Recensione - Dead Island 2
Il Gioco
Quando mi è stato proposto di occuparmi della recensione Dead Island 2, la mia prima reazione è stata “mi ero dimenticato della sua esistenza”. Il che da una parte è ironico, considerato che il primissimo trailer d'annuncio mi aveva esaltato e incuriosito molto… peccato solo che questo sia successo nel 2014. In quasi un decennio sono cambiate tantissime cose, e le notizie di continui rinvii e cambi di team di sviluppo hanno spento tutto l’hype che potevo avere, fino ad arrivare ad un silenzio stampa talmente lungo che ormai si attendeva solo la conferma della cancellazione del progetto. Negli ultimi mesi invece il gioco è tornato a mostrarsi, e un minimo la scintilla si è riaccesa, ma senza mai diventare un vero fuoco che mi spingesse a dedicare troppa attenzione e soprattutto ad avere aspettative per un titolo che ormai avevo dimenticato. Come detto, poil, in quasi un decennio molte cose sono cambiate: il mercato dei videogiochi è cambiato, io stesso sono cambiato… ma c’è una cosa che invece non cambia mai e non passa mai di moda, ovvero smembrare orde di zombie. Quindi perché non dare una possibilità ad un gioco che, nonostante tutte le avversità, è riuscito comunque a vedere la luce del giorno?
MX Video - Dead Island 2
Come ogni storia sugli zombie che si rispetti, Dead Island 2 inizia con l’epidemia già in corso, e una Los Angeles praticamente già totalmente infetta. Ci troviamo infatti a bordo di un aereo messo a disposizione per evacuare la città, ma naturalmente tutto va a rotoli quando un passeggero manifesta i sintomi dell’infezione scatenando il caos. Ci viene quindi data la scelta su quale sopravvissuto impersonare tra i sei disponibili, ognuno con con un background, aspetto e soprattutto abilità diverse. La scelta non influisce sulla trama se non per qualche linea di dialogo o battute reagendo a determinati eventi, mentre le statistiche e abilità cambiano lo stile di gioco. Personaggi come Ryan, uno spogliarellista dal fisico marmoreo, sono perfetti per chi preferisce il ruolo di “tank” grazie alla sua salute elevata e la possibilità di recuperare vita abbattendo gli zombie, ma il prezzo da pagare è una scarsa mobilità. Amy al contrario essendo un’atleta paralimpica nonostante la sua protesi può vantare una grande agilità utile per scappare o superare gli zombie evitando i combattimenti, ma in caso di battaglia ottiene un bonus ai danni quando affronta nemici isolati, offrendo quindi un approccio ben diverso rispetto a Ryan.
Personalmente ho optato per Dani, una punk irlandese talmente frustrata dalla vita “normale” che quasi ringrazia l’apocalisse per averle dato una scusa per sfogare la sua frustrazione sugli zombie, ottenendo salute quando uccide nemici in rapida successione e scatenando una esplosione con i suoi attacchi caricati, prediligendo quindi il combattimento corpo a corpo. Con il progredire della storia si sbloccano delle carte abilità che ampliano ulteriormente i bonus attivi e passivi, e alcune sono esclusive per determinati personaggi. Una volta scelto il sopravvissuto da impersonare si viene buttati subito nell’azione andando al salvataggio di Emma Jaunt, una stella del cinema anch’essa sull’aereo insieme al ben poco coraggioso marito Michael. Armati di legno, chiavi inglesi e armi di fortuna raccattate tra le macerie ci si dedica ad una prima mattanza, ma basta un attimo di distrazione ed ecco che uno zombie riesce a morderci il braccio. Sembra la fine, ma a parte un po' di nausea scopriamo di stare bene e di essere immuni all’infezione. Un vantaggio non da poco in un'apocalisse zombi, e per ringraziarci dell’aiuto Emma ci invita nella sua villa hollywoodiana dove riorganizzarsi con altri sopravvissuti per sopravvivere. Inizia così una lunga avventura che nel corso di circa 15 ore per la sola storia principale (che raddoppiano dedicandosi alle attività secondarie) ci porterà ad esplorare diverse zone di Los Angeles incontrando diversi personaggi sopra le righe cercando di capire il mistero della pandemia e di come fuggire dalla città.
La trama scorre piacevole senza particolari guizzi, lasciando il focus su un’unica attività cardine: maciullare zombie. Per farlo abbiamo a disposizione un nutrito parco di armi contundenti che spaziando da semplici attrezzi di fortuna ad asce, martelli, spade e mazze, e dalla seconda parte della campagna si aggiungono anche armi da fuoco come pistole, mitra e fucili a pompa. Le armi sono soggette a deterioramento ma possono essere riparate presso gli appositi banchi da lavoro, inoltre si viene invogliati a cambiare spesso arma poiché molti nemici possono essere immuni ad esempio ai colpi contundenti ma non a quelli da taglio o viceversa, per cui è sempre buona pratica sperimentare con tutto quello che ci capita a tiro. Così come si è invogliati a sperimentare le varie reazioni elementali, ad esempio spargere acqua vicino ad un cavo dell’elettricità scoperto può creare una “elettrizzante” trappola per i non morti, oppure la classica accoppiata della benzina con il fuoco. Sfruttare l’ambiente diventa quindi parte della strategia per sopravvivere, ma trovando gli appositi progetti e materiali le stesse armi possono essere modificate così da applicare effetti elementali e danni aggiuntivi. Niente di meglio di una bel martello ricoperto di acido per sciogliere le gambe di uno zombie nerboruto. Un esempio non a caso, in quanto la caratteristica principale di Dead Island 2 è il FLESH System, ovvero il sistema di fisica ideato dagli sviluppatori con cui i corpi degli zombi reagiscono “realisticamente” a seconda di dove e come vengono colpiti. Puntando alla testa con una mazza potremo infatti vedere una mascella che vola via o gli occhi che penzolano dalle orbite, mentre attaccando con un’ascia potremo smembrare chirurgicamente i nemici lasciandoli privi gambe o braccia… ma occhio perché possono sempre mordere!
Per chiudere il nostro arsenale di distruzione abbiamo anche degli oggetti da lancio che si ricaricano con il tempo e spesso utili per scatenare reazioni elementali come bottiglie molotov, bombe d’acqua o shuriken elettrici, oltre a classici esplosivi o esche per attirare o distrarre gli zombie.
Di metodi per eliminare anche gli zombie più ostici quindi ne abbiamo a bizzeffe, e vederli smembrati in 4K (upscalati) e 60 FPS è una gioia per gli occhi. Non sono presenti tuttavia opzioni che permettano di scegliere tra qualità grafica e prestazioni (su Xbox Series S si scende a 1080p / 60 fps, mentre sulle vecchie console 1080p e 30 fps), così come sono assenti anche opzioni legate al livello di difficoltà. Ottimo il doppiaggio unicamente in inglese con voci ben caratterizzate, meno sul versante della localizzazione in italiano che a volte si perde in traduzioni non proprio corrette o troppo letterali di alcuni termini.
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