Recensione - The Sinking City
di
Mirko Rossi / Thor
P
Il Gioco
The Sinking City è un'avventura in terza persona ambientata negli Stati Uniti all’inizio degli anni ’20. Charles Reed, il protagonista, è un ex-soldato della marina statunitense riciclatosi come investigatore privato dopo il congedo. Le cose per lui sembrano girare per il verso giusto, almeno fino a quando una serie di inspiegabili sparizioni e alcune raccapriccianti visioni non lo spingono a viaggiare da Boston al Maine per indagare. Una volta giunto nella città di Oakmont il protagonista scopre però che questa è rimasta praticamente isolata dal resto del mondo a causa di una violenta inondazione e che le sue strade, o almeno quelle non ancora allagate, sono state invase da alcune mostruose creature. Con il passare dei giorni la situazione è diventata via via sempre più insostenibile: il cibo ha iniziato a scarseggiare, i generi di prima necessità sono diventati un bene di lusso e molte delle attività commerciali hanno chiuso i battenti, il che ha contribuito ad enfatizzare i problemi interni e le tensioni irrisolte tra gli abitanti, da sempre molto sospettosi verso gli stranieri. Il detective Reed inizia così una lunga e pericolosa indagine che, nelle circa 20 ore necessarie per raggiungere i titoli di coda, lo vedrà impegnato a far luce non solo sull’origine delle presenze soprannaturali che aleggiano sopra (e sotto) la città di Oakmont, ma anche sui molti retroscena che legano le famiglie più influenti e sui numerosi crimini commessi dagli abitanti prima e dopo l’inondazione.Per portare a termine la propria missione il protagonista deve completare gli incarichi, principali e secondari, nei quali si ritrova progressivamente coinvolto. Alcuni gli vengono affidati da personaggi non giocanti, generalmente personalità di spicco della città di Oakmont o personaggi che potrebbero contribuire a risolvere il mistero, mentre altri vengono creati in autonomia dal protagonista sulla base degli avvenimenti. Al netto di questa differenza, legata per lo più alle esigenze narrative, il modus operandi per risolverli è lo stesso: il protagonista come prima cose riceve alcuni indizi, che vanno da indirizzi più o meno precisi alla necessità di scambiare quattro chiacchiere con qualcuno per scoprire nuove informazioni, passando per documenti, o parti di documenti, utili per identificare luoghi o persone. Nella maggior parte dei casi, gli indizi ricevuti conducono il protagonista in un punto della città di Oakmont, che dovrà poi essere ispezionato per trovare nuove indicazioni e/o prove che gli permettano di proseguire nella sua indagine o concluderla. Semplice, vero? Solo in apparenza. Il gameplay di The Sinking City include infatti una lunga serie di peculiarità capaci di rendere le fasi esplorative e l’investigazione decisamente più articolate. Per prima cosa bisogna sottolineare che il titolo di Frogwares è a tutti gli effetti un open-world, il che significa che il protagonista può muoversi liberamente per le strade della città di Oakmont sin dalle battute iniziali. Ovviamente alcune aree non saranno accessibili da subito, ma la maggior parte della città potrà essere raggiunta liberamente a piedi o, nel caso sia necessario oltrepassare una delle innumerevoli strade allagate, utilizzando una pratica barca a motore. Proseguendo nell’avventura sarà inoltre possibile individuare delle classiche cabine telefoniche, che svolgono il ruolo di punti di viaggio rapido.
MX Video - The Sinking City
A questa libertà si somma poi un secondo, fondamentale, elemento di gameplay: l’assenza di indicazioni a schermo. The Sinking City, da buon titolo investigativo, lascia infatti nelle mani del giocatore l’onore, e l’onere, di posizionare sulla mappa gli eventuali punti di rotta, sulla base delle informazioni in suo possesso. Come detto in precedenza queste possono essere chiare, come nel caso di indizi che suggeriscono di recarsi all’incrocio tra due strade o nella zona compresa tra due vie, o più vaghe. Nel secondo caso il protagonista è quindi costretto ad approfondire meglio le indagini cercando nuovi indizi, parlando con i vari personaggi o effettuando ricerche negli archivi presenti all’interno di alcuni edifici specifici quali il municipio, la stazione di polizia, l’ospedale e la sede del giornale locale. Ciascuno di questi luoghi permette di accedere a differenti tipologie di informazioni, ma per farlo non bisogna necessariamente passare in rassegna pile e pile di scartoffie. Una volta raggiunto l’edificio, basta infatti interagire con l’archivio e avviare una ricerca selezionando tre parametri chiave. Se la selezione risulta corretta, il giocatore viene ricompensato con una nuova informazione, generalmente molto utile per proseguire nelle indagini. La raccolta di informazioni e l’individuazione dei luoghi cardine delle vicende rappresenta però solo una parte dell’attività svolta dal detective Reed. Egli deve infatti passare in rassegna gli edifici sospetti e analizzare gli oggetti presenti in essi per raccogliere i vari indizi sparsi qua e là, ma non solo. Grazie ai poteri conferitigli dalle sue visioni, Charles può infatti beneficiare di alcune abilità speciali che, in base alle circostanze, gli permettono di scoprire retroscena altrimenti inaccessibili.
Nonostante il gioco utilizzi sempre lo stesso segnale, ovvero una distorsione ai margini dello schermo, per indicare la possibilità di sfruttare questi poteri, le modalità con le quali questo avviene variano infatti in base alle circostanze. L’Occhio della Mente permette, per esempio, di scoprire maggiori dettagli mentre si sta passando in rassegna un oggetto o di individuare simboli rituali che consentono di aprire passaggi invisibili a occhio nudo mentre i presagi, rappresentati a schermo come creature di varia natura, “guidano” letteralmente il protagonista verso elementi specifici della scena. Una volta raccolti tutti gli indizi fondamentali, il protagonista può poi utilizzare la Retrocognizione, tramite cui può ricostruire gli avvenimenti entrando in una sorta di realtà parallela. Qui può rivivere alcune sequenze chiave del caso al quale sta lavorando e decidere come devono essere riordinate da un punto di vista cronologico. Posizionare i vari frammenti nel giusto ordine consente di fare luce sugli avvenimenti così da ottenere nuovi indizi utili per proseguire nelle indagini. Il lavoro dell’investigatore, si sa, non riguarda però solo la mera raccolta di prove e informazioni, che spesso devono poi essere elaborate e collegate tra di loro per formulare vere e proprie ipotesi. In The Sinking City questa parte fondamentale del lavoro viene svolta nel “Palazzo Mentale”, un luogo astratto nel quale il detective, sulla scia di quanto faceva il buon Sherlock Holmes, tenta di riordinare le proprie idee e di vagliare le varie teorie. Nel gioco di Frogwares questo si traduce in un’apposita sezione del menu nella quale vengono via via riportati i vari indizi principali, che possono poi essere collegati tra di loro giungendo a delle conclusioni che aprono la porta a nuovi sviluppi. Spesso capita però che non ci sia una sola interpretazione dei fatti e sarà responsabilità del giocatore decidere a quale teoria dare più credito. Queste scelte, così come quelle alle quali si viene chiamati durante alcuni dialoghi, influenzano direttamente lo svolgimento delle vicende portando, nella stragrande maggioranza dei casi, a sviluppi differenti.
A rendere le cose ancora più complicate ci pensano poi le aberranti creature che infestano specifiche aree della città e che, spesso, si frappongono tra il detective e i suoi obiettivi. Si va dalle fastidiose creature dotate di un numero spropositato di arti a mostri di grandi dimensioni capaci di uccidere il protagonista con un solo colpo, passando per creature capaci di colpire anche dalla distanza e mostri marini desiderosi di fare la nostra conoscenza nelle sequenze di gioco ambientate sotto la superficie dell’acqua. Tutte queste creature hanno però in comune alcuni aspetti: in primo luogo sono tutte chiaramente ispirate, così come il design decadente della città e la sua mitologia, alle opere di H.P. Lovecraft tanto che, se siete suoi fan, non avrete difficoltà a cogliere i continui riferimenti. Tutti i mostri possono inoltre essere uccisi utilizzando le armi da fuoco in nostro possesso o messi in difficoltà usando esplosivi e trappole, che possono essere esclusivamente essere raccolti o costruiti, così come le munizioni o i consumabili curativi. La disastrosa situazione economica della città di Oakmont non permette infatti di acquistare o vendere prodotti e le uniche possibilità di scambio si riducono a sporadici baratti tra privati nei quali vengono utilizzati proprio i proiettili come moneta. L’ultimo elemento comune tra le varie creature riguarda la sanità mentale del protagonista, rappresentata a schermo da una barra simile a quella delle salute. Quando veniamo in contatto con i mostri, il protagonista entra in uno stato di stress mentale che incide, così come l’utilizzo dei suoi poteri soprannaturali, su questo parametro. La diminuzione della sanità mentale, che può essere ripristinata eliminando la fonte di stress o assumendo psicofarmaci, influisce negativamente sulla percezione della realtà, con conseguente comparsa di artefatti e visioni raccapriccianti a schermo capaci di generare ansia anche nei giocatori più esperti.
The Sinking City include infine anche una sorta di sistema di progressione del personaggio basata su un classico skill tree diviso in sezioni, nel quale è possibile sbloccare progressivamente dei miglioramenti consumando i punti conoscenza ottenuti accumulando esperienza con indagini e combattimenti, e un diario molto dettagliato nel quale vengono archiviate non solo le informazioni fondamentali per le indagini, ma anche tutti i documenti accessori e le informazioni extra raccolte nel corso dell’avventura. Tutti questi elementi, così come i sottotitoli dei dialoghi, sono stati tradotti in lingua italiana mentre il doppiaggio, di discreta fattura, è disponibile solo in lingua originale.
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