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Dead or Alive 6
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Recensione - Dead or Alive 6Xbox OneGame

Il genere dei picchiaduro ha ormai ripreso il suo pieno vigore, e dopo le uscite dello scorso anno il 2019 inizia col botto: Dead or Alive 6 riporta sulle nostre console una delle serie storiche del genere, riproponendoci - seppur in forma evoluta - il gameplay e le caratteristiche che hanno reso tanto famoso il fighter di Team Ninja a cavallo del nuovo millennio. Scopriamolo insieme!

Il Gioco

La saga di DOA ha sempre occupato un posto particolare nel mondo dei picchiaduro: non è mai stata considerata abbastanza "seria" da poter affiancare titoli come Street Fighter o Soucalibur, anche per il suo focus su donnine dagli attributi sballonzolanti che le ha fatto guadagnare la nomea di titoli per otaku "guardoni". Con Dead or Alive 6, però, il Team Ninja ha deciso di rimettere il gameplay al centro delle proprie attenzioni anche alla luce del fatto che il genere dei picchiaduro ha assunto una nuova dignità con l’avvento degli eSports. Questo è il motivo per il quale, pur non volendo eliminare del tutto la sensualità delle lottatrici, i programmatori hanno cercato di andare incontro per quanto possibile alle esigenze dei giocatori più raffinati.

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Una volta avviato, il gioco ci propone di scegliere tra Story Mode, Combattimento rapido (con le relative modalità Scontro, Arcade. Sfida a tempo e Sopravvivenza), Missione DOA, Tutorial e Multiplayer. Il fulcro e cuore del gioco è la modalità Storia che, comunque, si caratterizza per dei tratti davvero “trash” ma altrettanto folli e divertenti. Questa modalità si connota, inoltre, per l’elevato grado di personalizzazione dei lottatori, riuscendo addirittura a mettere in ridicolo quanto pur di buono era stato fatto fino a DOA 5. Oltre alla modalità Storia troviamo le sfide che rappresentano in realtà il tutorial di gioco; si tratta di 104 scenari che hanno sia il grosso difetto di essere troppo semplici che il pregio di farci apprezzare quasi tutto l'insieme dei vestiti collezionabili.

MX Video - Dead or Alive 6

I personaggi presenti nel gioco sono 26 in tutto, con alcune new entry degne di nota: in primo luogo abbiamo Diego, di origine nordamericana, che fa della forza fisica il suo cavallo di battaglia e NiCO, una scienziata che possiede una grande dimestichezza con la tecnologia e, soprattutto, possiede un set di mosse davvero intrigante per non parlare, elemento di non secondaria importanza, del suo “background” che non voglio anticiparvi. Questi due personaggi si distaccano un po’ dal classico roster di DOA ma, alla fin fine, dimostrano di avere un loro perché, soprattutto alla luce di stili di combattimento estremamente peculiari e decisamente più moderni.

Discusso del contorno, andiamo al fulcro del gioco, ossia al gameplay che si basa, come da tradizione della serie, sul Triangle System che mima il gioco “carta-forbice-sasso”: l'attacco attacco batte la proiezione, la proiezione batte la presa presa e la presa batte l'attacco. E' bene evidenziare per che, in DOA, per “presa” si intende la contromossa ottenibile premendo il tasto della parata in aggiunta al movimento dello stick analogico di sinistra nella giusta direzione. La proiezione è, invece, simile alle prese che esistono negli altri esponenti del genere picchiaduro, e ha un tasto dedicato, mentre le altre mosse eseguibili sono come sempre pugno e calcio in combinazioni con le varie posizioni e azioni dei lottatori. Combinando i diversi attacchi con le indicazioni direzionali ed i tasti dorsali, riuscirete a scatenare delle combo davvero interessanti. In un sistema simile diventa cruciale la fase neutrale del combattimento, nella quale si studia letteralmente il proprio avversario; solo chi riuscirà a “leggere” bene nella mente dell’avversario, potrà avere vita facile nel combattimento.

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Partendo, quindi, dal concetto di carta-forbice-sasso, le meccaniche di gioco si sviluppano attraverso un sistema di combo con le quali è possibile mettere insieme attacchi potenti e lanci in grado di infliggere danni ingenti. Non siamo ai livelli di un Mortal Kombat, ma le nuove meccaniche relative alle zone di pericolo presenti negli ambienti di gioco determinano un aumento cospicuo della quantità di danni che possiamo arrecare ai nostri avversari. E’ anche presente un nuovo sistema di “Special” che si aggiunge all’indicatore di devastazione arricchendo ulteriormente il gameplay.I Colpi Devastanti sono ispirati alla serie di Street Fighter, ma il loro impiego determina un certo consumo di energia ed essi stessi non sono infiniti. In aggiunta a questi colpi abbiamo anche gli Assalti Fatali, che consentono di prolungare le combo oppure lasciare un avversario stordito per qualche secondo; un elemento, questo, che forse potrebbe affliggere il gameplay in maniera negativa in quanto si tratta di comandi troppo semplici da impiegare e dagli effetti eccessivamente eclatanti. L’Assalto Fatale può però essere controbilanciato da una seconda mossa Special, la Presa Devastante, che può essere portata in ogni direzione e che rende il lottatore praticamente invulnerabile. Probabilmente l’idea di fondo era quella di aggiungere qualcosa di nuovo al classico Triangle System, ma l’esperimento di Team Ninja è risulta riuscito solo parzialmente: il sistema delle Special dovrebbe essere un minimo raffinato in quanto sembra poter appiattire un po’ troppo la già poco ripida curva di apprendimento.

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Come nelle precedenti edizioni, anche in Dead or Alive 6 è possibile gestire manualmente la telecamera e le battaglie scorrono via con pochi fronzoli ma con animazioni dei lottatori ben fatte (come ad esempio per il movimento dei vestiti durante il combattimento). Se passiamo all’ aspetto puramente tecnico e a quello grafico, possiamo tranquillamente dire il titolo non fa gridare al miracolo per quanto riguarda i lottatori ma risulta comunque all'altezza della concorrenza, almeno per quanto riguarda i titoli usciti ultimamente. Se facciamo un confronto con le vecchie edizioni della serie, inoltre, troviamo alcune migliorie grafiche di secondo piano (danni ai vestiti, rottura di occhiali o dei per i capelli) che sono comunque funzionali rispetto all’esperienza di gioco. Il design dei personaggi non si è modificato più di tanto e i costumi succinti delle lottatrici rimangono un must con oltre 60 tipologie di vestiti diversi, anche se il piano di contenuti post-lancio non riesce a reggere il confronto con produzioni quali Super Smash Bros Ultimate o Dragonball FighterZ.

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Ad ogni buon conto, però, possiamo dire che tutti i personaggi vantano una buona espressività individuale che li rende unici nel panorama di Dead or Alive 6; a questo si aggiungono alcune chicche come la presenza del sudore sulla pelle, la polvere che si alza in alcuni stage di gioco, il fuoco che divampa in altri e, soprattutto, i repentini ed azzeccati cambi di inquadratura quando, ad esempio, un lottatore viene gettato da una roccia verso un dirupo ed afferrato da qualche mostruoso animale (dinosauri, enormi cetacei e così via). Ad ogni modo, le modifiche e le novità apportate al gameplay lanciano Dead or Alive 6 in un’altra direzione allo scopo di ridurre il gap con gli altri titoli del settore; si poteva fare qualcosa in più in tema di meccaniche di combattimento, ma forse l’idea di team Ninja era quella di non deludere il proprio bacino d’utenza. In merito al sonoro, i brani della soundtrack sono piuttosto vari e sostanzialmente funzionali all’azione di gioco. Presenti i sottotitoli in italiano, mentre per il parlato è preferibile utilizzare la lingua giapponese al posto di quella inglese, francamente prolissa ed inascoltabile.

Amore

Una storia sostanziosa

- La storia ha sempre rappresentato un must di DOA, e anche questa volta non è da meno. Come sempre tutto parte dall’organizzazione del torneo da parte di Helena Douglas ma la situazione, rispetto ai precedenti capitoli, viene modificata da alcuni eventi di fondo. Tra questi il vissuto di Honoka, giovane lottatrice che nasconde un segreto così importante che ben tre fazioni cercano di scoprirlo usando ogni mezzo: da un lato il trio Kasumi, Ayane ed Hayate, dall’altro Marie Rose (inviata proprio da Helena) e la new entry NiCO. Ma accanto a questo filone principale, si snodano delle trame secondarie come quella che vede protagonisti Diego, Eliot, Rig, Tina Armstrong e Zack. Tutto questo si articola in diversi capitoli in grado di conferire una notevole profondità e longevità al gioco di Team Ninja.

Modalità Missione DOA

- Nell’ambito delle modalità di gioco, un piacevole ritorno è dato dalla modalità Missione DOA, una serie di sfide basate su un tradizionale sistema di progressione in cui il raggiungimento di determinati obiettivi comporta l’ottenimento di stelle e la possibilità di cimentarsi con nuove sfide. Portare a termine i diversi incarichi non solo aiuta a prendere confidenza con tutte le meccaniche di gioco ma ne sblocca man mano di nuove, come ad esempio i movimenti laterali (e relative contromosse), le prese e le controprese e la capacità di mettere a segno combo sempre più complesse

Ma che bella combinazione

- Qui bisogna fare un plauso a Team Ninja per la gestione delle Combo, davvero ben realizzate e di grande impatto nei diversi combattimenti. Qualcuno potrebbe obiettare che si tratta di un qualcosa di troppo facile da realizzare, ma vi posso assicurare che ci vorrà tanto tempo per padroneggiarle tutte, e sarete costretti farlo per concludere il gioco in tutte le sue varianti. Il pad della One si conferma quanto mai funzionale per un titolo come DOA, e questo lo si nota soprattutto nella gestione dei movimenti con gli stick analogici, in grado di darci la sensazione di riuscire a padroneggiare il nostro lottatore a 360°.

Arene suggestive e mortali

- Bellissimi gli sfondi e le arene di gioco, con scenari vivi e distruttibili con interazioni tanto spettacolari quanto foriere di conseguenze, anche gravi, per il lottatori. Alcune scene risultano particolarmente originali grazie all’ingresso sul palcoscenico di figure un po' fuori testa (come piovre gigantesche e dinosauri), ma indubbiamente il poter lanciare il nostro avversario contro un pannello di vetro che poi finisce in frantumi determina inevitabilmente un impatto sull’andamento del match.Ovviamente il frame-rate fisso sui 60 fps (seppur con rari cali) aiuta molto sia il gameplay che la spettacolarità.

Odio

Online da dimenticare

- Se la Storia rappresenta il fiore all’occhiello della produzione, il comparto multiplayer delude e non poco, presentando un’offerta davvero molto limitata con la disponibilità delle sole Partite Classificate che hanno messo da parte persino le lobby private nelle quali invitare i propri amici. E’ possibile affrontare solo avversari sconosciuti sparsi per il globo, con evidenti e frequenti problemi di lag, un vero problema in un titolo come questo. Il tutto, ovviamente, mina alla base longevità ed esperienza di gioco in una sezione che dovrebbe invece risultare tra le più curate.

Un Season Pass da gioiellieri

- Il roster del gioco presenta 26 personaggi inizialmente impiegabili: successivamente ne saranno rilasciati altri due, oltre a numerosi costumi aggiuntivi, copme parte del Season Pass che costa… ben 89 Euro! Decisamente una sproposito per un gioco di questo genere. Ormai la moda del pass e dei DLC sta raggiungendo vette davvero fastidiose, soprattutto per le tasche dei giocatori.

Tiriamo le somme

Dead or Alive 6 rappresenta, pur con alcuni difetti, un’esperienza solida ed appagante oltre che un piccolo punto di rottura per la serie di Team Ninja. Molto meno ammiccante rispetto al passato, ha un approccio più tecnico con un ottima modalità Storia ed un Tutorial particolarmente ben fatto. Dispiace per un roster di base non competitivo rispetto alla concorrenza, soprattutto in termini di quantità. Il gameplay è stato parzialmente rivisto e, per i giocatori più hardcore, può sembrare eccessivamente semplice. La grossa pecca, al momento, risiede nel multiplayer online: troppo poche le modalità e tanti problemi di lag, almeno ad oggi.
8.0

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L'autore

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Da sempre grande amante di tutti gli sport, ha trasferito questa passione nel mondo dei videogiochi non disdegnando però anche gli altri generi. Ama il nostro calcio quanto sport come il football e l'hockey, ma è sempre pronto a blastare qualche alieno quando ce n'è il bisogno!

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i Le recensioni di MX esprimono il punto di vista degli autori sui titoli provati: nelle sezioni "Amore" ed "Odio" sono elencati gli aspetti positivi e negativi più rilevanti riscontrati nella prova del gioco, mentre il voto ed il commento conclusivo rispecchiano il giudizio complessivo del redattore sul titolo. Sono benvenuti i commenti e le discussioni tra chi è d'accordo o in disaccordo con tali giudizi, ma vi chiediamo di prendere atto del fatto che si tratta di valutazioni che non hanno pretesa di obiettività nè vogliono risultare vere per qualsiasi giocatore. La giusta chiave di lettura per le nostre recensioni sta nel comprendere le motivazioni alla base dei singoli giudizi e capire se possano essere applicate anche ai vostri gusti personali.
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