Recensione - Yakuza: Like a Dragon
Il Gioco
La mia prima reazione all’annuncio di Yakuza: Like a Dragon è stata “Oh no, ma perché?”... o meglio, questa è la parafrasi perché l’originale non posso riscriverlo essendo ricco di imprecazioni. Nonostante abbia scoperto la serie di Yakuza solo con i Kiwami, è diventata in breve tempo una delle mie saghe preferite in assoluto, spingendomi a recuperare tutti i capitoli e spin-off come Judgment. Kazuma Kiryu è uno dei personaggi più iconici e “cool” mai visti, che senso aveva quindi fare un nuovo Yakuza senza di lui? Anche perché dai primi trailer il nuovo protagonista, Ichiban Kasuga, non mi ha ispirato molta fiducia, anzi al contrario ho provato una vera e propria antipatia a pelle. Il colpo di grazia è arrivato con l’annuncio che il gioco non sarebbe stato più un action game, ma una sorta di JRPG a turni; "che cooosa?". Yakuza si è basato sempre sulle scazzottate e l’azione adrenalinica, il combattimento a turni è letteralmente l’opposto di tutto quello che è stata la serie fin dall’origine. Ero comunque curioso di vedere quale scempio potesse essere uscito fuori, così ho avviato il gioco sulla mia nuova e fiammante Xbox Series X, quasi dispiaciuto di inaugurare finalmente la next-gen con un titolo per cui avevo bassissime aspettative. Non mi sono mai sbagliato così tanto. Certo, Yakuza: Like a Dragon non è un gioco perfetto, ma è riuscito a conquistarmi in un modo che non credevo fosse possibile; vediamo perché.La storia è ambientata nel 2019 e narra la storia di Ichiban Kasuga, un pesce piccolo del clan Arakawa, una delle tante famiglie del ben noto clan Tojo. In maniera simile a quanto successo a Kiryu. anche Ichiban ha passato un lungo periodo in prigione per un crimine che non ha mai commesso, passando ben 18 anni dietro le sbarre dopo essersi preso la colpa per un omicidio solo per salvare l’onore della famiglia. Ichiban infatti ha un profondo senso di lealtà e ammirazione per il patriarca Arakawa, l’unico ad averlo preso sotto la sua ala protettiva dopo un’infanzia passata tra le strade senza genitori. Quando Arakawa gli chiede di sacrificarsi andando in prigione, Ichiban accetta immediatamente, felice di poter ripagare il suo debito e sognando il giorno in cui finalmente sarebbe potuto tornare dal suo patriarca e mentore.
MX Video - Yakuza: Like a Dragon
Una volta scontata la pena, tuttavia, Ichiban trova una situazione profondamente cambiata: il clan Tojo non esiste più e, cosa ancor peggiore, il motivo sembra essere il tradimento di Arakawa che ora fa parte dell’Alleanza Omi, storica rivale dei Tojo. Quella che doveva essere una festa si trasforma in tragedia, e dopo il prologo ambientato nella familiare Kamurocho l’azione si sposta nel distretto a luci rosse Isezaki Ijincho di Yokohama. Qui un Ichiban solo, abbandonato e ferito viene salvato da Nanba, un senzatetto ed ex infermiere. Inizia così una lunga e tortuosa avventura per scoprire che cosa è successo davvero in quei 18 anni e il motivo del tradimento di Arakawa, e ad accompagnarlo in questo percorso, oltre al già citato Nanba, si uniscono l’ex poliziotto Adachi e la barista Saeko. Ognuno ha le sue motivazioni personali per seguire Ichiban, e ognuno ha uno stile di combattimento unico.
Già nei precedenti Yakuza Kiryu non era l’unico personaggio giocabile, tuttavia si utilizzavano i vari protagonisti sempre in sezioni separate e mai insieme, mentre in Yakuza: Like a Dragon il quartetto esplora e combatte sempre unito come un vero party. Come già detto, infatti, il gioco non è più un action game ma un JRPG con combattimenti a turni, anche se qualche traccia d'azione è comunque rimasta. Una volta entrati in combattimento i personaggi si muovono autonomamente mentre noi scegliamo i comandi da immettere, e il loro posizionamento può cambiare le sorti di una battaglia: alcuni attacchi infatti possono colpire ad area più nemici se questi si trovano vicini, oppure se siamo nei pressi di un oggetto come una bicicletta o un cono stradale questo viene raccolto e usato durante un attacco normale, e addirittura il traffico può essere sfruttato a proprio vantaggio facendo investire i nemici spingendoli per strada… ma attenzione a non essere travolti anche voi!
Certo, il fatto che non si possa controllare il movimento rende questi eventi da una parte casuali, dall’altra “costringe” ad una certa dose di riflessi per sfruttare al meglio il momento opportuno per eseguire alcune azioni. Il ritmo è tenuto alto anche da alcuni piccoli quick-time event che, se eseguiti con il giusto tempismo, possono causare danni extra alle mosse, inoltre si possono limitare i danni subiti premendo il tasto della difesa poco prima di essere colpiti. Si tratta quindi di un particolare ibrido che mescola combattimento a turni con una piccola componente action, un sistema che richiede alcune ore per essere assimilato ma che può dare parecchie soddisfazioni.
Oltre agli attacchi normali Ichiban e compagni possono contare su un vasto assortimento di tecniche speciali che richiedono specifici punti azione per essere effettuati, e possono variare da combo per fare danno a buff e debuff, fino ad attacchi combinati con gli altri membri. Alcune tecniche tuttavia possono essere imparate ed eseguite in base al lavoro del personaggio: Yakuza: Like a Dragon prende in maniera letterale il “job system” visto nei vecchi Final Fantasy, e recandosi presso un centro per l’impiego si può cambiare il lavoro di Ichiban e soci, ognuno con caratteristiche uniche. Adachi ad esempio può lavorare come agente antisommossa e accedere ad armi come manganello e scudo per fare il tank, Saeko può diventare una idol con canzoni utili per supportare e potenziare gli altri, mentre Ichiban lavorando come guardia del corpo può utilizzare tecniche legate alla katana. Ogni lavoro ha un proprio livello, e guadagnano esperienza si sbloccano talenti e abilità passive che a volte possono essere mantenute anche cambiando lavoro, incoraggiando quindi a sperimentare più mestieri.
Da buon JRPG, infine, Yakuza: Like a Dragon richiede una certa attenzione agli oggetti, armi ed equipaggiamento da utilizzare. Anche nei precedenti capitoli erano tutte cose presenti ma in maniera molto marginale, mentre qui diventano una delle parti centrali del gameplay. È presente anche una componente di crafting con cui creare o potenziare armi e armature, oltre naturalmente ad una miriade di attività secondarie con cui ottenere anche equipaggiamento unico.
Dal punto di vista tecnico Yakuza: Like a Dragon si difende molto bene su Xbox One Series X con personaggi che sfoggiano animazioni facciali e dettagli di prim'ordine, anche se va sempre tenuto conto del fatto che il gioco in realtà è nato per la precedente generazione ed è uscito ad inizio anno in Giappone; si notano quindi alcuni retaggi del passato come muri invisibili, ambienti poco interattivi o alcune sbavature grafiche per i personaggi secondari o comparse. I quindici capitoli che compongono la storia principale vi terranno occupati per oltre 40 ore, ma tra attività secondarie, minigiochi e collezionismo si possono tranquillamente triplicare.
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