Recensione - NBA 2K20
Il Gioco
Mai come quest'anno NBA 2K20 è stato anticipato da un’ondata di materiale abnorme in grado di far salire a mille l’hype dei videogiocatori: demo, trailer, anteprime ci hanno fatto pregustare l’ennesimo episodio del basket made in 2K e, personalmente, non vedevo l’ora di mettere mano ad un codice definitivo. 2K e Visual Concepts non hanno mai fatto mistero sul fatto di voler creare il gioco più aderente alla realtà mai creato prima, e ci sono sempre andati molto vicini.Nell’edizione dello scorso anno, due elementi non erano piaciuti agli appassionati: la realizzazione del pubblico sugli spalti (a mio modo di vedere si non una questione non di primissimo piano) e, soprattutto, una certa invadenza in tema di microtransazioni. In merito al primo punto, possiamo subito sgombrare il campo dai dubbi: quest'anno il pubblico ha goduto di un ampio restyling e, come vedremo in seguito, la resa è più che soddisfacente. Per il secondo punto, al contrario, restano le note dolenti, come vedremo più in basso.
Ma, a questo punto, andiamo ad “aprire” la nostra scatola dei sogni e vediamo cosa contiene. Il menu è davvero molto ricco e quello che colpisce, ma non si tratta di una novità in senso assoluto, è la qualità dell’interfaccia grafica ed il ventaglio di opzioni disponibili: possiamo, infatti, decidere di iniziare la nostra nuova avventura scegliendo tra 4 modalità di gioco diverse.
MX Video - NBA 2K20
Per chi volesse immergersi immediatamente nell’atmosfera di gioco e fare due tiri senza perdersi tra opzioni e statistiche, c’è la sezione Gioca Ora nella quale si può scegliere dai un vasto ventaglio di opzioni con tutte le squadre NBA e WNBA a disposizione, con l’aggiunta di diversi team del passato quali ad esempio i Chicago Bulls 91-92 di Michael Jordan.
Già in questa semplice modalità, inoltre, troviamo una delle sorprese più gradite dell’edizione attuale: la possibilità di attingere alle 12 franchigie della WNBA, ossia l’NBA femminile che, come vedremo più avanti, comporta un approccio del tutto diverso.
Abbiamo poi le altre due modalità più complete, Il Mio GM e la Lega che, sostanzialmente, si assomigliano per molti aspetti con il primo che rappresenta la modalità di gioco più completa in quanto, in aggiunta all’azione sul parquet, prevede che mettiate a frutto le vostre abilità manageriali a 360°. In questo caso avrete a disposizione tre opzioni che corrispondono a tre livelli crescenti di difficoltà ed alla possibilità di gestire la vostra franchigia per un periodo variabile da 5 a 10 anni.
Il cuore dell’esperienza di gioco resta, però, la modalità Carriera che molti voi avranno già iniziato grazie alla demo del gioco che vi permette di avere a disposizione più possibilità di personalizzazione del vostro alter ego digitale. Le cosiddette “builder” vi permetteranno di creare la tipologia di giocatore preferita (alto, basso, esili muscoloso) e relativo ruolo in campo (play, guardia, ala, centro). L’aspetto più innovativo è la ricca componente narrativa, mai invadente ma estremamente funzionale.
La fase Carriera di NBA 2K20, inoltre, è riuscita a mescolare in maniera intelligente i punti di forza delle precedenti edizioni del gioco. Il quartiere, che aveva un ruolo fondamentale in NBA 2K19, oggi si presenta come un semplice centro digitale per la vita del nostro alter ego. Anche la palestra è ancora presente, ma stavolta gli allenamenti forniscono solamente bonus temporanei alle nostre specifiche caratteristiche. La sensazione generale è che si sia dato maggiore risalto al gioco del basket, sia online che offline, per un’esperienza molto più divertente e coinvolgente, rispetto alla scoperta di una grande storia che va al di là del gioco in sé.
Le modalità di gioco sono chiuse, infine, dal My Team, una sorta di Ultimate Team della 2K nella quale, grazie alla presenza di pacchetti di figurine virtuali (acquistabili direttamente o sbloccabili vincendo match offline ed online), potrete costruire il vostro Dream Team e lanciarlo in sfide online ed offline.
Avendo parlato, finora, delle modalità di gioco, vediamo cosa succede quando si scende sul parquet. Ancora una volta ci troviamo di fronte alla consueta sontuosità del titolo 2K, con arene di gioco perfettamente ricreate e modelli poligonali dei giocatori assolutamente fotorealistici, a partire dai tatuaggi per arrivare alle smorfie in game.
Ma dove la serie ha fatto un ulteriore passo in avanti è il comparto relativo all’azione di gioco e, quindi, al gameplay. I comandi sono diventati ancora più accurati che in passato e vi assicuro che non potrete trascurare alcun aspetto; la levetta analogica destra la fa da padrona perché è con essa che possiamo gestire i tiri, le finte ed i movimenti del corpo sia in fase offensiva che difensiva.
Occhio, però, al fatto che la sola dimestichezza con i tasti non garantisce in automatico la vittoria sul campo di gioco, ma diventa essenziale la conoscenza dei giocatori e le loro attitudini: la fisicità, la muscolatura e le caratteristiche morfologiche di ogni singolo giocatore impattano in maniera realistica sulle loro azioni di gioco.
Anche ai livelli di difficoltà più bassi, infatti, non basterà più passare la palla all’uomo smarcato e tirare, ma bisognerà analizzare attentamente la posizione dei giocatori e trovare la tattica migliore per aggirare l’avversario. Si tratta di una scelta che vuole privilegiare l’aspetto simulativo al rischio di scoraggiare il giocatore occasionale, ma anche quest’ultimo, alla lunga, apprezzerà un grado di realismo che rasenta il maniacale e che rende NBA 2K20 un gioco stimolante ed assolutamente meritocratico, nel senso che vince chi dimostra di essere migliore. È un’ulteriore evoluzione della filosofia di gioco e, se la cosa può spiazzare in un primo momento, sul lungo periodo l’apparente maggiore lentezza di gioco si rivela per quello che vuole essere, ossia un ulteriore e definitivo passo in avanti verso una simulazione sempre più appagante.
A proposito di quest’aspetto, l’introduzione delle squadre della WNBA aumenta il grado di tatticismo perché, in questo caso, fisicità e gameplay cambiano in maniera ancora più evidente lasciando il campo ad un gioco molto più ragionato rispetto alla frenesia del gioco NBA.
I comandi di gioco di default sono quelli consueti e sono totalmente personalizzabili, come ormai abitudine per la serie. E come sempre il gioco è completamente localizzato in italiano per quanto concerne i testi, mentre resta in inglese per il parlato. La telecronaca non ha subito particolari miglioramenti e resta abbastanza essenziale, ma si perde clamorosamente quando si commentano i match femminili; sarebbe stato utile integrare una voce proveniente dall’universo WNBA.
Ancora non totalmente valutabile invece il comparto online, considerando il fatto che il gioco è disponibile da pochi giorni. Ad ogni modo, le prove effettuate mi spingono a dire che, pur essendo a punto il sistema di matchmaking, il net-code andrà sistemato con qualche patch a causa di una certa instabilità, peraltro frequente nelle prime settimane dall’uscita del gioco.
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