Recensione - Two Point Hospital
Il Gioco
Come il titolo lascia facilmente intendere, Two Point Hospital ci mette alle prese con la costruzione e la gestione di una struttura ospedaliera in grado di rispondere alle esigenza della provincia di fantasia denominata, appunto, Two Point. In realtà, a differenza del titolo a cui si ispira, Theme Hospital, Two Point Hospital ci dà la possibilità di gestire più strutture dislocate sul territorio, in un crescendo di difficoltà sia gestionali che organizzative. Importantissima è quindi l'ubicazione geografica delle strutture, perché incide direttamente su fattori climatici e sulla tipologia di clienti che arriveranno all'accoglienza. La provincia di Two Point offre in tal senso cinque diverse regioni, caratterizzate da territori che vanno dall'allegra e mite campagna alle spiagge semi-tropicali, passando per i climi freddi del nord fino ad una brulla zona industriale ed una metropoli di cemento.Ovviamente ogni zona ha le sue peculiarità: dov'è freddo bisogna munire i locali con termosifoni di vario genere e dimensione, mentre in altre zone è consigliato il condizionatore e bisogna stare attenti al loro posizionamento, altrimenti si rischia l'effetto opposto, con conseguente protesta del personale e dei pazienti. Come sempre accade in un gioco di questo tipo, abbiamo a che fare con due aspetti fondamentali: quello costruttivo che ci permette di creare la nostra struttura e le relative infrastrutture sulla mappa di gioco, e poi quello di tipo gestionale/economico che ci vede conciliare le spese con i ricavi e con le necessità di pazienti e personale, cercando di ottenere quanto più profitto possibile ma tenendo anche alto il livello di soddisfazione di tutti. E’ indubbio che sia proprio l’aspetto economico ad impattare maggiormente sulla durata della partita: una bancarotta determinerà infatti il fatale game over, quindi troviamo un modello economico razionale che impone al giocatore di non “allargarsi” troppo con le spese, pena l’interruzione dell’esperienza di gioco.
MX Video - Two Point Hospital
Un primo punto a favore di Two Point Hospital è quello di aver messo da parte alcune dinamiche troppo “sandbox” tipiche degli ultimi gestionali usciti sul mercato e di essersi posizionato come un ottimo compromesso, cercando di far capire bene al giocatore cosa vuol dire costruire qualcosa ma senza gravarlo in maniera troppo pesante dal punto di vista dei fallimenti economici improvvisi. Interessante, come già accennato, il fatto che il gioco non obblighi a costruire su un solo territorio ma, pur con un certo aumento del livello di difficoltà, è possibile gestire e muoversi su più territori. Il tutto avviene raggiungendo vari obiettivi, in primis quello di incrementare il valore degli ospedali già costruiti, i quali vengono valutati in base al numero di stelle ottenute (da 1 a 3) e vanno costruiti all’interno di zone definite, variabili in base al livello di difficoltà della mappa sulla quale sono stati costruiti. Se vogliamo fare un esempio immediato, prendiamo il primo livello difficoltà, sostanzialmente rappresentato da un Tutorial, peraltro molto ben curato: in questo scenario, bisogna costruire un ospedale in un luogo dall’ambito ristretto, con una scarsa affluenza di persone e senza possibilità di incrementare la struttura. Sul versante opposto, se si vuole costruire un ospedale all’interno di un ambiente più vasto e dinamico, come quello cittadino, bisognerà spendere per acquistare molti lotti e mettere a disposizione un’offerta sanitaria di primo livello.
A questo proposito bisogna ammettere che i ragazzi di Two Point Studios (studio che, neanche a dirlo, ospita molti veterani dell'era Bullfrog) hanno fatto un vero capolavoro nel sistema di progressione all’interno del mondo di gioco, soprattutto per quanto concerne la costruzione delle infrastrutture. Nel momento in cui iniziate il Tutorial, la prima cosa da fare sarà posizionare una Reception per l’accoglienza dei pazienti e costruire uno spazio per il Medico di medicina generale che farà una prima diagnosi. Si tratta di un inizio soft, ma il bello viene subito dopo quando dovrete cominciare a pensare agli spazi per gli strumenti diagnostica, a quelli per i reparti di degenza, ai bagni, alle sale per personale e parenti dei ricoverati nonché agli spazi per le conferenze e per gli aggiornamenti del personale, senza dimenticare che abbiamo a che fare con un mondo nel quale la pubblicità è fondamentale e, quindi, occhio a destinare delle risorse al marketing.
A questo punto bisogna discutere di un altro punto fondamentale: nessuna struttura può reggersi senza un’adeguata dotazione di personale, e Two Point Hospital non si discosta da questo schema consolidato. Possiamo assumere quattro diverse tipologie di lavoratori specializzati: medici e infermieri in primis, che penseranno solo a diagnosi e terapie, assistenti (si occupano di diversi aspetti che vanno dal ricevimento pazienti alle vendite e al marketing) e, infine, inservienti che si occupano della pulizie, della manutenzione e di tutto ciò che serve al buon funzionamento della struttura. Ognuna di queste categorie di lavoratori può arrivare ad avere fino a 5 specializzazioni ma, tramite adeguati corsi di aggiornamento, può acquisirne altre che di base non sono presenti. Queste specializzazioni sono fondamentali: solo una psichiatra può gestire pazienti con malattie mentali, così come solo un inserviente con conoscenza di meccanica può aggiustare uno strumento diagnostico.
Veniamo ora a come costruire una qualunque struttura in Two Point Hospital; si tratta di un'attività abbastanza, semplice con il canonico sistema delle “tessere” (ogni oggetto occupa un certo numero di blocchi sul piano di gioco) con gli oggetti che possono essere apposti solo dove non si sovrappongono con pareti, porte o altri oggetti. Le stanze sono assolutamente espandibili e, allo stesso tempo, personalizzabili con oggetti la cui varietà aumenta progredendo nel gioco e, badate bene, non c'è alcun sistema di microtransazioni per l'acquisto di strutture speciali.
Una volta creata la nostra struttura, è il momento di ospitare i pazienti che si presentano con una grande varietà di patologie anche molto peculari: da quelli che credono di somigliare a star del passato a quelli affetti da “clownite” che passano le giornate vestiti da pagliaccio. Seppur nell’ambito di queste strambe patologie, l’iter che i pazienti devono seguire è comunque piuttosto classico: si parte con la visita del medico di famiglia per poi, nel caso, passare per l’iter degli esami diagnostici. Solo nel momento in cui saremo riusciti a fare una diagnosi precisa potremo passare ad effettuare la terapia specifica, il tutto cercando di bilanciare al meglio la spesa per personale ed esami diagnostici da un lato ed effetti positivi della terapia dall’altro.
La vera e propria sfida gestionale inizia con una prima sfida da affrontare dopo pochi minuti dall’inizio delle prime visite: le file d’attesa dal medico di base, che impongono di costruire nuove stanze e, soprattutto, degli arredi (sedie, panchine) che permettano agli utenti in fila di godere di una certa comodità. Poi bisognerà pensare a come differenziare la tipologia d’offerta in base anche al luogo in cui abbiamo costruito il nostro ospedale: in montagna bisognerà prestare particolare attenzione alla cura dei traumi fisici, spesso causati dagli sport invernali (fratture, traumi cranici, ecc.), mentre andranno potenziate le strutture dedite alla formazione nel momento in cui decideremo di creare un policlinico universitario. Bidognerà anche pensare a quelle strutture in grado di rendere in termini di guadagni sonanti: è il caso delle edicole per la vendita dei giornali, piuttosto che dei distributori di cibo e bibite.
Ad ogni modo, pur nella crescente complessità, Two Point Hospital non risulta particolarmente complicato come nel caso del suo illustre predecessore. Inoltre i ragazzi di Two Point Studios sono riusciti ad adattare in maniera eccellente i controlli al nostro pad, con un’interfaccia semplicissima fatta di pochi ma intuitivi comandi che ci permette di padroneggiare il tutto in pochi minuti. Le levette analogiche gestiscono i movimenti e lo zoom sull’area di gioco, mentre i quattro tasti frontali si occupano della selezione di oggetti e contenuti. La grafica è davvero gradevole considerata anche la tipologia di gioco, con colori molto vivi e personaggi decisamente ben dettagliati nelle movenze e nei comportamenti; lo stesso dicasi per gli oggetti di contorno e per l’atmosfera generale. Il gioco è infinie localizzato in italiano per quanto concerne la lingua dei menu ed i sottotitoli, mentre il parlato è in lingua inglese.
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