Recensione - Battletoads
di
Mirko Rossi / Thor
P
Il Gioco
Se qualche mese fa mi avessero chiesto di descrivere in poche parole il nuovo Battletoads, non avrei avuto dubbi: un picchiaduro a scorrimento capace di riproporre in modo abbastanza fedele il gameplay del gioco originale del 1991. Dopo averlo giocato a fondo posso però affermare che questa nuova versione, sviluppata da Dlala Studios con la supervisione di Rare, non può essere facilmente inquadrata in questa definizione perché le sezioni da beat ‘em up rappresentano solo una minima parte dei 25 livelli, suddivisi in 4 atti, presenti nel gioco. Gli scenari di questo tipo si contano infatti sulle dita di una mano e si alternano continuamente a corse su moto gravitazionali, sezioni platform, combattimenti spaziali in 2D, mini-giochi, quick-time-event e qualche rompicapo.A fare da collante tra tutti questi elementi troviamo una trama volutamente sopra le righe, che vede gli storici protagonisti della saga, ovvero i tre rospi antropomorfi Rash, Zitz e Pimple, impegnati a combattere contro la Regina Oscura e contro i malvagi alieni conosciuti come Topiani. Per non privare nessuno del piacere della scoperta non rivelerò molto altro riguardo alla sceneggiatura, che viene raccontata attraverso dialoghi e scene di intermezzo in perfetto stile “cartoon”. Mi limiterò solo a dire che sia l’incipit che lo sviluppo burrascoso della storia risultano piacevolmente spassosi e dotati di un senso dell’umorismo tanto demenziale quanto divertente dal quale è difficile non farsi coinvolgere sin dalla sequenza introduttiva.
MX Video - Battletoads
Per quanto riguarda gameplay, Battletoads si presenta come un titolo d’azione bidimensionale che può essere affrontato dall’inizio alla fine da soli o in compagnia di altri due giocatori sulla stessa console, il tutto con la possibilità di entrare e uscire dalla partita in qualunque momento senza attese (nella peggiore delle ipotesi si torna all’ultimo checkpoint). Le meccaniche delle varie sezioni, come è facile comprendere, variano in base alla tipologia di sfida da affrontare. Nei livelli a scorrimento, il giocatore (o i giocatori) controllano uno dei tre protagonisti facendosi strada tra orde agguerrite di nemici a suon di calci, pugni e colpi proibiti. Ciascun Battletoad ha il suo set di mosse e le sue combo, alle quali si aggiungono la possibilità di schivare e di eseguire una mossa speciale una volta riempita l’apposita barra. Queste però non sono le uniche armi a disposizione dei rospi da combattimento. Ogni personaggio può infatti sfruttare la sua lingua per attrarre a sé i nemici, per avvicinarsi rapidamente a uno di loro, per raccogliere i collezionabili o come “fune” per passare dalla zona in primo piano a quella più lontana della schermata di gioco (e viceversa) quando possibile. I vari membri del team possono inoltre combinare i propri attacchi per dare vita a colpi speciali. Questo è possibile anche quando si gioca da soli effettuando un cambio di personaggio con il giusto tempismo, tramite la croce direzionale. Le stesse meccaniche si applicano ovviamente anche alle boss fight, nelle quali i giocatori devono generalmente resistere agli attacchi nemici fino a quanto questi ultimi non rimangono indifesi per alcuni secondi.
Nelle altre modalità lo schema di controllo generalmente si semplifica. Nelle sezioni a bordo delle moto gravitazionali la telecamera si sposta alle spalle dei protagonisti, che devono tentare di evitare gli ostacoli e i precipizi muovendosi esclusivamente verso destra e sinistra, sia a velocità normale sia sfruttando un boost, o saltando. Più tradizionali invece le sezioni platform, sempre in due dimensioni, che alternano salti, piccoli enigmi ambientali e rocambolesche fughe in stile Ori. Da questo punto di vista, l’unica eccezione è rappresentata da livello a bordo di una slitta “improvvisata” nel quale sarà necessario alternare rapidamente i tipi di pattini utilizzati per adattarli ai vari fondi mentre si cerca di non cadere in uno degli innumerevoli precipizi presenti. Nei livelli caratterizzati dalla presenza di mini-giochi e QTE, generalmente collegati a improbabili tentativi di hacking o a particolari intermezzi, è invece necessario seguire le indicazioni a schermo ed eseguire sequenze di azioni via via sempre più complesse in un lasso di tempo generalmente molto breve, mentre nelle sezioni spaziali il titolo si trasforma rapidamente in un dual-stick shooter dal sapore decisamente arcade. Anche in questo caso sto evitando volutamente di spoilerare tutte le assurde situazioni nelle quali ci si ritrova coinvolti mentre si gioca a Battletoads per non rovinare l’effetto sorpresa, ma sappiate che raramente mi sono trovato ad affrontare due situazioni uguali, o anche solo simili, nel corso dell’avventura.
Al termine di ogni livello il giocatore riceve un punteggio sulla base delle sue performance che si basa sul tempo impiegato per completare i livelli, sui risultati delle singole sezioni di combattimento e sul numero di collezionabili raccolti. I vari stage, una volta sbloccati, possono poi essere rigiocati singolarmente per perfezionare i propri risultati o per trasformare Battletoads in una sorta di party-game da giocare in compagnia di altri due amici sul proprio divano di casa. E’ importante inoltre sottolineare come in questi casi non sempre ai giocatori venga permesso di interpretare uno specifico personaggio. In alcune situazioni viene infatti richiesto di dividersi i compiti e collaborare in modo organizzato, come nel caso dei alcuni minigiochi o quando si pilota la navicella spaziale nelle sezioni shoot’em up.
Per dare vita allo strampalato universo dei Battletoads, Dlala Studios ha deciso di affidarsi al motore grafico Unity e di puntare tutto su uno stile unico fatto di ambientazioni molto differenti tra loro e nemici dal design “particolare”, il tutto reso a schermo attraverso una grafica disegnata in 2D che ricorda molto lo stile dei classici cartoni animati Nickelodeon. Nel complesso il titolo si è rivelato solido durante tutta la prova, con un frame-rate impeccabile e caricamenti estremamente rapidi in tutte le situazioni. Il titolo è ottimizzato per Xbox One X, dove raggiunge senza particolari difficoltà i 4K nativi, mentre su One base e One S la risoluzione massima è di 1080p. La colonna sonora è affidata a una selezione di brani dal rock-metal di buona qualità, mentre sul fronte della localizzazione troviamo testi e sottotitoli in italiano (ma ricordatevi di attivarli dal menu) accoppiati a dialoghi in lingua inglese.
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