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The Quarry
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Recensione - The QuarryXbox Series X | S Xbox OneGame

In attesa di lanciare il prossimo capitolo della saga The Dark Pictures Anthology pubblicata da Bandai Namco, Supermassive Games ci consegna con The Quarry una nuova avventura a tinte horror sviluppata sotto il marchio 2K ed ambientata in un tradizionale campo estivo americano. Scopriamo nella nostra recensione quali orrori dovranno affrontare i malcapitati protagonisti di questa spaventosa storia.
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Il Gioco

Il campeggio estivo è una parte fondamentale della cultura a stelle e strisce. Sin dalla nascita di questa particolare filosofia di vacanza, tantissime generazioni di americani hanno trascorso le loro estati immerse nella natura e lontane dalle tecnologie più recenti come la TV, gli smartphone, internet e i social media. Ogni anno, negli U.S.A., giovani di ogni età si trasferiscono per alcuni mesi in strutture dedicate, nelle quali è possibile riscoprire un modo diverso di vivere e di socializzare sotto la sapiente guida di altri ragazzi, generalmente non molto più grandi, conosciuti come “tutor”. Per entrambe le categorie, il campeggio rappresenta non solo un momento di svago ma anche, e soprattutto, un’esperienza formativa importante, destinata però a concludersi insieme alla stagione estiva. Ed è proprio in questo in preciso momento che prende il via, dopo un breve prologo-tutorial, la storia di The Quarry, la nuova avventura interattiva sviluppata dal team di Supermassive Games, già noto ai più per titoli come Until Dawn e per l'antologia The Dark Pictures.

MX Video - The Quarry

Ci troviamo nel campeggio di Hackett’s Quarry, una struttura estiva ricavata all’interno di una vecchia cava e nella quale vari gruppi di ragazzi hanno trascorso oltre due mesi all’insegna della spensieratezza insieme a sette tutor, supervisionati a loro volta dal supervisore Chris Hackett. Una volta salutato l’ultimo bus e concluso il loro incarico, anche gli animatori possono finalmente recuperare i loro bagagli e il loro smartphone per fare ritorno alle rispettive quotidianità, ma qualcosa ovviamente non va come dovrebbe. Un guasto, tutt’altro che fortuito, obbliga infatti i tutor a trascorrere ancora una notte nella struttura, ma senza supervisione. Un’occasione più unica che rara per celebrare al meglio la fine del periodo estivo, radunarsi per l’ultima volta attorno al fuoco e chiarire eventuali questioni rimaste in sospeso prima di dirsi addio, il tutto nonostante i ripetuti inviti del Sig. Hackett a restare nelle rispettive stanze durante la sua assenza. Neanche una leggenda locale, nella quale si parla di una strega che abita nei boschi attorno al campeggio, riesce a dissuadere i giovani, che in cuor loro probabilmente non sono davvero così sicuri di voler tornare alle proprie vite e affrontare l’età adulta. Quello che Jacob, Abigail, Nick, Emma, Ryan, Kaitlyn e Dylan non sanno, però, è che l’ultima notte nel campeggio sarà, con molta probabilità, la più lunga e spaventosa di tutta la loro vita.

Sono queste le basi dalle quali prende il via The Quarry che, nelle circa 8/10 ore necessarie per raggiungere i titoli di coda (almeno per la prima run) completando tutti i 10 capitoli di cui si compone la storia, pesca a piene mani dall’immaginario tradizionale degli horror adolescenziali per raccontare una storia di stampo cinematografico ricca di momenti drammatici, colpi di scena e, ovviamente, bivi narrativi nei quali saranno le azioni e le scelte del giocatore, o dei giocatori, a plasmare gli eventi mentre i protagonisti si alternano al centro della scena.

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Il gameplay alla base dell’ultima produzione di Supermassive Games è infatti la diretta evoluzione di quanto abbiamo imparato a conoscere ed apprezzare negli ultimi anni, con un cast composto da 7 diversi personaggi e uno sviluppo narrativo che alterna sequenze incentrate sull’esplorazione delle varie zone e sui dialoghi a momenti più “ritmati”, nei quali è necessario completare dei classici Quick Time Event (QTE) e, talvolta, anche imbracciare le armi raccolte per difendersi dalle creature che infestano il campeggio e le zone circostanti. Tutte queste situazioni, come da tradizione delle produzioni della software house britannica, hanno un impatto sullo sviluppo degli eventi e contribuiscono a delineare il percorso che porterà i protagonisti, e quindi il giocatore, a uno dei numerosi epiloghi previsti dagli sviluppatori per la loro nuova avventura. In molti casi la scelta tra due opzioni è palese, con la possibilità di selezionare quale strada intraprendere, come agire o come rispondere in un dialogo. In altri casi, il giocatore può invece decidere se eseguire una determinata azione, come dare una pacca su una spalla a uno dei protagonisti, o se non fare nulla.

La prima particolarità di questo meccanismo è che tutte le scelte, incluse le risposte a dialoghi apparentemente poco utili ai fini narrativi o le eventuali “non-scelte”, hanno un effetto. In alcuni casi le conseguenze sono immediate e vengono subito mostrate a schermo mentre in altri casi le conseguenze potrebbero non essere evidenti nell’immediato. In questi casi il giocatore viene comunque informato di aver “imboccato” uno dei vari percorsi disponibili o di aver modificato quello sul quale si trovava tramite una notifica a schermo, così da avere sempre ben chiaro quale delle sue scelte ha avuto un effetto sullo sviluppo degli eventi. La seconda particolarità è che, spesso, non è così facile prevedere queste conseguenze prima di aver fatto la propria scelta e questo si estende anche ai QTE, il cui completamento non garantisce sempre l’esito migliore per il protagonista (o i protagonisti) al centro della scena in quel momento. La terza e ultima particolarità riguarda l’immutabilità delle scelte fatte, che possono in molti casi portare anche alla morte prematura di uno dei protagonisti. Il gioco infatti salva automaticamente i nostri progressi a ogni “bivio” e non dà mai al giocatore la possibilità di tornare indietro, il che rende l’intera esperienza estremamente coinvolgente sia per chi impugna il pad sia per gli eventuali spettatori.

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Ad aggiungere ulteriore spessore al gameplay ci pensano poi gli indizi e i collezionabili che è possibile raccogliere durante l’avventura. Gli indizi, come facile prevedere, forniscono al giocatore più dettagli sugli eventi, ma non solo. Raccogliendo più oggetti collegati tra loro è possibile creare delle “connessioni” e dedurre informazioni utili per i protagonisti, che possono portare la storia su binari diversi o dare al giocatore una consapevolezza diversa di fronte a una scelta. Tra i collezionabili troviamo invece dei classici Tarocchi, che una volta raccolti possono garantire al giocatore delle anticipazioni, più o meno comprensibili, su eventi futuri. A fornire queste previsioni è una misteriosa cartomante che, al pari del Curatore nella saga di The Dark Pictures, farà visita al giocatore tra un capitolo e l’altro, commentando quanto accaduto fino a quel momento e offrendo il proprio aiuto, se così possiamo definirlo. Le anticipazioni della cartomante, che possono anche essere declinate, sono infatti delle brevi visioni o delle frasi abbastanza criptiche, che vanno interpretate e che, di fatto, possono anche condizionare il giocatore portandolo a fare una scelta potenzialmente errata. Tutte queste informazioni vengono raccolte all’interno di un’apposita sezione del menù di gioco, alla quale è possibile accedere liberamente in ogni momento per rivedere gli elementi raccolti o, perché no, approfondire ulteriormente la lore del gioco.

The Quarry, proprio per questa sua particolare natura, offre ai giocatori un’estrema rigiocabilità. Innanzitutto, il titolo di Supermassive Games, proprio come i suoi predecessori, propone una lista davvero immensa di possibili diramazioni e vari finali estremamente differenti tra loro, tutti direttamente collegati alle scelte fatte durante l’avventura. Per sottolineare ulteriormente la natura “cinematografica” del titolo, è inoltre possibile vivere l’esperienza senza intervenire direttamente ma scegliendo solo l’epilogo tra i due preimpostati, nei quali rispettivamente muoiono o sopravvivono tutti i protagonisti, o facendo da regista, selezionando di volta in volta il bivio da intraprendere in ogni scena. L’intera esperienza può essere vissuta sia in solitaria sia in compagnia di un massimo di altri 7 giocatori, ma solo in locale per il momento. In questa modalità i giocatori devono selezionare quale o quali protagonisti controllare e passarsi il controller a vicenda durante l’avventura in base al protagonista attivo nelle specifiche sequenze. Per il momento sono invece assenti le modalità multigiocatore online, che dovrebbero consentire di vivere l’intera esperienza in rete con un altro giocatore o di organizzare una sorta di watch-party virtuale nel quale gli spettatori potranno influenzare lo svolgimento votando le varie scelte da compiere.

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Se per quanto riguarda il gameplay le novità sono relativamente poche, The Quarry rappresenta un evidente passo in avanti rispetto a quanto fatto con i giochi precedenti sotto il profilo tecnico. A sorreggere tecnicamente l’avventura ci pensa l’Unreal Engine 4, che nonostante l’età e l’ormai sempre più imminente passaggio di testimone verso la nuova versione, dimostra ancora una volta di saper gestire in modo egregio una grande varietà di situazioni. Sulle piattaforme testate in sede di recensione, ovvero Xbox Series X e Series S, il titolo riesce infatti a raggiungere senza particolari difficoltà la massima risoluzione disponibile, seppur in modo dinamico, e la massima frequenza di refresh, settata per tutte le piattaforme a 30fps, con un livello di dettaglio sensibilmente superiore rispetto alle ultime produzioni di Supermassive Games, specie per quanto riguarda la gestione dell’illuminazione e le texture. E’ inoltre stata riposta una maggiore attenzione nel catturare e riprodurre al meglio i movimenti e le espressioni del cast di attori che hanno prestato fattezze e voci ai vari protagonisti, tra cui troviamo personalità del calibro di David Arquette, Ted Raimi, Ariel Winter e Skyler Gisondo. Ad accompagnare i giocatori nella loro avventura troviamo infine una colonna sonora chiaramente ispirata alle sonorità degli anni ’80/’90, affiancata a una completa localizzazione in lingua italiano sia per quanto riguarda i testi sia per quanto riguarda le voci dei protagonisti.

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Amore

Ciò che non ti uccide, ti fortifica

- Il motto di Hackett’s Quarry, che campeggia sull’insegna posta all’ingresso del campo e che viene ripetuto spesso dai protagonisti nel corso dell’avventura, non è solo un messaggio rivolto dai tutor ai giovani che decidono di soggiornare nella cava. E’ il modo con cui gli sviluppatori “suggeriscono” al giocatore che in The Quarry è fondamentale apprendere dai propri errori, imparare a leggere con maggiore lungimiranza le situazioni e, se necessario, diventare più cinici, anche mettendo da parte le proprie emozioni. La struttura dell’avventura è infatti studiata per amplificare l’empatia tra chi impugna il pad e i personaggi, così da rendere ogni scelta un momento fondamentale nel quale, inconsciamente, ci si ritrova a soppesare i propri sentimenti verso i protagonisti. Si tratta di una meccanica che Supermassive Games sa sfruttare come poche altre software house e che, di fatto, rappresenta una delle componenti capaci di rendere ogni run davvero unica.

Cast stellare

- Come ho già scritto precedentemente, con The Quarry il team di sviluppo ha fatto un incredibile passo in avanti sotto il profilo recitativo. Oltre all’ottimo lavoro svolto per migliorare il comparto tecnico, sul quale ci soffermeremo tra breve, l’elemento chiave per raggiungere questo risultato è sicuramente la presenza di un cast di attori capace di restituire le giuste performance, sia durante i numerosi dialoghi sia quando la telecamera si sofferma a lungo sui volti delle loro controparti digitali, resi ancora più realistici grazie alla presenza di tantissime nuove animazioni. Rabbia, paura, delusione, terrore. Tutte queste emozioni trovano infatti un ampio spazio nel gioco e l’esperienza non sarebbe la stessa senza una trasposizione così fedele delle abilità recitative dei vari interpreti.

Gameplay sempre più raffinato

- I due punti precedenti sono ovviamente fondamentali per un gioco come The Quarry, ma non possono in alcun modo prescindere da un sistema di gioco capace di risultare allo stesso tempo coinvolgente e poco invasivo. Da questo punto di vista, l’ultima fatica di Supermassive Games rappresenta senza ombra di dubbio l’esperienza più equilibrata, sia per quanto riguarda la suddivisione delle fasi di gioco tra sezioni esplorative, dialoghi, sequenze ansiogene e momenti action, sia per quanto riguarda la gestione di ogni singola fase, con un numero di QTE adeguato al ritmo dell’azione, un sistema di scelta chiaro, tempi di risposta calibrati alla perfezione e, più in generale, un ottimo mix di tutti i singoli elementi che nel corso del tempo hanno permesso ai giochi del team britannico di imporsi come uno dei punti di riferimento per il genere.

Il peso delle scelte

- Se è vero che ogni avventura di Supermassive Games basa molto del suo fascino sulla presenza di innumerevoli scelte e bivi, è altrettanto vero che The Quarry propone delle situazioni meno leggibili rispetto al passato e che, stavolta, essere perfetti può non essere la scelta vincente, almeno non per come abbiamo giocato fino a quel momento. Una scelta apparentemente messa lì per sfidare il giocatore, in modo così da sfacciato da indurre a credere che sia un bluff, potrebbe tradursi in una morte quasi istantanea, così come in molti casi completare in maniera perfetta una sequenza di QTE potrebbe portare a uno sviluppo più pericoloso rispetto a quello a cui si arriverebbe sbagliando. La somma di queste due componenti rende le fasi di scelta ancora più cruciali, il che contribuisce a mantenere alta la tensione del giocatore dall’inizio alla fine.

Comparto visivo

- Sotto il profilo meramente estetico, The Quarry è sicuramente l’avventura più vicina al mondo del cinema o delle serie TV tra quelle proposte fino ad oggi da Supermassive Games. Fotografia, gestione delle luci, regia, inquadrature. Ogni elemento presente nel gioco è un omaggio all’immaginario horror adolescenziale e questo permette alla nuova avventura di risultare estremamente avvincente anche per un semplice spettatore, che potrebbe facilmente lasciarsi catturare come capita di fronte a un film o a una serie TV. A rendere tutto ancora più avvolgente ci pensano poi una pulizia grafica notevole e la presenza di alcuni effetti grafici particolari, come i cosiddetti God Rays, che rendono le ambientazioni molto più vive rispetto al passato. L’unica pecca da questo punto di vista riguarda la resa dei volti illuminati dalla luce del sole, ma dato che la porzione di gioco ambientata di giorno rappresenta solo una piccola parte della sceneggiatura si tratta di un difetto che passa rapidamente in secondo piano una volta scese le tenebre.

Odio

Tanta tensione, ma pochi spaventi

- Nonostante un sensibile passo in avanti, The Quarry, proprio come le precedenti produzioni di Supermassive Games, fatica nel fare ciò che sarebbe lecito attendersi da un’avventura horror di questo tipo, ovvero spaventare. I jump-scare si contano sulle dita di una mano e lo stesso si può dire delle situazioni capaci di mettere davvero a dura prova i nervi del giocatore. Attenzione però a non fraintendere: muoversi di notte nel campeggio di Hackett’s Quarry e nei boschi che lo circondano è un’esperienza estremamente ansiogena, specie se si gioca con la luce spenta e delle cuffie di buona qualità, ma personalmente avrei preferito saltare qualche volta in più sulla sedia o dover chiudere gli occhi di fronte a una scena particolarmente cruenta piuttosto che affrontare l’ennesima camminata al buio circondato da sussurri malvagi.

Trama poco ispirata

- Al netto del fatto che un titolo come The Quarry non può proporre una struttura narrativa diversa da quella presente in quasi tutti i giochi della casa di sviluppo britannica, resto fermamente convinto che si possa (e si debba) fare qualcosa di più sul fronte delle sceneggiature, fin troppo ricche di situazioni già viste e di cliché abusati. Rispetto alla precedente opera il team ha corretto un po' il tiro, ma anche in questo caso è facile incasellare i vari personaggi in ruoli preconfezionati (il macho insicuro, la primadonna, il nerd impacciato, ecc) sia sotto il profilo estetico sia per quanto riguarda il background e la gestione dei dialoghi, che alternano momenti davvero ben scritti a uscite da B-movie di terza categoria. Una maggiore attenzione da questo punto di vista permetterebbe alle avventure di Supermassive Games di fare un ulteriore passo in avanti nella giusta direzione.

Niente multigiocatore online

- L’assenza di modalità cooperative in rete al lancio rappresenta sicuramente un malus non da poco per The Quarry, in quanto molti giocatori acquistano queste avventure solo per poterle giocare in compagnia con un amico, che spesso e volentieri non è seduto sullo stesso divano. È inoltre davvero un peccato che la modalità più interessante, ovvero quella che consente di vivere l’esperienza insieme ad altri spettatori che possono influire attivamente nello sviluppo con le loro scelte, non sia presente al lancio, obbligando di fatto i giocatori ad attendere il rilascio di questa componente, attualmente prevista per il mese di Luglio. Nulla di irreparabile sia chiaro, ma sono sicuro che molti appassionati non resisteranno fino all’uscita di questo update, finendo inevitabilmente per completare la prima, e chiaramente la più coinvolgente delle run, in solitaria.

Tiriamo le somme

The Quarry rappresenta senza ombra di dubbio la migliore avventura interattiva sviluppata da Supermassive Games, sia per quanto riguarda il gameplay che per quanto riguarda le ramificazioni della trama e il comparto tecnico. Vivere l’ultima notte dei protagonisti nel campeggio di Hackett’s Quarry è un’esperienza appassionante e che sa come far felici gli amanti di questo particolare genere, siano essi giocatori solitari o gruppi organizzati che si ritrovano sullo stesso divano per passare un paio di serate ad alto tasso adrenalinico. La trama non particolarmente coraggiosa, anche per quanto riguarda la componente puramente horror, e l’assenza temporanea della componente multigiocatore online impediscono al gioco di brillare come meriterebbe, ma si tratta comunque di difetti marginali all’interno di un titolo che ogni appassionato dovrebbe considerare per la propria collezione.
8.0

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L'autore

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Classe 1985 e cresciuto a pane, Commodore e Amiga, nel 1991 riceve il suo primo NES e da allora niente è più lo stesso. Attraversa tutte le generazioni di console tra platform, GDR, giochi di guida e FPS fino al 2004, quando approda su Xbox. Ancora oggi, a distanza di anni, vive consumato da questo sentimento dividendosi tra famiglia, lavoro, videogiochi, corsa, cinema e serie TV, nell’attesa che qualcuno scopra come rallentare il tempo per permettergli di dormire almeno un paio d’ore per notte.

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