Recensione - Biomutant
Il Gioco
È passato molto tempo da quando la Toxanol, una delle più grandi industrie del pianeta, ha letteralmente distrutto il Mondo Che Fu con una catastrofe ambientale. La continua ricerca e produzione ha portato ad una situazione insostenibile per lo smaltimento dei rifiuti industriali, e invece di cercare soluzioni alternative, i folli dirigenti hanno pensato bene di nascondere tutto sotto terra o in mare… e tutti ne hanno pagato le conseguenze. Alcuni degli animali che sono stati a contatto con i rifiuti tossici hanno subito mutazioni genetiche che gli hanno permesso di evolversi, dando così inizio ad una nuova generazione in grado di sopravvivere in quello che viene definito Nuovo Mondo. Gli animali sono quindi diventati nuovamente i padroni del pianeta, organizzandosi perfino in un abbozzo di società basata su tribù e villaggi, sviluppando un loro linguaggio e sfruttando i resti della tecnologia del Mondo Che Fu per sviluppare armi, mezzi di trasporto e altro ancora. Un nuovo pericolo tuttavia incombe, ovvero i Mangiamondo: si tratta di quattro bestie enormi nate da particolari mutazioni e che stanno distruggendo l’Albero della Vita, una gigantesca pianta che con le sue radici infonde energia all’intero pianeta. Nei panni del peloso protagonista dovremo quindi affrontare un lungo viaggio per affrontare i Mangiamondo e salvare l’Albero della Vita… oppure aiutarli nella loro impresa così da distruggere nuovamente tutto e ricominciare da zero.
MX Video - Biomutant
In Biomutant infatti dovremo prendere diverse decisioni che possono cambiare drasticamente la storia del gioco e influire sul nostro allineamento morale, con tanto di angioletto e diavoletto sulla spalla che commentano le nostre scelte litigando anche tra loro (un po’ alla Kronk in “Le Follie dell’Imperatore”). I Mangiamondo tuttavia non sono l’unico obiettivo della nostra missione, ma anche riportare la pace (o alimentare il caos) tra le sei Tribù e indagare sul passato del protagonista e Lupa-Lupin, un mostro che ha attaccato il villaggio del nostro eroe quando era solo un cucciolo. A tutto questo si aggiungono una miriade di incarichi secondari da scoprire visitando i villaggi ed esplorando il Nuovo Mondo. Biomutant si presenta infatti come un classico Action RPG open world, e come ogni RPG che si rispetti prima di iniziare la nostra avventura dovremo passare qualche minuto nella creazione del personaggio.
Le scelte vanno ad influenzare le statistiche e le abilità disponibili, e in base al vostro stile di gioco potrete scegliere tra razze più orientate verso il combattimento corpo a corpo o alle pistole, oppure specializzarvi in poteri psionici e bio-mutazioni (una sorta di mago quindi). Ogni scelta modifica inoltre anche l’aspetto fisico, ad esempio una grande intelligenza porta ad una grande testa, mentre l’agilità si riflette in un corpo più minuto e snello. Infine anche la classe di combattimento inciderà sul gameplay, con alcune che permettono di utilizzare due armi ad una mano insieme, ottenere bonus alle armi da fuoco con una ricarica perfetta e così via. Nulla vieta tuttavia di creare anche degli ibridi, e nelle fase più avanzate del gioco si potranno acquistare anche alcune abilità delle altre classi così da poter esplorare anche altri stili.
Dopo una breve sezione guidata che funge anche da tutorial, finalmente il Nuovo Mondo si spalanca davanti a noi, con una piccola sequenza che ricorda molto The Legend of Zelda: Breath of the Wild. Il paragone non è casuale, infatti il team di Experiment 101 ha preso molta ispirazione dal capolavoro di Nintendo per creare la struttura del Nuovo Mondo. L’enorme mappa, infatti, oltre ad essere ricca di attività secondarie, presenta alcuni mini dungeon (anche se nulla di paragonabile come complessità a Zelda) e diverse aree in cui è necessario possedere uno specifico equipaggiamento per accedere. In particolare alcune zone hanno subito pesanti cambiamenti a causa dell’inquinamento del Mondo Che Fu, per cui non sarà raro imbattersi in luoghi con elevate radiazioni o gas velenosi, o addirittura cambiamenti climatici con caldo o freddo estremi. Per sopravvivere è necessario quindi recuperare delle apposite tute protettive, inoltre nel corso della storia si potranno mettere le zampe su alcuni mezzi come cavalcature, motoscafi e perfino un mecha che permettono di spostarsi rapidamente anche in zone altrimenti inaccessibili.
Se l’esplorazione ricorda molto Zelda, il gameplay invece sembra prendere ispirazione da Devil May Cry: il nostro peloso protagonista infatti può alternare attacchi con spade, spadoni etc. ad attacchi a distanza con pistole, fucili a pompa e mitragliatori vari. Le combo non sono particolarmente complesse da eseguire ma richiedono comunque un buon tempismo, e l’effetto a schermo è decisamente frenetico e adrenalinico. In alcuni casi è presente anche un effetto slow motion “alla Matrix” che mette particolare enfasi su alcuni azioni spettacolari. A questo si aggiungono le biomutazioni e poteri psionici, ovvero attacchi speciali che vanno dalle classiche palle di fuoco ad altri decisamente più particolari come enormi bolle di muco che oltre a fare da scudo possono attaccarsi ai nemici o l’abilità di far spuntare funghi elastici utili sia per saltare più in alto sia per far rimbalzare gli avversari. Si possono equipaggiare fino a 4 poteri contemporaneamente, e una volta presa dimestichezza ci si può esibire in combinazioni tanto letali quanto spettacolari da vedere. Va tuttavia tenuto conto del fatto che alcuni poteri sono disponibili unicamente in base al nostro karma: compiendo azioni malvagie la nostra “aura” diventerà oscura permettendo di sbloccare determinati attacchi, viceversa con un’aura bianca il set disponibile sarà diverso.
Infine è presente una importante componente di crafting che ci permette di riciclare scarti trovati in giro per trasformarli in armi ed equipaggiamento, con la possibilità di potenziare oggetti già in nostro possesso oppure crearli da zero assemblando i componenti. Il gioco, quindi, invoglia a sperimentare diverse armi sia ravvicinate che a distanza offrendo continuamente nuovo loot, e le possibili combinazioni sono virtualmente infinite.
Dal punto di vista tecnico Biomutant riesce a girare su Xbox Series X (versione che ho testato per la recensione) in 4K nativi e 60 fps. Va tuttavia ricordato come Biomutant sia un titolo sviluppato specificamente per la precedente generazione e privo di ottimizzazioni per le nuove console, ma di questo ve ne parlerò più approfonditamente a breve. Vi informo infine del fatto che il gioco è completamente doppiato in italiano, anche se, come leggerete più in basso, gli sviluppatori hanno utilizzato un particolare espediente per utilizzare una singola voce parlante.
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