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Recensione - Tekken 7Xbox OneGame

A ben 8 anni dall'ultimo episodio "numerato" del picchiaduro di Bandai Namco, la saga della famiglia Mishima arriva finalmente sulle nuove console con Tekken 7. Impugniamo i nostri joypad e fight stick e scopriamo se il gioco è all'altezza delle aspettative!

Il Gioco

Tekken ritorna dopo il Tekken Tag Tournament 2 del 2012 e soprattutto dopo quel Tekken 6 che, nel 2009, aveva lasciato l’amaro in bocca per via di una modalità storia davvero ridotta all’osso e priva di pathos; proprio per questo motivo il team di Katsuhiro Harada è ripartito da questo elemento per Tekken 7, rendendo lo storytelling uno dei pilastri del gioco. E tale scelta ha portato indubbiamente i suoi frutti, visto che la modalità Storia è probabilmente una delle esperienze migliori che si siano viste in un fighting game. Il sipario si apre con una frase del grande Oscar Wilde che suona come una sentenza: "I figli iniziano amando i loro genitori, in seguito li giudicano. Raramente, se non mai, li perdonano".

La storia riparte dalle vicende di Tekken 6, dove avevamo lasciato Jin disperso in Medio Oriente mentre in patria infuria lo scontro tra la dinastia Mishima e la G-Corporation, abbracciando le vicende della casata Mishima lungo 15 capitoli tutti caratterizzati dalla presenza di un combattimento centrale più importante ed una serie di combattimenti secondari. La trama è raccontata dall’esterno da un giornalista che resta super partes rispetto agli eventi, pur essendo parte integrante della storia in quanto la sua famiglia è stata decimata durante uno scontro della guerra iniziata da Jin Kazama. La modalità Storia funge inoltre anche da introduzione al gameplay, pur non essendo un vero tutorial, mostrando nella parte bassa dello schermo i comandi necessari così che anche i meno esperti possano muovere i primi passi senza troppi problemi.

La Storia è sicuramente la modalità che domina l'esperienza single-player di Tekken 7, ma i giocatori solitari troveranno oltre a questa anche la classica modalità Arcade e la Battaglia Tesoro. La prima, che ci vede selezionare un personaggio con il quale superare una serie di scontri di difficoltà crescente, non aggiunge moltissimo alla varietà del gioco per due motivi fondamentali: in primo luogo non è possibile effettuare una customizzazione degna di tal nome ai personaggi disponibili, ed in secondo luogo ogni partita ci propone solo 5 combattimenti completabili in circa 10 minuti, determinando una longevità ridotta all’osso.

Consci della limitazione appena descritta, gli sviluppatori hanno affiancato alla modalità Arcade la Battaglia Tesoro, nella quale la vittoria nei combattimenti permette di aprire dei forzieri nei quali è possibile trovare delle monete d’oro, che permettono poi di acquistare accessori e vestiti con i quali personalizzare il nostro lottatore. Anche questa modalità non presenta partite troppo lunghe ma, quantomeno, aggiunge un pizzico di pathos in più visto che ci consente di customizzare i nostri propri personaggi per portarli a combattere, anche online, con abbigliamenti originali.

MX Video - Tekken 7

E veniamo ora all’aspetto che, sostanzialmente, ci interessa più di tutto il resto: il gameplay. Un fattore molto importante da questo punto di vista è la grande diversità tra i personaggi - sia tra quelli classici che i nuovi arrivi con le loro peculiarità - in termini di stili di combattimento, che conferisce una gran varietà, pur non sacrificando il bilanciamento, agli incontri. Oltre al gameplay classico della serie, che a differenza di molti altri picchiaduro ci vede muoverci in uno spazio tridimensionale con la possibilità di scartare anche di lato girando attorno all'avversario, questo nuovo episodio riconferma il sistema di Rage introdotto nel precedente capitolo della serie: quando il nostro personaggio è a corto di energia, entra in modalità Rage (indicata da una sorta di aureola rossastra attorno allo stesso personaggio) che ci consente di infliggere al nostro avversario un danno maggiore rispetto ad una condizione normale.

A questo gli sviluppatori hanno poi aggiunto la novità delle Rage Arts, ossia delle mosse speciali utilizzabili quando siamo in Rage che, attraverso determinate combinazioni di tasti diverse per ogni lottatore (ma la mossa è mappabile per comodità anche su un singolo tasto a scelta, con l'eccezione della modalità Storia dove è fissato sul pulsante dorsale destro), ci permettono di lanciare delle super mosse in grado di consentirci di recuperare un po’ di terreno nel caso ci trovassimo in svantaggio, oppure di chiudere con maggiore rapidità un incontro che ci vede in vantaggio. Attenzione, però: la Rage Art può essere bloccata dal Rage Drive, che si configura come una sorta di turbo delle mosse base (il personaggio sarà contornato da una sorta di alone blu) e consente non solo di rispondere alla Rage Art, ma anche di passare al contrattacco e lasciare a terra per diverso tempo il nostro avversario per poi finirlo con il più classico dei pestoni.

Rispetto a Tekken 6 il gameplay di questo nuovo episodio appare molto più fluido e dinamico: Bandai ha cercato, riuscendoci con successo, di evitare la presenza di combattenti dallo stile troppo simile tra loro allo scopo di ottenere un gioco profondamente bilanciato. Un ulteriore elemento di novità è la scomparsa del backroll mentre il colpo a terra, pur essendo ancora presente, è più debole, non dà luogo ad una combo ed è ora un attacco assolutamente normale.

Veniamo ora all’aspetto tecnico. Da questo punto vista Tekken 7 è plateale, al limite dello sfrontato e fa un uso ottimale dell’Unreal Engine 4 per animare fluidamente ed a 60 granitici fps gli imponenti personaggi in scenari destinati ad andare a pezzi di fronte a devastanti tecniche marziali. Tutta la potenza del motore grafico non è, però, fine a sé stessa ma al servizio del giocatore e ben evidenzia la fisicità e l’impatto dei colpi con zoom, esplosioni multicolori ed inquadrature perfettamente compatibili con quanto sta accadendo sulla scena. In definitiva Tekken 7 si presenta come un titolo abbastanza dettagliato, impreziosito da uno stile decisamente unico. Ognuno dei lottatori sa distinguersi dagli altri, dal potentissimo pugno di Paul fino agli artigli furiosi di Kuma; allo stesso modo ogni scena d'ingresso è caratterizzata a seconda del costume che avete scelto di indossare.

Immancabile ovviamente il comparto multigiocatore, quello che probabilmente, dopo esservi fatti le ossa nelle modalità in singolo descritte, vi terrà più occupati. Oltre alla possibilità di svolgere match veloci contro amici in locale o anche contro la CPU, il gioco ci presenta anche un comparto online le cui modalità principali sono rappresentate da match classificati e tornei. I primi sono disponibili immediatamente, mentre i secondi possono essere affrontati in due modi: se ne possono creare da zero effettuando le relative personalizzazioni, oppure possiamo prendere parte a quelli creati da altri utenti. Per quanto testato, il lag sembra essere praticamente assente ed il netcode è più che apprezzabile.

Amore

Modalità Storia

- Il gioco ci propone una trama avvincente, che si snoda in 15 capitoli ben connessi tra loro e ricchi di missioni secondarie. Tutti i personaggi vengono più o meno coinvolti, anche se i personaggi più vecchi devono accontentarsi di episodi a sé stanti. Per i personaggi principali della storia è sempre presente un breve introduzione che ne evidenzia le caratteristiche peculiari, mentre tutti i personaggi secondari (molti dei quali provenienti dai capitoli precedenti) ovviano alla loro mancanza nella storia principale intervenendo nei combattimenti in determinati momenti durante i quali scattano dei quick-time events dove la pressione col giusto tempismo di alcuni tasti in successione scatena delle combo davvero "interessanti". Altre volte questi personaggi entrano in scena in combattimenti all’ultimo sangue in una sorta di modalità "survival", ovvero in condizioni estreme nelle quali affrontiamo il nostro avversario con poca energia a disposizione; anche in questo caso, possiamo scatenare col giusto tempismo un attacco Rage Arts che potrà ribaltare le sorti dell'incontro. Il risultato, eccezionale, è quello avere a che fare con un livello di sfida quanto mai dinamico ma anche particolarmente impegnativo che, soprattutto all’inizio, vi farà assistere più volte al fatidico Game Over. La durata della modalità storia non è elevatissima, parliamo di circa 4 ore, ma la sua varietà ed il contorno di spettacolari filmati in computer grafica la rende imperdibile.

Roster

- Tekken 7 presenta una scuderia di personaggi davvero importante, con oltre 30 lottatori tra personaggi amati dai fan e combattenti completamente nuovi, ognuno con un distinto set di tecniche letali e combo. Troviamo così l’italiano Claudio, con la sua postura peculiare e la predisposizione a potenziare alcune combo, la procace brasiliana Katarina ed il lottatore mediorientale Shaheen, entrambi piuttosto facili da utilizzare e adattissimi ai neofiti. C'è poi la kick-boxe della filippina Josie Rizal, che mette da parte la potenza in favore di una velocità notevole, mentre Master Raven si comporta bene o male come una versione aggiornata del ninja presente in Tekken 5. Interessanti Kazumi Mishima (moglie di Heihachi di cui non vi svelerò nulla, vista l’importanza che riveste nella storia) e Akuma, direttamente da Street Fighter.

Gameplay

- Fluido, dinamico ed ottimamente bilanciato con un piacevolissimo equilibrio negli scontri tra i diversi personaggi, ed una tendenza al juggling (ovvero la possibilità di colpire senza sosta un personaggio a mezz’aria) sicuramente ancora esistente, ma più moderata che in alcuni altri episodi. Il punto forte del gioco è sicuramente ancora una volta l’impareggiabile sensazione di dolore (inferto e subito) che i titoli di questa storica serie sanno trasmettere, e che in Tekken 7 si esprime ai massimi livelli. Il mix tra animazioni, effetti grafici dei colpi inflitti, effetti sonori e reazioni da parte di chi è colpito, è reso in maniera ottimale. E’ presente anche un effetto rallenty che interviene di tanto in tanto, quando due personaggi stanno per colpirsi contemporaneamente e non è facile prevedere chi avrà la meglio.

Grafica

- Di grande impatto, con un impiego dell’Unreal Engine davvero pregevole. I lottatori si integrano perfettamente con gli scenari, i dettagli sono rappresentati con particolare dovizia ed i personaggi hanno degli aspetti davvero unici in grado di differenziarsi nettamente gli uni dagli altri.

Odio

Mancanza di un vero tutorial

- La mancanza di una sezione dedicata all’allenamento ed all’apprendimento delle nuove mosse potrebbe allontanare i neofiti del genere e forse sarebbe stata utile la sua introduzione. Spero che Bandai possa correre ai ripari con una patch dedicata.

Single player povero

- La modalità Storia è ottima e varia, ma il single player, in definitiva, finisce lì ed è un peccato perché il genere dei picchiaduro ha sempre vissuto anche sulla sfida giocatore-CPU.

Sonoro

- Le musiche di sottofondo non sono un granché, ma la modalità jukebox è una buona trovata e permette di riutilizzare vecchie musiche riprese dalle precedenti versioni del titolo.

Tiriamo le somme

Tekken 7 rappresenta un ottimo episodio della storica serie, presentandosi più bilanciato rispetto ai precedenti titoli e risultando così più accogliente anche verso le nuove leve. Ha il grande vantaggio di correggere alcuni dei difetti storici della saga e ne mantiene (pochi) altri. Il vero punto di forza è rappresentato dal gameplay e dal sistema di combattimento, mentre si sarebbe potuto fare qualcosa di più per la scarsità di contenuti nelle modalità single player oltre alla Storia. Insomma, siamo senza dubbio di fronte ad un altro picchiaduro che gli amanti del genere non dovrebbero farsi sfuggire e che potrebbe riuscire ad attrarre anche qualche neofita.
8.5

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L'autore

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Da sempre grande amante di tutti gli sport, ha trasferito questa passione nel mondo dei videogiochi non disdegnando però anche gli altri generi. Ama il nostro calcio quanto sport come il football e l'hockey, ma è sempre pronto a blastare qualche alieno quando ce n'è il bisogno!

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