Recensione - Like a Dragon: Infinite Wealth
Il Gioco
Quando nel 2020 arrivò Yakuza: Like a Dragon, fu una vera rivoluzione per la serie. Non solo dopo quasi due decenni il ruolo di protagonista veniva passato dal serioso Kazuma Kiryu all’esuberante Ichiban Kasuga, ma il cambiamento più importante riguardava il gameplay, passando da un action brawler ad un JRPG a turni. Un cambiamento drastico e diametralmente opposto a quanto eravamo abituati, e ancora oggi ci sono dibattiti tra chi ha apprezzato questa svolta e chi invece continua a preferire la vecchia formula. SEGA ha voluto accontentare i fan più puristi mantenendo lo stile action per gli spin-off Lost Judgment e The Man Who Erased His Name, mentre per Like a Dragon: Infinite Wealth è rimasta ferma sul JRPG a turni, anche se con qualche piccola ibridazione come vedremo tra poco. Da notare inoltre come il nome “Yakuza” sia stato definitivamente abbandonato in favore di “Like a Dragon”, che altro non è che la traduzione letterale del titolo originale giapponese della serie.
MX Video - Like a Dragon: Infinite Wealth
Like a Dragon: Infinite Wealth segue gli eventi del precedente capitolo, e vede Ichiban impegnato con il suo lavoro presso l’agenzia di collocamento Hello Work tre anni dopo lo scioglimento del Clan Tojo e dell’Alleanza Omi. Ichiban riga dritto nel suo impiego da civile, ma altri ex yakuza non sono così fortunati e faticano a reintrodursi nella società, per cui Ichiban prova a sfruttare la sua posizione per trovare lavoro ai reietti che si presentano all’agenzia. Tutto sembra procedere per il meglio almeno fino a quando una V-tuber che gestisce un canale di denuncia sociale incastra Ichiban sfruttando filmati fuori contesto e montati ad arte per farlo sembrare come uno sfruttatore che utilizza gli ex yakuza per lavori sporchi, distruggendo così la sua reputazione e facendogli perdere l’impiego. La situazione sembra tragica, ma una vecchia conoscenza porta una buona notizia, ovvero che Akane, la madre biologica di Ichiban ritenuta morta, sia in realtà ancora viva e nascosta ad Honolulu nelle Hawaii. Il nostro scapestrato eroe si mette quindi immediatamente in viaggio per incontrarla, ma naturalmente la faccenda si rivela molto più complicata del previsto. Ichiban viene subito truffato appena arrivato sull’isola, inoltre Akane sembra sparita e con diverse fazioni sulle sue tracce. Tra queste ci sono anche i Daidoji, ovvero il gruppo di agenti per cui lavora Kazuma Kiryu dopo aver finto la sua morte. Like a Dragon: Infinite Wealth richiede una buona conoscenza non solo del precedente capitolo, ma possibilmente anche di Yakuza 6: The Song Of Life e dello spin-off The Man Who Erased His Name per capire al meglio gli intrecci narrativi che hanno portato i personaggi a ritrovarsi in questo apparente paradiso terrestre.
Inizia così una lunga avventura con continui colpi di scena che vi terrà impegnati per circa 50/60 ore, senza contare una esorbitante quantità di attività extra che potrebbero tranquillamente raddoppiare il tempo necessario per arrivare ai titoli di coda. Like a Dragon: Infinite Wealth è il titolo più grande della serie mai realizzato, e si nota anche dalla nuova location. Dopo aver imparato a memoria le stradine di Kamurocho, Yokohama e dintorni per la prima volta ci troviamo catapultati in un’ambientazione fuori dal Giappone totalmente inedita e dalle dimensioni notevoli, tanto che per spostarsi oltre ai classici taxi ci si può servire di autobus turistici o un pratico segway per muoversi con rapidità da un posto all’altro.
Honolulu offre scorci ben diversi da quelli dei quartieri giapponesi, oltre ad una serie di attività secondarie che per elencarle e spiegarle tutte servirebbe un articolo a parte. Come da tradizione però se la storia principale è caratterizzata da toni e argomenti piuttosto seri le attività secondarie sono al contrario un concentrato di follia e divertimento. Due attività tuttavia spiccano tra tutte, e rappresentano praticamente dei giochi completi a parte che possono intrattenervi per ore. La prima è la Lega Sujimon, una parodia di Pokémon dove a combattere non sono mostriciattoli tascabili, ma vere e proprie persone. I Sujimon erano già stati introdotti nel precedente capitolo, ma in Like a Dragon: Infinite Wealth Ichiban non dovrà solo completare il Sujidex catalogando tutte le tipologie di nemici, ma può usarli in vere e proprie battaglie con regole che ovviamente seguono quelle dei Pokémon. Ogni Sujimon ha una tipologia a cui può essere debole o superefficace, può essere allenato per salire di livello e perfino evolversi. Nel folle mondo di Like a Dragon: Infinite Wealth a quanto pare non sono poche le persone che accettano di essere dei Sujimon, e sconfiggendo altri allenatori per le strade di Honolulu Ichiban può scalare i ranghi per aumentare il prestigio e sfidare i Superquattro e il Re della Lega Sujimon.
Questa tuttavia non è l’unica “parodia” presente nel gioco, infatti la seconda modalità secondaria che spicca sulle altre è Dondoko Island che riprende un altro famoso brand di Nintendo, ovvero Animal Crossing. Ad un certo punto della storia Ichiban ottiene la proprietà di Dondoko, una piccola isola che funge da discarica ed è in una situazione all’apparenza irrecuperabile: il nostro eroe naturalmente non si scoraggia, e si pone come obiettivo quello di trasformare l’isola in un resort a 5 stelle. Per riuscire nell’impresa si rimbocca le maniche, e tra smaltimento dei rifiuti, costruzione di edifici e reclutamento di aiutanti il progetto inizia a prendere forma. Non mancano attività rilassanti come catturare insetti, commerciare, parlare con gli ospiti e così via, in una routine che cattura e regala anche diverse soddisfazioni… e generosi guadagni da spendere nei negozi di Honolulu che ci possono facilitare non poco i combattimenti nella storia principale.
L’ambientazione sarà anche cambiata, ma una cosa che invece è rimasta uguale è la capacità di Ichiban di attirare su di sé qualsiasi malintenzionato pronto a cercare la rissa solo per essergli passati accanto. Come già detto Like a Dragon: Infinite Wealth può essere definito un JRPG a turni e riprende il nuovo stile di combattimento visto nel predecessore. Una volta iniziato uno scontro la fervida immaginazione di Ichiban gli fa vedere il mondo come se fosse un videogioco, trasformando l’aspetto degli avversari in veri e propri mostri. In base alla statistica di velocità viene deciso l’ordine di esecuzione delle azioni, ma a differenza della maggior parte dei giochi a turni ci si può spostare all’interno di un’area ristretta. Questo perché il posizionamento è fondamentale per ottenere effetti diversi, ad esempio se si riesce a spingere un nemico con un attacco verso un ostacolo o un alleato si possono infliggere danni extra, oppure se si riesce a posizionare vicino un oggetto il nostro personaggio lo raccoglierà automaticamente per usarlo come arma contundente. Alcune mosse inoltre hanno effetti ad area, per cui riuscire a sfruttare al massimo una posizione corretta può fare la differenza. Oltre agli attacchi normali man mano che si progredisce si sblocca una vasta gamma di attacchi speciali che richiedono dei Punti Tecnica per essere utilizzati, inoltre la maggior parte ha anche dei piccoli quick time events per avere effetti maggiori. Like a Dragon: Infinite Wealth non è quindi un gioco a turni nel senso classico del termine, ma richiede comunque una certa attenzione e riflessi che lo rendono una sorta di ibrido con un action. Il gameplay si rivela piuttosto profondo e oltre al posizionamento sfruttare anche debolezze, resistenze, e stati alterati si rivela necessario per le sfide più difficili.
La componente ruolistica viene evidenziata soprattutto dalla presenza di Lavori, che in maniera simile a quella dell’omonima funzione di Final Fantasy permette a ogni membro del party di avere un ruolo specifico con mosse e abilità esclusive. Approfondendo i legami di amicizia con i compagni d’avventura ascoltando ad esempio i dialoghi opzionali, bevendo qualcosa insieme o più semplicemente combattendo al loro fianco si possono anche sbloccare bonus passivi e potenti mosse combinate in grado di ribaltare le sorti di una battaglia. Like a Dragon: Infinite Wealth è tuttavia un titolo enorme che anche dopo decine di ore è in grado di sorprendere con nuove meccaniche o scoperte, e quella descritta finora è solo la punta dell’iceberg.
Dal punto di vista tecnico il gioco si difende molto bene con una risoluzione in 4K e 60 fps su Xbox Series X, con modelli dei personaggi estremamente dettagliati e animazioni facciali che rendono bene le emozioni e stati d’animo. L’ambientazione hawaiana e la direzione artistica completano l’opera con un colpo d’occhio veramente gradevole, anche se non mancano alcuni difetti di cui parleremo più avanti nello specifico. Ottima la colonna sonora e il doppiaggio in inglese o il sempre consigliato giapponese, e la localizzazione dei sottotitoli in italiano rende più facile destreggiarsi tra i fiumi di dialoghi e testi che riempiono il gioco.
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