Recensione - NBA Live 16
Il Gioco
Partiamo subito con il dire che, appena inserito il gioco ed iniziata la sfida tra Oklahoma Thunder e Cleveland Cavaliers, ci si rende subito conto di quanta strada debba essere percorsa dagli sviluppatori di EA Sports. Non per questo il titolo va archiviato con eccessiva fretta, e le righe che seguono riusciranno a trovare del buono anche in questa produzione del gigante canadese. Partiamo dal menu iniziale e dalle modalità di gioco: da questo punto di vista NBA Live non si fa mancare nulla, a partire dallo stile grafico impreziosito dalla partnership con ESPN, il famosissimo network sportivo statunitense. Il menu è impostato secondo la consueta modalità a finestra dei titoli sportivi targati EA e con il tasto dorsale destro è possibile scorrere le diverse pagine e scegliere l’area di nostro interesse. Tra le modalità di gioco single player, quella più importante e profonda risulta essere la cosiddetta “Dynasty”, nella quale si assume il ruolo del General Manager di una delle franchigie NBA e la si guida attraverso stagioni consecutive alla ricerca di fama e gloria, gestendo non solo l’aspetto tecnico del team ma anche quello finanziario e commerciale (vedasi sponsor). La presenza del marchio ESPN aiuta a dare quel tocco di varietà e profondità in più ad una componente di gioco che, altrimenti, potrebbe risultare poco varia e coinvolgente.Restando al single player c’è naturalmente la possibilità della partita secca, utile anche per prendere confidenza con il sistema di gioco e le caratteristiche delle diverse squadre, e, soprattutto della modalità Ultimate Team che, sulla falsariga di NHL 16, Madden 16 e FIFA 16, offre la possibilità di creare un nostro Dream Team personalizzato per poi lanciarlo in tornei e partite sia offline che online. Naturalmente, anche in NBA Live 16 la crescita del nostro squadrone è legata alla possibilità di acquistare sul mercato giocatori via via più forti, utilizzando sia i crediti conquistati vincendo partite e/o tornei, sia comprando pacchetti di figurine virtuali attraverso le ormai sin troppo diffuse micro transazioni.
Infine, “last but not least”, abbiamo la modalità Rising Star grazie alla quale possiamo creare il nostro alter ego virtuale, modificarlo in tutti I suoi aspetti (fisici e tecnici) e poi lanciarlo nell’universo NBA fino a farlo diventare una stella del basket mondiale a partire dal primo Draft estivo. Nella creazione del nostro cestista virtuale ci anche venire incontro la nuova funzione, assente nella scorsa edizione, GameFace HD; grazie ad essa, utilizzando la telecamera e dopo aver scaricato un’apposita applicazione, sarà possibile implementare il nostro bel faccione sul futuro LeBron James.
Andando alle modalità multiplayer, oltre ovviamente alla possibilità di giocare partite secche, c’è la possibilità di sfidare il mondo con i tornei online dell’Ultimate Team Mode e con le Stagioni Online nelle quali si cerca di scalare il tetto del mondo partendo dalle serie inferiori fino ad arrivare al Top della categoria. Abbiamo poi la modalità Live Pro-Am, nella quale entra in gioco il giocatore creato con la modalità Rising Star ed impiegabile nelle due opzioni di gioco denominate Corsa LIVE e Circuito Estivo. La Corsa LIVE permette di organizzare, con altri utenti, delle frenetiche e divertenti sfide 5 vs 5 dove bisogna vincere arrivando a totalizzare 21 punti; le sfide possono svolgersi sia in splendidi playground all’aperto, ovvero nelle classiche arene indoor. Il Circuito Estivo permette invece di formare una squadra composta da 5 amici che avrà l’arduo compito di affrontare in modalità co-op in un crescendo di difficoltà, delle supersquadre formate da star NBA spostandosi di città in città. Tra i campi presenti abbiamo il Rucker Park di New York, l’Hoop Dome di Toronto ed il Venice Beach di Los Angeles. In tale modalità, aumentando la difficoltà del match sarà possibile guadagnare più soldi ed investirli in punti abilità per i singoli giocatori ovvero in gadgets, spesso inutili, in grado di personalizzare sempre più giocatori e squadra. Il Circuito Estivo, grazie anche alla stabilità della connessione online, promette ore di sano divertimento e, verosimilmente, rappresenta la modalità meglio riuscita dell’intero titolo.
Chiuso il capitolo riguardante le modalità di gioco, apriamo quello del Gameplay, vero nodo cruciale di qualsivoglia titolo, soprattutto in ambito sportivo. La prima cosa da tenere in considerazione è che ci troviamo davanti ad un prodotto dallo stampo decisamente più arcade rispetto alla concorrenza. NBA Live 16 è decisamente orientato verso un approccio più semplice (non semplicistico) ed immediato, ed è magari maggiormente rivolto a coloro i quali non hanno particolare voglia di cimentarsi in configurazioni troppo elaborate. Detto questo, cerchiamo di capire se la strada intrapresa da EA Sports, rispetto alla versione dello scorso anno, è quella giusta. La risposta sembrerebbe essere affermativa: i passi in vanti ci sono e sono sostanziali soprattutto per quanto concerne i movimenti degli atleti anche se restano ancora troppo legnosi in alcune occasioni, soprattutto nelle azioni maggiormente confuse. La giocabilità, nel complesso, è meno macchinosa rispetto all’edizione passata ed il movimento della palla è abbastanza fedele alla realtà. Quello che si nota è ancora una certa rigidità nella risposta da parte dei nostri compagni di squadra al momento, ad esempio, delle ricezione del passaggio. Gli schemi di attacco e di difesa possono essere chiamati in maniera abbastanza semplice con i tasti dorsali del pad e rispondono bene ai comandi del giocatore.
L’IA della CPU, talvolta, si presenta latitante e non sempre riesce a seguire bene l’azione di gioco, soprattutto in fase difensiva ai livelli di gioco più bassi; se ci si sposta verso la difficoltà estrema (superstar) si può notare una gestione ottimale dei movimenti difensivi ma non di quelli offensivi. Va poi sottolineato come, sempre ai livelli di gioco più elevati, l’IA sia praticamente imbattibile nel momento in cui il giocatore controllato dalla CPU tende ad accentrarsi in un’azione simil-sfondamento oppure nel tiro da 3 punti, dove risulta quasi infallibile. E’ infine presente un nuovo sistema di guida per i tiro che aiuta parzialmente il giocatore, ma non è sempre così preciso e la combinazione precisione di tiro/capacità del giocatore controllato diventa elemento cruciale per andare a segno.
Venendo all’aspetto estetico, c’è da dire che NBA Live 16 si presenta piuttosto bene, grazie soprattutto alla partnership con ESPN che dona quel tocco di teatralità che non guasta. I giocatori sono riprodotti in maniera abbastanza fedele rispetto alle controparti reali e le arene di gioco sono davvero ben realizzate. Il pubblico è “vivo” e non spalmato sugli spalti come nell’edizione precedente e dà la sensazione di partecipare attivamente alle azioni di gioco. L’audio è sostanzialmente buono ma pecca in alcuni momenti; applausi, brusii del pubblico e rumore delle scarpe sul parquet sono sostanzialmente ben realizzati. Il commento audio è sostanzialmente sovrapponibile a quello della passata edizione di gioco e questa non è una bella notizia dato l’esiguo numero di frasi campionate, spesso non in linea con l’andamento del gioco. Le tracce musicali, al contrario, sono davvero ben fatte e l’ampia selezione di titoli rap ed hip – hop farà felici gli amanti del genere.
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