MondoXbox

Live your
passion!

MondoXbox

MondoXbox



Split Fiction
copertina

Recensione - Split FictionXbox Series X | SGame

A poco meno di 4 anni dall’uscita dello straordinario It Takes Two, con il quale si sono portati a casa il premio come GOTY del 2021, con Split Fiction gli svedesi di Hazelight Studios hanno finalmente pubblicato il loro nuovo gioco cooperativo. Scopriamo insieme fin dove si sono spinti!
img

Il Gioco

Split Fiction è la nuova avventura cooperativa in terza persona sviluppata da Hazelight Studios. Il titolo, che com'è ormai tradizione in tutte le opere del team svedese guidato da Josef Fares può essere affrontato solo ed esclusivamente in cooperativa locale o online con schermo condiviso, mette i giocatori nei panni di due aspiranti scrittrici che, insieme ad altri promettenti autori, vengono convocate presso la sede della Rader Publishing. Quello che Zoe e Mio, questi i nomi delle due protagoniste, non sanno, così come gli altri scrittori prescelti, è che la società non è intenzionata a proporre loro un contratto per la pubblicazione dei rispettivi manoscritti, ma bensì a sottoporli a un esperimento con un macchinario di nuova generazione in grado di trasformare le idee degli scrittori in mondi virtuali liberamente esplorabili dai “lettori”, se così possiamo definirli.

Per completare questa operazione, gli scrittori devono entrare singolarmente in delle speciali bolle collegate all’apparecchio e restare in stasi per tutta la durata del processo. Al momento di avviare l’esperimento qualcosa però va storto. Mio non si sente troppo sicura e decide di tirarsi indietro, scatenando una discussione con gli addetti della Rader Publishing. Nel tentativo di divincolarsi dalle pressioni del fondatore della società, la ragazza perde l’equilibrio e finisce nella stessa bolla in cui è già entrata Zoe, dando il via a una lunga sequenza di eventi che, nelle circa 15h necessarie per raggiungere l’epilogo della vicenda, vedono le due protagoniste attraversare in sequenza i mondi virtuali generati dalla macchina a partire dalle loro idee per riuscire non solo ad abbandonare la simulazione, ma anche a scoprire le reali intenzioni del CEO della società e fare i conti con i rispettivi passati.

MX Video - Split Fiction

Sono queste le premesse narrative alla base di Split Fiction, che riprende senza troppi fronzoli l’impianto di gioco proposto da It Takes Two. Una volta avviata la partita e superata la sequenza introduttiva, i giocatori possono infatti decidere quale delle due protagoniste impersonare prima di essere letteralmente scagliati in un turbinio di situazioni differenti, sia in termini di ambientazione che per quanto riguarda il gameplay. I mondi che le due protagoniste devono affrontare sono direttamente ispirati alle loro opere e alle loro idee, che a loro volta derivano dai gusti personali di Mio e Zoe, dal loro carattere e dal loro passato. Data la sua natura più realista e riservata, il genere di riferimento per le storie di Mio è lo sci-fi, con mondi ultratecnologici, scenari per lo più cupi e trame a base di sparatorie, cyber-ninja e corporazioni assetate di potere. Diametralmente opposte le lussureggianti ambientazioni fantasy ricolme di magia generate sulla base delle storie e delle idee prese dalla mente di Zoe, che di natura è una persona ottimista ed empatica.

Split Fiction è suddiviso in 8 capitoli differenti nei quali si alternano, in maniera molto schematica, le avventure create dalle due protagoniste. Ogni capitolo è a sua volta suddiviso in un numero variabile di sezioni, a ciascuna delle quali corrisponde quasi sempre uno stravolgimento in termini di situazioni di gioco e gameplay. Proprio come nel capitolo precedente, Hazelight Studios ha infatti inserito nella sua ultima opera praticamente tutti i generi di videogioco conosciuti, presenti e passati, declinando ogni meccanica in una versione cooperativa pensata per essere superata solo grazie alla collaborazione tra i due giocatori. Alla base di tutto troviamo le meccaniche tradizionali delle avventure in terza persona, che consentono a Mio e Zoe di muoversi liberamente per le ambientazioni, di eseguire dei brevi scatti in avanti, di appendersi alle sporgenze, schivare e così via. Nella maggior parte dei casi le due protagoniste sono però dotate di abilità aggiuntive, molto spesso diverse l’una dall’altra, che devono essere sfruttate in maniera coordinata per proseguire. Ogni capitolo porta poi con sé nuovi strumenti e nuovi poteri, come armi speciali, jetpack o medaglioni in grado di interagire in modi unici con gli elementi dello scenario.

img
In molte situazioni le protagoniste devono inoltre agire separatamente, perché divise dal level design o perché la situazione richiede di azionare contemporaneamente elementi di gioco diversi, o fare i conti con delle vere e proprie mutazioni. Ecco quindi che, di capitolo in capitolo, ci si ritrova a passare senza soluzione di continuità da una sezione platform sulle tracce di alcuni giganti a un puzzle game nel quale le due protagoniste si muovono su piani differenti, per poi passare alla guida di macchine volanti che sfrecciano nel traffico di una metropoli futuristica, librarsi in volo cavalcando un enorme drago sopra i resti di un’antica civiltà o attraversare una fattoria nei panni di maiali magici, il tutto condito da continui cambi di inquadratura, infiniti passaggi di testimone tra le due protagoniste e gli ormai immancabili scontri con i boss, anch’essi strutturati per mettere alla prova le capacità collaborative dei giocatori coinvolti.

A rendere ancora più varia e dinamica l’esperienza ci pensano poi le storie secondarie, ovvero delle brevi sezioni opzionali basate su racconti mai terminati da Mio e Zoe o su idee strampalate che le due protagoniste, volutamente o no, hanno deciso di non sviluppare fino in fondo. Parliamo di livelli brevi e sopra le righe, generalmente ambientati nel genere opposto al capitolo principale che stiamo affrontando e che non offrono particolari vantaggi, ma che rappresentano un modo per tenere alta l’attenzione dei giocatori e per approfondire ulteriormente la caratterizzazione delle due aspiranti scrittrici. Per loro stessa natura, queste sezioni rappresentano la componente più assurda dell’esperienza proposta da Hazelight Studios e, insieme a una manciata di minigiochi e ai tanti easter egg presenti nelle ambientazioni, anche le uniche attività secondarie inserite dagli sviluppatori nel gioco.

img
Per dare vita a Split Fiction i membri della software house si sono affidati alla quinta edizione del motore grafico Unreal di Epic, che ha dimostrato di saper gestire senza particolari difficoltà sia le ambientazioni proposte dallo studio sia, soprattutto, la dinamicità e i continui cambi di inquadratura presenti nel gioco, specie nelle fasi finali. Durante la prova abbiamo testato il gioco su Series S e su Series X. In entrambi i casi il gioco ha retto senza particolari difficoltà i 60 fps, anche nelle sezioni più caotiche. Per quanto riguarda il comparto audio, la nuova avventura di Hazelight Studios può contare su una colonna sonora originale e sulla completa localizzazione in lingua italiana dei dialoghi, per buona pace di tutto coloro che non masticano la lingua inglese e/o che non amano troppo dover dipendere sai sottotitoli in un gioco del genere.

È infine opportuno segnalare che il gioco supporta il cross-play tra tutte le piattaforme e che, per giocare online, è sufficiente che uno dei due giocatori abbia effettivamente acquistato il titolo. Split Fiction, proprio come It Takes Two, mette infatti a disposizione del pubblico il cosiddetto “Pass Amico”, che altro non è se non una versione completamente gratuita del gioco che permette di unirsi alla partita di un giocatore già in possesso di licenza o di provare per un breve periodo di tempo il gioco in locale. Per rendere più facile la gestione delle partite, i progressi vengono salvati sul profilo dell’host, il che permette di affrontare l’avventura con più compagni di viaggio e/o cambiare il personaggio controllato quando si ricarica la partita.

img

Amore

Mio e Zoe

- Uno dei punti di forza di Split Fiction risiede senza ombra di dubbio nelle due protagoniste. Mio e Zoe sono personaggi scritti egregiamente, caratterizzati in maniera magistrale e che, alla stregua di chi impugna il pad, sviluppano il proprio rapporto in modo estremamente naturale durante l’avventura. Ciascuna delle due aspiranti scrittrici ha i propri punti di forza, le proprie debolezze e il proprio vissuto, che ne influenzano in modo tangibile l’esperienza all’interno delle vicende e nei quali è facile identificarsi sul lungo periodo. L’insieme di questi elementi contribuisce a creare un legame tra chi impugna il pad e la protagonista, il che si traduce in un coinvolgimento ancora più profondo per tutta la durata della storia.

Gameplay unico nel suo genere

- Split Fiction, così come il precedente titolo di Hazelight Studios, propone un’esperienza cooperativa a tutto tondo, nella quale i giocatori sono realmente chiamati a collaborare dall’inizio alla fine per poter tornare alle loro vite. A differenza di altri giochi simili, qui la sinergia tra i due componenti della squadra è essenziale e viene messa progressivamente alla prova da una curva di difficoltà perfettamente calibrata che segue lo sviluppo narrativo della vicenda. L’interazione tra le due protagoniste aumenta di pari passo al loro rapporto personale e questo si traduce in un crescendo dal punto di vista del gameplay, reso ancora più avvolgente da un impianto di gioco che trasmette al giocatore le meccaniche di base nei primi minuti di avventura, per poi danzarci letteralmente sopra per le successive 15 ore senza mai la necessità di lunghe spiegazioni.

Ritmo serrato

- A rendere Split Fiction un titolo unico è, proprio come accaduto con It Takes Two, il ritmo che gli sviluppatori sono riusciti a imprimere alla propria avventura. Un ritmo che non stanca mai, fatto di sequenze al cardiopalma, QTE e scontri serrati che si alternano a fasi esplorative più compassate durante le quali è possibile recuperare le energie ed ammirare il paesaggio prima di essere nuovamente “travolti” dalle vicende. A rendere ancora più strabiliante questo aspetto sono il bilanciamento generale di ogni sequenza, che non risulta mai né troppo breve né troppo lunga, e la strabiliante varietà di situazioni che la software house ha deciso di inserire nel gioco, così da tenere sempre vivo l’interesse dei giocatori senza dover necessariamente complicare troppo le meccaniche. Una menzione d’onore per le storie secondarie, in grado non solo di garantire una sferzata di freschezza quando necessario ma anche di far vivere ai giocatori situazioni tanto esilaranti quanto in grado di far riflettere.

Boss fight

- Uno dei passi in avanti più evidenti fatto da Hazelight Studios con Split Fiction riguarda senza ombra di dubbio gli scontri con i boss che, oltre a essere più elaborati e vari rispetto alle precedenti opere dello studio, abbracciano in modo ancora più stretto le meccaniche cooperative alla base del titolo. In ogni scontro, i giocatori devono per prima cosa fare squadra per scoprire la tattica da usare per sconfiggere il boss e poi coordinarsi in modo magistrale per metterla in pratica e passare alla fase successiva, che nella maggior parte dei casi proporrà una sfida in grado di mettere nuovamente alla prova la sinergia della squadra.

Visivamente strabiliante

- Anche senza un design iconico o su un comparto tecnico all’ultimo grido, Split Fiction propone una lunga serie di ambientazioni in grado di lasciare il segno nella memoria dei giocatori, anche quelli più esperti. È difficile parlarvi di questo aspetto senza rivelarvi dettagli particolari, ma sappiate che nel gioco c’è molto, ma molto, di più di quello che è stato mostrato nei trailer e che ogni ambientazione gioca un ruolo fondamentale nel rendere letteralmente indimenticabile il tempo passato nei mondi creati dalla fantasia delle due protagoniste.

Odio

Trama prevedibile

- Pur potendo contare su una trama ben scritta e su due protagoniste molto ben caratterizzate, ho trovato la sceneggiatura di Split Fiction fin troppo prevedibile. Personalmente ho apprezzato le tematiche trattate e la profondità che il team è riuscito a infondere nei personaggi per renderli in grado di trasmettere le emozioni necessarie, ma oggettivamente è facile intuire in anticipo i risvolti nascosti delle vicende e come si svilupperà la storia nella seconda parte del gioco. Un intreccio più elaborato avrebbe sicuramente reso il titolo più accattivante sotto questo punto di vista.

Sequenze confuse

- Diversamente da quanto accadeva in It Takes Two, nel quale tutto era filato liscio dall’inizio alla fine, in Split Fiction mi è capitato in qualche occasione di non avere ben chiaro come proseguire o, peggio, di averlo capito ma di non riuscire a eseguire le azioni necessarie per via di controlli poco precisi, tempistiche estremamente ridotte e, più in generale, perché il gioco non riusciva a trasmettermi in modo inequivocabile come comportarmi per proseguire. Per fortuna si tratta di situazioni sporadiche e che non arrivano praticamente mai a diventare frustranti, ma quasi sicuramente si sarebbe potuto bilanciare meglio l’esperienza anche in queste fasi.

Tiriamo le somme

Inutile girarci attorno. Split Fiction è un titolo grandioso, che pesca a piene mani degli elementi che hanno permesso a It Takes Two di diventare GOTY nel 2021 e li eleva ancora più in alto grazie all’esperienza accumulata dal team nel corso degli anni e a una produzione che ha sicuramente beneficiato di un budget più ampio, il tutto condito da una trama di buona qualità in grado di rimanere sempre perfettamente in equilibrio tra profondità e leggerezza. Forse si sarebbe potuto fare qualcosa di più per differenziare meglio Split Fiction dal titolo precedente e in qualche occasione il team non è riuscito a confezionare al meglio tutte le idee, ma anche così la nuova opera di Hazelight Studios rappresenta un must-have non solo per chi ha apprezzato il loro precedente gioco, ma anche per tutti gli amanti del genere e per chi cerca un gioco cooperativo in grado di regalare tante ore di sano divertimento.
9.0

c Commenti

copertina

L'autore

autore

Classe 1985 e cresciuto a pane, Commodore e Amiga, nel 1991 riceve il suo primo NES e da allora niente è più lo stesso. Attraversa tutte le generazioni di console tra platform, GDR, giochi di guida e FPS fino al 2004, quando approda su Xbox. Ancora oggi, a distanza di anni, vive consumato da questo sentimento dividendosi tra famiglia, lavoro, videogiochi, corsa, cinema e serie TV, nell’attesa che qualcuno scopra come rallentare il tempo per permettergli di dormire almeno un paio d’ore per notte.

c

Commenti

i Le recensioni di MX esprimono il punto di vista degli autori sui titoli provati: nelle sezioni "Amore" ed "Odio" sono elencati gli aspetti positivi e negativi più rilevanti riscontrati nella prova del gioco, mentre il voto ed il commento conclusivo rispecchiano il giudizio complessivo del redattore sul titolo. Sono benvenuti i commenti e le discussioni tra chi è d'accordo o in disaccordo con tali giudizi, ma vi chiediamo di prendere atto del fatto che si tratta di valutazioni che non hanno pretesa di obiettività nè vogliono risultare vere per qualsiasi giocatore. La giusta chiave di lettura per le nostre recensioni sta nel comprendere le motivazioni alla base dei singoli giudizi e capire se possano essere applicate anche ai vostri gusti personali.
loading