Recensione - The Quarry
di
Mirko Rossi / Thor
P
Il Gioco
Il campeggio estivo è una parte fondamentale della cultura a stelle e strisce. Sin dalla nascita di questa particolare filosofia di vacanza, tantissime generazioni di americani hanno trascorso le loro estati immerse nella natura e lontane dalle tecnologie più recenti come la TV, gli smartphone, internet e i social media. Ogni anno, negli U.S.A., giovani di ogni età si trasferiscono per alcuni mesi in strutture dedicate, nelle quali è possibile riscoprire un modo diverso di vivere e di socializzare sotto la sapiente guida di altri ragazzi, generalmente non molto più grandi, conosciuti come “tutor”. Per entrambe le categorie, il campeggio rappresenta non solo un momento di svago ma anche, e soprattutto, un’esperienza formativa importante, destinata però a concludersi insieme alla stagione estiva. Ed è proprio in questo in preciso momento che prende il via, dopo un breve prologo-tutorial, la storia di The Quarry, la nuova avventura interattiva sviluppata dal team di Supermassive Games, già noto ai più per titoli come Until Dawn e per l'antologia The Dark Pictures.
MX Video - The Quarry
Ci troviamo nel campeggio di Hackett’s Quarry, una struttura estiva ricavata all’interno di una vecchia cava e nella quale vari gruppi di ragazzi hanno trascorso oltre due mesi all’insegna della spensieratezza insieme a sette tutor, supervisionati a loro volta dal supervisore Chris Hackett. Una volta salutato l’ultimo bus e concluso il loro incarico, anche gli animatori possono finalmente recuperare i loro bagagli e il loro smartphone per fare ritorno alle rispettive quotidianità, ma qualcosa ovviamente non va come dovrebbe. Un guasto, tutt’altro che fortuito, obbliga infatti i tutor a trascorrere ancora una notte nella struttura, ma senza supervisione. Un’occasione più unica che rara per celebrare al meglio la fine del periodo estivo, radunarsi per l’ultima volta attorno al fuoco e chiarire eventuali questioni rimaste in sospeso prima di dirsi addio, il tutto nonostante i ripetuti inviti del Sig. Hackett a restare nelle rispettive stanze durante la sua assenza. Neanche una leggenda locale, nella quale si parla di una strega che abita nei boschi attorno al campeggio, riesce a dissuadere i giovani, che in cuor loro probabilmente non sono davvero così sicuri di voler tornare alle proprie vite e affrontare l’età adulta. Quello che Jacob, Abigail, Nick, Emma, Ryan, Kaitlyn e Dylan non sanno, però, è che l’ultima notte nel campeggio sarà, con molta probabilità, la più lunga e spaventosa di tutta la loro vita.
Sono queste le basi dalle quali prende il via The Quarry che, nelle circa 8/10 ore necessarie per raggiungere i titoli di coda (almeno per la prima run) completando tutti i 10 capitoli di cui si compone la storia, pesca a piene mani dall’immaginario tradizionale degli horror adolescenziali per raccontare una storia di stampo cinematografico ricca di momenti drammatici, colpi di scena e, ovviamente, bivi narrativi nei quali saranno le azioni e le scelte del giocatore, o dei giocatori, a plasmare gli eventi mentre i protagonisti si alternano al centro della scena.
Il gameplay alla base dell’ultima produzione di Supermassive Games è infatti la diretta evoluzione di quanto abbiamo imparato a conoscere ed apprezzare negli ultimi anni, con un cast composto da 7 diversi personaggi e uno sviluppo narrativo che alterna sequenze incentrate sull’esplorazione delle varie zone e sui dialoghi a momenti più “ritmati”, nei quali è necessario completare dei classici Quick Time Event (QTE) e, talvolta, anche imbracciare le armi raccolte per difendersi dalle creature che infestano il campeggio e le zone circostanti. Tutte queste situazioni, come da tradizione delle produzioni della software house britannica, hanno un impatto sullo sviluppo degli eventi e contribuiscono a delineare il percorso che porterà i protagonisti, e quindi il giocatore, a uno dei numerosi epiloghi previsti dagli sviluppatori per la loro nuova avventura. In molti casi la scelta tra due opzioni è palese, con la possibilità di selezionare quale strada intraprendere, come agire o come rispondere in un dialogo. In altri casi, il giocatore può invece decidere se eseguire una determinata azione, come dare una pacca su una spalla a uno dei protagonisti, o se non fare nulla.
La prima particolarità di questo meccanismo è che tutte le scelte, incluse le risposte a dialoghi apparentemente poco utili ai fini narrativi o le eventuali “non-scelte”, hanno un effetto. In alcuni casi le conseguenze sono immediate e vengono subito mostrate a schermo mentre in altri casi le conseguenze potrebbero non essere evidenti nell’immediato. In questi casi il giocatore viene comunque informato di aver “imboccato” uno dei vari percorsi disponibili o di aver modificato quello sul quale si trovava tramite una notifica a schermo, così da avere sempre ben chiaro quale delle sue scelte ha avuto un effetto sullo sviluppo degli eventi. La seconda particolarità è che, spesso, non è così facile prevedere queste conseguenze prima di aver fatto la propria scelta e questo si estende anche ai QTE, il cui completamento non garantisce sempre l’esito migliore per il protagonista (o i protagonisti) al centro della scena in quel momento. La terza e ultima particolarità riguarda l’immutabilità delle scelte fatte, che possono in molti casi portare anche alla morte prematura di uno dei protagonisti. Il gioco infatti salva automaticamente i nostri progressi a ogni “bivio” e non dà mai al giocatore la possibilità di tornare indietro, il che rende l’intera esperienza estremamente coinvolgente sia per chi impugna il pad sia per gli eventuali spettatori.
Ad aggiungere ulteriore spessore al gameplay ci pensano poi gli indizi e i collezionabili che è possibile raccogliere durante l’avventura. Gli indizi, come facile prevedere, forniscono al giocatore più dettagli sugli eventi, ma non solo. Raccogliendo più oggetti collegati tra loro è possibile creare delle “connessioni” e dedurre informazioni utili per i protagonisti, che possono portare la storia su binari diversi o dare al giocatore una consapevolezza diversa di fronte a una scelta. Tra i collezionabili troviamo invece dei classici Tarocchi, che una volta raccolti possono garantire al giocatore delle anticipazioni, più o meno comprensibili, su eventi futuri. A fornire queste previsioni è una misteriosa cartomante che, al pari del Curatore nella saga di The Dark Pictures, farà visita al giocatore tra un capitolo e l’altro, commentando quanto accaduto fino a quel momento e offrendo il proprio aiuto, se così possiamo definirlo. Le anticipazioni della cartomante, che possono anche essere declinate, sono infatti delle brevi visioni o delle frasi abbastanza criptiche, che vanno interpretate e che, di fatto, possono anche condizionare il giocatore portandolo a fare una scelta potenzialmente errata. Tutte queste informazioni vengono raccolte all’interno di un’apposita sezione del menù di gioco, alla quale è possibile accedere liberamente in ogni momento per rivedere gli elementi raccolti o, perché no, approfondire ulteriormente la lore del gioco.
The Quarry, proprio per questa sua particolare natura, offre ai giocatori un’estrema rigiocabilità. Innanzitutto, il titolo di Supermassive Games, proprio come i suoi predecessori, propone una lista davvero immensa di possibili diramazioni e vari finali estremamente differenti tra loro, tutti direttamente collegati alle scelte fatte durante l’avventura. Per sottolineare ulteriormente la natura “cinematografica” del titolo, è inoltre possibile vivere l’esperienza senza intervenire direttamente ma scegliendo solo l’epilogo tra i due preimpostati, nei quali rispettivamente muoiono o sopravvivono tutti i protagonisti, o facendo da regista, selezionando di volta in volta il bivio da intraprendere in ogni scena. L’intera esperienza può essere vissuta sia in solitaria sia in compagnia di un massimo di altri 7 giocatori, ma solo in locale per il momento. In questa modalità i giocatori devono selezionare quale o quali protagonisti controllare e passarsi il controller a vicenda durante l’avventura in base al protagonista attivo nelle specifiche sequenze. Per il momento sono invece assenti le modalità multigiocatore online, che dovrebbero consentire di vivere l’intera esperienza in rete con un altro giocatore o di organizzare una sorta di watch-party virtuale nel quale gli spettatori potranno influenzare lo svolgimento votando le varie scelte da compiere.
Se per quanto riguarda il gameplay le novità sono relativamente poche, The Quarry rappresenta un evidente passo in avanti rispetto a quanto fatto con i giochi precedenti sotto il profilo tecnico. A sorreggere tecnicamente l’avventura ci pensa l’Unreal Engine 4, che nonostante l’età e l’ormai sempre più imminente passaggio di testimone verso la nuova versione, dimostra ancora una volta di saper gestire in modo egregio una grande varietà di situazioni. Sulle piattaforme testate in sede di recensione, ovvero Xbox Series X e Series S, il titolo riesce infatti a raggiungere senza particolari difficoltà la massima risoluzione disponibile, seppur in modo dinamico, e la massima frequenza di refresh, settata per tutte le piattaforme a 30fps, con un livello di dettaglio sensibilmente superiore rispetto alle ultime produzioni di Supermassive Games, specie per quanto riguarda la gestione dell’illuminazione e le texture. E’ inoltre stata riposta una maggiore attenzione nel catturare e riprodurre al meglio i movimenti e le espressioni del cast di attori che hanno prestato fattezze e voci ai vari protagonisti, tra cui troviamo personalità del calibro di David Arquette, Ted Raimi, Ariel Winter e Skyler Gisondo. Ad accompagnare i giocatori nella loro avventura troviamo infine una colonna sonora chiaramente ispirata alle sonorità degli anni ’80/’90, affiancata a una completa localizzazione in lingua italiano sia per quanto riguarda i testi sia per quanto riguarda le voci dei protagonisti.
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