Recensione - Naruto to Boruto: Shinobi Striker
Il Gioco
Come gli appassionati sapranno la storia di Naruto si è conclusa ormai da diverso tempo, e ora il testimone è passato a suo figlio Boruto. Sia il manga che l’anime purtroppo sono ancora in una fase troppo embrionale per dedicare un intero gioco alla nuova generazione di ninja (anche se, ad onor del vero, i primi giochi di Naruto erano stati realizzati con ancor meno materiale), per cui è normale che Bandai non voglia ancora staccarsi completamente dai personaggi storici e abbia preferito un insolito “crossover” come si nota fin dal titolo stesso del gioco. La storia di Naruto to Boruto: Shinobi Striker è originale ma comunque ambientata nella nuova serie, con Naruto nei panni del Settimo Hokage costantemente impegnato nelle faccende burocratiche del Villaggio della Foglia. Approfittando di questo periodo di pace Naruto organizza così il Grande Torneo dei Ninja, una competizione che vede partecipanti provenienti da ogni luogo per dimostrare di essere il migliore. Questo semplice (e piuttosto abusato) espediente narrativo giustifica la principale novità del gioco, ovvero la possibilità di utilizzare un avatar inedito e personalizzabile. Invece dei classici protagonisti (che si possono comunque utilizzare) ci viene quindi chiesto di impersonare un anonimo shinobi e di portarlo in cima alle classifiche dei combattenti più forti del mondo. Per prima cosa naturalmente si deve dare un volto al nostro ninja, e attraverso l’apposito editor ci si può sbizzarrire nel creare un personaggio originale cambiando ogni singolo connotato. Inizialmente l’editor è piuttosto limitato e permette di scegliere tra modelli ripresi di peso da quelli dei personaggi storici, ma proseguendo nelle varie missioni si possono sbloccare man mano nuovi set e accessori che permettono una personalizzazione praticamente infinita.Si entra quindi nel Villaggio della Foglia, che funge da hub centrale dove raggiungere tutte le varie modalità di gioco. In maniera del tutto simile a quanto visto in Dragon Ball Xenoverse all’interno dell’hub si possono vedere gli avatar dei giocatori connessi nella nostra stessa lobby, e la piazza centrale brulica di ninja dai colori sgargianti e acconciature stravaganti, e ci si può rilassare e improvvisare scenette tramite le numerosi azioni possibili come balletti e pose strane, oppure organizzare delle partite tramite la chat testuale. Il Villaggio della Foglia non è vastissimo e in pochi passi permette di arrivare ai principali edifici, e i più importanti sono la Magione dell’Hokage e l’Arena VR. La prima permette di accedere alla modalità online tramite partite veloci o il Campionato Mondiale dove il risultato influisce sulla nostra posizione in classifica, e rappresenta quindi il vero fulcro del gioco. Naruto to Boruto: Shinobi Striker è infatti un titolo incentrato praticamente solo sull’online, ma di questo parleremo più del dettaglio tra poco. Prima di buttarsi nella mischia del multigiocatore infatti è consigliabile dedicare qualche ora alla componente offline del gioco, ovvero l’appena citata Arena VR.
MX Video - Naruto to Boruto: Shinobi Striker
Al contrario di quanto suggerisca il nome, tuttavia, non c’è nessun collegamento con i visori di realtà virtuale, ma si tratta di un altro classico espediente narrativo utilizzato per giustificare la presenza di personaggi storici all’interno della linea temporale di Boruto dove è ambientato il gioco. Molto semplicemente si tratta di una zona dove è possibile vivere alcune “simulazioni” di combattimenti per mettere alla prova le proprie abilità e imparare le basi del gioco, e con l’occasione rivivere anche alcuni combattimenti fondamentali nella storia di Naruto. Nella pratica questo si traduce in una serie di missioni di difficoltà crescente che possono essere sbloccate parlando con alcuni personaggi nel Villaggio della Foglia, e una volta completate possono sbloccare delle pergamene (l’equivalente delle loot box) che forniscono in maniera casuale costumi (alcuni estetici altri con ripercussioni sulle statistiche), acconciature, armi o perfino delle tecniche speciali da utilizzare in combattimento. Il vantaggio di essere dei ninja originali infatti è quello di poter imparare le mosse speciali degli altri personaggi creando così degli ibridi inediti, e per farlo oltre al drop casuale si possono scegliere anche dei Maestri a cui ispirarsi… il tutto sempre in realtà virtuale. In fondo la comodità di questa tecnologia è proprio quella di poter ricreare qualsiasi cosa, per cui è possibile scendere in battaglia al fianco ad esempio di Naruto se si vuole imparare il Rasengan, ma trattandosi di simulazioni nessuno può impedirvi di scegliere anche personaggi malvagi o addirittura ormai morti.
L’unica limitazione nell’uso delle tecniche speciali riguarda le Classi: parliamo quindi della principale caratteristica di Naruto to Boruto: Shinobi Striker che rende il gioco piuttosto unico nel suo genere. A differenza dei normali picchiaduro, la base del gioco è il combattimento tra squadre 4 VS 4, e ogni giocatore può interpretare un diverso ruolo esattamente come in un Arena Shooter. Abbiamo quindi la classe Attacco per chi preferisce essere al centro dell’azione, Distanza per chi invece vuole infliggere danni restando nelle retrovie, Difesa per chi vuole appunto difendere i compagni di squadra e “tankare” i colpi e infine Cura per ripristinare le energie degli alleati e infliggere status negativi al nemico. Ogni classe può utilizzare solo determinati armi, accessori e tecniche, per cui purtroppo non si possono utilizzare con la stessa classe mosse come il Rasengan (attacco ravvicinato) e la Palla di Fuoco Suprema (a distanza), tuttavia all’interno della stessa partita nulla vieta di cambiare classe ogni volta che si muore. Scegliere la classe giusta al momento giusto inoltre è fondamentale per la vittoria, e se siete appassionati di Arena Shooter o MOBA potete già avere un’idea di cosa stia parlando. Una squadra formata unicamente da Attaccanti (o qualsiasi altra classe) nella stragrande maggioranza dei casi è destinata alla sconfitta, così come i giocatori solitari che non hanno voglia di collaborare. Se si vuole scalare la classifica del Campionato Mondiale e ricevere i relativi premi alla fine di ogni stagione bisogna saper utilizzare ogni stile di combattimento ed essere pronti a “sacrificare” il ruolo preferito in favore di quello necessario alla squadra.
Nonostante ogni classe abbia stili completamente diversi, tuttavia, il gameplay di base rimane comunque lo stesso per tutti, per cui una volta presa confidenza con i comandi con una classe si possono usare tranquillamente anche le altre.
Naruto to Boruto: Shinobi Striker non offre tuttavia un gameplay particolarmente profondo o tecnico, e le poche combo disponibili si possono effettuare unicamente con i tasti per gli attacchi leggeri e pesanti, mentre con i dorsali si possono utilizzare le tecniche segrete (ognuna con un tempo di ricarica diverso) e una volta riempito l’apposito indicatore si può scatenare una tecnica suprema che spesso può ribaltare le sorti della battaglia. Grande importanza viene data ai movimenti, infatti esattamente come nell’anime si può correre tranquillamente anche sui muri o superfici verticali, inoltre si possono caricare i salti o usare dei kunai con cavo per coprire distanze maggiori o salvarsi all’ultimo secondo prima di cadere nel vuoto.
Le modalità di gioco ricordano quelle di uno sparatutto, infatti troviamo le classiche Eliminazione, Cattura la Bandiera, Conquista delle basi e Dominio in cui ci si contende il controllo di tre punti specifici della mappa.
Dal punto di vista tecnico Naruto to Boruto: Shinobi Striker riprende l’ormai rodato cel-shading che ben conosciamo, anche se purtroppo non siamo ai livelli di Ultimate Ninja Storm 4, probabilmente a causa della poca esperienza di Soleil rispetto ai veterani CyberConnect2, anche se il risultato è comunque gradevole all’occhio. Ottimo come sempre il doppiaggio, che vanta la presenza dei doppiatori originali dell’anime giapponese e inglese il tutto con sottotitoli in italiano. Trattandosi di un picchiaduro l’elemento cardine da tenere in considerazione è il frame-rate, e durante le mie partite ho notato con piacere come questo sia rimasto solido in ogni occasione, anche se purtroppo qualche piccolo calo quando diversi giocatori attivano contemporaneamente le tecniche supreme era presente, ma in linea generale Soleil ha svolto comunque un ottimo lavoro.
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