Recensione - Hitman HD Trilogy
di
Mirko Rossi / Thor
P
Il Gioco
Mettiamo subito in chiaro le cose: Hitman HD Trilogy è una riproposizione fedele delle tre apparizioni dell’agente 47, pubblicate da Eidos tra il 2002 e il 2006. Gli sviluppatori di Io Interactive si sono limitati a traghettare nell’era dell’alta definizione tutta la saga di Hitman ad esclusione del primo capitolo pubblicato unicamente su PC, senza apportare modifiche alla struttura originale. Le trame, ben congegnate e coinvolgenti, scorrono fluide anche se la narrazione risulta meno raffinata rispetto agli standard attuali soprattutto confrontando i titoli della Trilogy con Absolution. L’assenza del titolo originale è abilmente compensata dalla presenza Contracts,che ripropone molte delle missioni incontrate nella primissima apparizione dell'Agente 47 seppur con qualche piccola variazione e permettono ai giocatori di comprendere facilmente l’intreccio delle vicende. Nei panni di 47 dovremo portare a termine numerose missioni in giro per il globo, che avranno sempre come obiettivo finale l’eliminazione di uno o più malcapitati bersagli. Ci ritroviamo quindi ad affrontare 3 titoli profondamente stealth, con un livello di difficoltà elevato rispetto agli standard moderni e con una giocabilità lenta e laboriosa, lontana anni luce da quella di un qualunque titolo action di oggi, compreso Hitman: Absolution.Il gameplay, elemento fondamentale in produzioni di questo genere,è un mix di pianificazione, libertà di gioco e azione ragionata ed è l’unico aspetto a non risentire troppo del peso degli anni. Le possibilità di scelta offerte al giocatore sono infatti moltissime e permettono di affrontare ogni incarico secondo il proprio stile, decidendo di volta in volta non solo l’arsenale a nostra disposizione ma anche il percorso e la strategia da utilizzare per arrivare ad uccidere il bersaglio designato evitando, se possibile, di allertare il nemico con la nostra presenza. L’indicatore di attenzione di guardie e civili presente nell'hud di gioco reagisce ad ogni situazione anomala aumentando l’interesse nei nostri confronti e capiterà spesso di ritrovarsi sotto tiro semplicemente per un movimento troppo rapido o per un errore nello sfruttare un travestimento. Questo sistema, soprattutto nei primi 2 episodi, presenta alcune evidenti lacune nella gestione dell’intelligenza artificiale nemica che si rivela poco reattiva in alcune situazioni e troppo in altre. Un ulteriore esempio della complessità dei primi Hitman è rappresentata dalla totale assenza di checkpoint: l’unico strumento fornito per non dover ripetere dall’inizio le missioni è sfruttare uno dei salvataggi che abbiamo a disposizione, considerando che il loro numero varia in base alla difficoltà selezionata. Ai livelli più alti dovremo quindi decidere con molta attenzione dove e quando utilizzarne uno e questo contribuisce a rendere ancora più tattica l’esperienza.
Le mappe,ampie e ben congegnate,sono ricche di alternative ed è necessario sperimentare in ogni situazione percorsi, strategie e travestimenti differenti. La profondità e il livello di difficoltà offerti dai titoli sono ancora oggi sinonimo di soddisfazione e ripagano come allora dell’impegno richiesto, ma solo se decideremo di affrontare ogni incarico con pazienza ed attenzione, evitando approcci in stile John Rambo. Il sistema di controllo fedele all’originale è infatti poco adatto ad affrontare sparatorie in campo aperto, con i suoi movimenti lenti e l’abbondante uso di menu contestuali. E' quindi necessaria molta pratica per padroneggiarlo al meglio, anche considerando che nessuno dei titoli sfrutta a pieno le potenzialità offerte dal pad.
Se a livello di giocabilità i tre titoli proposti sono molto simili tra loro,con delle piccole eccezioni e miglioramenti in Blood Money, a livello tecnico le differenze tra le varie apparizioni sono evidenti. Anche in questo caso è ovviamente la penultima avventura di 47 ad essere la migliore, con un aspetto visivo accettabile e un reparto audio di tutto rispetto. Il passaggio in alta definizione non ha giovato ai primi due episodi, che risentono pesantemente degli anni trascorsi, presentandosi con un aspetto grafico decisamente datato. Il sistema di illuminazione, le texture in bassa risoluzione e i modelli poligonali spigolosi sono solo alcune delle numerose pecche messe in luce nel corso della prova ed evidenziano ancora di più il poco impegno riposto nella creazione di Hitman HD Trilogy. Anche il comparto audio di Silent Assasin e Contracts non brilla per qualità, con volumi poco omogenei e un ricorrente effetto metallico. Unico titolo in linea con gli standard grafici attuali è il recente Sniper Challenge, quasi un mini-gioco nel quale l’agente 47 veste i panni del “semplice” cecchino con meccaniche totalmente diverse da quelle classiche della serie.
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