità torneo nella quale partecipare col nostro MyPlayer, in match classificati oppure no. Nelle partite classificate viene anche richiesto di portare a termine compiti particolari per ottenere ulteriori punti esperienza. Sempre online è possibile competere in tornei e leghe con giocatori provenienti da tutto il mondo in un’esperienza che, al momento in cui scrivo, sembra funzionare decisamente bene con lag praticamente assente.
Ciò che fa di TopSpin 2K25 un vero must have per gli appassionati di titoli dedicati al tennis è, però, il cuore pulsante dì un qualsiasi videogioco, ossia il gameplay. Lo studio è partito da quanto già fatto da Top Spin 4, affinando e adattandolo alle esigenze moderne: il risultato è un gioco con una curva di apprendimento non particolarmente ripida, ma che risulta comunque difficile da padroneggiare dato che sconfiggere la CPU a livelli di difficoltà medio-alti oppure fronteggiare avversari umani è tutt’altro che semplice. Il giocatore deve essere, infatti, in grado di conoscere a fondo non solo le mille sfaccettature del tennis reale, ma anche padroneggiare al massimo i colpi per non perdere scambi spesso infiniti, soprattutto sui campi in terra battuta.
A questo punto entra in gioco un elemento chiave del gameplay, ovvero il tempismo nell’aggredire il colpo. La pallina va colpita al momento giusto cercando di rilasciare il tasto dedicato ad uno dei 4 colpi fondamentali nel momento in cui il cursore (che appare a destra in basso delllo schermo) attraversa la zona verde della barra di accuratezza del colpo. Colpire troppo presto o tardi la pallina darà modo al nostro avversario di arrivare più facilmente a ribattere il colpo offensivo in quanto, generalmente, una palla colpita con scarso tempismo risulta atterrare nella metà campo avversaria in posizione centrale e ad un’altezza ideale per consentire una facile e risolutiva ribattuta. Colpire con il giusto tempismo e la giusta intensità vuole, per contro, dire anche incidere (positivamente per noi e negativamente per il nostro avversario) sulla resistenza degli avversari. Una delle caratteristiche non troppo apprezzate di Top Spin 4 era quella relativa all’eccessiva (ed irrealistica) lunghezza di alcuni scambi; per ovviare ad un problema di siffatta natura, gli sviluppatori hanno introdotto un’interessante novità: rispondere in maniera copiosa alle bordate da fondo campo del nostro avversario ci costerà in termini di resistenza incrementando, in maniera esponenziale, il rischio di errori non forzati. Per controbattere a quest’espediente studiato dai programmatori, possiamo incrementare il livello di resistenza del nostro atleta o allenarci sul tempismo per cercare di vincere scambi da fondocampo nel minor tempo possibile.C’è poi una discreta differenza tra colpo normale e colpo caricato: se il primo è più preciso ma meno efficace, il secondo può essere letale ma fa consumare energia, una differenza che si riflette anche nel servizio.
Le sfumature nel gameplay sono, quindi, davvero tante e la longevità del titolo 2K viene garantita anche dal fatto che ci vorrà del tempo prima di poter padroneggiare il gioco al 100% ma, una volta raggiunto lo scopo, diventerà interessante adattare la nostra strategia alla tipologia d’avversario incontrato: se avrete di fronte Berrettini o Murray (due tennisti dalla potenza di braccio devastante) dovrete puntare tutto sulla loro ridotta resistenza, mentre dovrete mettere a punto tutta la vostra pazienza e precisione nell’affrontare un “pallettaro” come Alcaraz che rimanda sempre la pallina dall’altra parte della rete.
Ottime anche le migliorie legate al servizio, che è diventato più complesso da gestire ma che, una volta padroneggiato, riuscirà a darvi enormi soddisfazioni. Un colpo piatto potente vicino ai piedi di un giocatore un po' troppo avanzato o una seconda di servizio con uno slice con rotazione velenosa sono varianti che possono davvero fare la differenza nel proprio turno di battuta. Piccole incertezze riguardano il tempismo nei colpi di volo e la scarsa permissività nel momento in cui arriviamo leggermente in ritardo nel colpire i tasti di tiro ma, alla resa dei conti, si tratta di minuzie che non impattano negativamente sull’esperienza di gioco.
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