Recensione - Darksiders III
Il Gioco
C’era una volta Darksiders. Era il 2010 quanto Vigil Games, un piccolo team praticamente sconosciuto fondato da Joe Madureira e David L. Adams, fece uscire il primo Darksiders sotto l’ala di THQ… e fu subito amore. Il gioco univa esplorazione ed enigmi alla Zelda a frenetici combattimenti action, il tutto condito da un character design unico e una storia che attingeva pienamente al mito dei Quattro Cavalieri dell’Apocalisse. Da urlo. La risposta di critica e pubblico fu positiva, e dopo aver raccontato la storia di Guerra, nel 2012 arrivò Darksiders 2 mettendoci questa volta nei panni di Morte. Vigil Games aveva grandi piani per la serie, e questo sequel riprese tutte le meccaniche del primo capitolo ampliandole, oltre ad aggiungere una componente RPG più approfondita con un ramo delle abilità ed equipaggiamenti di vario tipo per il cupo protagonista. E poi... il disastro. THQ si ritrovò in enormi guai finanziari e fu costretta a dichiarare bancarotta, trascinando nel baratro anche Vigil Games e Darksiders. Solo il provvidenziale intervento di Nordic Games salvò la serie, e dopo la fusione in THQ Nordic i lavori su Darksiders III poterono finalmente iniziare, anche se con diverse limitazioni. Nella transizione, infatti, numerosi dipendenti furono licenziati e trovarono lavoro altrove, tra cui lo stesso Joe Madureira. Adams riuscì comunque a riunire una piccola parte del team originale di Vigil Games, e recuperando alcune delle figure principali fondò Gunfire Games per proseguire la serie. Darksiders III era salvo, ma il nuovo team aveva perso uno dei fondatori e diverso personale, oltre ad avere un budget notevolmente ridotto rispetto al passato. Questa digressione si è resa necessaria per un motivo: Darksiders III è un ottimo gioco, ma purtroppo le conseguenze di questo sviluppo travagliato hanno lasciato segni piuttosto profondi ed evidenti. Ma procediamo con ordine.La storia di Darksiders III si svolge in parallelo ai precedenti due giochi. Guerra si trova in catene davanti all’Arso Consiglio che lo accusa di aver scatenato l’Apocalisse in anticipo, Morte è in missione per provare l’innocenza del fratello e Conflitto… semplicemente è impegnato in altro (che scopriremo sicuramente in Darksiders 4, anche se un primo indizio viene rivelato in questo capitolo). L’Arso Consiglio affida dunque a Furia il compito di sconfiggere e catturare i Sette Peccati Capitali, che dopo la rottura dei Sigilli sono ora liberi e dominano in diverse zone del mondo. Furia accetta la missione a condizione di essere messa a capo dei Quattro Cavalieri dell’Apocalisse una volta che la storia si sarà conclusa, così da far ricredere anche lo stesso Consiglio che la considera la più debole del gruppo. Come suggerisce il nome, Furia appare fin da subito come una testa calda perennemente arrabbiata e scontrosa, desiderosa di uccidere chiunque sia così stolto da porsi tra lei ed il suo obiettivo. Durante il viaggio, tuttavia, Furia inizia una riflessione introspettiva sul suo ruolo in questo gioco di potere, mettendo in dubbio la sua natura mentre scopre dettagli su una cospirazione ben più grande di quanto immaginasse.
MX Video - Darksiders III
La trama scorre abbastanza piacevolmente durante tutte le circa 16 ore necessarie per arrivare ai titoli di coda, anche se questo tempo è fortemente influenzabile dalla vostra bravura con il pad. Darksiders III infatti sposta l’asticella della difficoltà verso l’alto anche a livello normale, e ammetto che più volte ho avuto la tentazione di abbassare la difficoltà dopo aver perso parecchio tempo continuando a morire in alcune sezioni. Procedendo spediti direi che anche 12 ore sono più che sufficienti per raggiungere la fine, ma vi perdereste buona parte della soddisfazione e della profondità del gameplay, comunque inferiore rispetto al passato così come in realtà ogni singolo altro aspetto del gioco, purtroppo.
Furia è una combattente agile e veloce, ma non incassa bene i colpi. Bastano infatti pochi secondi per morire e tornare al negozio di Vulgrim (storico demone mercante presente in tutti i giochi della serie) più vicino, per cui bisogna iniziare fin da subito a padroneggiare la schivata. Eseguendola con il giusto tempismo, inoltre, il tempo rallenta per qualche istante permettendoci di contrattaccare con una potente mossa; imparare i pattern di attacco per capire quando attaccare e quando schivare è quindi fondamentale. Come dite? Vi sembra Dark Souls? Non avete tutti i torti, e già dopo i primi minuti è palese come la serie di From Software sia stata la principale fonte di ispirazione per Darksiders III. Sono tantissime le similitudini tra i due giochi, a partire dalla già citata difficoltà elevata fino a dettagli come il Riposo dei Nephilim (un oggetto di cura che funziona in maniera identica alle Fiaschette Estus), i nemici che rilasciano Anime da spendere al negozio di Vulgrim (equivalente dei falò) e che in caso di morte si possono recuperare tornando nel luogo della sconfitta, le armi potenziabili con tanto di +1, +2 ecc. vicino al nome… perfino l’interfaccia con cui selezionare rapidamente gli oggetti è identica al titolo di From Software.
La struttura e gli enigmi alla Zelda cedono quindi il passo ad una mappa più contenuta ma incredibilmente interconnessa tra le varie zone, e una volta recuperati i poteri necessari si possono sbloccare scorciatoie e passaggi segreti che rendono l’intero mondo di gioco un’unica enorme area. Progredendo nella storia, infatti, Furia acquisisce quattro diverse “forme” che ne modificano l’aspetto estetico, le abilità in combattimento con nuove armi da alternare alla fidata frusta e nuove opzioni per l’esplorazione. La forma del Fuoco aggiunge all’inventario delle catene e permette di effettuare salti caricati, la forma del Fulmine ci dona una lancia e l’abilità di planare per brevi distanze o sfruttare correnti ascensionali per raggiungere punti elevati, la forma della Forza aggiunge un possente Martello e la possibilità di camminare sul fondo dell’acqua e su alcune pareti, infine la forma della Stasi ci equipaggia con due Spade in grado di rallentare i movimenti dei nemici, oltre che a camminare sull’acqua.
Purtroppo, come accennato, la struttura alla Zelda è stata abbandonata in favore di un level design più simile a Dark Souls, per cui sono spariti i cervellotici enigmi che hanno caratterizzato i primi due capitoli. Sono comunque presenti alcuni piccoli rompicapo, ma la loro soluzione è abbastanza ovvia e difficilmente vi ritroverete bloccati non sapendo cosa fare. Giusto nell’area finale ho trovato qualche puzzle ambientale degno di questo nome e dov'è necessario sfruttare al meglio ogni potere, ma per la maggior parte dell’avventura si procede abbastanza tranquillamente. Esplorando ogni angolo del mondo di gioco ci si può inoltre imbattere in alcune aree con boss opzionali e la maggior parte delle volte si viene ricompensati con qualche oggetto o preziosi depositi di Anime, fondamentali per salire di livello visto che le Anime rilasciate dai nemici non sono tantissime, per cui si viene incentivati ad esplorare piuttosto che restare in un’area ad uccidere per farmare esperienza.
Anche l’albero delle abilità visto in Darksiders 2 è stato eliminato e sostituito da un sistema di progressione molto più semplice, e la scelta su dove spendere i punti si limita a Salute, Forza e Arcano, ovvero i danni extra dei contrattacchi e Forma del Caos. Riempiendo un apposito indicatore, infatti, Furia può trasformarsi temporaneamente in una sorta di Demone rigenerando vita e infliggendo danni aumentati, inoltre con un secondo indicatore può rilasciare un potente attacco di Rabbia i cui effetti cambiano a seconda della forma utilizzata. Le combo disponibili non richiedono particolari combinazioni di tasti, ma si basano unicamente sul tempismo. Inizialmente, infatti, il combat system risulta abbastanza scarno visto che si possiede solo la frusta, ma una volta acquisite le varie forme si sbloccano diversi attacchi che permettono una buona varietà. Il button mashing forsennato, tuttavia, si rivela efficace solo contro nemici base o a livelli di difficoltà bassi, e una volta capito come sfruttare pause e prolungazioni nella pressione dei tasti di attacco, Furia si esibisce in danze mortali spettacolari da vedere.
Il vero tallone d’Achille di Darksiders III tuttavia è il comparto tecnico. Il gioco non riesce a convincere sia a livello grafico che soprattutto di fluidità, ma di questo parleremo più approfonditamente tra poco poiché meritano un paragrafo a parte. Chiudiamo questa prima parte della recensione menzionando che il titolo è doppiato completamente in italiano, anche se alcuni potrebbero dover applicare una patch uscita al lancio per poter giocare in full ita.
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