Recensione - Another World: 20th Anniversary Edition
di
Mirko Rossi / Thor
P
Il Gioco
Nell’universo della fantascienza giocare con un acceleratore di particelle è sempre stato considerato molto pericoloso. Lo è oggi e lo era già nei primi anni 90, come ha scoperto il professor Lester Knight Chaykin nel lontano 1991. Infatti, proprio durante un esperimento condotto con un acceleratore, qualcosa va storto e il nostro protagonista si ritrova improvvisamente sperduto su un remoto pianeta alieno. I suoi abitanti, davvero poco socievoli, tenteranno di imprigionarci, e dopo essere sfuggiti da una poco confortevole gabbia in compagnia di un gigantesco alieno, sarà nostro compito guidare il malcapitato professore fino alla salvezza.La trama di Another World: 20th Anniversary Edition si riassume in queste poche righe e il sistema di gioco platform è ugualmente semplice, come da tradizione per i giochi di quel periodo. Il protagonista può muoversi in ambientazioni bidimensionali, effettuare salti in stile Prince of Persia vecchia scuola ed utilizzare, ma solo dopo averla recuperata, un’arma di origine aliena per difendersi ed attaccare gli avversari. Per metterci in salvo dovremo quindi superare l’intero insediamento alieno, che alterna spazi aperti, luoghi chiusi ed anguste caverne disseminate di vicoli ciechi, precipizi nascosti e pericoli di ogni sorta. Infatti, per sopravvivere, oltre a sfuggire ai “cordialissimi” indigeni che tenteranno di friggere il professore ad ogni occasione con le loro armi ad energia, dovremo risolvere enigmi e superare con precisione baratri e dirupi, il tutto basandoci solo sulle nostre abilità. Può sembrare strano ma il gioco non dà mai nessuna indicazione o aiuto, obbligandoci a provare e riprovare all’inverosimile alcune sezioni prima di trovare la giusta soluzione. In caso di errore (e fidatevi… capita davvero spesso) verremo puniti quasi sempre con la morte immediata del protagonista, che sarà poi riportato al precedente checkpoint generalmente posizionato all’inizio dell'area e dal quale dovremo ripartire per un nuovo tentativo. L’unico supporto ci viene fornito dal nostro ex-compagno di cella alieno che, a momenti alterni, interverrà per darci un minimo supporto o aprendoci una strada altrimenti inaccessibile.
Tecnicamente il titolo ricalca fedelmente l’originale, con ambientazioni bidimensionali stilisticamente ispirate all’immaginario fantascientifico classico e una colonna sonora di prima qualità, entrambe riproposte in versione classica o in HD. Quest’ultima ci permette di godere di una grafica più pulita, textures dettagliate ed effetti audio meno gracchianti, mentre la versione classica lascia il giocatore libero di godere dello “sgranato e gracchiante” splendore della prima versione. Molto interessante la possibilità di passare istantaneamente dall’impostazione grafica classica a quella in HD con la sola pressione di un tasto, cosi da poter apprezzare senza troppe difficoltà differenze e dettagli delle due vesti grafiche.
Amore
Fascino vintage
- Another World: 20th Anniversary Edition ha davvero tanti anni sulle spalle, ma il lavoro di restyling e il carisma originale permettono al titolo di sfoggiare un comparto grafico più che apprezzabile. La grafica vettoriale non ha ovviamente nulla in comune con quanto siamo abituati a vedere oggi, ma la pulizia grafica globale, unita ad un maggiore livello di dettaglio dei fondali, riesce comunque a non sfigurare. I disegni di Chahi, qui riveduti e migliorati, sono un vero tocco di classe e le musiche composte da Jean-Francois Freitas rendono l’intera avventura un piccolo gioiello di design e stile che già nel 1991 elevava il genere videoludico ad opera d’arte.Design minimalista
- Pochi controlli, una sola arma, effetti audio ridotti all’osso, nessun dialogo, pochi testi scritti e nessuna indicazione a schermo. Questo è Another World: 20th Anniversary Edition, un vero esponente della cultura videoludica degli anni 90, che unisce sapientemente fantascienza, enigmi, azione e arte in un sistema di gioco semplice e senza compromessi. Prova e riprova. Questo è l’unico modo di portare a termine l’avventura, imparando dai propri errori e ragionando su come superare le sezioni più impegnative. Il gioco non fa sconti, punendo ogni errore con la morte, e ci costringe a ripetere alcune sezioni più e più volte, mettendo a dura prova il nostro self-control nel corso dell’avventura. Se siete amanti di questo approccio “antico” apprezzerete sicuramente tutte le sfumature dell’avventura, in caso contrario rischiate l’esaurimento nervoso (o peggio ancora… la noia).Odio
Controlli a tratti frustranti
- E’ difficile da credere, ma anche con un sistema di controllo così basilare gli sviluppatori hanno optato per la peggiore combinazione di tasti possibile. Correre e saltare sono due delle azioni più frequenti da eseguire e la disposizione dei tasti, non modificabile, ci costringe ad una posizione innaturale delle dita nel caso si debbano premere i pulsanti contemporaneamente o in rapida sequenza. Il gioco presenta per sua stessa natura un livello di sfida abbastanza alto e le nostre possibilità di sopravvivenza vengono ulteriormente intaccate da questo difetto, visto che ci ritroveremo molto spesso a cadere o a sbagliare un balzo solo ed esclusivamente per questo motivo.Non per tutti
- E’ inutile girarci intorno. Another World: 20th Anniversary Edition è un titolo datato, non solo graficamente ma anche e soprattutto nel gameplay. Il sistema di gioco è davvero troppo lento e le dinamiche basate sulla ripetizione delle stesse aree per trovare la giusta strategia non reggono il passo con gli standard attuali, nemmeno se si è cresciuti come me negli anni 90. La trama e lo stile del gioco spingono i più coraggiosi a proseguire per apprezzare l’impegno e la qualità del lavoro svolto da chi ha sviluppato il titolo in un periodo quasi magico per questo hobby, ma questo non basta per far apprezzare il gioco ad un’ampia fetta di pubblico.Bassa rigiocabilità
- Another World: 20th Anniversary Edition è un gioco che richiede alcune ore per essere completato la prima volta, proprio per la sua natura ripetitiva che obbliga il giocatore a ripercorrere le stesse sezioni fino ad arrivare alla giusta conclusione. Una volta terminato avremo però imparato a memoria praticamente ogni dettaglio dello stesso e portarlo a termine una seconda volta non ci ruberà neanche un’ora. Qualche piccola deviazione dal percorso standard è possibile, ma si tratta di pochissimi casi e difficilmente dopo averlo completato sentirete il bisogno di giocarlo nuovamente.Tiriamo le somme
Another World: 20th Anniversary Edition è un classico che solo i veri intenditori e gli amanti dei giochi vecchia scuola riusciranno ad apprezzare fino in fondo. La giocabilità lenta e ripetitiva, unita ad un comparto tecnico datato, è un ostacolo per chiunque non abbia un minimo di spirito da intenditore mentre l’elevata difficoltà di alcune sezioni rischia di far demordere la maggior parte dei giocatori. Il prezzo di vendita è limitato e questo è un bene, ma le poche novità rispetto alle versioni pubblicate tempo fa su dispositivi mobili, la scarsa rigiocabilità e alcuni difetti del sistema di controllo rendono questo titolo imperdibile solo per gli amanti dei bei giochi d’annata o da chi vuole approfondire la propria cultura videoludica con un capolavoro d’altri tempi. 6.5Recensione realizzata grazie al supporto di Xbox.
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