Recensione - Immortals of Aveum
di
Mirko Rossi / Thor
P
Il Gioco
Immortals of Aveum è uno sparatutto single player in prima persona ambientato ad Aveum, un mondo di chiara ispirazione fantasy pervaso dal potere della magia e funestato da una lunghissima guerra che coinvolge tutti i 5 regni in cui è suddiviso. Il conflitto, il cui scopo ultimo è quello di ottenere il controllo esclusivo della magia da parte dei rispettivi schieramenti, viene combattuto da eserciti composti da Magnus, ovvero dei maghi in grado di canalizzare e piegare al proprio volere la magia presente nel mondo. Nel gioco impersoniamo Jak, un giovane ladruncolo che vive di espedienti insieme ad altri come lui nella città di Seren, capitale del regno di Lucium. Dopo innumerevoli cambi di fronte, Lucium rappresenta l’ultimo baluardo di resistenza nei confronti delle mire espansionistiche del regno di Rasharn, guidato dal malvagio Sandrakk.
MX Video - Immortals of Aveum
Il conflitto tra i due regni sta attraversando un momento di apparente stallo, interrotto improvvisamente da un attacco da parte dell’esercito di Rasharn sulla città di Lucium. Jak sopravvive all’attacco, scoprendo però non solo di essere un Magnus, ma anche di essere uno dei pochissimi Triarchi di Aveum, ovvero coloro in grado di padroneggiare senza particolari distinzioni tutte e tre le diverse tipologie di magia presenti nel mondo. Questa peculiarità lo porterà ad intraprendere un percorso di crescita all’interno delle fila dell’esercito fino a diventare uno dei cosiddetti Immortali, ovvero l’elite delle truppe di Lucium, nonché una pedina fondamentale per le sorti non solo del proprio regno ma di tutta Aveum.
Sono queste le premesse narrative alla base di Immortals of Aveum e dalle quali si dipana una sceneggiatura suddivisa in 19 capitoli/missioni capace di tenere impegnato il giocatore per circa 15 ore, alle quali se ne possono tranquillamente aggiungere altre 10 se si desidera vedere tutto ciò che il gioco ha da offrire. Per quanto riguarda il gameplay, l’opera di debutto di Ascendant Studios si propone come un classico FPS nel quale le armi “tradizionali” lasciano spazio a un guanto, denominato “Sigillo”, in grado di tradurre in proiettili “magici” l’energia del mondo di Aveum, suddivisa in tre macro-categorie rappresentate nel gioco da altrettanti colori. C’è la magia verde, che consente al protagonista di sparare colpi in rapida sequenza, quella rossa, con la quale è possibile colpire i nemici con potenti colpi a distanza ravvicinata e la magia blu, i cui colpi singoli risultano particolarmente efficaci contro i bersagli lontani.
Ognuna delle tre tipologie dispone di un certo numero di “proiettili” prima di dover essere ricaricata, nonché di attacchi speciali denominati “Furie” che possono essere lanciati consumando l’energia accumulata durante gli scontri. A completare l’offerta “magica” a disposizione del giocatore troviamo una serie di “incantesimi di controllo” attraverso cui è possibile sfruttare abilità particolari, come una frusta magica in grado di attirare i nemici verso Jak (o viceversa) o delle speciali sfere appiccicose in grado di rallentare per un breve lasso di tempo i nemici, e gli “incantesimi di dominio”, degli attacchi speciali capaci di infliggere ferite ingenti agli avversari. Il protagonista dispone poi di un utile scudo, che può essere attivato in qualunque momento per ridurre i danni subiti o, addirittura, per deviare completamente i colpi in arrivo se si esegue la parata con il giusto tempismo. Ovviamente l’energia a disposizione per lo scudo non è illimitata, quindi è necessario dosare con cura l’utilizzo per non trovarsi senza protezione nel momento del bisogno. Grazie al guanto magico, Jak può inoltre interagire con lo scenario in alcune situazioni, per aprire nuovi passaggi o per sbloccare percorsi altrimenti inaccessibili, o fluttuare per alcuni secondi a mezz’aria dopo un balzo.
L’energia dello scudo non è però l’unica alla quale il giocatore deve stare attento durante gli scontri. La sopravvivenza del protagonista dipende infatti da una tradizionale barra della salute, che può essere ripristinata consumando degli specifici cristalli. Jak ne può portare con sé una quantità molto limitata, ma non preoccupatevi. Molti dei nemici abbattuti lasceranno sul terreno dei cristalli, così da consentirci di ripristinare spesso le scorte. Più o meno simile il discorso legato alle Furie: per usare queste magie speciali è necessario consumare del mana, che dipende sempre da cristalli lasciati sul terreno dai nemici. Discorso diverso invece per quanto riguarda gli incantesimi di controllo, il cui utilizzo dipende solo da un tempo di ricarica, e degli incantesimi di dominio, la cui energia si ricarica progressivamente durante gli scontri.
L’avanzata di Jak nel mondo di Immortals of Aveum ruota principalmente attorno agli scontri con gruppi di nemici via via sempre più numerosi all’interno di livelli lineari collegati tra loro da un hub centrale e scontri con boss di varia natura. La nuova opera di Ascendant Studios non è infatti un open-world, anche se non mancano le opportunità di esplorazione libera, alcuni puzzle ambientali basati sulle tre tipologie di magie a disposizione e brevi fasi di backtracking, tutte generalmente mirate al recupero di nuove parti di equipaggiamento o di materie prima da utilizzare per il crafting. Nel corso dell’avventura, Jak ha infatti l’opportunità di migliorare in vari modi il proprio arsenale, potenziando le armi magiche a sua disposizione o sostituendole con strumenti più adatti alle sue esigenze, e le stesse meccaniche si applicano anche ad alcune parti di equipaggiamento, che vanno ad influenzare le statistiche base del personaggio a in perfetto stile RPG.
Le declinazioni verso l’universo ruolistico non riguardano però solo l’equipaggiamento, ma anche la crescita del protagonista durante l’avventura. Proseguendo ed esplorando il mondo di gioco, Jak entra infatti in possesso di nuovi incantesimi, nuove furie o nuove magie per il Sigillo. Inoltre, completando gli obiettivi e uccidendo nemici, si ottengono classici punti esperienza, che nel gioco si traducono in “ascensioni” da spendere per sbloccare nuove abilità, denominate Talenti, in tre diversi skill tree direttamente correlati alle varie tipologie di magia. Attraverso questa meccanica si possono migliorare progressivamente le abilità in possesso del protagonista, ottenere dei perk aggiuntivi o sbloccarne di nuovi. Miscelando tutti questi elementi è possibile dare vita a una gamma di “build” molto differenti, che oltre a garantire una discreta libertà di approccio al giocatore rivestono un ruolo importante una volta raggiunto l’end-game del gioco. In questa fase, senza fare spoiler, il giocatore può infatti decidere di affrontare una serie di scontri opzionali di difficoltà elevata contro boss speciali nei quali l’equipaggiamento può davvero fare la differenza.
A completare l’offerta troviamo poi una lunga serie di documenti collezionabili, attraverso i quali è possibile scoprire molti retroscena sulla vicenda e sul passato di Aveum, e tre livelli di difficoltà, ognuno dei quali propone al giocatore un diverso livello di sfida. Per dare vita al mondo di Immortals of Aveum gli sviluppatori di Ascendant Studios si sono affidati alla versione 5.1 dell’ormai leggendario Unreal Engine, facendo largo uso di tutte le ultime tecnologie implementate da Epic come Lumen e Nanite. Sulle console testate in sede di prova, ovvero Xbox Series X e Series S, il titolo offre una sola modalità di rendering a 60fps, con risoluzione rispettivamente di 4K e 1080p. Per quanto riguarda il comparto audio, l’opera di debutto del team californiano offre ai giocatori una colonna sonora originale e una completa localizzazione in lingua italiana di tutti i dialoghi.
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