Recensione - Madden NFL 22
Il Gioco
Per chi conosce la storia della NFL e dei Vikings in particolare, la partita dei Minnesota Vikings più memorabile alla quale si sia mai assistito è stata quando Daunte Culpepper si tuffò per il touchdown vincente da 6 metri di distanza; un'emozionante conclusione di un pomeriggio trascorso strizzando gli occhi al piccolo jumbotron del Metrodome cercando di vedere cosa stesse succedendo. Cosa c’entra tutto questo con Madden NFL 22? C’entra eccome, perché se il succitato Dome è andato in pensione da tempo, il suo spirito vive in Madden NFL 22, anche se non necessariamente nel modo in cui EA intende. La versione di quest'anno di Madden cerca di catturare con nuove meccaniche di gioco il rumore stridente della folla che una volta era il biglietto da visita del Metrodome, ma ci riesce solo parzialmente, come accade per altri aspetti (spesso di contorno) del gioco.
MX Video - Madden NFL 22
Dopo aver inaugurato con Madden 21 il "Next-Gen Stats", un sistema che utilizza le telecamere sul campo per produrre miglioramenti più raffinati all'animazione, Madden NFL 22 riprende lo stesso approccio lento e costante che ha caratterizzato il ritmo dei miglioramenti del franchise negli ultimi dieci anni. Visivamente, non sembra essere un grande passo avanti rispetto alla versione dell'anno scorso che girava sulle console di ultima generazione, anche se è notevolmente più fluido quando gira nella modalità Performance a 60fps (o 120 fps su Xbox Series X), ma dopo le mie prime ore con Madden NFL 22, la mia reazione immediata è stata quella di dire: "Sì, è sicuramente Madden" con annessi e connessi ormai storici per la serie (glitch, interfaccia goffa e, talvolta, animazioni leggermente robotiche).
Il più grande successo negli ultimi cinque anni di Madden è probabilmente da ricercarsi nel sistema X-Factor, un modo arcade ma divertente per differenziare alcune superstar concedendo loro alcune abilità speciali, probabilmente il motivo principale per cui Madden NFL 22 sta ripescando la vecchia meccanica del vantaggio di giocare in casa (tipico della serie NCAA Football) denominandola "M-Factor". Il vantaggio di giocare in casa (Homefield Advantage) rappresenta la caratteristica più notevole di Madden NFL 22, ed ha un impatto praticamente su tutte le sue modalità. In questo modo si cerca di scuotere l'atmosfera di gioco, troppo bloccata da tempo, ed aggiungere un ulteriore livello di strategia nella gestione delle partite. Non è una cattiva idea a prima vista, anche se andrebbe comunque implementata ancora meglio in quanto non se ne nota l’impronta in città come Seattle o Green Bay, dove giocare in casa è davvero decisivo nella realtà.
Il sistema funziona? Forse non ancora del tutto, ma sembra molto promettente: l'idea è che un piccolo meter si carichi ogni volta che una squadra fa una grande giocata, sbloccando vantaggi come il potenziamento della resistenza e stravolgendo, al contempo, il playbook dell'avversario facendo vibrare lo schermo. Le squadre in trasferta possono anche capovolgere la situazione mettendo a tacere i tifosi e sbloccando i propri bonus vantaggiosi.
Risulta essere abbastanza chiaro che c'è ancora qualche ritocco da fare, soprattutto con la gestione degli M-Factor, e anche il team di sviluppo sembra saperlo. Appena lanciato il gioco quello che stupisce, a parte l’inevitabile rivisitazione dell’ultimo Superbowl tra Chiefs e Buccaneers, è l’impoverimento dell’interfaccia principale di gioco che appare quanto mai scarna e lascia quella sensazione di “lavori in corso” come se si fosse rilasciato un prodotto sì di buona fattura ma non completo al 100%. Questa lieve sensazione d’incompiuto si ripercuote anche sul menù di creazione dell’Avatar del giocatore e su alcuni aspetti della modalità Carriera per la quale, ad esempio, la modalità di scouting sarà resa disponibile solo dopo il lancio.
Gli aggiornamenti più riusciti tendono ad essere quelli che passano inosservati ai fan: per esempio, Madden NFL 22 introduce alcune modifiche al momento dell'intervallo, una piccola ma significativa nuova caratteristica che ha un notevole impatto sulla strategia di gioco. Se il nostro avversario ci sta bruciando in profondità con Tyreek Hill, possiamo scegliere l'opzione "Defend Deep Pass" a costo di rinunciare a passaggi più corti. Oppure, se siamo in vantaggio, possiamo scegliere di concentrarci sulla corsa della palla: il tutto è di semplice gestione ma di grande effetto.
E se la maggior parte del tempo l’ho sempre dedicata, come la maggior parte dei fan, alla lunghissima lega online (che presenta ulteriori minimi aggiustamenti), quello che mi ha colpito di più è stato l’aggiornamento dedicato alla modalità Franchise, molto criticata dagli appassionati della serie negli ultimi anni. In Madden NFL 22 finalmente si vedono i frutti del duro lavoro di EA Sports con risultati davvero impattanti. Ad esempio, giocando con i Buffalo Bills, sono stato contento di vedere una breve scena di gioco che enfatizza l’hype di una prossima partita di playoff con i New England Patriots. Tali momenti di storia sono stati dolorosamente carenti dalla modalità franchise di Madden nel corso degli anni ma l’aspetto narrativo è parte essenziale di un gioco dedicato al Football USA.
Ci sono, però, ancora degli aspetti da correggere per raggiungere i livelli di titoli sportivi come NBA 2K ma anche del titolo EA dedicata al mondo dell’NHL. Va perfezionata la visione del salary cap che ha poco in comune con la NFL reale, senza la possibilità di ristrutturare i contratti o convertire il denaro in bonus. Le squadre speciali sono state eliminate, un vero peccato, dato che i giocatori undrafted che alla fin fine possono diventare delle stelle, come il ricevitore dei Vikings Adam Thielen, spesso provengono dalle file di special teams.
Le più grandi soddisfazioni il gioco le regala, oltre che con la Lega online, con le due modalità arcade The Yard e Superstar KO: lanciarle è un po' come entrare in un gioco completamente diverso, con gli stadi, i menu e persino la tavolozza dei colori che si mostrano più luminosi ed interattivi a sottolineare il diverso contesto (quello da Street Football) nel quale sono ambientate le suddette modalità di gioco. Queste si legano molto più saldamente all'avatar del giocatore che si trova al centro del menu principale, con i progressi in The Yard che si applicano a Face of the Franchise, e viceversa.
E’ ormai chiaro come Madden NFL 22 stia cercando di creare un'esperienza centralizzata simile a quanto visto in NBA 2K o MLB The Show, con i progressi in una modalità che vanno a sbloccare ricompense in altre. Abbiamo già accennato a Face of the Franchise, sostanzialmente la modalità Storia di Madden NFL 22, che parte da un’idea più che valida ma si perde un po' per strada in quanto risulta essere troppo breve per rendere appieno il pathos nell’intraprendere, da zero, una carriera nel mondo NFL. Face of the Franchise, infatti, lancia il vostro personaggio personalizzato come una giovane stella in ascesa, con una storia costruita intorno a una serie di sfide e momenti di storia focalizzati al Draft NFL. Interessanti i richiami al football da college ma sono difficilmente integrati nella storia generale e vengono rapidamente dimenticati. La manciata di scelte che si fanno, come ad esempio partecipare ad un evento Nike o portare la squadra fuori a cena, rappresentano quasi sempre un mezzo strettamente meccanico per aumentare le proprie statistiche o guadagnare più valuta per l'acquisto di oggetti di gioco, con scarso impatto sulla storia stessa. L'impatto delle scelte effettuate (è il caso dei colloqui con gli scout prima del Draft) è nebuloso e decisamente contradditorio. E quando la seconda stagione della vostra carriera NFL prende vita, il vostro personaggio è ancora indicato come un rookie: davvero poco aderente alla realtà.
Ma, a questo punto, scendiamo sul terreno di gioco per scoprire come ci appare visivamente la prima versione nata appositamente per le console next-gen, con gli sviluppatori che si sono concentrati maggiormente sulle nuove console pur non lasciando indietro la vecchia generazione, per la quale sono stati comunque aggiunti la nuova campagna della modalità The Yard e gli aggiornamenti di Face of the Franchise. Tuttavia, la versione old-gen del gioco non include i miglioramenti relativi ad Homefield Advantage (il vantaggio di giocare in casa) e quelli relativi alle animazioni dei giocatori. Quello che lascia davvero perplessi, però, è che le differenze tra le due versioni del gioco non sono poi così marcate.
E il gameplay? Beh, qui nulla da dire. Abbiamo a che fare con il nostro caro, vecchio Madden NFL che mantiene alcuni storici difetti (in diversi frangenti le animazioni restano troppo ruvide) ma, a far da contraltare, ci sono i tackle e le mischie più belle di sempre. Anche le meccaniche di lancio e ricezione sono state parzialmente riviste e mi ha fatto molto piacere notare come i lanci di 70 yard siano diventati impossibili anche ai livelli di difficoltà più bassi. Ampliato il playbook degli schemi difensivi, resta invariato quello relativo all’attacco ma, onestamente, era già completo lo scorso anno. Ottima come sempre la gestione dei calci piazzati e l’IA della CPU, soprattutto ai livelli di difficoltà più alti, vi fa davvero sudare le proverbiali sette camicie. La sensazione di possenza di alcuni giocatori è ben implementate così come le capacità di lancio dei quarterback più famosi. Insomma, abbiamo davanti una simulazione con i fiocchi da questo punto di vista anche se non si tratta certamente di una novità.
Ovviamente la licenza NFL ci fa trovare tutte le squadre e gli stadi aggiornati alla stagione 2021/22; dal punto di vista della localizzazione, l’italiano è ancora assente ma, tutto sommato, non se ne può fare una colpa ad EA date le percentuali di vendita della serie nel nostro Paese.
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