Recensione - Desperados III
di
Mirko Rossi / Thor
P
Il Gioco
Se, come il sottoscritto, amate gli strategici e se, sempre come il sottoscritto, avete qualche anno in più sulle spalle, sicuramente vi ricorderete di “Desperados: Wanted Dead or Alive”, titolo tattico in salsa western così traboccante di qualità e carattere da rimanere impresso in modo indelebile nel cuore e nella memoria di tutti gli appassionati anche molti anni dopo la pubblicazione, datata 2001. Desperados III riprende molti degli elementi chiave che hanno permesso al titolo originale di raggiungere questo risultato, collocandosi temporalmente prima degli eventi narrati nel capitolo da cui tutto ebbe inizio. Siamo nel 1870 e il cacciatore di taglie John Cooper non ha ancora designato quelli che diventeranno a tutti gli effetti i suoi alleati negli anni successivi. A spingerlo in questo momento non sono infatti i soldi o un incarico potenzialmente molto remunerativo, ma la vendetta. John è da tempo sulle tracce di Frank, un losco figuro con il quale ha un conto in sospeso sin dalla giovane età e che, al momento, collabora con la poco rispettabile compagnia gestita dalla famiglia DeVitt. Per scovarlo, il protagonista attraverserà il Colorado, la Luisiana e il New Mexico affrontando nemici e pericoli, ma non sarà solo. Durante il viaggio John incontrerà infatti altri 4 personaggi, collegati in modo più o meno diretto alla famiglia per la quale lavora Frank, con i quali formerà una vera e propria squadra di cacciatori di taglie pronti a tutto per raggiungere i rispettivi scopi.Sono queste le premesse narrative di Desperados III, il nuovo titolo tattico in tempo reale sviluppato da Mimimi Productions, dalle quali prende il via una trama raccontata anche attraverso numerose scene di intermezzo, realizzate con lo stesso motore grafico del gioco. Un viaggio epico, ricco di colpi di scena e di deviazioni impreviste, pensato per essere godibile sia da coloro che hanno giocato il capitolo originale sia da coloro che si affacciano per la prima volta alla serie. Lo stesso discorso vale per il gameplay, che riprende molti degli elementi classici della saga e del genere al quale appartiene, ma senza disdegnare qualche interessante novità, così da risultare familiare sia ai giocatori più esperti sia ai neofiti. Desperados III è a tutti gli effetti un titolo tattico stealth in tempo reale con visuale isometrica libera, nel quale il giocatore controlla di volta in volta uno o più membri della banda capitanata da John Cooper. Inizialmente abbiamo a disposizione solo il cacciatore di taglie, al quale però si uniscono ben presto il Dottor Arthur McCoy, il cacciatore Hector Mendoza, l’affascinante Kate O’Hara e la misteriosa Isabelle Moreau. Ognuno di questi 5 personaggi ha le proprie motivazioni per odiare la famiglia DeVitt e, soprattutto, dispone di un set di abilità uniche indispensabili per mettere in difficoltà gli scagnozzi della compagnia o i seguaci di Frank.
MX Video - Desperados III
Ogni livello di Desperados III brulica infatti di nemici più o meno pericolosi, che John e la sua banda non possono in alcun modo sperare di superare solo con la forza. Data la costante disparità numerica, i protagonisti devono quindi fare di tutto per non farsi scoprire durante le varie missioni, rimanendo per quanto possibile fuori dalla portata visiva dei nemici, visualizzata a schermo con il classico “cono”, nascondendo i cadaveri o i corpi legati nei posti più disparati ed elaborando tattiche articolate basate sulle capacità dei singoli e sul tempismo di esecuzione. John, per esempio, dispone di un coltello estremamente affilato, che può essere utilizzato per uccidere silenziosamente da vicino o come arma da lancio, di una scorta di monete, utili per distrarre temporaneamente le guardie più curiose, e di un classico revolver a 6 colpi. “Doc” McCoy, che preferisce metodi più discreti, può invece lanciare una valigetta speciale che stordisce temporaneamente coloro che commettono l’errore di aprirla, può uccidere i nemici con un'iniezione letale, può colpirli dalla distanza con un’arma dotata di mirino e può curare le proprie ferite o quelle dei compagni.
Il gigantesco Hector, in modo diametralmente opposto, punta tutto sulla sua forza bruta, su un fucile a canne mozze capace di mandare al creatore in modo istantaneo più nemici e sull’uso della fidata ascia in accoppiata con “Bianca”, una tagliola tanto letale quanto difficile da individuare, specie se si viene attirati in disparte con un fischio. Decisamente più elegante Kate, che usa fiale di profumo per accecare i nemici prima di finirli con la propria pistola da borsetta e che, se la situazione lo consente, può travestirsi utilizzando vestiti rubati così da distrarre o ammaliare i malcapitati avversari. Ultima, ma non certo per importanza, è la misteriosa Isabelle, che può contare su alcune capacità soprannaturali. Grazie ai poteri della magia Voodoo, Isabelle può infatti prendere il controllo degli esseri viventi che incontra, siano essi umani o animali, per piegarli al proprio volere o “connetterli” attraverso un legame magico che fa si che ciò che accade a uno, capiti anche all’altro. Quest’ultima infine porta con sé un simpatico gatto, utilizzabile in caso di bisogno per distrarre temporaneamente le guardie dal cuore tenero.
In aggiunta a queste abilità, ogni personaggio possiede poi caratteristiche fisiche peculiari che influiscono sulla velocità di movimento, sulla capacità di spostare cadaveri e sulle opzioni di combattimento corpo a corpo disponibili. Le stesse distinzioni si applicano, con le dovute limitazioni, anche alle fila avversarie. In Desperados III sono presenti varie tipologie di nemici, le quali differiscono l’una dall’altra per reattività, resistenza, dotazioni e comportamento. Ci sono i pistoleri semplici, non particolarmente rapidi e che si fanno distrarre fin troppo facilmente, i soldati con i giubbotti rossi, che non abbandonano la loro posizione per nessuna ragione al mondo, gli scagnozzi con il cappotto, estremamente letali e quasi impossibili da abbattere con attacchi corpo, i cecchini e così via. L’unica cosa che accomuna tutti i nemici è la volontà di neutralizzare la banda di John ed è per questo che i protagonisti devono evitare i tutti i modi di essere individuati, di fare troppo rumore o di lasciare tracce, quali cadaveri o oggetti fuori posto. Quando succede, i nemici entrano in stato di allerta e il cono della visuale inizia a cambiare progressivamente colore passando dal verde al giallo. Se i protagonisti riescono a uscire dal campo visivo o a rimuovere le tracce prima di essere scoperti, l’unità può reagire in modo differente, ignorando l’accaduto o iniziando a indagare in modo più o meno scrupoloso.
Se i protagonisti vengono però individuati, le cose si complicano. In quel caso, i nemici infatti non esitano a sparare e a dare l’allarme, così da far accorrere altre unità nella zona. Uscire da queste situazioni non è affatto semplice e richiede grandi capacità perché si può soltanto sperare di abbattere tutti i nemici o di seminarli, facendo perdere le proprie tracce per un certo lasso di tempo. Ne consegue quindi che l’opzione frontale in Desperados III, così come nella maggior parte dei titoli simili, non sia mai quella consigliata. Per trionfare e superare i livelli senza troppi rischi, è preferibile adottare per quanto possibile un approccio stealth, eliminando progressivamente tutti i nemici e sfruttando a proprio favore i ripari presenti, gli elementi interattivi e le caratteristiche delle varie ambientazioni. Da questo punto di vista, il terzo capitolo della saga di Desperados garantisce una varietà di situazioni notevole, che spaziano dalle ambientazioni rurali alle strade della città di New Orleans, passando per ranch, tenute facoltose, valichi montani, miniere e molto altro ancora. Ognuno di questi livelli offre un diverso tipo di sfida, ma non solo. Gli sviluppatori hanno infatti introdotto una lunga serie di elementi opzionali con i quali interagire tra cui animali, che possono essere usati in vario modo e controllati attraverso Isabelle, postazioni fisse, pozze di petrolio da incendiare, massi in equilibrio precario, strutture pericolanti e tanto altro. A margine di tutto questo troviamo poi alcune novità interessanti, come la presenza di aree neutrali nelle quali i protagonisti possono muoversi liberamente a patto di non commettere azioni illegali, le missioni in notturna, dove la luce riveste un ruolo fondamentale, e la presenza di alcuni fondi nei quali i personaggi lasciano impronte che le pattuglie nemiche possono facilmente notare.
L’insieme di tutti questi aspetti rende la pianificazione un elemento fondamentale, ma non è tutto. Essendo un gioco in tempo reale, Desperados III non presenta limiti per quanto riguarda i movimenti dei personaggi, ma molte delle abilità e degli strumenti a disposizione dei vari personaggi prevedono un numero definito di utilizzi e/o un tempo di “cool-down”. All’atto pratico, queste caratteristiche impediscono al giocatore di interpretare il titolo come un action puro dove risolvere tutto a colpi di arma da fuoco o come uno strategico a turni dove sia ha tutto il tempo di pianificare le proprie mosse. Qui entra in gioco la modalità “Resa dei Conti” che, una volta attivata, consente al giocatore di mettere virtualmente in pausa l’azione e “registrare” le mosse future che dovranno essere compiute da uno o più protagonisti. Una volta completata la pianificazione, si può eseguire subito il piano, e godersi i risultati, o metterlo in pratica in un secondo momento, nella sua interezza o uno step dopo l’altro. Nonostante tutti questi accorgimenti, vi ritroverete comunque a dover ricaricare spesso la partita ed è per questo che gli sviluppatori hanno inserito, anche nella versione console, la possibilità di salvare o caricare in modo rapido. Al termine di ogni missione, al giocatore vengono inoltre mostrati un riepilogo dettagliato delle sue azioni e un replay integrale con vista dall’alto nel quale vengono evidenziati tramite linee colorate e icone, tutti i movimenti e tutte le azioni compiute, così da permettere un’analisi puntuale delle strategie messe in campo.
Desperados III propone al giocatore 16 missioni per un totale di circa 20/25 ore di gioco. Si tratta comunque di un dato puramente indicativo, in quanto ogni incarico propone diversi obiettivi secondari e può essere affrontato selezionando uno dei 4 livelli di difficoltà crescente, che vanno a influire sul numero e sulla tipologia dei nemici presenti, sulla salute dei vari personaggi, sulle munizioni a disposizione, sulla velocità di rilevamento da parte dei nemici, sulla presenza di un eventuale limite massimo di salvataggi e sull’attivazione della pausa quando si utilizza la modalità Resa dei Conti. In alternativa, il giocatore può anche decidere di settare a proprio piacimento i vari parametri di difficoltà, così da personalizzare al meglio l’esperienza. Da un certo punto della trama in avanti, il giocatore può inoltre decidere di cimentarsi con le “Sfide del Barone”, ovvero versioni alternative di alcune missioni principali caratterizzate da obiettivi, trama e personaggi diversi da quelle originali. Al momento il titolo ne include solo 5, ma Mimimi Production ha già espresso l’intenzione di rilasciare altre sfide in futuro attraverso upgrade gratuiti.
Per quanto riguarda l’aspetto tecnico, gli sviluppatori di Desperados III hanno deciso di appoggiarsi nuovamente al motore Unity, che si dimostra ancora una volta in grado di gestire titoli di questo tipo senza particolari compromessi, almeno nella versione Xbox analizzata per la recensione. E’ però opportuno segnalare che il gioco non è ottimizzato per Xbox One X e non supporta l’HDR. Sul fronte audio, l’ultimo capitolo della saga beneficia di una colonna sonora originale e del doppiaggio in 4 lingue differenti, tra le quali non è purtroppo presente l’italiano. Il titolo è comunque interamente localizzato per quanto riguarda le parti scritte, i sottotitoli e i menu.
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