Recensione - Split Fiction
di
Mirko Rossi / Thor
P

Il Gioco
Split Fiction è la nuova avventura cooperativa in terza persona sviluppata da Hazelight Studios. Il titolo, che com'è ormai tradizione in tutte le opere del team svedese guidato da Josef Fares può essere affrontato solo ed esclusivamente in cooperativa locale o online con schermo condiviso, mette i giocatori nei panni di due aspiranti scrittrici che, insieme ad altri promettenti autori, vengono convocate presso la sede della Rader Publishing. Quello che Zoe e Mio, questi i nomi delle due protagoniste, non sanno, così come gli altri scrittori prescelti, è che la società non è intenzionata a proporre loro un contratto per la pubblicazione dei rispettivi manoscritti, ma bensì a sottoporli a un esperimento con un macchinario di nuova generazione in grado di trasformare le idee degli scrittori in mondi virtuali liberamente esplorabili dai “lettori”, se così possiamo definirli.Per completare questa operazione, gli scrittori devono entrare singolarmente in delle speciali bolle collegate all’apparecchio e restare in stasi per tutta la durata del processo. Al momento di avviare l’esperimento qualcosa però va storto. Mio non si sente troppo sicura e decide di tirarsi indietro, scatenando una discussione con gli addetti della Rader Publishing. Nel tentativo di divincolarsi dalle pressioni del fondatore della società, la ragazza perde l’equilibrio e finisce nella stessa bolla in cui è già entrata Zoe, dando il via a una lunga sequenza di eventi che, nelle circa 15h necessarie per raggiungere l’epilogo della vicenda, vedono le due protagoniste attraversare in sequenza i mondi virtuali generati dalla macchina a partire dalle loro idee per riuscire non solo ad abbandonare la simulazione, ma anche a scoprire le reali intenzioni del CEO della società e fare i conti con i rispettivi passati.
MX Video - Split Fiction
Sono queste le premesse narrative alla base di Split Fiction, che riprende senza troppi fronzoli l’impianto di gioco proposto da It Takes Two. Una volta avviata la partita e superata la sequenza introduttiva, i giocatori possono infatti decidere quale delle due protagoniste impersonare prima di essere letteralmente scagliati in un turbinio di situazioni differenti, sia in termini di ambientazione che per quanto riguarda il gameplay. I mondi che le due protagoniste devono affrontare sono direttamente ispirati alle loro opere e alle loro idee, che a loro volta derivano dai gusti personali di Mio e Zoe, dal loro carattere e dal loro passato. Data la sua natura più realista e riservata, il genere di riferimento per le storie di Mio è lo sci-fi, con mondi ultratecnologici, scenari per lo più cupi e trame a base di sparatorie, cyber-ninja e corporazioni assetate di potere. Diametralmente opposte le lussureggianti ambientazioni fantasy ricolme di magia generate sulla base delle storie e delle idee prese dalla mente di Zoe, che di natura è una persona ottimista ed empatica.
Split Fiction è suddiviso in 8 capitoli differenti nei quali si alternano, in maniera molto schematica, le avventure create dalle due protagoniste. Ogni capitolo è a sua volta suddiviso in un numero variabile di sezioni, a ciascuna delle quali corrisponde quasi sempre uno stravolgimento in termini di situazioni di gioco e gameplay. Proprio come nel capitolo precedente, Hazelight Studios ha infatti inserito nella sua ultima opera praticamente tutti i generi di videogioco conosciuti, presenti e passati, declinando ogni meccanica in una versione cooperativa pensata per essere superata solo grazie alla collaborazione tra i due giocatori. Alla base di tutto troviamo le meccaniche tradizionali delle avventure in terza persona, che consentono a Mio e Zoe di muoversi liberamente per le ambientazioni, di eseguire dei brevi scatti in avanti, di appendersi alle sporgenze, schivare e così via. Nella maggior parte dei casi le due protagoniste sono però dotate di abilità aggiuntive, molto spesso diverse l’una dall’altra, che devono essere sfruttate in maniera coordinata per proseguire. Ogni capitolo porta poi con sé nuovi strumenti e nuovi poteri, come armi speciali, jetpack o medaglioni in grado di interagire in modi unici con gli elementi dello scenario.

In molte situazioni le protagoniste devono inoltre agire separatamente, perché divise dal level design o perché la situazione richiede di azionare contemporaneamente elementi di gioco diversi, o fare i conti con delle vere e proprie mutazioni. Ecco quindi che, di capitolo in capitolo, ci si ritrova a passare senza soluzione di continuità da una sezione platform sulle tracce di alcuni giganti a un puzzle game nel quale le due protagoniste si muovono su piani differenti, per poi passare alla guida di macchine volanti che sfrecciano nel traffico di una metropoli futuristica, librarsi in volo cavalcando un enorme drago sopra i resti di un’antica civiltà o attraversare una fattoria nei panni di maiali magici, il tutto condito da continui cambi di inquadratura, infiniti passaggi di testimone tra le due protagoniste e gli ormai immancabili scontri con i boss, anch’essi strutturati per mettere alla prova le capacità collaborative dei giocatori coinvolti.
A rendere ancora più varia e dinamica l’esperienza ci pensano poi le storie secondarie, ovvero delle brevi sezioni opzionali basate su racconti mai terminati da Mio e Zoe o su idee strampalate che le due protagoniste, volutamente o no, hanno deciso di non sviluppare fino in fondo. Parliamo di livelli brevi e sopra le righe, generalmente ambientati nel genere opposto al capitolo principale che stiamo affrontando e che non offrono particolari vantaggi, ma che rappresentano un modo per tenere alta l’attenzione dei giocatori e per approfondire ulteriormente la caratterizzazione delle due aspiranti scrittrici. Per loro stessa natura, queste sezioni rappresentano la componente più assurda dell’esperienza proposta da Hazelight Studios e, insieme a una manciata di minigiochi e ai tanti easter egg presenti nelle ambientazioni, anche le uniche attività secondarie inserite dagli sviluppatori nel gioco.

Per dare vita a Split Fiction i membri della software house si sono affidati alla quinta edizione del motore grafico Unreal di Epic, che ha dimostrato di saper gestire senza particolari difficoltà sia le ambientazioni proposte dallo studio sia, soprattutto, la dinamicità e i continui cambi di inquadratura presenti nel gioco, specie nelle fasi finali. Durante la prova abbiamo testato il gioco su Series S e su Series X. In entrambi i casi il gioco ha retto senza particolari difficoltà i 60 fps, anche nelle sezioni più caotiche. Per quanto riguarda il comparto audio, la nuova avventura di Hazelight Studios può contare su una colonna sonora originale e sulla completa localizzazione in lingua italiana dei dialoghi, per buona pace di tutto coloro che non masticano la lingua inglese e/o che non amano troppo dover dipendere sai sottotitoli in un gioco del genere.
È infine opportuno segnalare che il gioco supporta il cross-play tra tutte le piattaforme e che, per giocare online, è sufficiente che uno dei due giocatori abbia effettivamente acquistato il titolo. Split Fiction, proprio come It Takes Two, mette infatti a disposizione del pubblico il cosiddetto “Pass Amico”, che altro non è se non una versione completamente gratuita del gioco che permette di unirsi alla partita di un giocatore già in possesso di licenza o di provare per un breve periodo di tempo il gioco in locale. Per rendere più facile la gestione delle partite, i progressi vengono salvati sul profilo dell’host, il che permette di affrontare l’avventura con più compagni di viaggio e/o cambiare il personaggio controllato quando si ricarica la partita.

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