Recensione - Resident Evil 3
di
Mirko Rossi / Thor
P
Il Gioco
Resident Evil 3 è il remake del terzo e ultimo capitolo della "trilogia di Raccon City" pubblicata da Capcom tra il 1996 e il 1999, nonché seguito diretto dell’apprezzato Resident Evil 2 pubblicato lo scorso anno, con il quale condivide sia le novità relative al gameplay sia l’approccio narrativo. Partiamo proprio dalla trama, che vede come protagonista Jill Valentine, uno dei membri della squadra S.T.A.R.S. inviati per indagare sugli strani avvenimenti dei monti Arklay nel primo episodio. Dopo essere sfuggita agli orrori di Villa Spencer, l’agente ha fatto di tutto per rendere pubblici gli esperimenti della Umbrella, ma senza risultati tangibili. Il virus si è diffuso a Raccoon City e la fuga sembra essere l’unica opzione valida al momento. La Umbrella però non può permettere che il mondo scopra cosa ha fatto e decide quindi di schierare sul campo di battaglia una nuova arma biologica, programmata con un unico obiettivo: sterminare gli agenti S.T.A.R.S. rimasti. Il rocambolesco arrivo del Nemesis, questo il nome della gigantesca creatura, da’ il via a una lunga fuga per le strade e i quartieri della città, durante la quale Jill dovrà guardarsi le spalle non solo dai non morti e della altre mostruosità generate dal Virus T, ma anche da un antagonista pronto a tutto per raggiungere il suo obiettivo. Al suo fianco ci saranno Carlos e Tyrell, due mercenari in forza alla U.B.C.S., l’unità di contromisure inviata in città dalla Umbrella per tentare di arginare la minaccia, o almeno così pare.Questa le basi della trama di Resident Evil 3, il cui sviluppo si discosta in modo abbastanza evidente da quello del capitolo originale, intersecandosi in più di un’occasione con gli eventi narrati nel precedente remake e risultando comunque coerente con la lore ufficiale. Dal punto di vista del gameplay, il nuovo capitolo prosegue sulla strada tracciata dal suo predecessore e abbandona le inquadrature fisse in favore di un approccio da titolo d’azione in terza persona con la telecamera posizionata alle spalle della protagonista, la possibilità di ruotare liberamente la visuale e uno schema di controlli in linea con gli standard del genere. Nella nuova avventura fanno ritorno tutte le meccaniche di upgrade originali, il crafting delle munizioni e il sistema di salvataggio basato sulle macchine da scrivere, ma senza la necessità di raccogliere i nastri presenti negli episodi pubblicati alla fine degli anni 90. L’unica vera novità da questo punto di vista riguarda la possibilità di effettuare una schivata premendo uno dei tasti dorsali, che se utilizzata con il giusto tempismo permette di eseguire una spettacolare capriola e sfuggire anche agli attacchi più pericolosi rallentando per qualche secondo l’azione. Praticamente invariate le meccaniche di base, che vedono la protagonista impegnata ad attraversare le varie ambientazioni sfuggendo alle minacce, raccogliendo oggetti necessari per proseguire e risolvendo qua e là qualche enigma. Da questo punto di vista, le uniche differenze degne di nota riguardano la presenza di un maggior numero di aree esterne e il Nemesis, che bracca la protagonista per l’intera avventura. Jill dovrà infatti confrontarsi in più occasioni con il suo inseguitore dando fondo non solo a tutto il suo arsenale, ma anche alla sua astuzia e alla sua agilità. Uccidere la creatura non è infatti così semplice e spesso ci si deve accontentare di immobilizzarla temporaneamente per darsi rapidamente alla fuga.
MX Video - Resident Evil 3
A differenza del suo predecessore, Resident Evil 3 non include due campagne separate ma una sola storyline, nel corso della quale i giocatori controllano sia Jill che uno degli altri protagonisti. Per raggiungere i titoli di coda la prima volta si impiegano dalle 6 alle 8 ore (tempo totale, che include cut-scene e i retry) a seconda della propria abilità, di quanto si decide di esplorare e, ovviamente, del livello di difficoltà selezionato tra i 3 disponibili, che si differenziano l’uno dall’altro per la presenza della mira assistita, per i danni inflitti dai nemici, per la quantità di munizioni trovate in giro e così via. A queste tre si aggiunge poi un quarto livello di difficoltà, sbloccabile solo completando il gioco al livello di sfida più elevato tra quelli accessibili inizialmente. Al termine di ogni run, come da tradizione, si riceve una valutazione sulla base del tempo impiegato e dei salvataggi utilizzati, ottenendo l’accesso a interessanti extra quali modelli e concept art da ammirare nella apposita sezione del menù. Il gioco include inoltre una lunga serie di Sfide, che spronano il giocatore a completare specifiche azioni (o a non farlo) in cambio di contenuti extra e, soprattutto, punti speciali, che possono poi essere spesi nel Negozio per sbloccare nuovi costumi, nuove armi o modificatori da attivare per rendere più semplice, o più difficile, il gioco.
A completare l’offerta di Resident Evil 3 troviamo infine Resistance, una vera e propria modalità multigiocatore 4vs1 accessibile attraverso un client separato da tutti coloro che acquistano il titolo. In questa modalità 4 giocatori assumono il ruolo di altrettanti Sopravvissuti, o forse sarebbe meglio chiamarli cavie, impegnati a fuggire da alcuni set-laboratorio allestiti con il solo scopo di testare la loro resistenza contro gli orrori generati dal Virus-T. I Sopravvissuti possono selezionare il loro alter-ego tra i 6 disponibili, ognuno dei quali dispone di un set di abilità particolare e di un proprio equipaggiamento iniziale, che come da tradizione possono poi essere modificati e personalizzati sbloccando nuovi elementi. Il gameplay nei panni dei Sopravvissuti non si discosta molto da quanto visto nella modalità in singolo. Una volta avviata la partita, i 4 partecipanti si svegliano all’interno di una stanza comune e ha inizio il conto alla rovescia, che indica quanto tempo hanno a disposizione per completare le 3 aree e raggiungere l’uscita. Nella prima devono risolvere un puzzle, generalmente legato alla raccolta di oggetti sparsi per l’ambientazione, nella seconda devono dare la caccia a un agente zombi, ucciderlo, rubare la sua tessera magnetica e sbloccare un certo numero di terminali mentre nella terza area devono distruggere un certo numero di nuclei infetti prima di poter finalmente scappare. Per ogni azione compiuta,così come per ogni area completata, viene elargito del tempo extra e nelle aree sono presenti casse speciali attraverso cui acquistare oggetti curativi, armi o altri consumabili spendendo i crediti Umbrella raccolti, così come munizioni e cure, nel corso della partita.
Una sfida apparentemente semplice, se non fosse che a tirare le fila di tutto c’è uno scienziato, conosciuto con il nome di Mastemind, interpretato da un altro giocatore e che ha davanti a sé un solo obiettivo: impedire che i Sopravvissuti riescano a scappare prima dello scadere del tempo. Il Mastermind seleziona innanzitutto le varianti della aree prima della partita, scegliendo così gli enigmi e la posizione standard degli oggetti, osserva i giocatori dalle telecamere di sicurezza con una visuale strategica e può posizionare nelle varie stanze nemici e trappole attraverso un sistema di carte, ma non solo. Il giocatore che interpreta questo ruolo ha a disposizione anche alcune carte speciali che permettono, per esempio, di trasformare le telecamere in armi o di curare le creature presenti sul campo di battaglia. Se questo non fosse sufficiente, il Mastermind può inoltre decidere di impossessarsi per breve tempo di uno degli abomini per combattere in prima persona i Sopravvissuti o di utilizzare la sua Abilità Suprema facendo apparire sul campo di battaglia un’arma biologica, ovvero uno tra i tanti antagonisti famosi della saga come il Tyrant, Yateveo o la variante mutata del dott. Birkin. Ognuno dei 4 Mastermind presenti al momento nella modalità Resistance ha a disposizione una creatura dedicata, ma non tutti sono disponibili sin da subito. Salendo di livello in questo ruolo, il giocatore ottiene, oltre alla possibilità di ampliare il proprio equipaggiamento e i mazzi di carte in uso, progressivamente l’accesso ai vari “scienziati” presenti ai quali si affianca, raggiunto un certo livello, la possibilità di modificare le mappe predefinite presenti.
Qualunque sia il ruolo interpretato, al termine di ogni partita i giocatori ottengono punti esperienza per il personaggio utilizzato e crediti. I primi permettono ai vari personaggi di salire di livello, così da incrementare le proprie capacità, mentre i secondi possono essere spesi per acquistare casse di equipaggiamento, diverse per Sopravvisuti e Mastermind, o di personalizzazioni. Per incrementare il numero di punti ottenuti è inoltre possibile completare delle classiche sfide, suddivise in giornaliere e settimanali, o acquistare dei booster con moneta reale nello Store. Questi consumabili vanno utilizzati prima della partita e consentono al giocatore, ma anche a tutta la sua squadra, di ottenere punti aggiuntivi per ogni match disputato. Oltre al classico matchmaking, singolo o di squadra, Resident Evil Resistance permette ai giocatori di creare le proprie partite personalizzate, pubbliche o private, rinunciando però a una parte dei punti o alla possibilità di completare le sfide e sbloccare gli obiettivi.
Entrambe le modalità di gioco presenti in Resident Evil 3 sfruttano il RE Engine di Capcom per riprodurre i panorami di Raccoon City e le ripugnanti creature che occupano le strade della città sulle piattaforme di ultima generazione. Il motore grafico, anche in questa occasione, da’ sfoggio di tutte le sue capacità raggiungendo i 4K nativi a 60 fps sulla console usata per la recensione, Xbox One X, con pieno supporto alla tecnologia HDR. Come accaduto con il predecessore, anche il nuovo remake beneficia della localizzazione completa in lingua italiana, sia per quanto riguarda i dialoghi sia per tutte le parti scritte.
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