Recensione - Resident Evil 2
di
Mirko Rossi / Thor
P
Il Gioco
Autunno 1998. In un luogo non precisato del nord Italia, un gruppo di adolescenti si ritrova a dover scegliere un nuovo videogioco al quale dedicarsi tra un partita a FIFA e una gara a Gran Turismo. Fra i tanti titoli disponibili nello scaffale del mercatino dell’usato di quartiere trovano Resident Evil 2, un gioco a loro completamente sconosciuto ma che li cattura sin da subito grazie ad una copertina di grande impatto, sul retro della quale campeggia la scritta “puoi sopravvivere all’orrore?”, seguita da alcune frasi che ne sconsigliavano l’utilizzo alle persone facilmente impressionabili. Basta questo a convincere la comitiva, che in men che non si dica si ritrova coinvolta in una delle avventure più terrificanti ed emozionanti mai vissute fino a quel momento. Un’esperienza che segnerà per sempre la loro carriera di videogiocatori e che, con tutta probabilità, rappresenta anche uno dei motivi alla base della passione che da anni spinge chi vi sta scrivendo. Una passione che, tra alti e bassi, non mi ha mai abbandonato e che è tornata prepotentemente a farsi viva quando ho visto per la prima volta Resident Evil 2, l’attesissimo remake del secondo capitolo della saga creata alla fine degli anni 90 da Capcom ed annunciato nell’ormai lontano 2015. La casa di sviluppo nipponica si è infatti presa tutto il tempo necessario per adattare al meglio il suo “gioiello” agli standard attuali, sia dal punto di vista tecnico che per quanto riguarda il gameplay e la trama.Se non avete vissuto in un eremo negli ultimi 20 anni, sicuramente conoscerete la trama alla base della saga di Resident Evil. In seguito ad alcuni pericolosi esperimenti biologici portati avanti dalla Umbrella Corporation, la città di Raccoon City si ritrova invasa da orde di non morti e abomini di varia natura, che non esitano a dare la caccia e ad uccidere ogni forma di vita rimasta nella zona. Dopo aver portato i giocatori in “gita” nella lussuosa villa Spencer, teatro del primo capitolo, Capcom sposta l’attenzione su quello che sta accadendo nelle strade della città mettendo il giocatore nei panni di due personaggi distinti: Leon Kennedy, un agente al suo primo giorno di servizio nel corpo di polizia locale, e la giovane Claire Redfield, giunta in città per rintracciare il fratello poliziotto Chris. Proprio come nel titolo originale i due, mentre varcano i confini della cittadina, non hanno la minima idea dell’incubo che li attende e degli eventi nei quali si ritroveranno coinvolti dopo aver raggiunto separatamente la stazione di polizia di Raccoon City. Una volta lì, i due protagonisti iniziano infatti a fare luce sugli eventi che hanno scatenato l’epidemia e a lottare senza sosta per sopravvivere agli orrori generati dal virus G (e non solo) seguendo due percorsi distinti, che li costringono ad affrontare situazioni e pericoli differenti sia all’interno che all’esterno della centrale. Tutti i volti noti del capitolo originale, come Ada Wong, i coniugi Birkin e la loro figlia Shelly, e le aree più significative come la centrale di polizia e le fogne, fanno ritorno in questa nuova edizione che ripropone, con una veste più attuale e cinematografica, la stessa struttura narrativa del 1998, ulteriormente impreziosita da una completa localizzazione in lingua italiana.
MX Video - Resident Evil 2
Il giocatore, proprio come nel titolo originale, ha infatti la possibilità di selezionare con quale dei due personaggi affrontare la storia principale, il che si riflette sull’equipaggiamento disponibile inizialmente e su alcune delle vicende narrate. Una volta conclusa la storia con uno dei due personaggi si ottiene poi la possibilità di giocare nei panni dell’altro e vivere così la vicenda “parallela”, che si discosta profondamente da quella principale portando il giocatore ad esplorare nuovi percorsi, ad incontrare personaggi differenti e ad affrontare sfide molto diverse. Se avete giocato l’originale tutto questo probabilmente vi suonerà familiare, ma non fatevi ingannare: Capcom ha infatti modificato in più punti la trama e l’intreccio narrativo, il che si traduce in una narrazione sostanzialmente inedita, capace di accontentare sia i fan di vecchia data sia i giocatori che si avvicinano per la prima volta al titolo. Per venire incontro alle richieste di tutti Resident Evil 2 permette inoltre ai giocatori di selezionare sin da subito la difficoltà tra tre livelli differenti, che si differenziano per la quantità di aiuti attivi, per la pericolosità degli avversari e per la modalità di salvataggio, legata alla necessità di trovare una macchina da scrivere per poter salvare ma che, a livello Facile e Normale, non richiede più al giocatore di consumare i leggendari nastri, presenti solo se si decide di affrontare l’avventura al livello di sfida più alto. Il titolo include inoltre un sistema di salvataggio automatico, ovviamente non attivo quando si gioca a difficoltà Estrema, e tutta una serie di opzioni e aiuti da attivare/disattivare a piacimento per personalizzare l’esperienza di gioco.
Decisamente più marcato il trattamento di restyling riservato al gameplay, che modernizza per quanto possibile il titolo senza stravolgerne le fondamenta. Alla base di Resident Evil 2 troviamo infatti lo stesso mix di azione, esplorazione ed enigmi da risolvere che ha reso celebre la saga di Shinji Mikami, con il giocatore costretto a cercare costantemente oggetti, siano essi chiavi o altro, che gli consentano di sbloccare nuove sezioni e proseguire. La sola ricerca però non è sufficiente. La stazione di polizia di Raccoon City, così come tutte le ambientazioni presenti nel titolo, nasconde numerosi rompicapo quali meccanismi da sbloccare, serrature da aprire, pannelli elettrici da attivare e molto altro ancora. Ogni oggetto ottenuto, ogni accessorio recuperato e ogni porta aperta consente al giocatore di fare un passo in avanti verso la salvezza, a patto di non essere sopraffatti dagli abomini che infestano costantemente le aree di gioco.
Oltre ai non morti, antagonisti principali della saga, in Resident Evil 2 fanno inoltre il loro ritorno alcuni degli avversari più iconici della saga come i cani zombie, i Licker, pericolosi esseri a 4 zampe che hanno perso la pelle in seguito alla mutazione causata dal Virus G, e i Tyrant, creature gigantesche assetate di sangue che metteranno più volte alla prova le capacità del giocatore – e il suo sangue freddo – nel corso dell’avventura. A questi si affiancano poi alcune creature completamente inedite che, ne sono sicuro, troveranno il giusto spazio negli incubi dei giocatori di tutto il mondo. Come da tradizione, Leon e Claire non devo infatti affrontare gli avversari a mani nude ma possono contare su un arsenale di tutto rispetto, che include pistole, revolver, fucili, armi automatiche, lanciafiamme, esplosivi e via dicendo, molte delle quali possono essere migliorate nel corso dell’avventura raccogliendo i componenti necessari. Resident Evil 2 ripropone al giocatore anche il sistema di crafting presente nel titolo originale, attraverso il quale è possibile creare munizioni e prodotti curativi combinando, rispettivamente, diversi tipi di polvere da sparo o differenti tipi di erbe curative. La gestione dello spazio disponibile nell’inventario ricalca quella originale, con la consueta suddivisione in quadrati e la possibilità di sfruttare i contenitori presenti per depositare ciò che non ci serve e recuperarlo quando necessario.
Anche in questo caso, chi ha avuto la fortuna di giocare alla versione originale non potrà quindi non notare le numerose somiglianze presenti in questo remake che però, proprio in virtù di un’opera di ammodernamento rispettosa del passato, risulta allo stesso tempo simile e differente. E non solo perché il titolo include nuove tipologie di nemici o piccole modifiche alla giocabilità, legate per esempio alla presenza di una mappa più dettagliata sulla quale vengono appuntati tutti i punti di interesse e gli oggetti da raccogliere, o alla possibilità di rispondere ad un attacco ravvicinato usando un'arma secondaria come un coltello o una granata. Resident Evil 2, proprio come l’originale, è un classico survival horror in terza persona, ma si discosta profondamente dal capitolo pubblicato nel 1998 per l’abbandono delle inquadrature fisse, sostituite da una moderna visuale libera posizionata dietro le spalle. Un cambiamento inevitabile al giorno d’oggi e che influisce radicalmente sull’intera esperienza di gioco, rendendola più veloce ma non per questo meno ansiogena.
L’abbandono delle visuali fisse ha infatti costretto gli sviluppatori a ripensare completamente il sistema di movimento per avvicinarlo agli standard attuali del genere action, ad aggiornare il sistema di controllo includendo un menu di scelta rapida per le armi gestibile con la croce direzionale, ed un paio di piccoli aggiustamenti alla gestione dello spazio limitato a disposizione nell’inventario; questo ha portato però anche ad una modifica nelle capacità degli avversari, ora decisamente più rapidi e reattivi rispetto al passato. Ma non è tutto qui. Quasi tutte le tipologie di nemici presenti in Resident Evil 2 hanno beneficiato di un lavoro di ammodernamento, che si traduce in una maggiore imprevedibilità dei movimenti, nella capacità di inseguire il giocatore con maggiore costanza, aprendo porte e superando dislivelli se necessario, o, nel caso del Tyrant, in una I.A. da “segugio” sensibilmente più aggressiva rispetto al passato.
Altro elemento fondamentale nel bilanciamento del gameplay di Resident Evil 2 è poi il comparto tecnico, basato su una versione aggiornata del “RE ENGINE”. Il motore grafico di Capcom, oltre a raggiungere i 4K (upscalati) a 60fps su Xbox One X e i 1080p (upscalati) su One e One S) con frame-rate variabile, rappresenta infatti uno degli strumenti scelti dalla software house nipponica per sopperire alla scomparsa delle inquadrature fisse, utilizzate sin dal primo capitolo della saga per celare alla vista del giocatore eventuali pericoli e incutere un senso di angoscia costante. Nella nuova versione del gioco questo compito è affidato, oltre che ad un level design fortemente ispirato alle planimetrie originali, al motore grafico sviluppato da Capcom. La bontà del sistema di illuminazione, abbinata ad un sapiente uso degli effetti particellari come la nebbia, il fumo e la pioggia, ha infatti dato vita ad ambientazioni decisamente più scure di quelle originali, tanto da indurre gli sviluppatori a dotare i due protagonisti di pratiche torce manuali, che vengono impugnate automaticamente dai personaggi in caso di bisogno e che, proprio grazie alle capacità del sistema di illuminazione, contribuiscono ad enfatizzare il distacco tra le zone visibili e quelle più buie. Ad amalgamare tutti questi elementi ci pensa infine il comparto audio, che alterna musiche di ottima qualità ad una vasta gamma di effetti sonori, perfettamente contestualizzati e realizzati con l’ausilio della tecnologia binaurale.
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