Recensione - One Piece: World Seeker
Il Gioco
Sono passati 20 anni da quando un giovane ragazzo ha preso il mare con il sogno di diventare il Re dei Pirati, un sogno che ancora oggi non si è realizzato ma che tiene comunque incollati milioni di lettori alle pagine del manga di Eiichiro Oda, One Piece. Un traguardo importante che merita una celebrazione adeguata, e tra le varie iniziative non poteva mancare anche quella di un nuovo videogioco di Bandai Namco. One Piece: World Seeker si è presentato al mondo come uno dei progetti più ambiziosi per la serie, promettendo un’avventura nuova di zecca per Rufy in cui si sarebbe potuta esplorare liberamente l’ambientazione sfruttando i poteri del nostro eroe e affrontare combattimenti contro storici nemici e avversari creati appositamente per il gioco.Negli anni passati, altri giochi avevano già tentato la strada del GDR open world come i vari One Piece: Unlimited su Nintendo Wii, ma con risultati piuttosto deludenti. Proprio Ganbarion era lo studio dietro questi titoli, ma considerato che stiamo parlando di circa 10 anni fa in tutto questo tempo il team ha fatto esperienza ed ha tentato di evolvere la formula proponendo qualcosa di mai visto prima… e non ho usato la parola “tentato” a caso. One Piece: World Seeker infatti è un gioco che, purtroppo, ha tante idee e meccaniche che sulla carta potrebbero essere buone, ma il risultato finale è un’accozzaglia di generi che prova a fare tutto ma senza eccellere in nulla. Non tutto è da buttare tuttavia: vediamo quindi cosa ha funzionato e cosa invece dovrebbe essere rivisto per un eventuale futuro.
MX Video - One Piece: World Seeker
La trama di One Piece: World Seeker è completamente originale e supervisionata personalmente da Eiichiro Oda, il quale ha anche creato due personaggi originali appositamente per questo titolo, ovvero Jeanne e Isaac. Le vicende si svolgono su Prison Island, un'isola che da 12 anni è sotto il controllo del Governo Mondiale e della Marina con a capo proprio Isaac: nel corso del tempo la popolazione si è divisa in due fazioni pro e anti-Marina, quest’ultima guidata da Jeanne. Il nome dell’isola è dato dalla Prigione Celeste, un’enorme fortezza volante dove nella sequenza iniziale vediamo Rufy condotto in manette davanti ad Isaac. Naturalmente Cappello di Paglia si è lasciato catturare di proposito solo per distrarre le guardie mentre i compagni recuperano il tesoro che si dice sia custodito nella prigione, e dopo una fuga rocambolesca la ciurma cade letteralmente dal cielo nel villaggio di Jeanne. La Sunny è danneggiata e serviranno giorni per ripararla, così Rufy decide di esplorare l’isola rimanendo inevitabilmente coinvolto in un complotto piuttosto articolato.
Sull’isola infatti si sono radunati pirati provenienti da tutto il mondo compresi alcuni volti noti come Crocodile e Bagy, il Germa 66, gli Ammiragli della Marina, l’Esercito Rivoluzionario e perfino il Cypher-Pol 0 di Rob Lucci. Un dispiegamento di forze che coinvolge praticamente tutto il mondo di One Piece, ognuno con le proprie motivazioni per essere su Prison Island ma che naturalmente non è casuale ed chiaro come qualcuno abbia orchestrato il tutto muovendo anche pezzi grossi come pedine sulla scacchiera. Naturalmente Rufy non ama essere sfruttato e soprattutto vuole aiutare Jeanne a risolvere i problemi dell’isola, innescando una serie di eventi che lo porteranno a risolvere diversi misteri e a cacciarsi in innumerevoli guai.
Una volta preso il controllo del nostro gommoso pirata ci si accorge che, per motivi puramente di gioco, Rufy non è più in grado di fare neanche le azioni più basilari. Le prime ore scorrono quindi piuttosto lentamente e noiosamente mentre si accumulano punti esperienza per sbloccare finalmente le principali abilità che permettono davvero di esplorare come si deve, come ad esempio il Gom Gom Rocket e UFO. Prison Island è infatti ricca di alberi ed edifici dove Rufy può appendersi e lanciarsi esattamente come nel manga, coprendo grandi distanze in pochi secondi e piombando dal cielo sui malcapitati nemici che pullulano nella mappa. Il sistema di combattimento è molto semplice e si basa tutto su un solo tasto per l’unica combo predefinita e una serie di attacchi speciali dalla potenza devastante, ma un minimo di varietà è data dalla possibilità di utilizzare due stili diversi basati sull’Haki della Percezione e Haki dell’Armatura. Il primo punta tutto sulla velocità con attacchi deboli ma fulminei e scatti per schivare, mentre il secondo rende Rufy molto più lento e incapace di schivare, ma più coriaceo e soprattutto in grado di sferrare attacchi micidiali e ad ampio raggio. Riempiendo un apposito indicatore inoltre si possono sfruttare mosse speciali come l’Elephant Gatling, il Red Hawk e l’Haki del Re Conquistatore per mettere istantaneamente KO i nemici minori e stordire i boss.
Oltre al combattimento corpo a corpo One Piece: World Seeker può diventare anche uno sparatutto in terza persona utilizzando il celebre Gom Gom Pistol per mirare e colpire nemici lontani e perfino uno stealth game, con la possibilità di eliminare con un solo colpo i nemici ignari sorpresi alle spalle, e utilizzare delle botti come le scatole di Metal Gear Solid. Ogni abilità può essere potenziata spendendo i punti esperienza guadagnati dalle missioni principali e secondarie, e quest'ultime si rivelano particolarmente importanti considerato che le battaglie offrono pochissimi punti, rendendole quindi la principale fonte di esperienza per salire di livello. Le missioni secondarie inoltre rivelano alcuni retroscena anche abbastanza fondamentali per la trama, oltre ad accrescere il Karma con determinati personaggi. Questo sistema semplicemente misura il legame con i vari personaggi sia nemici che amici e si basa su alcuni obiettivi che possono andare dall’eliminazione di un tot numero di nemici al completamento di specifiche missioni, sbloccando così anche ulteriori scene e dialoghi. Nulla di particolarmente fondamentale, ma un buon incentivo anche per allungare la longevità non proprio esaltante per un open world.
Sono arrivato ai titoli di coda completando il 90% dei contenuti con il contatore che segnava esattamente 20 ore di gioco, ma se ci si dedica unicamente alle missioni principali si può tranquillamente finire nella metà del tempo. Infine è presente un sistema di crafting con diversi materiali sparsi in giro per il mondo di gioco, da raccogliere e consegnare a Sanji per delle ricette culinarie o a Franky e Usopp per creare equipaggiamenti in grado di potenziare le statistiche di Rufy. Si possono anche mandare i vari membri della ciurma in esplorazione per raccogliere risorse, e ognuno è specializzato in una o più tipologie di materiali, aumentando le chance di trovare un oggetto raro tramite i pranzi di Sanji. Un sorta di “gestionale” che si unisce agli altri generi già citati, ma che come tutti gli altri risulta appena abbozzato come vedremo tra poco.
Dal punto di vista grafico One Piece: World Seeker adotta un classico ma sempre funzionale cel shading di buona fattura, almeno per quanto riguarda i membri della ciurma, Jeanne, Isaac e gli altri personaggi noti. Gli abitanti del villaggio e i nemici comuni purtroppo hanno ricevuto un trattamento molto meno curato, e tralasciando il riciclo continuo dei modelli (a volte se non si leggono i nomi si possono confondere alcuni personaggi visto che sono praticamente identici) si nota un lavoro più approssimativo. Buono invece il frame-rate, che non ha mai dato particolari problemi al contrario della telecamera che invece spesso fatica a trovare l’inquadratura migliore facendoci colpire un po' alla cieca mentre cerchiamo di raddrizzarla manualmente.
Commenti