Recensione - WWE 2K20
Il Gioco
Come i fan della serie WWE 2K sanno, sono ormai diversi anni che i californiani Visual Concepts affiancano i giapponesi Yuke's al timone della serie di wrestling, probabilmente in vista di poter prendere completamente in mano la serie, com'è accaduto quest'anno. WWE 2K20 è quindi il primo gioco della famosa serie a non essere stato realizzato dal team giapponese che l'ha curato per così tanti anni, e la sfida che si è presentata al nuovo team non è stata certo semplice, dovendo soddisfare le esigenze di un pubblico molto attento ad ogni dettaglio. Vediamo quindi cosa ci offre il nuovo titolo quest'anno: il menu principale non si discosta molto da quanto già visto in passato, e anche quest’anno l’enfasi è stata posta sulla modalità Carriera, che rappresenta il fulcro dell’esperienza di gioco e ci permette di partire da zero stavolta con ben due wrestler - un uomo e una donna - privi di qualsiasi esperienza, che si avviano con fierezza verso l’Olimpo della WWE.Come in tanti altri titoli sportivi, anche in WWE 2K20 la Carriera si svolge seguendo una storia di background che in questo caso ruota attorno all’amicizia dei due wrestler, vissuta tramite dei flashback della loro vita che li ha portati a far parte della Hall of Fame della WWE. Si tratta, indubbiamente, di una buona trovata che funziona abbastanza bene nonostante un inizio al rallentatore, ma con un prosieguo caratterizzato da una buona narrazione e da dialoghi particolarmente divertenti e mai banali.
MX Video - WWE 2K20
In aggiunta alla Carriera non poteva mancare la modalità WWE Universe per i veri malati di wrestling, i quali avranno così la possibilità di disputare la stagione completa con tutti gli eventi ufficiali della WWE. C'è poi la modalità “Showcase” e quella denominata “Torri 2K”: la prima è dedicata alle imprese del fantastico quartetto femminile Becky Lynch, Bayley, Charlotte Flair e Sasha Banks, anche conosciuto con il nome di “Four Horsewomen”, e prevede la disputa di circa quindici incontri che vanno completati raggiungendo anche determinati obiettivi ma presta il fianco a critiche inevitabili per alcuni gravi errori di impostazione come, ad esempio, l’impossibilità di salvare i progressi.
Per chi avesse acquistato la versione Deluxe, interessanti i DLC NBA 2K20 Originals, con quattro contenuti aggiuntivi (a pagamento per chi avesse l’edizione standard del gioco) che includono arene, wrestler e ambientazioni dedicate. Il primo di questi, denominato Bump in the Night, porta la WWE su un set cinematografico da film horror con sfide ambientate in mezzo alle paludi piuttosto che all’interno di un cimitero o una casa stregata. La modalità Torri 2K prevede invece serie di 16 incontri nei quali affrontare vere stelle della WWE come Brock Lesnar e The Undertaker; interessante l’aggiunta di varianti e nuove tipologie di incontri (Tag Team, Triple Threat, Fatal 4-Way) che ci faranno sbloccare sempre nuovi interessanti Torri.
Dopo aver discusso di quanto ci offre il titolo Visual Concepts in termini di contenuti, è d’obbligo andare ad esaminare il gameplay che, quando funziona, è davvero appagante. Ovviamente Visual Concepts ha portato il suo tocco cercando di riconfigurare l’intero sistema di controllo, forse anche per prepararsi alla nuova era videoludica prevista per il prossimo anno. Molti dei lottatori presenti appaiono davvero ben fatti e assolutamente proporzionati rispetto a quanto visto in passato, ma ciò che non è cambiato è il problema relativo alla gestione delle collisioni con gli avversari, in quanto diverse mosse non sono realizzabili perché il nostro personaggio spesso non riesce ad andare nella direzione desiderata. Si è cercato anche di semplificare alcune funzioni e la disposizione dei tasti del pad con l’introduzione di nuove combo facili da padroneggiare. Il problema, però, è stato quello non solo di non riuscire a dare una risposta agli atavici problemi ma di creare ulteriore confusione non riuscendo a soddisfare né i veterani, né tantomeno i nuovi adepti. Non è raro trovare delle combo “strane” così come osservare il wrestler controllato che manca un colpo o una presa; di qui la necessità di migliorare assolutamente il sistema di gestione delle prese.
Altri due elementi altalenanti sono quelli rappresentati dall’intelligenza artificiale della CPU e dall’aspetto grafico generale, come verrà approfondito più in basso. Per quanto concerne l'IA, quello che dà più fastidio è il fatto che, in alcuni momenti, il gioco raggiunge vette di realismo assoluto per poi, però, dar luogo a delle situazioni decisamente imbarazzanti (colpi a vuoto, prese mancate, momenti di assoluta invulnerabilità da parte di lottatori mediocri e così via). L’aspetto grafico, seppur buono in alcuni aspetti (vedi ad esempio, le arene di gioco), non è assolutamente al passo con i tempi e, duole doverlo constatare, risulta palese l’enorme passo indietro fatto rispetto alle precedenti edizioni. Ma anche sul versante grafico quello che colpisce è il fatto che questo downgrade non risulti evidente, ad esempio, per tutti i lottatori come se il titolo, nella sua globalità, fosse stato completato al 50%. Queste cadute di stile purtroppo vanno a minare un’atmosfera di gioco davvero ben realizzata, soprattutto per quanto concerne il livello di interazione tra pubblico e lottatori, con i primi protagonisti nel lanciare cori ed urla davvero molto realistici.
Parlando di atmosfera, due righe di commento sul comparto audio che non risulta essere affatto male anche se, a volte, pecca nella sincronizzazione; buono il compito svolto da Greg Hamilton che, come annunciatore, se la cava alla grande ma, a livello di telecronaca, si poteva fare di meglio.
Ma il rimpianto maggiore è per quello che WWE 2K20 poteva essere e non è stato in quanto, facendo la tara sui diversi bug, il gioco è tutt’altro che da cestinare: come già detto, l’atmosfera ricreata riesce ad esercitare il giusto fascino sul giocatore facendolo anche soprassedere su alcuni difetti clamorosi quali quelli descritti; inoltre, anche il fastidioso aspetto delle microtransazioni risulta meno invadente anche se richiede ancora del lavoro da parte del team.
2K ha da poco reso disponibile una corposa patch che ha sistemato alcuni tra i bug più evidenti, come alcune evidenti imperfezioni grafiche, interazioni con gli oggetti presenti all’interno delle arene di gioco, crash improvvisi ed errate azioni arbitrali. Sono state, inoltre, annunciate ulteriori modifiche all’impianto globale di gioco che, si spera, possano dare la giusta dignità ad una serie comunque storica.
Due parole, infine, per il gioco in multiplayer online che non si discosta più di tanto da quanto visto nella passata edizione; in modo particolare un plauso va alla gestione delle lobby, che ci permettono di trovare molto rapidamente i nostri avversari. Online il titolo 2K non si comporta male in termini di net-code, ma tende a soffrire delle stesse problematiche osservate per le modalità offline. I comandi di gioco hanno subito qualche modifica allo scopo di renderli accessibili ad una platea quanto più vasta di giocatori: i tasti frontali sono sostanzialmente deputati agli attacchi ed alle azioni rapide, mentre i grilletti ed i tasti dorsali permettono di gestire le prese e gli attacchi più complessi con le diverse combo praticabili. Come sempre, il gioco presenta commento e dialoghi in inglese, ma è completo di menu e sottotitoli in italiano.
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