Recensione - Civilization VI
Il Gioco
Basta il nome del titolo, Civilization, per farci tornare indietro nel tempo quando trascorrevamo le nostre ore (almeno noi malati di giochi strategici) con il capolavoro di quel genio che risponde al nome di Sid Meier e con quei visionari sviluppatori della ormai defunta Microprose. Il tempo è passato, lo sviluppatore anche (ora è Firaxis), ma il genio di Sid Meier non è fortunatamente cambiato e la sesta incarnazione del gioco strategico/gestionale più imitato di sempre è di nuovo sulle nostre console dopo essere passato dalla più classica versione PC e, con una versione ibrida, anche su Nintendo Switch. Probabilmente sono davvero in pochi quelli che non sappiano cos'è Civilization, un classico gestionale delle cosiddette “quattro X” : eXplore, eXpand, eXploit, eXterminate. Questo acronimo riflette le attività fondamentali che si compiono nel titolo Firaxis: esplorare, espandersi, sfruttare il territorio e sterminare gli avversari.In Civilization VI, come nelle vecchie edizioni, prendiamo il comando di una civiltà a nostra scelta e possiamo deciderne il destino grazie alle nostre scelte che saranno figlie degli obiettivi che ci poniamo o che il gioco ci impone di raggiungere. Sta a noi decidere che tipo di capo supremo essere; possiamo decidere di affidare sempre e comunque la parola alle armi, oppure affrontare i nostri avversari sul piano della politica e della diplomazia, del commercio o ancora sulla base di un determinato orientamento religioso. Per riuscire in tutto questo ci muoviamo su una mappa di gioco basata sulle famose caselle esagonali, costruendo nuovi edifici e pianificando le nostre azioni grazie anche ad una delle novità di questo capitolo: i "distretti specializzati", che cambiano radicalmente l’approccio allo sviluppo delle nostre città. Questi nuovi distretti sono delle vere e proprie entità "fisiche" che occupano una casella della mappa entro il "raggio amministrativo" delle città. Se ne possono trovare una dozzina, ciascuno con la propria funzione: si parte da quelli delegati allo sviluppo industriale, culturale e militare a cui si aggiungono quelli logistici, come il porto, l'aeroporto e lo spazioporto. I distretti rappresentano la condizione necessaria affinché l'insediamento possa generare le diverse risorse locali (cibo e produzione/manodopera) e "nazionali" (cultura, fede e oro). La presenza dei distretti e la distribuzione degli edifici diventa complementare all’altra novità presente per la crescita delle città: l'aumento degli abitanti è legato non solo alla presenza di surplus nella produzione di cibo, ma anche alla presenza di sufficienti "spazi abitativi" e "attrattive". Queste ultime contribuiscono anche a determinare il punteggio di Felicità, che torna ad essere diviso per le singole città e non più un parametro collettivo del nostro impero.
MX Video - Civilization VI
Un interessante elemento di novità di Civilization VI riguarda il sistema civico, ossia l'insieme delle politiche che definiscono il comportamento di una civiltà. E’ stata accantonata la meccanica delle Politiche Sociali del predecessore ed è stato introdotto un sistema basato sullo sblocco delle "tecnologie civiche" in un albero tecnologico dedicato, che include unità e strutture particolari, nuove forme di Governo e "carte Politica" da associare alle relative forme di Governo. Quest'ultime, divise nei tre periodi storici che hanno influenzato lo sviluppo civile dell'umanità, vantano ognuna un bonus particolare e un numero di slot per "carte Politica", a sua volta distribuito fra le quattro categorie Militare, Diplomatica, Economica e Jolly, quest'ultima capace di accogliere qualsiasi tipo di carta. Ovviamente i Governi totalitari come Monarchia e Fascismo includono una maggior parte di slot Militari, mentre la Democrazia si basa maggiormente su sviluppo economico e diplomazia.
Anche i Grandi Personaggi storici hanno subito una modifica sostanziale, sia per quanto concerne il modo in cui ottenerli, sia in merito alla loro implementazione. Ogni Grande Personaggio è dotato di abilità particolari, come bonus passivi solo per determinati tipi di unità, abilità speciali impiegabili una sola volta durante il gioco ed, infine, "Ispirazioni" (Eureka! nella versione in lingua Inglese) per determinate ricerche tecnologiche. Rispetto alla precedente edizione, la ricerca scientifica è forse l’aspetto che ha subito meno modifiche. La presenza del consueto albero ramificato rappresenta un elemento di continuità, e l’unica aggiunta è rappresentata dalla meccanica dell’Ispirazione che consente di mettere il “turbo” a determinate ricerche. E’ stata, invece, modificata la gestione delle singole Unità; è tornata la possibilità di impilare le unità combattenti, sia terrestri che marittime, ma solo per elementi dello stesso tipo ed in numero massimo di tre con una potenza bellica che non corrisponde alla sommatoria dei singoli punteggi. Inoltre, alle armate è possibile unire le unità di supporto (arieti, torri d'assedio, mitragliatrici antiaeree, medici e genieri) e quelle "civili", che includono lavoratori, coloni, predicatori vari e i Grandi Personaggi.
E veniamo all’altro punto forte della serie, la Diplomazia: Civilization VI propone un sistema d'interazione che ci fa fare un salto nel passato, alle vecchie edizioni di Civilization. E’ stata scartata l’opzione di vittoria diplomatica, e tutto il meccanismo diplomatico si basa sul rapporto tra i Leader che, se controllati dall’IA, seguono un percorso preimpostato su comportamenti che vanno ad influenzare lo stile delle loro Civiltà. Insieme a questa, che potremmo definire come un programma di base proprio del Leader, esiste un secondo programma casuale e nascosto che va scoperto dal giocatore gestendo e migliorando i rapporti con i Leader, attraverso i metodi ben conosciuti (invio di delegati e mercanti, scambi commerciali, trattati di apertura dei confini e collaborazioni commerciali e, ovviamente, inviando spie).
Per ciò che concerne il comparto grafico di questa conversione 1:1 c'è ben poco di cui possiamo lamentarci. Civilization VI si mostra in tutta la sua bellezza ancora una volta, senza dare grossi problemi sotto il profilo della fluidità e della risoluzione. I testi - sempre preponderanti - rimangono leggibili e chiari, anche su schermi di medie dimensioni.
Le stesse animazioni delle unità combattenti sono state migliorate soprattutto negli scontri corpo a corpo, e i diversi leader delle civiltà sono rappresentati con uno stile molto particolare: vere e proprie caricature basate sulla documentazione storica disponibile e, nel caso dei personaggi post-Rinascimentali, di quella visiva e fotografica. Se Federico Barbarossa, ad esempio, è rappresentato come un omone in armatura, dal volto vagamente somigliante al busto dorato custodito nell'Abbazia di Cappenberg, il mento sfuggente di Caterina de' Medici è pressoché identico a quello dei ritratti che si trovano sparsi nei diversi musei del nostro continente. I leader moderni come Roosevelt e Gandhi, inoltre, sono ancora più caricaturali, con l'aspetto austero del primo e le esagerate dimensioni di naso e orecchie del secondo.
Sebbene Civilization VI possa apparire alquanto intuitivo da punto di vista dell’interfaccia e dell’esperienza ludica, rimane comunque un complesso gioco di strategia e, di conseguenza, non risulta di facilissima assimilazione: Tempo e costanza sono fondamentali per riuscire ad apprendere e padroneggiare l’enorme mole di informazioni a cui bisogna prestare attenzione: dalle caratteristiche proprie di ogni civiltà agli eventi ambientali e così via. Una volta superato lo scoglio iniziale, l'opera diviene parecchio assuefacente ed è in grado di regalarci un'esperienza di gioco single player praticamente infinita. Se poi ci aggiungiamo anche la presenza del multiplayer, non dobbiamo più preoccuparci di nulla per i secoli a venire anche perché qui ritroviamo tutta l’opera presente su PC senza perdere nemmeno una virgola dell’esperienza originale. Il comparto multigiocatore permette di far battagliare online fino ad un massimo di 12 giocatori, che vengono gestiti con dei turni a rotazione (Hotseat). Per quanto mi è stato possibile provare, il sistema di matchmaking funziona in maniera adeguata ed il lag è praticamente assente per un’esperienza di gioco davvero estremamente fruibile anche sotto quest’aspetto.
Il punto fondamentale diventa poi sempre lo stesso: la non facile gestione del genere strategico con il pad, ma come approfondiremo più in basso i ragazzi di Firaxis hanno fatto centro anche in questo caso, con un sistema sostanzialmente preciso e funzionale. Infine il tutto è ottimamente localizzato in italiano, e la lettura dei testi e dei dialoghi risulta essere assolutamente scorrevole ed intellegibile.
Commenti