Recensione - Madden NFL 23
Il Gioco
Siamo entrati nella parabola discendente del periodo estivo e tra le nostre mani arriva la nuova edizione del titolo EA Sports che ha venduto più copie nel mondo, Madden NFL 23, che si caratterizza per il fatto di essere un omaggio alla carriera di un grande uomo di sport come John Madden. Ma l'obiettivo dei ragazzi di EA Tiburon nello sviluppo del gioco è stato anche quello di creare un titolo con una componente spettacolare ancora più accentuata ed una maggiore aderenza simulativa a quello che è il vero football made in USA. Appena lanciato il gioco veniamo portati a testare tre diverse modalità di passaggio, una buona idea per entrare subito in confidenza con le nuove tecniche di passaggio e, soprattutto, con la nuova gestione dei tasti per i medesimi passaggi; di particolare rilevanza la possibilità di gestire in maniera accurata il ricevitore prima ancora che questi sia in possesso della palla ovale.
MX Video - Madden NFL 23
Una volta testate le modalità di passaggio e deciso di utilizzare una delle tre (possiamo poi modificare nuovamente la scelta a vostro piacimento), veniamo catapultati all’interno del Madden Legacy Game, un vero e proprio omaggio a John Madden. Si tratta di un match All – Star tra le due divisioni del mondo NFL (AFC vs NFC) nel quale possiamo decidere quale delle due squadre gestire (entrambe strabordanti di campioni di tutti i tempi) con una particolarità: entrambe le squadre saranno allenate dal nostro mitico John Madden che farà la spola tra una panchina e l’altra in una sorta di vero e proprio tributo per colui che ha reso grande il football; il tutto è, inoltre, arricchito, dalle memorabili citazioni dello stesso Madden che compaiono sui maxischermi insieme ad immagini di repertorio dedicati al coach e trasmesse al termine del secondo quarto di gioco. Si tratta di una trovata decisamente interessante che, oltre a consentirci di gestire il meglio del capitale umano della NFL, vi permetterà anche di padroneggiare il nuovo sistema di passaggi e le altre innovazioni in termini di gameplay delle quali parleremo nelle prossime righe.
Disputata anche la partita di tributo per il nostro John, si apre il classico menu dei titoli EA Sports con la possibilità di affrontare tutte le modalità offerte da Madden NFL 23, sia in single player (Partita singola, Franchise, Face of the Franchise, Superstar KO e Yard) che multiplayer il tutto con l’aggiunta dell’ormai immancabile modalità Ultimate Team. La modalità principale rimane quella denominata Franchise, nella quale prendiamo il comando a 360° di una delle franchigie dell’NFL per cercare di portarla alla gloria immortale vincendo il Vince Lombardi Trophy. La modalità Franchise presenta alcune interessanti integrazioni rispetto al recente passato, a partire dagli evidenti miglioramenti garantiti dal nuovo motore di gioco (ne riparleremo a breve in sede di analisi del gameplay) per arrivare alla diversa gestione dei “free – agent”, ossia i giocatori svincolati che possono essere ingaggiati senza dover contrattare con un altro team a patto di offrire degli ingaggi “interessanti”. Per i free agent è stato pensato un “hub” dedicato alle trattative che state conducendo cercando di arrivare a concludere quella più funzionale al vostro progetto di squadra: ad esempio, un quarterback libero accetterà solo una squadra in grado di aggiudicarsi il Superbowl, mentre altri propenderanno magari per tornare a giocare nel loro stato/città di nascita. Il tutto si amalgama abbastanza bene con le dinamiche di scouting che riesce a scovare, con buona approssimazione, il talento di cui avete bisogno anche se c’è ancora da raffinare le routine di IA da questo punto di vista in quanto non è raro che la CPU vi faccia perdere ottime occasioni. Per il resto, la modalità Franchise è la solita con un enorme database di statistiche ed una eccezionale maniacalità nella gestione di tutte quelle situazioni da “spogliatoio” a partire dalla forma fisica per arrivare alle intemperanze caratteriali dei singoli atleti.
Torna anche Face of The Franchise, quella che nella serie FIFA era denominata “Storia”, e in questa nuova edizione, oltre a portarci in un contesto, ci permetterà di controllare solo ed esclusivamente il nostro alter – ego digitale, al contrario di quanto accadeva in Madden 22 laddove si poteva prendere il controllo della squadra intera. L’idea è certamente indovinata (almeno dal mio personale punto di vista) perché rilanciare un atleta della NFL caduto un po' in disgrazia sprona il giocatore a raggiungere determinati obiettivi; purtroppo, però, la sceneggiatura del tutto mi è sembrata eccessivamente scarna per poter pensare di coinvolgere ogni tipologia di videogiocatore. Ovviamente, e non potrebbe essere diversamente, anche quest’anno la modalità "asso pigliatutto" è Ultimate Team con la sua versatilità sia in ambito offline che multiplayer. Onestamente non ho trovato grandi migliorie rispetto alla versione dello scorso anno se non per l’introduzione del Field Pass che funziona come un qualsiasi pass stagionale ma che permette di ricevere ricompense salendo di livello giocando più match possibili evitando di ricorrere alle microtransazioni, bensì completando sfide specifiche che ci faranno sbloccare oggetti e potenziamenti da implementare nella nostra squadra dei sogni.
Sempre dal punto di vista delle modalità, non vanno dimenticate Superstar KO (limitata, però, ad un minigioco a tempo limitato da giocare all’interno di Ultimate Team) e The Yard (modalità arcade 6 vs 6 che riprende da vicino il vecchio NFL Street) che, giocate in multiplayer, garantiscono delle ore di puro divertimento. Le modalità multiplayer online funzionano decisamente bene a partire dalle gare secche classificate per arrivare alle leghe online con un sistema di matchmaking praticamente perfetto e la pressoché totale assenza di lag. Ovviamente, nella maggior parte dei casi, avrete a che fare con giocatori americani e canadesi: occhio, quindi, al fuso orario perché potreste, in determinati orari, soffrire di solitudine.
A questo punto scendiamo sui verdi campi della NFL e vediamo cosa ci ha colpito, dal punto di vista tecnico, di questa nuova edizione. Torniamo un attimo indietro nel tempo e ripensiamo a Madden 22, il debutto della serie nella nuova generazione, un debutto tutt’altro che memorabile proprio per le imperfezioni tecniche e per una generale approssimazione anche figlia di un periodo storico particolarmente complicato quale quello che abbiamo vissuto con la pandemia da Covid 19. Il nuovo motore di gioco ha permesso di sistemare molte delle imperfezioni clamorosamente venute alla luce lo scorso anno ma non ha impedito di generarne altre come, ad esempio, quelle relative alla raffigurazione di determinati atleti che sembrano essere usciti dai cartoni animati dei Simpsons (un inno all’obesità). Ben riusciti i volti dei giocatori più rappresentativi e ottima, come al solito, la presentazione degli incontri e il contesto generale delle partite con stadi e terreni di gioco davvero al limite della perfezione. Se volete il vero fotorealismo probabilmente non lo troverete al 100%, ma, comunque, se fate girare il titolo su Serie X/S, vi accorgerete delle evidenti differenze grafiche rispetto a Xbox One. Come spesso accade, potete scegliere se privilegiare la qualità (e, quindi, la risoluzione) delle immagini oppure il frame rate; personalmente prediligo ottenere un buon frame rate ma va detto che le differenze, in questo caso, non sono così evidenti.
Ma quali novità aspettarsi, in termini di giocabilità ? Se il rischio di questi giochi seriali è quello di proporre poche novità di anno in anno, Madden NFL 23 ci porta in dote il nuovo motore di gioco denominato FieldSENSE che potrebbe essere assimilato all’Hypermotion della serie calcistica FIFA. Lo scopo è quello di avere a disposizione un motore di gioco in grado di rendere quanto più fedeli alla realtà le animazioni e, soprattutto, le collisioni tra i diversi atleti; in effetti, sembra che proprio i tackle tra attaccanti e difensori rappresentino l’aspetto cha maggiormente beneficiato dell’introduzione del FieldSENSE. Non va dimenticato, infatti, come proprio il contatto tra difensore e attaccante rappresenti il cuore pulsante dell’azione nel football americano e, in Madden NFL 23, i contrasti appaiono decisamente più variegati con dei “face to face” particolarmente vivaci ma, allo stesso tempo, ultra realistici. La medesima fisicità la si può riscontrare, per la gioia degli appassionati, tra wide receiver e defensive back con corse spalla a spalla sulla linea di fondo e placcaggi a mezz’aria. Quella che traspare, inoltre, è una maggiore armonia nei movimenti degli atleti con i difensori che si smarcano come fanno gli attaccanti i quali si incuneano nelle fitte maglie difensive con una facilità figlia, però, delle caratteristiche tecniche degli stessi.
Passando al ruolo dei quarterback, ossia coloro che fanno girare tutta la squadra con i loro lanci millimetrici, questi possono giovarsi della nuova funzionalità denominata Skill – based passing (che potete testare all’inizio del gioco come già detto all’inizio della nostra recensione): in modo piuttosto semplicistico possiamo dire che i programmatori hanno introdotto una sorta di reticolo di mira manuale che consente il lancio perfetto per il ricevitore il tutto accoppiato ad una barra che gestisce accuratezza e potenza del passaggio stesso. Ovviamente lanciatori del calibro di Tom Brady oppure Aaron Rodgers beneficeranno maggiormente, rispetto a quarterback meno talentuosi, del nuovo sistema per mettere i loro ricevitori in grado di volare verso l’area di touchdown. Si tratta di un sistema di un sistema di gestione del passaggio che riduce la percentuale di intercetti e, alla luce di questa caratteristica, può piacere oppure no anche se il sottoscritto trovo il tutto molto più realistico. Il FieldSENSE è stato studiato appositamente per le console di nuova generazione e possiamo apprezzarlo quindi solo su queste, e lo vedrete in azione anche quando i tacchetti affondano nell’erba rendendo molto viva l’idea dei tackle.
Proprio l’esaltazione della fisicità rappresenta un punto focale della serie e, pur non esenti da pecche, i contrasti sono quanto di più bello e fedele mi sia mai capitato di vedere rispetto alle passate edizioni della serie. I comandi di gioco sono quelli consueti con gli stick analogici dedicati ai movimenti dei giocatori, il grilletto dorsale destro dedicato allo sprint e i tasti frontali e dorsali utilizzati per la gestione e la messa in pratica degli schemi. I menu di gioco sono interamente localizzati in lingua italiana al contrario del parlato che resta rigorosamente in lingua inglese: chissà che prima o poi non si riescano a rispolverare commentatori alla Guido Bagatta /Dan Peterson che imperversavano sulle reti televisive del Belpaese a metà degli anni ’80… Ottima, come al solito, la scelta dei brani musicali assolutamente del genere Hip – hop e similari.
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