Recensione - Alan Wake 2
di
Mirko Rossi / Thor
P
Il Gioco
Alan Wake 2 è il sequel ufficiale del titolo pubblicato in esclusiva console su Xbox 360 nell’ormai lontano maggio 2010: nel gioco originale abbiamo fatto la conoscenza di Alan Wake, un affermato scrittore di libri thriller che, insieme alla moglie Alice, decide di trascorrere un periodo di vacanza nel nord ovest degli Stati Uniti per provare a uscire da un “blocco” che, da quasi due anni, gli impedisce di iniziare un nuovo romanzo. Bright Falls, la meta scelta da Alice per questo periodo di riposo, si rivela però una destinazione decisamente meno accogliente del previsto. Una presenza sovrannaturale, in grado di plagiare la mente degli artisti e trasformare in realtà le loro opere, infesta il vicino lago e Alan finisce suo malgrado invischiato in una vicenda tanto oscura quanto paranormale, che lo vedrà rimanere letteralmente intrappolato in una realtà parallela al termine del primo episodio. Mi fermo qui per non spoilerare nulla a chi non ha ancora avuto modo di giocare il capitolo originale, ma è bene tenere presente che conoscere gli avvenimenti passati consente di godere al meglio di ciò che questo secondo capitolo ha da offrire.
MX Video - Alan Wake 2
Alan Wake 2 riprende infatti da dove finiva il gioco originale, o quasi. Proprio come nella realtà sono infatti passati 13 anni, ma Alan è ancora bloccato nella realtà parallela, conosciuta come Luogo Buio, e l’area di Bright Falls continua a subire le influenze della Presenza Oscura. Una setta si aggira per i boschi della zona, commettendo efferati omicidi e compiendo macabri rituali sui cadaveri. Per investigare su questi eventi, l’FBI invia in zona due dei suoi agenti migliori, ovvero Alex Casey, omonimo del protagonista dei romanzi di Wake, e Saga Anderson, una profiler estremamente dotata che in passato ha già risolto casi simili proprio grazie alle sue capacità deduttive. I due non sanno però che il destino ha qualcosa in serbo per loro. Una volta raggiunta l’area di Cauldron Lake, il lago vicino al quale sorge Bright Falls, Saga si trova infatti intrappolata nella spirale di orrore soprannaturale che, come una marea, sembra voler emergere a tutti i costi dal lago.
Nel frattempo, in maniera analoga, Alan Wake affronta la Presenza Oscura nel Luogo Buio, che in Alan Wake 2 si manifesta come una versione distorta della New York nella quale Alice e il protagonista vivevano prima di sprofondare nell’orrore. Lo scrittore sta cercando di trovare una via di uscita e per farlo deve scrivere un nuovo manoscritto, ma le cose non sono così semplici. La Presenza Oscura sta nuovamente tentando di prendere il controllo della vicenda e di tenere Alan bloccato sotto la superficie ritorcendo contro il protagonista le sue fragilità, i suoi affetti e qualunque elemento possa in qualche modo incrinare la già compromessa sanità mentale dello scrittore. Anche in questa realtà si vocifera infatti di una setta di assassini guidati da una serie di omicidi descritti in un libro scritto dallo stesso Wake, del quale lui però sembra non ricordare l’esistenza.
Due protagonisti e due vicende apparentemente separate ma che, come prevedibile, si rivelano intrecciate a doppio filo in una sceneggiatura non lineare che mescola senza soluzione di continuità gameplay, filmati in live-action e tanto altro ancora. Inizialmente, così come nelle fasi conclusive, è il gioco a decidere quale personaggio possiamo usare e quando passare da uno all’altro, mentre nella parte centrale è il giocatore a scegliere in che ordine affrontare la vicenda, con la possibilità di passare da un protagonista all’altro tra un capitolo e l’altro. In Alan Wake 2 trovano poi spazio numerosi filmati e spezzoni di video girati dal vivo con gli stessi attori che hanno prestato i loro volti e le loro capacità recitative per dare vita ai personaggi presenti nel gioco. Questi intermezzi non solo si alternano alle sezioni in-game ma spesso si sovrappongono letteralmente a queste fasi con immagini in trasparenza, frame, spot pubblicitari al limite del grottesco, show radiofonici, brani scritti ad-hoc per il gioco e un’infinità di altri elementi in grado di assottigliare sempre di più il confine tra le varie forme di intrattenimento.
I due protagonisti, oltre a essere gli elementi centrali della stessa vicenda e a rivestire il ruolo di personaggi giocabili, condividono poi anche la maggior parte delle meccaniche di gioco, seppur con delle sostanziali differenze. Il primo elemento da tenere in considerazione è che Alan Wake 2 non è un action dai contorni oscuri come il suo predecessore, ma un vero e proprio survival-horror in terza persona. Remedy ha infatti deciso di abbandonare definitivamente gli elementi d’azione in favore di uno stile più lento e ancora più cupo, dove i nemici sono sicuramente meno numerosi ma, allo stesso tempo, nettamente più pericolosi rispetto al passato. Anche il numero di munizioni che è possibile raccogliere è calato drasticamente in questo secondo capitolo, il che rende ogni scontro a fuoco una potenziale minaccia per l’incolumità dei due protagonisti. Questi ultimi, dal canto loro, si trovano ad affrontare minacce simili, ma comunque diverse. Saga se la deve infatti vedere con i seguaci della setta e con i Posseduti, ovvero esseri umani corrotti dalla Presenza Oscura, mentre Alan deve affrontare le ombre che infestano la versione alternativa di New York e le manifestazioni più estreme del potere che dimora nel Luogo Buio.
A fare da comune denominatore, oltre a un arsenale composto da pistole, fucili e altre armi gestibili attraverso un classico inventario con annesso sistema di slot rapidi assegnati alla croce direzionale, troviamo la fidata torcia, che anche in questo secondo capitolo rappresenta uno degli strumenti più efficaci a disposizione dei protagonisti. Il fascio di luce emesso dalla lampada, oltre a permettere a Alan e Saga di muoversi nelle ambientazioni più buie ed esplorare nei minimi particolari ognuna delle zone presenti nel gioco, è infatti fondamentale per “eliminare” lo scudo d’ombra che protegge la maggior parte dei nemici, rendendoli così vulnerabili ai proiettili, o che prende possesso di alcuni elementi dello scenario, impedendoci di proseguire. La luce ricopre poi un ruolo fondamentale anche come elemento di protezione. In tutte le ambientazioni troveremo infatti delle “Sale Relax” dove salvare i progressi e, se necessario, sistemare il proprio inventario con l’aiuto di un classico deposito. Saga e Alan possono poi sfruttare i “Rifugi Sicuri”, dei luoghi illuminati all’interno dei quali i Posseduti non possono colpirli, che diventano però inattivi per un breve periodo dopo un utilizzo o se si usano delle armi da fuoco mentre ci si trova sotto il fascio di luce.
I due protagonisti condividono inoltre delle particolari doti “creative” essenziali per proseguire nella vicenda, declinate a seconda delle attitudini specifiche di ognuno dei due. Saga, grazie al suo talento da profiler, può infatti accedere al “Luogo Mentale”, uno spazio astratto nel quale l’agente del FBI non solo può raccogliere tutti gli indizi raccolti durante il gioco ma anche catalogarli su una “classico” tabellone di chiara ispirazione cinematografica, creare collegamenti tra gli eventi, fare delle deduzioni e, cosa davvero importante, effettuare una profilazione dei vari personaggi presenti nel gioco, così da ottenere informazioni utili per proseguire. In modo analogo, Alan può accedere alla “Stanza dello Scrittore” per provare a ricostruire gli eventi e le dinamiche degli omicidi compiuti dalla setta nella New York alternativa. Grazie alle sue doti da scrittore, Wake può interpretare gli elementi e gli indizi raccolti per andare letteralmente a “riscrivere” la realtà nel quale si muove, così da vederla mutare in tempo reale davanti ai propri occhi rivelando nuovi particolari o scomode verità.
Non vi aspettate però situazioni investigative alla L.A. Noire o simili, dove è possibile interpretare male degli indizi, elaborare teorie errate o incanalare la vicenda su bivi alternativi. Entrambi i protagonisti arrivano alle conclusioni in autonomia e il “ruolo” del giocatore è quello di provare a capire come catalogare gli indizi nei panni di Saga, rimanendo magari bloccato per qualche minuto se non si riesce a capire subito come fare, o quale degli elementi narrativi è necessario utilizzare nelle varie scene quando si gioca nel ruolo di Alan, finendo per trovarsi di fronte a delle variazioni sulla storia senza sviluppi interessanti fino a quando non si trova la soluzione adatta per proseguire.
Data la sua natura da survival-horror Alan Wake 2 non si limita però solo a questo. Ognuno dei due personaggi deve infatti risolvere vari puzzle durante l’avventura, che vanno dalle classiche chiavi da trovare a enigmi ambientali più elaborati, passando per rompicapo legati all’osservazione delle location e, nei panni di Alan, anche alla risoluzione di piccoli puzzle basati sull’utilizzo della luce. Nelle primissime fasi dell’avventura, lo scrittore entra infatti in possesso di una speciale lampada a forma di angelo con la quale è possibile trasferire cariche di luce da alcuni elementi specifici dello scenario ad altri, andando di fatto a modificare una piccola porzione dell’ambientazione per risolvere enigmi via via sempre più articolati. Entrambi i personaggi hanno poi l’opportunità di migliorare alcuni aspetti del loro equipaggiamento attraverso la scoperta e la raccolta di alcuni particolari collezionabili. Saga può sfruttare alcuni frammenti del manoscritto di Alan trovati dentro dei misteriosi portapranzo che qualcuno sembra aver lasciato con uno scopo preciso in ogni area per migliorare le prestazioni delle armi, mentre Alan può migliorare vari aspetti della sua dotazione trovando le Parole del Potere, delle particolari spirali di testo celate in modo più o meno visibile nelle varie ambientazioni.
Tutti questi miglioramenti possono essere applicati rispettivamente nel Luogo Mentale o nella Stanza delle Scrittore, che rivestono anche il luogo di archivio per tutti gli elementi secondari raccolti dai due protagonisti durante la storia, tra cui spiccano ovviamente le pagine del nuovo manoscritto di Alan, che come nel primo capitolo permettono non solo di rivelare elementi importanti della lore ma anche di conoscere in anticipo alcuni degli eventi futuri, le trasmissioni radiofoniche e le canzoni sbloccate durante l’avventura, gli spot pubblicitari e tutti gli altri collezionabili presenti nel gioco. A completare l’offerta ci pensano poi le filastrocche, dei particolari indovinelli basati sull’utilizzo di marionette nei quali può imbattersi Saga e che, se risolti, consentono non solo di scoprire elementi aggiuntivi sulla trama ma anche di ottenere degli speciali ciondoli da equipaggiare per migliorare le proprie caratteristiche.
Al momento Alan Wake 2 propone 3 livelli di difficoltà crescenti, da selezionare quando si avvia una nuova partita, ai quali sappiamo già si aggiungerà la tradizionale difficoltà Incubo nel prossimo futuro. Per questa recensione ho optato per il livello di difficoltà intermedio, denominato Normale, impiegando circa 23 ore per raggiungere i titoli di coda esplorando in maniera abbastanza approfondita le varie ambientazioni ma senza raccogliere il 100% dei collezionabili e senza completare tutte le attività secondarie presenti. Sotto il profilo tecnico, Alan Wake 2 si propone come un deciso salto in avanti non solo rispetto al capitolo precedente e alla relativa Remastered pubblicata nel 2021, ma anche se confrontato con la versione di Control ottimizzata per piattaforme di ultima generazione.
Il motore grafico proprietario di Remedy, denominato Northlight Engine, sfrutta in maniera egregia le piattaforme di ultima generazione proponendo due modalità grafiche su Series X. Sull’ammiraglia di Xbox si può scegliere in qualunque momento se optare per la modalità Qualità con rendering upscalato in 4K a 30fps o selezionare la modalità Prestazioni a 60 fps che riduce però la risoluzione fino a 1440p (sempre upscalati). Su Series S è invece disponibile una sola modalità grafica a 30fps con risoluzione 1440p upscalati. Per quanto riguarda il comparto audio, Alan Wake 2 in versione Xbox supporta i classici formati audio (Stereo, 5.1 e 7.1), il Dolby Atmos e anche il DTSX. La colonna sonora originale è composta da brani inediti composti ed interpretati in maniera specifica per il titolo da vari artisti, tra cui spiccano i finlandesi Poets of the Fall che nel gioco interpretano nuovamente il ruolo della band degli Old Gods of Asgard.
Concludo con una nota relativa alla localizzazione. Diversamente da quanto accaduto con il primo capitolo, Alan Wake 2 non è doppiato in italiano ma può contare sulla completa traduzione di tutti i testi e di tutti gli elementi a schermo,oltre ovviamente alla presenza di sottotitoli in italiano per tutti i dialoghi e le sequenze video.
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