Recensione - NBA 2K19
Il Gioco
E siamo a 20 anni: due decadi di onorata carriera per la serie NBA 2K, a testimoniare sia la qualità del prodotto che l’affetto che i fan nutrono per quella che viene ritenuta una vera e propria bibbia videoludica (per chi vuole, a tal proposito, si può acquistare anche la versione dedicata all’anniversario), probabilmente il miglior videogioco sportivo di sempre. Quando, però, si confeziona un prodotto di siffatto livello, il difficile è confermarsi senza deludere la folta schiera degli appassionati. A tal proposito Visual Concepts - lo studio californiano che è al timone della serie sin dai primissimi episodi su Dreamcast - ha utilizzato un metodo sostanzialmente collaudato: non toccare l’impianto globale e puntellare quegli aspetti che ancora potrebbero necessitare di migliorie.Una volta lanciato il gioco, il menu ci propone le diverse modalità presenti: partita veloce, stagione, il Mio GM, la Mia Carrier e il My Team Mode (una sorta di Ultimate Team); il menu si completa, inoltre, con tutte le opzioni dedicate al gioco in multiplayer online (partite veloci, tornei e stagione). Partiamo dalla descrizione delle due modalità sulle quali i programmatori hanno deciso di agire in maniera più evidente, trattandosi anche delle due più importanti: Carriera e GM. La modalità Carriera è stata notevolmente arricchita e migliorata rispetto all’ultima edizione, e si focalizza su un personaggio (che potrete creare ed editare in tutte le sue sfaccettature) dal carattere “particolare” e che, a dispetto dell’indubbio talento, viene scartato al draft NBA costringendolo ad emigrare. Non è raro, nella realtà, che diversi talenti americani siano costretti a trovare gloria in Europa per poi magari far ritorno in patria. Nel caso di NBA 2K19, il protagonista del gioco si ritrova a far le valigie e partire alla volta della Cina, dove si troverà a giocare per la squadra di Shanghai in un mondo molto diverso (culturalmente e sportivamente) dal suo paese natale.
MX Video - NBA 2K19
Quanto appena raccontato rappresenta anche quanto è possibile giocare già nella demo “Preludio” del gioco, disponibile gratuitamente sullo Store. Dopo essersi fatto le ossa e conquistato le simpatie dei nuovi colleghi con gli occhi a mandorla, il nostro eroe riesce anche a vincere i primi titoli ed a riproporsi all’attenzione degli scout NBA. Il “Preludio” si chiude, infatti, con il nostro giocatore che atterra in quel di Los Angeles e viene accolto da una bellissima limousine, pronto per incominciare la carriera nell’agognato mondo dell’NBA; anche qui, però, le cose non sono facili e bisogna ripartire dall’NBA Gatorade League, la lega di sviluppo dell’NBA dove il nostro giocatore fatica ad integrarsi. Tutto questo è raccontato con un piglio cinematografico di primissima qualità, ma anche arricchito da un aspetto grafico di prim’ordine e da un'ottima regia (scordatevi, però, il doppiaggio nella nostra lingua).
Già a questo punto troviamo alcuni elementi aggiunti nella versione NBA 2K19: maggiore attenzione ai dettagli (giocatore personalizzabile fino al colore dei lacci delle scarpe) con sostanziale scomparsa delle fastidiose microtransazioni dello scorso anno (è sempre possibile utilizzarle per accelerare la crescita del proprio personaggio, ma non è più così indispensabile spendere soldi) e possibilità di tagliare i tempi morti della narrazione saltando le scene d’intermezzo.
Nell’ambito della Carriera è inoltre nuovamente possibile frequentare il Quartiere, un vero e proprio mondo parallelo nel quale giocare nei playground ed interagire con vecchie e nuove stelle NBA. Ottima l’implementazione degli aspetti social e l’aggiunta del ciclo giorno/notte, che non è fine a se stesso ma può influenzare i ritmi del nostro atleta. Nel Quartiere potrete affrontare incontri 1 vs 1 oppure 3 vs 3, ma anche entrare nei negozi e, perché no ?, farvi un bel tatuaggio. Le sfide possono anche essere disputate online e, per ora, non ho assistito a fenomeni di lag, parimenti alle altre modalità multiplayer presenti.
Se la Carriera è un elemento cardine dell’esperienza di gioco, lo stesso vale per Il Mio GM, ossia la modalità nella quale interpretiamo il ruolo del proprietario, allenatore e giocatore di una franchigia NBA, gestendo tutto ciò che ruota intorno al panorama di una società di basket professionistica americana: rapporti con la stampa, gestione contratti, acquisizione giocatori e così via. Quest’anno anche a questa sezione del gioco riceve un tocco cinematografico, e le scelte che effettuerete nei dialoghi impatteranno in maniera realistica sull’andamento della vostra carriera manageriale. Anche qui, il team di Visual Concepts ha implementato due interessanti novità: la possibilità di utilizzare classi storiche del draft NBA e la figura del Mentore.
Partiamo dalla prima novità: nel momento in cui decidete di iniziare una stagione e deciderete di fare il draft (nel quale, tra l’altro, è stata notevolmente ampliata la sezione dedicata alle statistiche relative ai giocatori selezionati), potrete aggiungere anche alcune classi storiche (1960, 1965, 1969, 1970 ed il blocco 1976-2000) in modo tale da avere la possibilità di avere in squadra geni cestistici del calibro di Michael Jordan oppure Kareem Abdul-Jabbar. Per quanto concerne la figura del Mentore, invece, si tratta di un giocatore anziano che, nelle vesti di saggio, si affianca ad una matricola e lo aiuta, inizialmente, ad inserirsi nel gruppo per poi migliorarlo anche dal punto di vista tecnico.
Parlando ancora di modalità di gioco ricordiamo due evergreen quali la Stagione e la Mia Lega (che dura fino a 80 anni e può essere giocata anche online) e la modalità Playoff per chi vuole passare direttamente agli incontri ad eliminazione diretta evitando di sobbarcarsi le 82 partite di stagione regolare. Il quadro delle modalità, come già anticipato, è completato dalle amichevoli (offline ed online) e da altre due interessanti varianti, delle quali una, la cosiddetta Blacktop, permette di disputare delle partite di street basket caratterizzate da un ritmo frenetico e scarsa attenzione alle regole tradizionali. Infine nella modalità La Mia Squadra, una sorta di Ultimate Team in stile EA Sports, è possibile, acquistando pacchetti di card virtuali, creare il nostro Dream Team con giocatori attuali e vecchie glorie per poi disputare incontri in locale ed online.
Qui segnaliamo inoltre la modalità Unlimited giocabile online, nella quale dovrete disputare blocchi di 12 incontri senza restrizioni sulla tipologia di cards da utilizzare. Settimanalmente saranno disponibili ulteriori sfide e tornei online ed offline.
Analizzate le modalità di gioco, è il caso di scendere sul parquet e di vedere cosa succede a livello di gameplay: anche in questo caso, i programmatori hanno cercato di toccare il meno possibile di quanto già funzionava egregiamente, aggiungendo però diverse novità.Una di queste è rappresentata da quello che viene definito “impeto” che, sostanzialmente, rappresenta un boost temporaneo legato strettamente alle caratteristiche tecniche del giocatore e può essere attivato una volta che l’atleta esegue ripetutamente con successo una certa azione (tiro, schiacciata e così via). L’attivazione del boost è rappresentato da un'icona a forma di fiamma ardente che si trova a lato del giocatore; in questo modo, ad esempio, Stephen Curry aumenterà la sua capacità nel tiro da 3, mentre LeBron James schiaccerà con ulteriore potenza. Attenzione, però: non si tratterà mai di un potenziamento alla NBA Playground/NBA Jam ma solo una sorta di temporanea "trance agonistica".
In aggiunta a quanto detto, qualche piccolo ritocco lo si riscontra per quanto concerne le meccaniche di tiro, per il quale abbiamo un nuovo misuratore a mezzaluna che va riempito con il tasto di tiro e, se rilasciato con il giusto tempismo, permette di scagliare il tiro perfetto. Ottima anche la gestione delle palle rubate: grazie ad una modifica del codice di gioco, è ora possibile intercettare la palla su un passaggio male eseguito oppure rubarla ad un avversario momentaneamente distratto. Anche le meccaniche difensive sono state ulteriormente migliorate soprattutto nella difesa su gioco in post e, più in generale, sotto canestro dove si contiene l’avversario agendo sullo stick analogico destro.
Ottima, come sempre, la gestione dell’IA della CPU ma, soprattutto, di quella dei nostri compagni di squadra, il che rende l’esperienza globale ancora più gratificante e piacevole. In NBA 2K19 l’aspetto tattico è ancora una volta fondamentale, e una partita non è mai simile ad un’altra: il possesso palla, l’intelligenza tattica ed il saper aspettare l’attimo giusto per la giocata vi faranno capire quanto, come sempre, sia privilegiato l’aspetto tattico, anche perché la CPU non perdona nulla a livello di tagli a canestro e raddoppi di marcatura. Il gioco è completamente in lingua italiana per quanto concerne i testi, mentre il commento resta in lingua inglese.
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