Recensione - Mortal Kombat 1
Il Gioco
Il finale dell’ultimo MK11 ha “resettato” l’universo di Mortal Kombat, con Liu Kang che è diventato il nuovo Dio del Fuoco ottenendo il potere di riplasmare la realtà. Questo gli ha permesso di creare un nuovo universo dove tutti potessero vivere in pace, ma un conto è creare una possibilità, un conto è saperla sfruttare. Anche se si cambia l’ordine degli addendi, il risultato rimane lo stesso, e ad un certo punto la sete di violenza e di potere emerge anche in questa realtà, con i Regni che si sfidano ad un torneo apparentemente pacifico unicamente per dimostrare l’abilità dei propri combattenti, ma che non prevede esclusioni di colpi e macchinazioni dietro le quinte. Tra i Campioni a difesa del Regno terrestre, Liu Kang sceglie Kung Lao e Raiden, ma sono molto diversi da quelli che abbiamo conosciuto in precedenza. Entrambi infatti sono degli umili agricoltori che sognano di partire per delle avventure in terre lontane, e nelle pause durante il duro lavoro nei campi si addestrano nelle arti marziali da Madame Bo, un’arzilla anziana proprietaria anche della locanda del villaggio. La pace viene interrotta dall’arrivo del Lin Kuei, una gang mafiosa a cui appartengono Smoker, Scorpion e Sub-Zero, i quali attaccano proprio Madame Bo, colpevole di non aver pagato il tributo per la “protezione”. Kung Lao e Raiden mettono a frutto il loro allenamento riuscendo a respingere il Lin Kuei, solo per scoprire che si trattava in realtà di un test organizzato dalla stessa Madame Bo insieme a Liu Kang, per verificare se i due fossero degni di rappresentare la Terra nell’imminente torneo contro il Regno Esterno. Inizia così un lungo viaggio per reclutare altri guerrieri e difendere l’onore della Terra, in una avventura ricca di colpi di scena e un finale inaspettato che apre l’orizzonte ad interessanti sviluppi futuri.
MX Video - Mortal Kombat 1
La formula della storia non è cambiata, ed esattamente come siamo stati abituati in ogni capitolo controlleremo uno specifico personaggio, con battaglie intervallate da lunghi filmati dal taglio fortemente cinematografico. Una formula già collaudata e che funziona, così come funziona anche il gameplay. Ad una prima occhiata, anche questo sembra piuttosto invariato: i combattimenti sono sempre bidimensionali (nonostante i modelli tridimensionali), i tasti per gli attacchi sono gli stessi di sempre e le animazioni hanno ancora quel minimo senso di “legnosità” divenuta un marchio di fabbrica di Mortal Kombat. Il feeling quindi è rimasto praticamente invariato, e se siete dei veterani basteranno pochi minuti per riprendere la mano e sentirvi subito a casa. Naturalmente alcune combo e attacchi speciali sono cambiati e bisogna studiare le nuove combinazioni anche per personaggi che già conoscevamo, ma la novità principale sono i Kameo. Prima di ogni battaglia infatti ci viene chiesto di scegliere un secondo personaggio che ci farà da “assist” in battaglia, e tramite la pressione del dorsale sinistro il Kameo entrerà in campo sferrando un attacco. Una meccanica tutto sommato già vista, eppure in grado di cambiare gli equilibri di una partita.
Ogni Kameo può usare diversi attacchi a seconda di quale freccia direzionale si è premuta insieme al dorsale, ognuno con effetti e tempi di esecuzione differenti. Questo apre ad una serie di opzioni che vanno considerate nel corso di un combattimento, e imparare gli effetti di tutti i Kameo e quando sfruttarli al meglio può fare davvero la differenza. Non si tratta infatti di una meccanica di cui si può abusare, in quanto legata ad un apposito indicatore che si ricarica automaticamente con il tempo. Sbagliando il tempismo infatti le mosse Kameo possono essere interrotte da qualsiasi attacco nemico, sprecando così una preziosa opportunità di infliggere danni extra o addirittura estendere la durata di alcune combo e crearne di nuove normalmente impossibili da eseguire. I Kameo tuttavia non sono solo un’arma offensiva, ma anche difensiva, infatti si può decidere di usare l’intero indicatore per “spezzare” una combo nemica, permettendo di salvarsi e ribaltare il match.
Prendere confidenza con i Kameo e le nuove combo richiede parecchio tempo e pratica, e per allenarsi oltre al normale tutorial si possono trovare delle “lezioni” anche nella nuova modalità Invasione. Questa va a sostituire la vecchia Kripta, e si presenta come una sorta di gioco da tavolo con diverse ambientazioni e obiettivi. Il personaggio scelto può muoversi lungo vari percorsi a caselle, e a seconda di quale strada si sceglie ci si può imbattere in diverse sfide. Per la maggior parte di tratta naturalmente di battaglie, ma con un guizzo in più: spesso sono presenti dei modificatori o eventi che cambiano le carte in tavola, passando da semplici boost o debuff alle statistiche fino a veri e propri ostacoli che influenzano le partite, come palle di fuoco dal cielo che possono colpire randomicamente muri magici che limitano i movimenti. Alcuni stage sono creati appositamente per insegnare al giocatore delle tattiche o approfondire alcune meccaniche, passando da quelle di base fino a quelle avanzate come capire quando attaccare dopo una parata per interrompere una combo o quando usare lo spezza-combo dei Kameo, con tanto di spiegazione visiva dei frame, molto utile soprattutto per i novizi.
Alcune caselle invece contengono ricompense come gettoni o valute da scambiare al Negozio per cosmetici o potenziamenti da sfruttare all’interno dell’Invasione, mentre alla Forgia si possono creare Talismani che sbloccano degli attacchi speciali spesso basati su elementi. Nella modalità Invasione infatti è presente una sorta di sistema “debole/superefficace” in stile Pokémon, per cui utilizzando un combattente di fuoco come Scorpion avremo un vantaggio contro personaggi basati sul ghiaccio come Sub-Zero, ma magari lo stile di Scorpion proprio non è nelle nostre corde. Grazie ai Talismani si possono ad esempio far lanciare sfere di fuoco a qualsiasi personaggio, così da permettere comunque di avere un vantaggio senza dover essere costretti ad usare lottatori che non ci piacciono, anche se va detto che si tratta di aiuti opzionali che possono sempre essere ignorati, non ci sono vincoli su chi usare per superare gli stage.
Tra una battaglia e l’altra alcune caselle vedono il ritorno delle mini sfide Test your Might, modalità di sopravvivenza o a tempo e altro ancora per spezzare il ritmo e variare un pò l’azione. L’offerta single player comprende infine il ritorno delle Torri, ovvero la classica modalità arcade con una serie di battaglie di difficoltà crescente che permettono di sbloccare i filmati personalizzati in base al lottatore utilizzato. Per quanto riguarda il multiplayer online, invece, al momento ci sono solo le battaglie Classificata, Casuale e Re della Collina, ma non è escluso che in futuri aggiornamenti verranno aggiunti anche tornei e altre modalità.
Dal punto di vista tecnico Mortal Kombat 1 si presenta alla grande, e nonostante gli sviluppatori siano rimasti fedeli al “vecchio” Unreal Engine 4 sono riusciti a spremerlo fino in fondo regalandoci una gioia per gli occhi. I modelli in 4K sono ricchi di dettagli così come le arene, piene di vita ed elementi in movimento che reagiscono anche dinamicamente a seconda di cosa succede durante il combattimento, rendendo il tutto ancora più immersivo. I 60 fps risultano stabili in ogni occasione, anche quando con i Kameo ci sono più personaggi a schermo e gli effetti speciali si accumulano, risultando sempre fluido e reattivo, una caratteristica fondamentale per un picchiaduro.
Degno di nota anche il doppiaggio italiano, anche se personalmente ho trovato alcune voci meno ispirate rispetto ad altre preferendo quindi il doppiaggio inglese, anche se per ascoltarlo bisogna per forza impostare l’intero sistema Xbox in inglese, visto che la lingua non si può cambiare dalle opzioni del gioco.
Commenti