Recensione - Dead or Alive 6
Il Gioco
La saga di DOA ha sempre occupato un posto particolare nel mondo dei picchiaduro: non è mai stata considerata abbastanza "seria" da poter affiancare titoli come Street Fighter o Soucalibur, anche per il suo focus su donnine dagli attributi sballonzolanti che le ha fatto guadagnare la nomea di titoli per otaku "guardoni". Con Dead or Alive 6, però, il Team Ninja ha deciso di rimettere il gameplay al centro delle proprie attenzioni anche alla luce del fatto che il genere dei picchiaduro ha assunto una nuova dignità con l’avvento degli eSports. Questo è il motivo per il quale, pur non volendo eliminare del tutto la sensualità delle lottatrici, i programmatori hanno cercato di andare incontro per quanto possibile alle esigenze dei giocatori più raffinati.Una volta avviato, il gioco ci propone di scegliere tra Story Mode, Combattimento rapido (con le relative modalità Scontro, Arcade. Sfida a tempo e Sopravvivenza), Missione DOA, Tutorial e Multiplayer. Il fulcro e cuore del gioco è la modalità Storia che, comunque, si caratterizza per dei tratti davvero “trash” ma altrettanto folli e divertenti. Questa modalità si connota, inoltre, per l’elevato grado di personalizzazione dei lottatori, riuscendo addirittura a mettere in ridicolo quanto pur di buono era stato fatto fino a DOA 5. Oltre alla modalità Storia troviamo le sfide che rappresentano in realtà il tutorial di gioco; si tratta di 104 scenari che hanno sia il grosso difetto di essere troppo semplici che il pregio di farci apprezzare quasi tutto l'insieme dei vestiti collezionabili.
MX Video - Dead or Alive 6
I personaggi presenti nel gioco sono 26 in tutto, con alcune new entry degne di nota: in primo luogo abbiamo Diego, di origine nordamericana, che fa della forza fisica il suo cavallo di battaglia e NiCO, una scienziata che possiede una grande dimestichezza con la tecnologia e, soprattutto, possiede un set di mosse davvero intrigante per non parlare, elemento di non secondaria importanza, del suo “background” che non voglio anticiparvi. Questi due personaggi si distaccano un po’ dal classico roster di DOA ma, alla fin fine, dimostrano di avere un loro perché, soprattutto alla luce di stili di combattimento estremamente peculiari e decisamente più moderni.
Discusso del contorno, andiamo al fulcro del gioco, ossia al gameplay che si basa, come da tradizione della serie, sul Triangle System che mima il gioco “carta-forbice-sasso”: l'attacco attacco batte la proiezione, la proiezione batte la presa presa e la presa batte l'attacco. E' bene evidenziare per che, in DOA, per “presa” si intende la contromossa ottenibile premendo il tasto della parata in aggiunta al movimento dello stick analogico di sinistra nella giusta direzione. La proiezione è, invece, simile alle prese che esistono negli altri esponenti del genere picchiaduro, e ha un tasto dedicato, mentre le altre mosse eseguibili sono come sempre pugno e calcio in combinazioni con le varie posizioni e azioni dei lottatori. Combinando i diversi attacchi con le indicazioni direzionali ed i tasti dorsali, riuscirete a scatenare delle combo davvero interessanti. In un sistema simile diventa cruciale la fase neutrale del combattimento, nella quale si studia letteralmente il proprio avversario; solo chi riuscirà a “leggere” bene nella mente dell’avversario, potrà avere vita facile nel combattimento.
Partendo, quindi, dal concetto di carta-forbice-sasso, le meccaniche di gioco si sviluppano attraverso un sistema di combo con le quali è possibile mettere insieme attacchi potenti e lanci in grado di infliggere danni ingenti. Non siamo ai livelli di un Mortal Kombat, ma le nuove meccaniche relative alle zone di pericolo presenti negli ambienti di gioco determinano un aumento cospicuo della quantità di danni che possiamo arrecare ai nostri avversari. E’ anche presente un nuovo sistema di “Special” che si aggiunge all’indicatore di devastazione arricchendo ulteriormente il gameplay.I Colpi Devastanti sono ispirati alla serie di Street Fighter, ma il loro impiego determina un certo consumo di energia ed essi stessi non sono infiniti. In aggiunta a questi colpi abbiamo anche gli Assalti Fatali, che consentono di prolungare le combo oppure lasciare un avversario stordito per qualche secondo; un elemento, questo, che forse potrebbe affliggere il gameplay in maniera negativa in quanto si tratta di comandi troppo semplici da impiegare e dagli effetti eccessivamente eclatanti. L’Assalto Fatale può però essere controbilanciato da una seconda mossa Special, la Presa Devastante, che può essere portata in ogni direzione e che rende il lottatore praticamente invulnerabile. Probabilmente l’idea di fondo era quella di aggiungere qualcosa di nuovo al classico Triangle System, ma l’esperimento di Team Ninja è risulta riuscito solo parzialmente: il sistema delle Special dovrebbe essere un minimo raffinato in quanto sembra poter appiattire un po’ troppo la già poco ripida curva di apprendimento.
Come nelle precedenti edizioni, anche in Dead or Alive 6 è possibile gestire manualmente la telecamera e le battaglie scorrono via con pochi fronzoli ma con animazioni dei lottatori ben fatte (come ad esempio per il movimento dei vestiti durante il combattimento). Se passiamo all’ aspetto puramente tecnico e a quello grafico, possiamo tranquillamente dire il titolo non fa gridare al miracolo per quanto riguarda i lottatori ma risulta comunque all'altezza della concorrenza, almeno per quanto riguarda i titoli usciti ultimamente. Se facciamo un confronto con le vecchie edizioni della serie, inoltre, troviamo alcune migliorie grafiche di secondo piano (danni ai vestiti, rottura di occhiali o dei per i capelli) che sono comunque funzionali rispetto all’esperienza di gioco. Il design dei personaggi non si è modificato più di tanto e i costumi succinti delle lottatrici rimangono un must con oltre 60 tipologie di vestiti diversi, anche se il piano di contenuti post-lancio non riesce a reggere il confronto con produzioni quali Super Smash Bros Ultimate o Dragonball FighterZ.
Ad ogni buon conto, però, possiamo dire che tutti i personaggi vantano una buona espressività individuale che li rende unici nel panorama di Dead or Alive 6; a questo si aggiungono alcune chicche come la presenza del sudore sulla pelle, la polvere che si alza in alcuni stage di gioco, il fuoco che divampa in altri e, soprattutto, i repentini ed azzeccati cambi di inquadratura quando, ad esempio, un lottatore viene gettato da una roccia verso un dirupo ed afferrato da qualche mostruoso animale (dinosauri, enormi cetacei e così via). Ad ogni modo, le modifiche e le novità apportate al gameplay lanciano Dead or Alive 6 in un’altra direzione allo scopo di ridurre il gap con gli altri titoli del settore; si poteva fare qualcosa in più in tema di meccaniche di combattimento, ma forse l’idea di team Ninja era quella di non deludere il proprio bacino d’utenza. In merito al sonoro, i brani della soundtrack sono piuttosto vari e sostanzialmente funzionali all’azione di gioco. Presenti i sottotitoli in italiano, mentre per il parlato è preferibile utilizzare la lingua giapponese al posto di quella inglese, francamente prolissa ed inascoltabile.
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