Recensione - Edge of Eternity
di
Mirko Rossi / Thor
P
Il Gioco
Edge of Eternity è un JRPG di stampo tradizionale, nel quale i giocatori sono chiamati ad affrontare un lungo viaggio nel mondo di Heryon indossando i panni di un giovane soldato, che risponde al nome di Daryon, e di altri 5 personaggi che si uniranno a lui durante la storia. Alcuni anni prima delle vicende narrate nel videogioco, la popolazione di Heryon è entrata in contatto con una misteriosa razza aliena dotata di tecnologie incredibilmente avanzate. Le prime fasi del rapporto tra le due specie sono pacifiche e consentono al popolo di Heryon di trarre enormi benefici dalla presenza di questa nuova specie sul pianeta, ma poi qualcosa si rompe. Gli alieni improvvisamente diventano ostili e iniziano a sfruttare la loro supremazia tecnologica per sottomettere quelli che fino a poco prima erano i loro alleati. Questi ultimi, seppur con molte difficoltà, riescono a predisporre una resistenza per arginare l'avanzata nemica, almeno fino a quando gli invasori non decidono di diffondere sul pianeta di Heryon un terribile morbo capace di trasformare ogni essere vivente in una creatura abominevole, conosciuto con il nome di Corrosione.
MX Video - Edge of Eternity
Daryon è uno dei tanti soldati chiamati ad affrontare in prima linea la minaccia aliena, con tutto ciò che ne consegue. Quello che però Daryon ancora non sa è che i suoi superiori hanno deciso di sacrificare lui e alcuni suoi commilitoni in una sorta di rituale magico, con l'intento di respingere la minaccia aliena e debellare una volta per tutte la Corrosione. Il piano, per fortuna di tutti, alla fine non si concretizza e Daryon, sentendosi giustamente tradito dai suoi stessi alleati, decide quindi di allontanarsi dall'esercito per tornare a casa dopo una lunga assenza. Una volta arrivato a destinazione scopre però che la madre è stata infettata dal terribile morbo e decide di partire alla ricerca di una cura insieme alla sorella Selene, anch'essa tornata a casa dopo aver passato parecchi anni ad affinare le proprie abilità magiche presso il cosiddetto “Sanctorum”. Sono queste le due premesse narrative da cui prende il via la storia di Edge of Eternity e che, come facile immaginare, continueranno ad intersecarsi in modo via via sempre più complesso e articolato nelle oltre 30 ore necessarie per raggiungere i titoli di coda, che possono quasi raddoppiare se si decide di completare al 100% il gioco. La storia è suddivisa in 6 atti, che scandiscono gli eventi principali e guidano i protagonisti verso l'epilogo, lasciando però molta libertà al giocatore per quanto riguarda l'avanzamento e il completamento degli obiettivi secondari.
Magia e tecnologia, oltre a essere i due pilastri attorno ai quali ruota la sceneggiatura della nuova opera di Midgar Studio, sono anche glii elementi fondamentali alla base del gameplay di un titolo che miscela tradizione e modernità sin dalle primissime fasi iniziali. Il sistema di combattimento è infatti un ibrido tra i classici di fine anni novanta, con una barra ATB che scandisce i turni, e i giochi di ruolo più tattici, con una griglia di movimento suddivisa in celle esagonali sulla quale i personaggi possono muoversi più o meno liberamente durante il combattimento. Durante il proprio turno, ogni personaggio può decidere se attaccare fisicamente, se utilizzare una magia o un'abilità speciale, se consumare un oggetto o se spostarsi sul campo di battaglia. Lanciare una magia o attivare un'abilità necessita, oltre che di un certo numero di punti MP, anche di una fase di caricamento che può essere interrotta da un attacco fisico. Cambiare posizione permette invece di evitare alcuni attacchi, di uscire dal raggio di azione di certi nemici, di aggirarli per mettere a segno potenti colpi alle spalle, di interagire con speciali cristalli che incrementano temporaneamente alcune caratteristiche o, perchè no, di sfruttare a proprio vantaggio trappole e armi speciali, come balestre o altre postazioni fisse, che consentono di causare ingenti danni agli avversari.
Un'ulteriore aggiunta sotto il profilo tattico riguarda la possibilità di scansionare in ogni momento gli avversari, per scoprire eventuali punti deboli da sfruttare a proprio vantaggio sia nell'immediato sia in eventuali incontri successivi con nemici simili. Poche, ma sostanziali, le differenze per quanto riguarda l'esito degli scontri. Se tutti i protagonisti finiscono k.o. si deve inevitabilmente affrontare la schermata di game over, con conseguente necessità di ricaricare un salvataggio precedente, mentre in caso di vittoria si ottengono invece punti esperienza, crediti e oggetti più o meno preziosi. Diversamente da quanto accade in altri giochi simili, in Edge of Eternity il party recupera HP e MP al termine di ogni scontro, ma questo non significa che le battaglie siano senza conseguenze. Il gioco tiene infatti monitorato il livello di riposo del gruppo, che diminuisce progressivamente in base a come si esce dagli scontri o a quanto si abusa dello scatto nelle fasi di esplorazione e che, sotto una certa soglia, conferisce dei malus più o meno dannosi ai protagonisti. A rendere ulteriormente più vari ed attuali gli scontri ci pensano poi delle mini-sfide extra, che propongono al giocatore obiettivi specifici per ogni battaglia e che, se completate, permettono di ottenere crediti o oggetti aggiuntivi. Il ventaglio di obiettivi è abbastanza variegato e spazia dal completare l'intero incontro senza rianimare o curare nessuno dei membri del party al provare ad abbattere i nemici in un ordine specifico, passando per tante altre condizioni speciali pensate per rendere meno ripetitivi gli scontri sul lungo periodo.
Nonstante il grinding non sia particolarmente spinto, Edge of Eternity rimane infatti un gioco nel quale l'esplorazione, la raccolta di risorse e la crescita dei personaggi risultano fondamentali per proseguire senza troppe difficoltà. Anche in questo caso il titolo di Midgar Studio ha deciso però di proporre un mix tra passato e presente. L'avventura alterna infatti dungeon di piccole dimensioni, enigmi ambientali e insediamenti più o meno ampi, che riportano alla memoria i grandi JRPG degli anni novanta, a sezioni all'aperto in aree di vaste dimensioni, che strizzano l'occhio ai titoli open-world attuali e nelle quali i nemici sono sempre chiaramente visibili, il tutto con la possibilità di utilizzare dei portali per lo spostamento rapido tra una zona e l'altra o di prendere in affitto un Nekaaro, una gigantesca cavalcatura a metà tra un gatto e una volpe, per coprire più rapidamente le vaste distanze che contraddistinguono le diverse regioni presenti nel gioco. Queste adorabili creature possono inoltre aiutare i protagonisti a individuare le tantissime casse di oggetti presenti in ogni area, ognuna delle quali può contenere preziosi consumabili, parti di equipaggiamento, siano esse abiti o armi, o preziosi cristalli, necessari per incrementare le caratteristiche delle armi e sbloccare abilità speciali o attacchi magici utilizzabili dai protagonisti.
Questo aspetto è una delle caratteristiche distintive di Edge of Eternity e merita senza ombra di dubbio un approfondimento. Tutti e 6 i personaggi presenti nel titolo, come da tradizione dei JRPG, appartengono a una precisa classe, che non può essere modificata e che segue un percorso di crescita definito a ogni incremento di livello. Lo sviluppo vero e proprio in questo caso è affidato alle armi, che accumulano P.E. e che crescono di livello, sbloccando progressivamente il proprio potenziale. Ogni arma presente nel gioco dispone infatti di un proprio “skill-tree” ramificato in varie direzioni, nel quale possono essere inseriti in sequenza cristalli di vari colori. Ognuno di questi cristalli incrementa una o più caratteristiche del personaggio che la utilizza e, in alcuni casi, può permettere anche di utilizzare abilità speciali o poteri magici. L'aspetto tattico in questo caso riguarda la necessità di far crescere ogni arma, così da sbloccare nuovi slot, di selezionare il “ramo” più adatto alla situazione, visto che non è possibile seguirne più di uno contemporaneamente, e di gestire al meglio i cristalli a disposizione per ottenere il risultato sperato. Anche da questo punto di vista, il JRPG di Midgar Studio lascia però tantissima libertà di sperimentazione al giocatore visto che in ogni momento è possibile resettare le proprie scelte senza penalità particolari.
A rendere ulteriormente più stratificato questo aspetto ci pensa il crafting, che consente al giocatore non solo di miscelare pozioni o preparare trappole da utilizzare durante i combattimenti, ma anche di creare nuove armi o perfezionare quelle in suo possesso così da migliorarne le caratteristiche di base o il rispettivo skill-tree. L'intero meccanismo ruota, come facile immaginare, attorno alla raccolta di materie prime e alla scoperta di nuove ricette o progetti, che consentono al protagonista di apprendere le conoscenze necessarie per accedere a nuove opzioni una volta raggiunto uno dei tanti banchi di lavorazione presenti nel gioco. Il crafting si estende inoltre anche ai cristalli, che possono essere miscelati tra di loro per ottenere pietre dotate di caratteristiche migliori o combinazioni più efficaci per il nostro tipo di approccio. Nel gioco trovano infine spazio anche le classiche locande, nelle quali è possibile non solo riposare, così da recuperare preziosi punti vita e ripristinare il livello di riposo del gruppo, ma anche consumare pietanze che conferiscono bonus temporanei e far scambiare quattro chiacchiere in tranquillità ai vari protagonisti, così da approfondire ulteriormente le vicende.
Per dare vita al modo di Heryon, ai suoi numerosi biomi differenti e a un mondo dotato di ciclo giorno-notte dinamico completo di precipitazioni, il team di sviluppo ha deciso di affidarsi al motore Unity, ottimizzato in questa occasione per sfruttare anche le potenzialità delle nuove console. Sulle nuove console il gioco di Midgar Studio permette di selezionare la modalità grafica preferita tra le ormai immancabili Qualità, che privilegia la risoluzione bloccando il framerate a 30 fps, e Prestazioni, che sacrifica qualche pixel con l'obiettivo di mantenere quanto più possibili vicino ai 60 il numero degli fps. Il comparto audio può invece contare su una colonna sonora originale di altissima qualità, alla cui composizione ha partecipato anche il leggendario Yasunori Mitsuda che ha firmato le OST di titoli come Xenogears e Chrono Cross, e sulla presenza del doppiaggio in Giapponese, che si affianca a quello originale in lingua inglese. Brutte notizie invece per chi non ama rinunciare alla lingua italiana. Edge of Eternity, almeno allo stato attuale, non prevede nessuna localizzazione dedicata al nostro mercato, né per i dialoghi né per le parti scritte.
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