Recensione - Banishers: Ghosts of New Eden
di
Mirko Rossi / Thor
P
Il Gioco
New England, 7 giugno 1695. Antea Duarte e Ruaidhrigh mac Raith, conosciuto come Red, sbarcano nel porto della città coloniale di New Eden al termine di un lungo viaggio, che li ha condotti dalle coste scozzesi al margine nord-orientale del Nuovo Mondo. I due però non sono dei semplici coloni ma bensì una coppia di “Epuratori”, ovvero individui particolarmente dotati in grado di percepire i fantasmi e addestrati per aiutarli ad abbandonare definitivamente il mondo dei vivi, in modo più o meno pacifico. Antea e Red, rispettivamente guida e apprendista, oltre a essere “colleghi” sono anche una coppia di amanti, che vive la propria peculiare storia d’amore tra un contratto di lavoro e un altro. In questo caso però la situazione è diversa: la loro presenza a New Eden è stata richiesta dal reverendo Charles Davenport in persona, un epuratore esperto che in passato ha instradato proprio Antea verso il suo destino. Davenport, alcuni mesi prima, ha inviato una missiva di aiuto ai suoi vecchi amici nel disperato tentativo di risolvere definitivamente una potente infestazione che, a suo dire, sta letteralmente stritolando la comunità.
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Al loro arrivo in città, Antea e Red scoprono però che la situazione è in realtà molto più intricata e pericolosa di quanto si aspettassero. I due, anche in virtù del legame con il reverendo Davenport, decidono comunque di accettare l’incarico ma la missione, ahimè, si tramuta in una tragica disfatta. Durante lo scontro con l’entità che infesta la città, Antea infatti viene colpita a morte e Red finisce in fin di vita nelle gelide acque del New England, dalla cui letale morsa riesce a sfuggire solo grazie all’aiuto di un’inaspettata alleata. Al suo risveglio, Red si trova solo in una grotta sperduta senza sapere cosa fare e con la mente offuscata del dolore per la perdita della sua amata. Mentre l’epuratore cerca di far pace con i propri sensi di colpa si imbatte però nel fantasma di Antea, rimasta imprigionata nel mondo dei vivi per due ragioni: la prima è che il suo corpo non ha ricevuto una degna sepoltura ed è ancora tenuto in ostaggio a New Eden dalla creatura che l’ha assassinata, mentre la seconda è che il suo spirito, per qualche oscura ragione, sente di avere ancora qualche conto in sospeso con il mondo dei vivi.
Ai due non resta dunque che intraprendere un lungo viaggio attraverso la regione per tornare a New Eden, recuperare il corpo di Antea e risolvere le eventuali questioni in sospeso per permettere alla donna di attraversare la Soglia, così si chiama il confine che divide il mondo dei morti da quello dei vivi, e trovare la pace. In realtà, ci sarebbe anche un’altra soluzione, ma sia Antea sia Red sanno quanto possa essere sbagliata. Grazie ai propri studi, Antea è infatti venuta a conoscenza di un particolare rituale in grado di riportare in vita un defunto ricongiungendo un cadavere al proprio fantasma. Per compiere questo rituale è però necessario consumare tanta Essenza, ovvero l’energia vitale estratta dal corpo di altri esseri umani. I due, e il giocatore con loro, si trovano dunque a dover decidere già nelle primissime fasi iniziali quale approccio seguire durante il loro cammino: essere ligi ai dettami dell’ordine o infrangere il codice per provare a riportare in vita Antea?
Sono queste le premesse narrative alla base della sceneggiatura di Banishers: Ghosts of New Eden, il nuovo RPG d’azione in terza persona sviluppato dai francesi di DON’T NOD e pubblicato da Focus Entertainment, da cui si dipana una vicenda non lineare in grado di tenere impegnato il giocatore per almeno 25/30 ore, variabili in base al livello di difficoltà scelto tra i 5 disponibili e che possono facilmente diventare molte di più se si vuole completare al 100% il titolo o se si decide di esplorare tutti gli snodi narrativi presenti, inclusi i vari finali. Nel gioco impersoniamo proprio Red e Antea, con l’intento di guidarli attraverso il New England e giungere a un epilogo che, si spera, permetta di liberare lo spirito dell’epuratrice caduta in battaglia o di riportarla in vita. Per fare ciò, i due protagonisti devono però addentrarsi nella spirale di mistero e malvagità che avvolge l’intera regione e scoprire quali eventi hanno permesso al male di soggiogare la città di New Eden. L’unico modo per farlo è quello di svolgere il proprio mestiere di epuratori e liberare progressivamente i vari insediamenti dalla presenza di fantasmi, così da indebolire la presenza maligna attorno alla città principale.
Ognuno dei tre avamposti principali che incontriamo durante l’avventura offre infatti molteplici casi di “infestazione”, alcuni direttamente legati allo svolgimento della trama e altri secondari. Al netto di questa differenziazione, ogni infestazione altro non è che una missione suddivisa in due fasi: la fase di investigazione, durante le quali Red e Antea possono esplorare le varie zone e dialogare con gli NPC per raccogliere indizi sul fantasma, sulle cause della sua morte e sulle eventuali altre persone coinvolte, e la fase risolutiva, durante la quale Red è chiamato a prendere una decisione dopo aver raccolto tutte le informazioni utili. È in questo momento che il giocatore deve decidere se liberare il fantasma che ha di fronte, consentendogli così di ascendere e trovare la pace, se condannarlo, infliggendogli un esilio eterno, o se sacrificare uno dei vivi coinvolti nella vicenda, assorbendone l’essenza vitale.
Come facile intuire, le prime due opzioni rappresentano la scelta più etica e contribuiscono a favorire l’ascesa di Antea, mentre con l’ultima si accumula l’essenza necessaria a compiere il rituale per provare a riportala in vita. È però fondamentale sottolineare subito una cosa: in Banishers: Ghosts of New Eden non ci sono scelte “giuste” o “sbagliate” e ogni infestazione pone chi impugna il pad al cospetto di storie mature e dalle mille sfumature, dove non esiste il nero o il bianco e dove le decisioni non possono mai essere prese a cuor leggero. Ogni scelta ha infatti un impatto sullo sviluppo della trama, con conseguenze che possono influenzare in modo più o meno evidente non solo l’epilogo finale ma anche gli equilibri dei vari insediamenti, che si modificheranno dinamicamente nel corso del tempo in base alle nostre scelte con nuovi incarichi e nuove attività.
Il mestiere di un epuratore non è però fatto di sola investigazione. Tutta la regione dove si svolgono le vicende, suddivisa a sua volta in numerose aree di dimensioni variabili, è infatti permeata da presenze maligne, che si manifesteranno in più di un’occasione sotto forma di fantasmi, di spettri, di involucri di carne controllati da entità maligne e altre amenità simili. In questi casi, Red è costretto a fare affidamento al suo addestramento per combattere i nemici a colpi di spada e, da un certo punto in avanti, con il supporto di un efficace moschetto. Antea, che rimarrà al suo fianco per tutta l’avventura, può essere coinvolta negli scontri con la semplice pressione di un tasto, così da poter sfruttare le sue abilità spettrali sia negli scontri corpo a corpo sia con alcuni utili attacchi a distanza. Il passaggio tra i due protagonisti avviene in modo istantaneo e può essere fatto praticamente in qualunque momento, così da dare vita a combo tanto spettacolari quanto letali per gli avversari, il tutto attraverso un sistema di controllo di stampo tradizionale che prevede attacchi veloci, attacchi pesanti, schivate e parate. Le uniche eccezioni al “passaggio” tra i due protagonisti sono la presenza di particolari manufatti, che impediscono ad Antea di manifestarsi fino a quando non vengono distrutti, e l’esaurimento della sua energia spettrale, che si ricarica grazie agli attacchi di Red. In modo analogo a quanto accade in altri titoli, anche in Banishers: Ghosts of New Eden il giocatore ha a disposizione solo un numero limitato di cure (nello specifico 4), che possono essere ripristinate riposando presso uno dei tanti rifugi presenti nel gioco o sconfiggendo i gruppi di nemici più numerosi.
Nel corso dell’avventura, Antea apprende progressivamente nuove abilità speciali, tra cui quella di spostarsi rapidamente tra due punti, un attacco esplosivo, un attacco in grado di intrappolare per un breve periodo i nemici in una sorta di ragnatela e, infine, anche la capacità di “fondersi” per qualche instante con Red e incrementare esponenzialmente l’efficacia dei colpi. Le medesime abilità, declinate però in modo diverso, possono (e devono) essere sfruttate anche durante le fasi esplorative, per evidenziare punti di interesse o accumuli di energia spettrale, per raggiungere zone altrimenti inaccessibili o per liberare l’accesso ad aree che in caso contrario rimarrebbero precluse ai protagonisti. Red, dal canto suo, contribuisce alle fasi esplorative e investigative con alcuni rituali, che risultano fondamentali per rivelare eventi passati, per costringere specifiche creature a manifestarsi o, nelle fasi più avanzate, anche per attraversare la Soglia e raggiungere il mondo dei morti. I rituali possono essere eseguiti solo in punti ben specifici e prevedono il consumo di risorse e/o la presenza di particolari oggetti in grado di canalizzare le energie spettrali presenti nella zona o richiamare uno specifico fantasma.
Alle abilità di Antea è poi direttamente collegata la crescita dei due protagonisti. Banishers: Ghosts of New Eden è un action-RPG e, come tale, non può prescindere da un classico sistema di punti esperienza e livelli. A ogni incremento di livello si ottiene un punto da abilità, da spendere in 5 differenti skill-tree che si sbloccano insieme a ogni nuovo potere. Ognuno di questi percorsi propone vari nodi che, una volta attivati, garantiscono l’accesso a nuove abilità o migliorano quelle già a disposizione di Red e Antea. In modo analogo possono poi essere investiti anche i punti Essenza, che si ottengono completando le infestazioni e che, così come i punti abilità, possono essere assegnati liberamente durante il gioco, senza particolari vincoli o penalità in caso di respec e senza dover necessariamente raggiungere uno dei falò presenti nei rifugi. Interagire con i falò è invece fondamentale per riposare, così da ripristinare la scorta di cure a disposizione, per viaggiare rapidamente tra le varie zone e per accedere al menù di potenziamento dell’inventario. Come ogni RPG d’azione che si rispetti, anche il nuovo titolo dei francesi di DON’T NOD permette infatti di cambiare l’equipaggiamento in uso e potenziarlo, consumando materie prime più o meno rare che è possibile raccogliere durante l’esplorazione o dopo aver sconfitto specifici avversari.
A completare l’offerta troviamo poi una serie di attività opzionali, come la raccolta di collezionabili, l’epurazione di veri e propri “nidi” spettrali, gli scontri con nemici unici e così via. Come da tradizione, il completamento di queste attività non è essenziale per raggiungere i titoli di coda, ma permette di approfondire ulteriormente l’universo narrativo nel quale ci stiamo muovendo e, cosa da non sottovalutare, anche di migliorare le abilità dei protagonisti e/o il loro equipaggiamento. È però opportuno sottolineare una cosa riguardo a questo aspetto: a oggi, Banishers: Ghosts of New Eden non prevede l’opzione Nuovo Gioco+ e non è quindi possibile iniziare una nuova partita portando con sé abilità, livello raggiunto o equipaggiamento dopo aver concluso la vicenda. Per chi volesse rigiocare il titolo, l’unica opzione è quindi quella di iniziare nuovamente da capo, magari selezionando un altro livello di difficoltà iniziale.
Per dare vita alla loro nuova avventura, ai panorami del New England e agli scenari coloniali che fanno da sfondo alle vicende, i francesi di DON’T NOD hanno deciso di affidarsi alla quinta versione dell’Unreal Engine di Epic. Su Xbox Series X il gioco propone due diverse modalità di rendering, ovvero le classiche Qualità e Performance. La prima blocca il frame rate a 30fps per favorire la risoluzione e il dettaglio grafico mentre con la seconda “sacrifica” in parte questi elementi per offrire al giocatore un’esperienza di gioco a 60fps. Su Series S è invece presente una sola modalità di rendering a 30fps. Inaspettatamente, nessuna delle due versioni sembra invece supportare l’HDR, assente su entrambe le piattaforme. Il comparto audio può invece contare su una colonna sonora originale e sul doppiaggio in tre lingue (inglese, francese e tedesco) e sulla completa localizzazione in lingua italiana di testi, sottotitoli e interfaccia.
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