Recensione - Madden NFL 20
Il Gioco
La saga di Madden ormai è storia nell’ambito dei titoli sportivi made in EA, ed è anche quella caratterizzata dalla maggior militanza nonché, da almeno 10 anni a questa parte, dalla carenza di avversari che possano fare da pietra di paragone. Nonostante il monopolio, però, non vi è dubbio che tra tanti alti ma anche qualche caduta, che EA Tiburon è sempre stata in grado di offrire un prodotto sempre valido pur non riuscendo ad accontentare tutti. La “mission” di quest’anno, stando alle dichiarazioni dei boss di EA, era quella di avvicinare al gioco anche chi se n’è sempre tenuto lontano e, a dire il vero, quando si sentono queste dichiarazioni bisogna sempre prestare molta attenzione perché si corre il rischio di avere un prodotto senz’anima. In realtà, per fortuna, questo non è accaduto e cercheremo quindi di analizzare al meglio pregi e difetti di un titolo per il quale è difficile aggiungere o togliere qualcosa vista la trentennale tradizione.All'avvio del gioco troviamo il classico menu a pagine che ormai è un classico dei titoli sportivi EA; da qui possiamo selezionare dalle partite rapide alla Stagione al Multiplayer ed, infine, alla sessione di allenamento. Le partite rapide non sono diverse dal solito e ci permettono di prendere subito confidenza con alcune delle nuove meccaniche di gioco; la prima novità è quella grazie alla quale possiamo iniziare il gioco guidando uno dei due Team di Conference (NFC o AFC) nel Pro Bowl, gara di chiusura della stagione NFL precedente; ovviamente la partita rapida può anche essere disputata in multiplayer (a schermo condiviso ovvero online). Ottima la gestione del tutorial dell’allenamento; questa sezione è sempre stata un must per la serie Madden ma quest’anno è stata potenziata in tutto e, con un po’ di applicazione, verrete a conoscenza di quasi tutti i trucchi del mestiere.
MX Video - Madden NFL 20
Inutile nascondere, però, che il cuore dell’esperienza di gioco sia la modalità Franchigia (Franchise) che, grande novità di quest’anno, si sdoppia con sommo gaudio di chi vi scrive. Se da un lato abbiamo la modalità tradizionale (assumiamo il ruolo di General Manager di una franchigia della NFL con la possibilità di gestire tutto al suo interno: parte tecnica e, soprattutto, componente gestionale), dall’altra c’è l'interessante variante QB1: Face of the Franchise che mi ha particolarmente intrigato. Qui, assoluta novità di Madden NFL 20, entriamo nei panni di un astro nascente del Football Americano che dall’ High School (equivalente al nostro Liceo) sta per fare il salto nel firmamento dell’NFL passando, ovviamente, per il College (ossia la nostra Università). Come noto, lo sport a livello universitario è una pratica molto seguita negli States, anche e soprattutto a livello di spettacolo televisivo con un giro di sponsorizzazioni di tutto rispetto.
Bene, in QB1: Face of the Franchise, l’aspetto migliore è sicuramente la storia che coinvolge il nostro personaggio per il quale le cose, almeno inizialmente, non andranno proprio secondo i suoi desideri…ma, su questo punto, mi fermo per non rovinare la sorpresa a tutti coloro volessero cimentarsi con questa nuova, sorprendente, esperienza di gioco. La caratterizzazione del personaggio e la sua evoluzione sono assolutamente coerenti e la progressione verso una luminosa carriera NFL è quanto mai realistica. Sin dall’High School e poi nel College dovrete scegliere che tipo di Quarter Back (ossia il lanciatore o, per meglio dire, il regista della squadra) essere e la vostra scelta impatterà sul prosieguo della storia e della carriera. Le cut-scenes sono assolutamente integrate nel gioco e aggiungono ulteriore feeling per l’utente, mentre tutte le scelte che prenderete avranno una loro precisa conseguenza conferendo un elevato grado di realismo.
La modalità Franchigia tradizionale non offre invece particolari spunti di rilievo rispetto al solito: scegliete la Franchigia da gestire e poi selezionate che tipo di manager volete essere (dal plenipotenziario che guarda anche in tasca al proprio segretario, oppure gestire solo la componente tecnica lasciando alla CPU la gestione degli aspetti finanziari).
Una volta partita la stagione, potrete decidere se giocarla tutta o passare direttamente ai play-off. Anche le partite possiamo settarle a vostro piacimento e, come nell’edizione dello scorso anno, oltre a poter gestire le consuete opzioni (durata dei tempi, infortuni, ecc ecc), potremo anche decidere di giocare l’intero incontro oppure le sole fasi decisive di ogni quarto; se quest’ultima possibilità vi potrà permettere di condurre a termine la stagione in un tempo accettabile, dall’altro vi priva di una parte importante della componente simulativa.
Le modalità di gioco sono completate dall’immancabile Madden Ultimate Team (MUT) con la possibilità di costruire il nostro Dream Team attraverso l’acquisto o guadagnando i nostri crediti in game progredendo nella vittoria di incontri singoli e tornei. In MUT, inoltre, sono previste delle “Missioni” che ci permetteranno di acquisire giocatori ed elementi di gioco “top”. Ad esempio, se riusciamo a collezionare 60 stelle, potremo ottenere un giocatore leggenda con oltre 86 di overall. Altre missioni specifiche ci permetteranno di acquisire determinati bonus come la possibilità di guadagnare un tot di yards (sia per gli schemi che prevedono passaggi, sia per quelli che prevedono la corsa).
A questo punto scendiamo sul terreno di gioco e vediamo cosa succede. In primo luogo, va subito detto che l’impatto grafico garantito dal motore Frostbite è di primissimo livello a partire dai modelli poligonali dei giocatori (ottimamente caratterizzati) per poi passare alla realizzazione degli stadi e dei diversi campi di gioco, soprattutto nelle diverse condizioni atmosferiche (anche se il meteo dinamico non è implementato alla perfezione). La fluidità dei giocatori e la gestione delle ombre sono di primissimo livello e ci si accorge come, al tramontare di una generazione di console, i programmatori stiano ottenendo il meglio dall’hardware.
Il gameplay ha subito pochi ma decisivi miglioramenti a partire dal controllo del movimento dei giocatori, soprattutto negli schemi che prevedono la corsa in luogo del passaggio. In Madden 19, il “running” era talvolta caratterizzato da movimenti slegati tra loro, mentre in Madden NFL 20 questi sono decisamente più congruenti. Un altro elemento di novità è rappresentato dalla gestione dei movimenti delle linee di attacco e difesa; in particolare per le seconde si assiste finalmente ad un’aggressività che non è più fine a se stessa ma funzionale allo schema di attacco dell’avversario: tutto davvero ben realizzato. Interessante, infine, l’implementazione del cosiddetto Superstar X-Factor, un innovativo sistema di progressione delle abilità in grado di scatenare il vero potenziale delle attuali superstar della NFL e di aumentare il livello strategico delle partite, rendendole sempre più coinvolgenti. Se pensate che questa sia una sorta di trovata “arcade style”, vi sbagliate di grosso. In realtà, si tratta un sistema di progressione grazie al quale le stelle della NFL prendono davvero vita in Madden NFL 20. Molto belle e ricche anche le scene di giubilo che seguono la realizzazione di un touchdown: oltre 20 nuove animazioni si aggiungono a quelle presenti già nelle vecchie edizioni. Inutile dire infine che, come da tradizione, il gioco è completamente in inglese senza alcuna localizzazione italiana.
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