Recensione - Way of the Hunter
Il Gioco
Sono diverse le produzioni videoludiche che hanno tentato, con alterne fortune, di riprodurre il mondo della caccia sulle nostre console facendo leva su aspetti simulativi, su licenze di peso o altri elementi; Way of the Hunter di Nine Rocks Games punta su una componente narrativa più "leggera" del solito per distinguersi dagli altri esponenti del genere. Nel gioco interpretiamo un personaggio di nome River Knox, che faceva lo stuntman prima di prendersi una sana e salutare pausa di riflessione e rifugiarsi nello chalet di famiglia in mezzo al bosco. Il nostro eroe, incitato dal grande vecchio di casa, il nonno, ha infatti deciso di prendere armi e bagagli per concedersi un periodo lontano dagli impegni lavorativi e dallo stress che questi comportano. La destinazione del barbuto novello cacciatore è la Valle dei Nasi Forati, un luogo incontaminato nel quale possiamo scegliere se muoverci liberamente senza la costrizione di svolgere determinati compiti, oppure prendere parte a specifiche missioni facenti parte della storia.
MX Video - Way of the Hunter
Come accennato, il contesto narrativo del gioco, spesso elemento portante in altri titoli del genere, in Way of the Hunter è più limitato e si avvale di brevi SMS nei quali ci viene indicato cosa fare per portare a termine una determinata missione, incentrata, ovviamente, sulla caccia a specifiche categorie di animali. Questa modalità, in realtà, è il cuore della Campagna, una sorta di modalità Carriera che include anche una sorta di tutorial per aiutarci a prendere confidenza con i comandi di gioco e con le giuste tattiche da utilizzare per ogni specifico esemplare da cacciare.
Sempre attraverso questa modalità è poi possibile provare, in attesa di ulteriori scenari che magari verranno messi a disposizione come DLC a pagamento, una seconda mappa ambientata nella vecchia Europa e, più precisamente, nella lugubre Transilvania che ha, però, il vantaggio di offrirci un territorio di caccia decisamente diverso dalle grandi distese made in USA. In questa seconda ambientazione, infatti, sono le foreste, piuttosto che pianure smisurate ed irte montagne, a recitare un ruolo da protagonista; qui ovviamente cacceremo specie animali decisamente più frequenti alle nostre latitudini come, ad esempio, gli ormai ben conosciuti cinghiali.
E proprio parlando di scenari emerge un primo problema del titolo di Nine Rocks Games: il comparto grafico non proprio all’altezza delle nuove generazioni di console. Ho provato il gioco su Xbox Serie X e devo, purtroppo, affermare che la resa visiva non può essere considerata il fiore all’occhiello della produzione, con una rappresentazione della natura spesso troppo “piatta” e statica rispetto a quanto ci si potrebbe aspettare considerato il gioiello di tecnologia sul quale gira il titolo stesso. Lo stesso protagonista del gioco appare un po' troppo anonimo considerato anche il suo background professionale: ci si sarebbe aspettato un personaggio un po' più invadente e presuntuoso, comunque più dinamico.
Entrando nello specifico del gameplay, Way of the Hunter segue un approccio simulativo che ricalca da vicino ciò che è offerto da parenti stretti come la serie di Hunting Simulator o il più recente Call of the Wild anche se, rispetto a questi, il nuovo gioco offre una curva di apprendimento più graduale che tende ad aiutare soprattutto i neofiti. Certo è che, in un titolo del genere, non è che ci sia molto da sperimentare o da innovare, in quanto il “core” sta sempre nello scegliere l’arma giusta per cacciare piccola o grande selvaggina. Ma, seppur leggermente diverso da altri, Way of the Hunter è comunque un simulatore di caccia e anche in questo caso l’obiettivo è l’individuazione della preda per poi tentare di farla nostra con il minor numero possibile di colpi sparati. Le leggi della balistica sono decisamente rispettate e troverete sempre una statistica dettagliata dei colpi impiegati con la possibilità, addirittura, di un “rewind” del colpo per osservare eventuali errori commessi grazie all’esame della traiettoria del colpo stesso: davvero una bella trovata.
Ovviamente il fulcro del gioco è rappresentato dalla selvaggina e, a seconda del livello di difficoltà impostato, noterete che la sfida è tutt’altro che semplice. In particolare, gli animali si spaventano abbastanza facilmente e basterà un piccolo rumore in più per metterli sul chi va là. Noterete, comunque, che tutte le specie osservano un ciclo vitale piuttosto cadenzato (riposano, mangiano e bevono) a tutto vantaggio del nostro cacciatore il quale, una volta comprese bene le abitudini della preda, può giocare le carte migliori per catturarle. A questo proposito, i programmatori hanno avuto la grande idea di permettere al giocatore di raccogliere le informazioni ed immagazzinarle in una sorta di taccuino da consultare in ogni momento, per magari poi trovarsi in quel dato punto a quella data ora e trovare la loro agognata preda: ovviamente questo non avviene sempre puntualmente (come è giusto che sia) ma studiare ed annotare le abitudini dei singoli animali può aiutarci non poco nella loro cattura.
Un’altra possibilità offerta al giocatore è quella di avvalersi del cosiddetto “istinto del cacciatore”, una funzione in grado di evidenziare le impronte e le eventuali tracce di ferite dell’animale e di fornire suggerimenti utili in merito, ad esempio, alla tipologia di arma e colpo da utilizzare. Si tratta di un indicatore opzionale ma, per chi vuole un’esperienza realistica, si può anche decidere di disattivare tutti gli indicatori ed affrontare un’esperienza simulativa al 100%. L’istinto del cacciatore svolge un ruolo fondamentale, poiché permette di individuare le impronte e le zone di rilievo che arricchiscono l'enciclopedia, il database che contiene tutte le informazioni sulle prede che si possono incontrare, dai lupi alle volpi, fino ai fagiani, ai tassi americani e agli alci. Ogni specie emette determinati rumori e ha abitudini differenti. I cervi sono soliti nutrirsi alle cinque di mattina per poi spostarsi intorno alle nove nei pressi di un corso d'acqua, per abbeverarsi. Alle dodici, sazi e appagati, si recheranno a dormire, tutti elementi estremamente utili per la cattura della selvaggina.
E, come nella caccia reale, Way of the Hunter chiama il giocatore a investire generose dosi di pazienza; ad esempio, l'orario più probabile in cui imbattersi in un cervo nei pressi del fiume è attorno alle nove, ma il corso d'acqua chiaramente ha una lunghezza non indifferente, il che vi costringerà a setacciare la zona col rischio di percorrere diversi chilometri a vuoto. Una volta individuato un cervo, bisogna dare inizio a un approccio silenzioso, a una partita a scacchi con diverse variabili da tenere in considerazione. Entrare, seppur di poco, nel campo visivo della creatura la metterà in fuga, mentre passar sopra a dei ramoscelli potrebbe allertarla; quindi, cari lettori, pazienza e attesa sono spesso le armi migliori per portare a casa il vostro trofeo. Se l'animale viene ferito e non abbattuto, è possibile seguire la scia di sangue evidenziabile con l'istinto del cacciatore, fino a raggiungere il punto di morte della creatura, che in seguito può essere venduta o imbalsamata per personalizzare il ranch.
Ottimi i tempi di caricamento sia nell'avvio dell’ultima sessione giocata, sia nello spostamento dal una mappa all’altra ed all’interno di una stessa, e ottimo anche il campionamento dei versi delle diverse specie animali e della possibilità di utilizzare richiami atti ad attirare in trappola le nostre ambite prede. Per quanto concerne la localizzazione del gioco, testi e menu sono completamente tradotti in italiano, mentre il parlato è esclusivamente in lingua inglese.
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