Recensione - Soulstice
di
Mirko Rossi / Thor
P
Il Gioco
Soulstice è un action-adventure nel quale il giocatore è chiamato a indossare i panni di una potente guerriera inviata per investigare su un misterioso portale apertosi sopra la città di Ilden, una delle tre capitali del Sacro Regno di Keidas. Troppa confusione? Facciamo un passo indietro e addentriamoci, ovviamente senza spoiler, nella lore del nuovo titolo sviluppato dal team italiano di Reply Game Studios. Nell’universo creato dalla software house, all’inizio tutto era soggiogato dal Caos. Poi si manifestarono i tre Custodi, ovvero la Portatrice della Fiamma, lo Scultore e il Giudice. Le tre divinità iniziarono a combattere il Caos, ma ben presto si resero conto che quest’ultimo non poteva essere annientato. L’unica possibilità era esiliarlo e, per farlo, i Custodi decisero di filare la propria essenza per creare una barriera, conosciuta come il Velo. Senza il Caos, il mondo rimase però vuoto e privo di ogni significato.I Custodi decisero quindi di attingere dal potere segregato oltre il Velo per creare la vita e, con essa, tutta l’umanità. Gli esseri umani, data la loro origine, erano però particolarmente sensibili al richiamo del Caos. Nel mondo arrivò dunque anche la morte e con essa il grande ciclo. La segregazione oltre il Velo non mise però fine alla brama del Caos, che attraverso la sua Progenie riuscì a indebolire i Custodi e ad aprire uno squarcio nel Velo, dando così inizio al Solstizio delle Anime da cui deriva il titolo del gioco. Orde infinite di atrocità invasero il mondo, che non poteva più contare sulla protezione dei Triachi, l’altro nome con cui vengono definiti i Custodi. Con le loro ultime forze, le tre divinità riuscirono però a spronare l’umanità e a convincerla a combattere le armate maligne. Grazie alla sapienza dei Custodi, gli uomini scoprirono come creare una stirpe di guerrieri sacri, i quali affrontarono senza paura la Progenie del Caos nelle zone in cui i nemici erano riusciti ad aprire delle lacerazioni nel Velo. Da questi eventi si scatenarono tre battaglie epiche, dalle quali emersero come vincitori i campioni dell’umanità e sulle cui macerie vennero poi fondate tre città sacre, ovvero Ilden, Doran e Rheim.
MX Video - Soulstice
Questo mise fine al Solstizio delle Anime ma non alle incursioni della Progenie del Caos, che a distanza di molti anni dagli eventi appena narrati vengono costantemente arginate dagli eredi dei combattenti sacri, ovvero l’Ordine della Lama Cinerea e le sue Chimere, dei guerrieri estremamente abiliti creati dalla fusione di due anime, di cui una mantiene la propria presenza terrena mentre l’altra offre i propri servigi alla compagna come spirito. Qui entrano in gioco le due sorelle Brier e Lute, nei panni proprio di una delle Chimere inviate a Ilden dall’Ordine della Lama Cinerea per investigare sulla breccia apertasi sopra la città. Dalle informazioni in loro possesso, le orde nemiche hanno devastato i vari quartieri e trucidato la popolazione. Chi non è stato ucciso, come spesso succede, è stato soggiogato dalla Progenie del Caos, ma stavolta c’è qualcosa di più. La scelta dell’obiettivo e la ferocia con cui le armate nemiche hanno colpito Ilden lasciano infatti intendere che non si tratti di una semplice incursione, ma bensì della volontà di dare vita a un nuovo Solstizio delle Anime.
Sono queste le premesse narrative alla base di Soulstice, dalle quali si dipana una trama raccontata in oltre trenta capitoli capace di tenere impegnato il giocatore per almeno 15/20 ore, variabili come sempre in base alle abilità, alla propensione ad esplorare le ambientazioni e al livello di difficoltà scelto tra i tre disponibili inizialmente, ai quali se ne affiancano altri due che si sbloccano dopo aver terminato il gioco al livello precedente. Nel corso dell’avventura, il giocatore deve accompagnare Brier e Lute nel loro viaggio attraverso la città di Ilden, dal distretto portuale fino alla cattedrale situata nella parte più alta della capitale, e affrontare non solo le orde demoniache che hanno invaso i quartieri con l’obiettivo di mettere fine all’invasione, ma anche le scomode verità che si nascondono dietro l’attacco, dietro la loro “rinascita” come Chimere e dietro i reali obiettivi dell’Ordine della Lama Cinerea.
Il rapporto tra Brier e Lute non riveste però un ruolo fondamentale solo per quanto riguarda la trama, ma anche e soprattutto per quanto riguarda il gameplay. Le meccaniche di gioco implementante da Reply Game Studios si basano infatti sulla connessione tra le due protagoniste e sulla loro capacità di collaborare in battaglia, anche se di fatto il giocatore controlla direttamente solo la guerriera Brier, la quale può contare su un’arma principale, ovvero uno spadone conosciuto con il nome di Vendicatrice Cinerea, e su sei armi secondarie, tra cui un martello, un arco, una frusta e delle rudimentali armi da fuoco, che vengono consegnate progressivamente alla protagonista da Layton, un emissario dell’Ordine della Lama Cinerea, durante l’avventura e che possono essere scambiate in qualunque momento utilizzando la croce direzionale. Ognuna di queste armi dispone delle proprie “combo”, di caratteristiche differenti e di un livello di efficacia specifico sulle varie classi di nemici che ci si ritrova ad affrontare nel corso dell’avventura. Questo aspetto riveste un ruolo fondamentale nell’economia di gioco in quanto al termine di ogni scontro il giocatore riceve una valutazione basata sui punti accumulati attraverso le combo, sul tempo impiegato e sulla quantità di danni subiti. In modo analogo, al termine di ogni capitolo il gioco ricompensa chi impugna il pad con una valutazione e delle ricompense in proporzione al numero di scontri affrontati, al punteggio complessivo ottenuto e al tempo speso per superare il livello.
Lute, come già detto, non può essere controllata direttamente durante gli scontri, ma questo non significa che non contribuisca in qualche modo, anzi. Innanzitutto, può effettuare attacchi in totale autonomia, che crescono di intensità ed efficacia all’aumentare del livello di “Coesione” tra lei e Brier, il quale dipende principalmente dal numero di attacchi portati a segno in un certo lasso di tempo senza essere colpiti. Lute può inoltre eseguire varie tipologie di parate e contrattacchi, che richiedono però la pressione da parte del giocatore di un tasto quando appare a schermo il relativo indicatore. Superare specifiche soglie di Coesione permette inoltre di scatenare i cosiddetti “attacchi sinergici”, ovvero delle speciali combinazioni di attacco specifiche per ogni arma, e di far entrare Brier in uno status speciale, denominato Furore, nel quale la guerriera subisce un incremento temporaneo delle proprie abilità in combattimento.
Le capacità di Lute però non si esauriscono qui. Data la sua particolare natura, può infatti generare in maniera alternata due differenti campi energetici, che rivestono un ruolo fondamentale durante gli scontri contro la Progenie del Caos. In Soulstice sono presenti oltre 20 tipologie di avversari diversi suddivisi in 3 categorie. Ci sono i Corrotti, ovvero ciò che resta degli abitanti di Ilden e per i quali non sono necessarie particolari accortezze durante le battaglie. Discorso diverso invece per gli Spettri e i Posseduti. Per danneggiare i primi è infatti necessario far attivare il campo di evocazione a Lute e accertarsi che i nemici si trovino all’interno del campo di azione dello stesso. I Posseduti, che di fatto rappresentano l’unione tra un Corrotto e uno Spirito, richiedono un ulteriore passo in avanti: nella prima fase è infatti necessario sfruttare il secondo campo energetico a disposizione di Lute, ovvero quello di Esilio. Una volta sconfitto l’ospite, è poi necessario abbattere anche lo Spirito che lo controllava attivando il campo di evocazione, il tutto prima che quest’ultimo possa ristabilire il proprio dominio sulla malcapitata creatura. Al fine di rendere tutto più semplice, nel gioco è fortunatamente presente anche un classico bestiario, consultabile in qualunque momento, nel quale vengono riportati i dettagli di ogni nemico e nel quale è possibile trovare preziosi suggerimenti aggiuntivi dopo aver sconfitto un determinato numero di creature dello stesso tipo.
In Soulstice trovano spazio anche alcuni boss contro i quali sarà necessario sfruttare tutte le capacità delle protagoniste, tenendo sempre d’occhio il livello di Entropia raggiunto da Lute. Ogni volta che attiviamo un campo energetico, la protagonista inizia infatti ad accumulare Entropia e, in caso di sovraccarico, dovremo attendere alcuni secondi per poter sfruttare nuovamente le sue abilità. I campi energetici generati da Lute sono inoltre fondamentali per superare le fasi esplorative e risolvere gli enigmi presenti nel gioco di Reply Games Studio, che in quasi tutti i trenta capitoli si alternano ai combattimenti. Si va da brevi sezioni platform, che prevedono il passaggio su elementi utilizzabili solo se si tiene attivo il campo di evocazione, alla risoluzione di enigmi ambientali per i quali è necessario distruggere un certo numero di escrescenze corrotte tenendo attivo il campo di esilio per aprire un passaggio o liberare un oggetto con cui interagire, il tutto passando per situazioni nelle quali sarà necessario distruggere specifici oggetti che impediscono di proseguire o di attivare i campi energetici. La differenza principale tra le fasi esplorative e i combattimenti è rappresentata dalla telecamera. Nel primo caso l’inquadratura è perlopiù fissa, con la posizione che varia dinamicamente in base alla situazione passando dalla classica visuale in terza persona a inquadrature più evocative, a fasi che ricordano i classici titoli a scorrimento in 2D e a situazioni nelle quali la telecamera propone una visuale quasi isometrica. Durante gli scontri la gestione della telecamera diventa invece libera e, salvo rare eccezioni, è il giocatore a doverla gestire, sfruttando se necessario il sistema di aggancio automatico del bersaglio.
Le abilità di Lute risultano infine essenziali per raccogliere le due tipologie di risorse presenti in Soulstice, ovvero il residuo Scarlatto e il residuo Cobalto, dai giacimenti sparsi nelle ambientazioni. Questi materiali speciali, che possono essere ottenuti anche sconfiggendo i nemici e come premio per il completamento dei vari capitoli, rappresentano le due “valute” presenti nel gioco, con cui è possibile acquistare consumabili e potenziare le abilità delle due protagoniste. Questa operazione può essere effettuata prima di avviare un capitolo o interagendo con Layton, che si manifesterà spesso per fornire supporto e indicazioni nel corso dell’avventura. Il sistema di progressione presente in Soulstice è suddiviso in due parti, una dedicata a Brier e una a Lute. Per quanto riguarda Brier, spendendo i residui cobalto è possibile sbloccare nuove combo per le armi in possesso o migliorare la padronanza delle stesse, rendendole così più efficaci contro specifiche categorie di nemici. Lo sviluppo di Lute si basa invece su tre differenti skill-tree, attraverso i quali è possibile sbloccare nuove abilità o migliorare quelle già in possesso spendendo residui cobalto. Anche in questo caso è però presente una differenza fondamentale: le migliorie fatte all’equipaggiamento di Brier sono definitive mentre in ogni momento è possibile ridistribuire i frammenti cobalto tra le varie abilità di Lute senza penalità.
A questi tre percorsi se ne aggiunge poi un quarto, dal quale dipende la natura della mossa finale che è possibile eseguire quando si attiva lo status Furore e che progredisce autonomamente sulla base delle scelte fatte negli altri tre. Nel corso dell’avventura è poi possibile migliorare attraverso dei consumabili il livello massimo di salute di Brier, la quantità di entropia accumulabile da Lute prima di subire un sovraccarico e il grado massimo delle sue abilità . Alcuni di questi oggetti possono essere acquistati da Layton, mentre altri devono necessariamente essere raccolti esplorando a fondo ogni ambientazione o completando delle specifiche sfide di combattimento alle quali è possibile accedere attraverso dei portali presenti nei vari livelli. Questi incarichi, una volta sbloccato il rispettivo portale, possono poi essere affrontati in qualunque momento dal menu principale del gioco. Sempre dal menu è possibile tenere traccia dei progressi fatti, rigiocare singolarmente i vari capitoli o sfogliare le varie pagine del Diario, nelle quali vengono riepilogati non solo tutti progressi fatti ma anche le indicazioni ricevute tramite i tutorial, le biografie dei personaggi principali e molto altro ancora.
Per dare vita al mondo dark-fantasy di Soulstice gli sviluppatori di Reply Game Studios si sono affidati alla quarta versione dell’Unreal Engine di Epic. Su Xbox Series X il gioco offre due modalità di visualizzazione, che ormai consuetudine permettono di dare rispettivamente la priorità alla risoluzione o al frame-rate, mentre su Xbox Series S è invece presente un’unica modalità grafica a 60fps. Per quanto riguarda il comparto audio, Soulstice propone invece una colonna sonora perfettamente in linea con le atmosfere dei manga a cui si sono ispirati gli sviluppatori, che miscela brani melodici a tracce decisamente più rock, unita ad un doppiaggio in lingua inglese di ottima qualità, nel quale trovano spazio diversi nomi noti, tra cui quello di Stefanie Joosten, che molti probabilmente ricordano per il suo ruolo di Quiet in Metal Gear Solid V. La nuova opera di Reply Game Studios può inoltre contare sulla presenza di sottotitoli in lingua italiana per i dialoghi e della completa localizzazione di tutte le parti scritte.
Commenti