Recensione - NBA 2K Playgrounds 2
Il Gioco
Con NBA 2K Playgrounds 2 il colosso americano si lancia per la prima volta nel mondo del basket arcade 2 vs 2; mentre il primo NBA Playgrounds era pubblicato da Mad Dog Games, stavolta Take-Two Interactive ha deciso di produrre e pubblicare in prima persona il titolo degli abili Saber Interactive per provare a stabilire il proprio dominio anche su questo genere molto amato dal pubblico soprattutto in passato. I giocatori con qualche anno sulle spalle ricorderanno sicuramente quella perla di Midway che rispondeva al nome di NBA Jam, un fantastico gioco di basket arcade provvisto di licenza ufficiale NBA, nel quale degli sproporzionati Michael Jordan, Larry Bird, Isaiah Thomas, Dr. J e Magic Johnson se le davano di santa ragione pur di infilare la palla a spicchi nel canestro avversario, tra un power-up e l’altro. NBA Playgrounds nasce proprio sulla scia di titoli come quello, NBA Ballers ed NBA Street, e già nella sua prima edizione riprendeva le dinamiche di questi titoli aggiungendo una grafica ed una realizzazione tecnica più al passo coi tempi.NBA 2K Playgrounds 2 continua ovviamente su questa strada, e bisogna dire che le maggiori risorse di 2K hanno permesso agli sviluppatori di svolgere un gran bel lavoro con questo divertentissimo basket arcade in modalità 2 vs 2, cercando di potenziare l’offerta del predecessore. La prima novità consiste nell’inclusione di due nuove e ricche modalità di gioco affrontabili sia in modalità single player che multiplayer pur mantenendo sostanzialmente invariato il gameplay del primo Playground.. Diciamo subito che NBA 2K Playgrounds 2 migliora ulteriormente l’esperienza di gioco rispetto al predecessore pur non raggiungendo la profondità di NBA Street oppure il caos sublime di NBA Jam, ma ritagliandosi un suo più che dignitoso spazio. Partiamo, quindi, dall’analisi delle modalità di gioco in single player laddove NBA 2K Playgrounds 2 introduce una modalità Stagione che prende il posto dello schema basato su sei tornei consecutivi presenti nel prequel.
La Stagione, ovviamente, non prevede che vengano disputati i canonici 82 incontri, bensì 14 seguiti dai Play-Off strutturati in serie al meglio delle tre partite; ai Play-Off partecipano le prime 8 formazioni classificate nelle rispettive divisioni (Eastern and Western). Se per qualcuno questa può sembrare una limitazione, vi assicuro che non lo è affatto perché, grazie a quest’impostazione, riuscirete a terminare un’intera stagione in poco più di due ore impostando a 3 minuti (un tempo più che soddisfacente) la lunghezza delle partite. In questo modo vi garantirete del sano divertimento, mettendo da parte per un po' le estenuanti partite con simulazioni ben più raffinate ma anche più impegnative di NBA 2K19. La modalità Stagione, inoltre, può essere disputata con un amico in modalità co-op sulla stessa console oppure in multiplayer online, e permette di settare il livello di difficoltà più indicato per l’utente. Ci sono 4 livelli progressivi di difficoltà, e l’IA della CPU, ottimamente implementata, offre una sfida più che valida già a partire dai livelli di difficoltà più bassi.
MX Video - NBA 2K Playgrounds 2
Giocando la modalità Stagione si entra anche in contatto con il lato “oscuro” del titolo 2K, ossia il collezionismo di card. Giocando e vincendo partite con il proprio team, si progredisce riscattando delle card (simili a quanto visto in NBA 2K) che permettono di potenziare i giocatori, oppure acquisirne degli altri. Allo stesso modo, vincendo il Campionato con una determinata franchigia sbloccherete una card Leggenda di quella franchigia: se, ad esempio, vincete il titolo con i Lakers, sbloccherete Magic Johnson, mentre con i Cavaliers avrete Mark Price. Le leggende sono caratterizzate, oltre che da parametri di indubbia superiorità, anche da animazioni uniche che aggiungono stile e personalità al personaggio ed al team. Il voler collezionare tutte le leggende vi porterà a rigiocare più volte la Stagione cambiando ogni volta la vostra squadra. In tutto questo c’è il limite dovuto al fatto che esistono solo tre slot di salvataggio e, quindi, dopo tre stagioni diverse, bisogna cancellarne uno per fare spazio ad un altro.
Parlavo prima di "lato oscuro”, in quanto in questo meccanismo entrano in gioco le consuete e fin troppo invadenti microtransazioni; potete infatti decidere di sbloccare tutte le leggende acquistando con la moneta virtuale i pacchetti di card. Come nel precedente capitolo, infatti, spesso sarà obbligatorio acquistare pacchetti di card per sbloccare giocatori e, soprattutto Franchigie che, almeno inizialmente, non saranno disponibili. La moneta virtuale è comunque accumulabile anche giocando partite in altre modalità (sfida rapida), vincendo di volta in volta. Vincendo una Stagione avrete comunque abbastanza monete per poter acquistare diversi pacchetti e sbloccare, di conseguenza, squadre e singoli giocatori. La cosa interessante è che molto difficilmente troverete dei doppioni, il che, tutto sommato, gratifica l’utente.
Dal punto di vista dei contenuti il gioco contiene un gran numero di giocatori attuali e di Leggende, molte delle quali dotate di alcune peculiari caratteristiche (ad es. la schiacciata di Michael Jordan con slancio dalla linea del tiro libero). In aggiunta alla stagione, potrete giocare delle partite amichevoli 1 vs 1, fare del sano allenamento per imparare le meccaniche di gioco oppure divertirvi con la gara dei tiri dai 3 punti, magari impratichendovi con il bonus delle palle infuocate.
Per quanto riguarda il gameplay, Saber ha ripreso la formula del predecessore modificandola in alcuni punti essenziali. Il sistema di tiro è decisamente cambiato e vi creerà qualche imbarazzo iniziale se siete ancorati a quanto visto nel primo episodio: nel momento in cui deciderete di far partire il tiro, comparirà a schermo un semicerchio in grado di dirvi se avete rilasciato il pulsante al momento giusto (ossia, se vi trovate nella zona verde del semicerchio stesso). Finchè non trovate il timing giusto, lancerete solo dei mattoni oppure vi troverete a sbagliare schiacciate andando oltre il ferro di diversi centimetri. Tutto ciò vale indipendentemente dal giocatore che utilizzate, siano essi Stephen Curry oppure Magic Johnson. Ci sono poi gli usuali tasti per tirare, passare e preparare le schiacciate o gli alley-oop più spettacolari, il tutto anche in combinazione con i grilletti posteriori. Rispetto a vecchi titoli come NBA Jam, i ruoli dei giocatori contano un po’ meno e potrete quindi schierare in squadra anche due tiratori anziché, ad esempio, un tiratore ed un giocatore forte sotto canestro.
Occhio sempre a raccogliere i power-up sparsi sul campo da gioco; ci sono ad esempio zone che, se calpestate prima di un tiro, possono far aumentare il valore del canestro appena centrato oppure quello delle schiacciate e così via. Alcune new-entry nei power-up da segnalare sono una lastra di ghiaccio sul canestro avversario, una maledizione da lanciare per non far segnare il vostro rivale e altri moltiplicatori di punteggio per tiri e schiacciate. Combinando diverse azioni ben riuscite e spettacolari, riempirete un indicatore in basso sullo schermo e, al culmine, vi verrà conferito il "potere" speciale, dalla super-velocità ad un tiro che ha il 100% di possibilità di segnare sino ad arrivare, appunto, alla temporanea glaciazione del vostro canestro, che costringerà gli avversari a scioglierlo a suon di schiacciate fallite. Rispetto al primo capitolo, rimbalzi e stoppate sono più facili da eseguire, meno semplici le spinte che si possono dare agli avversari che vanno dosate alla perfezione, altrimenti mancare il bersaglio diventa la regola. Ottima la grafica delle animazioni, che risultano sempre spettacolari e molto fluide anche nelle situazioni più concitate con i dieci playground davvero ben rifiniti; peccato solo per una telecronaca un po’ scarna e rigorosamente in lingua inglese, mentre tutti i testi a schermo sono in italiano.
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