Recensione - WWE 2K18
Il Gioco
Anche la serie WWE si presenta puntuale all'appuntamento con la nuova stagione, con lo scopo di dissipare lo scetticismo dei giocatori rimasti con l'amaro in bocca a causa di un titolo precedente privo di idee davvero innovative. Ma c'è davvero stato un cambio di passo quest'anno? La nostra risposta è un “ni”; vediamo di capire il perché.Come gli appassionati ben sanno, la serie della Yuke’s parte da molto lontano e, negli anni, si è probabilmente adagiata sugli allori nonostante avesse avuto tutto il tempo di progredire e migliorarsi. Già con WWE 2K16 ci aveva stupito, in negativo, la mancanza della modalità showcase e, anche con WWE 2K17, l’impossibilità di giocare una modalità storia nei panni dell’allora testimonial Brock Lesnar non ci ha convinto del tutto, per utilizzare un eufemismo. Per questi motivi ho approcciato WWE 2K18 con estrema curiosità ed attenzione ai particolari e, come proverò a raccontarvi, ci sono luci (diverse) ed ombre (alcune).
Una volta lanciato il gioco, la schermata ci propone l’esibizione singola, la modalità carriera ed, infine, la sezione dedicata all’online. Partiamo dall’esperienza single-player, davvero molto completa per quanto concerne le sottomodalità, ad eccezione del cosiddetto Inferno Match che continua a latitare. Abbiamo gli incontri 1 vs 1, 2 vs 2, triple threat, fatal 4-way, 3 vs 3, 4 vs 4, handicap match, Royal Rumble ed, infine i vari tornei. Il piatto dell'offerta single-player è poi completato dalla grande varietà in tema di stipulazioni, ossia delle diverse forme di combattimento: si va dall’incontro normale al Falls Count Anywhere (tipologia di match nel quale le sottomissioni possono avvenire anche al di fuori del ring), dal Backstage Brawl (ossia le risse che avvengono nel backstage, prima ancora che gli atleti salgano sul ring) all’Extreme Rules (match giocati con le regole dell’hardcore wrestling), passando per Ladder (match nel quale bisogna impadronirsi di una cintura o di un altro oggetto appeso al tetto dell’arena di gioco, il quale, per essere catturato, necessita del fatto che i contendenti salgano su una scala), Table (match per il quale non è previsto alcun tipo di squalifica e dove, per vincere l’incontro, bisogna schiantare l’avversario attraverso un tavolo), TLC (qui si utilizzano tavoli, scale e sedie con i quali bersagliare il vostro avversario), Hell in a Cell (match combattuto in una gabbia d’acciaio alta circa 6 metri, chiusa sul tetto e con la porta serrata con un lucchetto dalla quale i combattenti possono entrare e uscire), Steel Cage (variante della precedente nella quale l’uscita dalla gabbia equivale alla vittoria), Iron Man (incontro a tempo limitato in cui vince il wrestler che riesce a schienare o sottomettere più volte il proprio avversario), Last Man Standing (qui l’obiettivo è ottenere che l’avversario non si rialzi entro un conteggio di 10 da parte dell’arbitro), No Holds Barred (qui nessuna mossa è proibita per arrivare alla vittoria), Submission (match con numero variabile di lottatori in cui l’unico modo per ottenere la vittoria è sottomettere uno dei contendenti; non essendo un match ad eliminazione, il primo che sottomette un avversario, chiude l’incontro) ed, infine, il classico match con regole personalizzate.
MX Video - WWE 2K18
Per quanto concerne il Royal Rumble, è possibile selezionare il numero dei partecipanti tra dieci, venti o trenta lottatori e, sostanzialmente, risulta essere una riproposizione della modalità presente in WWE 2K17. Infine, rimanendo in tema di modalità per giocatore singolo, la modalità Carriera ci vede alle prese con un rookie che, partendo dal Performance Center di Orlando, passa agli show di NXT e da lì evolve verso il main roster, gli show pay-per-view e, ovviamente, il Wrestlemania. Qui la personalizzazione del nostro personaggio è davvero curata nei minimi dettagli, ma la completezza dell’editor si scontra con l’eccessiva macchinosità con la quale ci si deve confrontare nelle prime fasi della carriera; in questo frangente, infatti, ci si limita a dialoghi piuttosto scarni con alcuni personaggi (e, cosa censurabile, questo avviene solo con dialoghi testuali) per poi tornare nel parcheggio e, quindi, a casa. Il tutto, ahimè, è accentuato da tempi d’attesa spesso camaleontici in grado di spezzettare fin troppo il ritmo di gioco e rendere complicato il passaggio dalla fase NXT al Main Roster. Come elemento distintivo, il personaggio creato nella modalità carriera viene impiegato anche in un nuova modalità di gioco denominata Road to Glory, un vero e proprio campionato online nel quale, grazie ai combattimenti in match multiplayer, si possono guadagnare punti necessari a partecipare agli show in pay per view.
Archiviata la descrizione delle principali modalità di gioco, andiamo ad esaminare come si presenta WWE 2K18 una volta scesi nell’arena. Cominciamo subito col dire che, oltre al roster più completo di sempre, abbiamo anche i modelli poligonali dei wrestler più raffinati e somiglianti alle controparti reali che si siano mai visti prima; questo discorso vale, soprattutto, per i lottatori di sesso maschile, un po' meno per le lottatrici. John Cena e Randy Orton non sono più una sorpresa ma anche gli outsider, come Dean Ambrose, presentano delle animazioni davvero perfette. Ci sono anche alcune chicche come, ad esempio, l’aumento della sudorazione durante il corso dei match.
Ottima la rappresentazione fisica dei lottatori, con un design raffinato ed una qualità dei movimenti ulteriormente migliorata rispetto alle ultime edizioni del gioco. In un gioco dedicato al wrestling diventa fondamentale il sistema di puntamento che, fondamentalmente, risulta essere simile a quello dell’edizione 2K17 e funziona decisamente bene. Sono, ovviamente, previste le “fughe” grazie alle quali i lottatori possono sfuggire, anche se solo temporaneamente, all’attacco dell’avversario e fuggire al di fuori del ring per prendere fiato. Come avviene nella realtà, è possibile sollevare il nemico, portarlo a spasso per il ring ed interagire con lo scenario di gioco (anche nel backstage) grazie alle diverse combinazioni disponibili fornite dall’impiego contemporaneo dei due stick analogici.
Proprio l’impiego degli stick analogici, in passato, ha fatto storcere il naso a diversi utenti; di conseguenza, gli sviluppatori hanno pensato di implementare una modalità alternativa per effettuare le prese anche se, soprattutto al momento di tentare una manovra di sottomissione, il sistema evidenzia una fastidiosa legnosità di fondo. In queste occasioni emerge uno dei difetti più evidenti del titolo, ossia l’eccessiva staticità che, alla lunga, può portare il giocatore allo sfinimento ed è su quest'aspetto che non si può pensare di rimandare dal punto di vista delle migliorie, soprattutto in previsione delle prossime edizioni del gioco; probabilmente, anche la mancanza di un vero competitor agevola questa velata trascuratezza. Molto belle e folkloristiche le scene d’introduzione ai combattimenti, con l’ingresso in pompa magna dei lottatori e l’introduzione di filmati in grado di presentare e caratterizzare i diversi wrestler.
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