Recensione - DiRT Rally 2.0
Il Gioco
Il nome Codemasters, sin dagli anni ’80, è strettamente legato al mondo dei motori; passando dal vecchissimo Grand Prix Simulator per arrivare al più recente Colin McRae Rally, la casa inglese ha sempre saputo creare ottimi titoli di guida. Ma ciò che ha sempre attirato le attenzioni dei videogiocatori è stata quella capacità di sfornare piccoli capolavori in grado di accontentare sia il maniaco delle simulazioni, sia gli utenti più attenti all’aspetto arcade. Se la serie DiRT Rally è stata creata con l’intenzione di produrre un titolo più vicino ad una vera simulazione, DiRT 4 ci ha fatto, al contrario, vedere un approccio più semplificato; con DiRT Rally 2.0 si torna alla simulazione, anche se non senza qualche compromesso.Una volta avviato il gioco ci si rende subito conto del fatto che i programmatori vogliono tornare ad un’esperienza completa dal punto di vista della simulazione, e non si perdono nel cercare di spiegare le diverse possibilità che il giocatore ha a disposizione. Infatti veniamo subito catapultati nella Modalità Carriera, partendo dalla creazione del nostro pilota virtuale con l’obiettivo di portarlo ai vertici mondiali, sia nell’ambito del rally tradizionale che del rallycross con le sue gare in circuiti indoor. Precisiamo subito che il gioco non possiede le licenze ufficiali del campionato WRC, detenute dalla serie World Rally Championship, ma può contare su quelle del FIA World Rallycross Championship e dei relativi otto tracciati di Barcellona, Montalegre, Mettet, Lohéac Bretagne, Trois-Rivieres, Hell, Holjes e Silverstone.
MX Video - DiRT Rally 2.0
La Carriera si sviluppa, quindi, attraverso l’esperienza da maturare in queste due discipline principali. Se decidete di affrontare il Rally tradizionale, dovrete darvi da fare su ben 70 percorsi da imparare a memoria (buche e dossi compresi) e dislocati tra Argentina, Australia, Nuova Zelanda, Polonia, Spagna e Stati Uniti; il tutto garantisce una più che discreta varietà in termini di paesaggi e, soprattutto, terreni. L’altra modalità, quella rappresentata dal Rallycross Championship, vi consente di correre sia con le vetture ufficiali del campionato attuale, sia con auto d’epoca; man mano che si completano eventi all’interno di questi circuiti, infatti, si può accedere a nuove vetture, circa 50, a partire da una Opel Corsa 1600. La possibilità di upgradare il proprio parco macchine vale anche per la modalità Rally tradizionale, dove partirete con una Lancia Fulvia. E' inoltre indispensabile potenziare il proprio Team in modo tale che ingegneri e navigatori possano darci un supporto sempre più sostanziale. La modalità Hill Climb non è invece più presente, a differenza del primo episodio della serie.
Scendiamo ora in pista e andiamo ad analizzare come DiRT Rally 2.0 si comporta dal punto di vista del gameplay. Il modello di guida del gioco è principalmente votato all’aspetto simulativo, con più di qualche deroga in grado di farlo apprezzare anche ai meno avvezzi ai settaggi dei titoli motoristici. Con i pad noterete subito come si renda praticamente indispensabile il ricorso al cambio automatico per godere appieno del feeling con la vostra autovettura; se, al contrario, giocate con volante e pedaliera, disattivate pure tutti gli aiuti e godetevi un’esperienza di gioco davvero formidabile. Quest’approccio simulativo con qualche concessione arcade aiuta anche allo scopo di ammorbidire un po' una curva d’apprendimento discretamente ripida, molto simile a quella del primo capitolo ma più rifinita per alcuni versi (come nella gestione degli pneumatici) ma con alcune mancanze per altri (vedi la neve, che verrà introdotta successivamente con un DLC a pagamento). Tralasciando questa momentanea mancanza, è innegabile come Codemasters abbia speso davvero tanto in termini di dettagli a vari livelli.
Partiamo dagli aspetti relativi alla fisica del gioco, mai così importante come in un titolo automobilistico. Qui i programmatori hanno fatto davvero un grande lavoro; sentirete da subito il “peso” della vostra auto, anche se con un sistema di danni che risulta essere abbastanza clemente. Non è possibile, come sta accadendo spesso nei titoli dedicati al mondo dei motori, riavvolgere il nastro in caso di errore e questo, unitamente al fatto che la lunghezza dei tracciati ci impone sessioni anche superiori ai 10 minuti, garantisce quell’adrenalina in grado di farci apprezzare il feeling con il rally. Bisogna guidare con estrema attenzione e, spesso, riprovare più volte lo stesso tracciato per migliorare i nostri tempi; salti, strettoie e curve vanno attentamente valutati, pena la perdita di secondi preziosi. Oltre agli aiuti, facilmente attivabili nella sezione dedicata, DiRT Rally 2.0 ci fornisce anche la possibilità di avere un’ IA che si adatta al nostro livello di bravura, in modo tale da prenderci per mano e farci salire gradualmente di livello.
Il gioco gira stabilmente a 60 fps senza la minima sbavatura, mentre dal punto di vista grafico sembra sia stato fatto qualche compromesso nella rappresentazione del verde di contorno e di alcuni modelli di autovetture. Le cose cambiano, e tanto, passando dalla visuale esterna a quella dall’interno dell’abitacolo, in quanto l’ampio campo visivo ci permette di apprezzare dei dettagli talmente suggestivi da distrarci durante la guida. Il sonoro, non troppo impegnativo, risulta essere comunque funzionale al gioco stesso e con un co-pilota/navigatore provvisto di voce molto chiara, anche in italiano, mentre risultano ben riprodotti i rumori dei singoli motori.
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