Recensione - Dragon Ball Z: Kakarot
Il Gioco
“CHA-LA HEAD-CHA-LA!” Neanche il tempo di avviare il gioco che vengo colpito dalla sigla originale giapponese di Dragon Ball Z, e immediatamente sento un brivido lungo la schiena. Una sensazione che mi ha accompagnato quasi per tutta l’avventura fino ai titoli di coda di Dragon Ball Z: Kakarot, nuovo titolo di Bandai Namco e sviluppato da CyberConnect 2, team che ha già firmato diversi giochi sia dedicati al mondo di Goku che di altri anime e manga. Un team quindi che ha già esperienza e soprattutto passione per questo mondo, passione che si vede da ogni pixel del gioco. Ma andiamo con ordine.Negli ultimi anni abbiamo avuto diversi giochi di Dragon Ball che ci hanno presentato delle versioni alternative della trama che tutti conosciamo, basti pensare ai due Xenoverse o Heroes. Queste versioni prendevano sì spunto dalla storia originale ma lasciavano una grande libertà alla fantasia, tanto che sembra quasi di essere di fronte a delle fanfiction. Sia chiaro, io per primo apprezzo queste variazioni spesso volutamente esagerate (specialmente in Heroes), però è innegabile come il fascino della storia originale sia semplicemente ineguagliabile. Non nego neanche che buona parte di questo fascino sia dovuto a ricordi di infanzia e ad un legame affettivo personale, guardando oggettivamente il panorama degli anime (per fortuna) offre prodotti migliori sotto praticamente ogni aspetto… eppure Dragon Ball è Dragon Ball, c’è poco da fare. Non importa che sia la prima o la millesima volta, certi momenti sono impressi a fuoco nei nostri cuori e l’emozione di rivedere determinate scene non cambia mai, e questo Bandai lo sa bene, lo sa maledettamente bene.
MX Video - Dragon Ball Z: Kakarot
Partiamo da una doverosa premessa: Dragon Ball Z: Kakarot non è assolutamente un gioco perfetto, tuttavia è un'esperienza di Dragon Ball perfetta. A livello strettamente ludico, infatti, ci troviamo di fronte ad un titolo senza particolari pretese, anzi a tratti quasi insufficiente sotto alcuni aspetti su cui mi soffermerò nel dettaglio più avanti, eppure riesce a tenerci incollati allo schermo esattamente come le puntate dell’anime che andavano in onda su Italia Uno appena tornavamo da scuola. I videogiochi di Dragon Ball credo di averli provati quasi tutti, ma il focus principale è sempre stato (giustamente) sui combattimenti. Abbiamo avuto picchiaduro casual e tecnici, giochi di carte, strategici e mille varianti, ma mai come in Dragon Ball Z: Kakarot ho respirato l’atmosfera e sentito immerso nell’universo creato da Akira Toriyama.
Come accennato Dragon Ball Z: Kakarot è un Action GDR, per cui già da qui si può capire come i combattimenti non siano l’unico focus del titolo. Naturalmente sono presenti e passeremo la maggior parte del tempo a menare le mani, ma in quanti giochi abbiamo avuto la possibilità di esplorare il mondo di Dragon Ball? Ci sono già stati esperimenti in tal senso come ad esempio i Legacy of Goku, ma stiamo parlando di giochi usciti su Game Boy Advance per cui capite bene che il paragone regge fino ad un certo punto. Fin dai primi momenti Dragon Ball Z: Kakarot ci fa vivere il mondo di Goku in modi anche banali ma tutto sommato inediti, soprattutto in un videogioco. Azioni di vita quotidiana come andare a pesca con Gohan, cacciare animali e raccogliere ingredienti per permettere a Chi-Chi di preparare il pranzo sono tutte scene che abbiamo visto nell’anime, ma mai “vissuto” in prima persona.
La componente ruolistica di Dragon Ball Z: Kakarot si basa sull’esplorazione del mondo di gioco, anche se definirlo “open world” non è del tutto esatto visto che in realtà si possono esplorare delle macro-aree di grandezza più o meno estesa, ma ogni zona è delimitata da confini e caricamenti. Si può volare liberamente raccogliendo le onnipresenti Sfere Z, ovvero dei globi di diverso colore sparsi letteralmente ovunque e necessari per potenziare le mosse speciali dei nostri personaggi. Nonostante il gioco si chiami “Kakarot”, infatti, Goku non è l’unico personaggio giocabile, ma a seconda delle esigenze di trama utilizzeremo anche altri combattenti come Gohan, Vegeta e Piccolo, mentre altri come Crilin o Yamcha potranno essere unicamente selezionati come supporto durante i combattimenti.
Oltre alle Sfere Z per aumentare le nostre statistiche è fondamentale salire di livello come in ogni GDR che si rispetti. Naturalmente gli scontri della storia principale sono le maggiori fonti di esperienza, ma il mondo di gioco è disseminato di nemici minori come ad esempio robot del Red Ribbon, soldati di Freezer e altri ancora che ci inseguiranno a vista, inoltre ci si può sempre cimentare con le immancabili missioni secondarie. Infine è presente anche una componente “strategica” data dalle Comunità: completando vari incarichi si possono ottenere degli emblemi che raffigurano i vari personaggi, e possono essere posizionati su una “griglia” per attivare diversi effetti. Utilizzando emblemi di personaggi che hanno legami anche nella storia si possono attivare dei bonus, ad esempio mettendo vicini tutti gli studenti del Maestro Muten o i membri della Banda di Pilaf, ma considerati gli slot limitati bisogna pensare a quali effetti sia meglio attivare e a quali rinunciare. Accumulando abbastanza punti nelle Comunità si attivano effetti e bonus passivi come una maggior percentuale di attacco, effetti potenziati per gli oggetti da usare in battaglia o i cibi, oppure ottenere uno sconto nei negozi.
Dal punto di vista dei combattimenti, invece, si nota l’influenza di altri capitoli come Xenoverse, anche se in versione semplificata. Dragon Ball Z: Kakarot non è un picchiaduro, per cui se cercate la profondità tecnica non la troverete qui. Questo non significa tuttavia che gli scontri si possano risolvere tutti premendo unicamente il tasto di attacco (a meno che non siate di un livello troppo superiore al nemico), ma scegliere quando utilizzare le mosse speciali, dosare bene il ki per per non rimanere senza energie nei momenti critici e soprattutto sapere quando parare o schivare sono le chiavi per la vittoria, anche perché il game over può apparire più spesso di quanto si possa pensare se si affrontano le battaglie sottogamba. Per quanto semplici a livello di “manualità” l’effetto visivo a schermo è comunque pienamente soddisfacente, e gli scontri riescono a trasmettere la velocità e la potenza che ci si aspetta dai combattenti più forti dell’universo.
Il merito inoltre è anche del comparto tecnico, che con il suo cel-shading raggiunge vette che possono competere anche con l’acclamato Dragon Ball FighterZ, anche se non mancano momenti altalenanti. Per quanto riguarda la longevità Dragon Ball Z: Kakarot vi terrà occupati per circa 40/50 ore seguendo la trama principale e buona parte delle missioni secondarie, ma se siete completisti compulsivi il numero necessario aumenta considerevolmente. Non è prevista tuttavia nessuna componente online né in cooperativa né in multiplayer competitivo. Il gioco è infine localizzato nei testi e sottotitoli in italiano, mentre il parlato può essere selezionato tra giapponese ed inglese.
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