Recensione - Marvel's Guardians of the Galaxy
Il Gioco
Sono passati 12 anni dalla fine della Guerra Galattica contro Thanos. Il Titano Pazzo è stato sconfitto dopo una sanguinosa battaglia, e ad infliggere il colpo di grazia è stato Drax il Distruttore. A distanza di anni Drax non ha più uno scopo dopo aver vendicato la sua famiglia, decidendo così di unirsi ad un neonato gruppo di scapestrati: i Guardiani della Galassia. Il fondatore è l’umano Peter Quill / Star-Lord, ex pirata spaziale che durante la Guerra Galattica ha combattuto insieme ai Ravager, e con lui si trovano il geniale e violento procione (anche se tecnicamente non lo è) Rocket, il misterioso e ultimo della sua specie Groot e Gamora, considerata la donna più letale della galassia, nonché figlia adottiva di Thanos. Un gruppo talmente improbabile che sembra impossibile possa funzionare, e infatti nonostante Peter cerchi sempre di mettere tutti d’accordo non mancano i dissapori tra i vari membri, oltre ad una certa mancanza di fiducia, specialmente tra Drax e Gamora essendo lei la figlia dell’essere che ha ucciso la famiglia dell'omaccione. Anche i sogni di gloria non sembrano andare per il meglio, con i Guardiani che non sono ancora riconosciuti da praticamente nessuno, e i pochi che ne hanno sentito parlare sbagliano continuamente sia il nome del gruppo in “Giardinieri della Galassia” e mille varianti del nome Star-Lord come “Star-Coso”, “Star-Porn” e altri anche più volgari.
MX Video - Marvel's Guardians of the Galaxy
Marvel's Guardians of the Galaxy inizia quindi in un momento in cui il gruppo si è formato da poco e sta ancora cercando di farsi un nome nell’universo, accettando anche incarichi non proprio legali come infiltrarsi in una zona di quarantena per catturare un raro mostro per conto di Lady Hellbender, una collezionista di animali e bestie uniche. Inutile dire come tutto vada a rotoli, e dopo una rocambolesca fuga i Guardiani vengono catturati dai Nova Corps e costretti a pagare una multa salata per aver violato una zona di quarantena, e gli vengono concessi 3 giorni di tempo per trovare la somma. Il gruppo si ritrova così coinvolto in un “fuoco incrociato”: da una parte i Nova Corps, dall’altra una furiosa Lady Hellbender… ma questi sono solo i mali minori. Senza volerlo infatti i Guardiani hanno risvegliato una minaccia ben più grave nella zona di quarantena, e per risolvere la situazione dovranno diventare i Guardiani della Galassia di nome e di fatto.
Questo è l’incipit narrativo che vede Peter e compagni coinvolti in una lunga avventura composta da ben 16 capitoli e dalla durata di circa 20/25 ore ricche di esplorazioni, combattimenti e soprattutto dialoghi. Se Marvel’s Avengers aveva sì una componente single player ma il focus principale era sulla cooperativa e multiplayer online, Marvel's Guardians of the Galaxy prende la strada opposta concentrandosi unicamente sulla componente in singolo e sulla narrativa. Quindi mettiamo subito le cose in chiaro: se siete tra quelli che saltano i filmati o non amano conversazioni lunghe anche durante le fasi esplorative e di combattimento, allora Marvel's Guardians of the Galaxy non è il gioco che fa per voi.
I dialoghi infatti sono i veri protagonisti del gioco, con tanto di scelte che influenzano profondamente lo svolgersi degli eventi. Pur non essendo un vero e proprio GDR infatti il sistema di scelte e conseguenze è ben implementato, con dialoghi anche apparentemente insignificanti i cui effetti si scoprono dopo diverse ore. Questo aggiunge anche una buona rigiocabilità, andando quindi potenzialmente a raddoppiare il numero di ore necessarie per scoprire i diversi intrecci e possibili scenari nel gioco. Oltre al sistema di dialoghi, la componente GDR è appena accennata dalla presenza di punti esperienza da spendere per sbloccare nuove abilità e dalla possibilità di potenziare i gadget e l’equipaggiamento di Peter con i materiali trovati esplorando il mondo di gioco, ma nulla di particolarmente profondo o rivoluzionario. Anzi, come gioco in sé Marvel's Guardians of the Galaxy è fin troppo “tradizionalista” (per non dire “vecchio”) nelle meccaniche, ma questo non vuol dire che sia un male.
I ragazzi di Eidos Montréal sono infatti gli stessi della trilogia reboot di Tomb Raider, e in parte si notano alcune somiglianze anche nelle fasi esplorative di Marvel's Guardians of the Galaxy. Non viene ripresa tuttavia la componente open-world delle ultime avventure di Lara Croft, quanto più lo stile “a corridoio” che caratterizzava il primo capitolo (o gli Uncharted per rimanere in tema). L’avventura infatti è estremamente lineare e diretta, senza lasciare troppo spazio a deviazioni se non per piccoli bivi dove recuperare qualche materiale o collezionabile. La struttura base quindi è la classica corridoio - area più grande per i combattimenti - corridoio e così via, uno stile ormai datato ma che ancora funziona, e soprattutto evita tempi morti guidando il giocatore dritto al prossimo obiettivo senza possibilità di allentare la tensione o perdere il filo del discorso. L’unica eccezione è la città di Knowhere, esplorabile liberamente e dove troviamo minigiochi e chicche per gli appassionati come il museo del Collezionista, ma per il resto Marvel's Guardians of the Galaxy si presenta come un’esperienza piuttosto classica ma comunque solida.
Anche dal lato del gameplay non ci troviamo di fronte a nulla di nuovo, con la possibilità di controllare unicamente Star-Lord mentre i restanti Guardiani sono guidati da una buona intelligenza artificiale. È possibile tramite specifici comandi “chiamare” i compagni per fargli eseguire degli attacchi speciali, ognuno con diverse caratteristiche: Gamora ad esempio può infliggere gravi danni ad un singolo nemico, mentre Rocket al contrario con i suoi esplosivi è più indicato contro gruppi numerosi di nemici, Drax può stordire con i suoi colpi e Groot immobilizzare gli avversari con le sue radici. Queste sono solo le combinazioni base, ma progredendo con la storia e spendendo i punti potenziamento si possono sbloccare fino a quattro possibili attacchi speciali per ogni Guardiano, aumentando di molto la varietà d’azione.
Come detto, tuttavia, il giocatore controlla unicamente Star-Lord, che grazie ai suoi due blaster e stivali a razzo gode di una grande mobilità e possibilità di colpire sia i nemici distanti che quelli vicini con calci e pugni, oltre a disporre di una serie di attacchi speciali utilizzabili dopo un cooldown. Essendo poi il leader può utilizzare l’Adunata, ovvero richiamare i compagni e, dopo un breve dialogo in cui ascoltare il loro stato d’animo, scegliere una delle risposte disponibili: se la risposta è in linea con l’umore dei compagni Star-Lord riesce a motivarli, permettendo così di usare i loro attacchi speciali senza cooldown per qualche secondo e curare la salute di tutti, mentre in caso di fallimento solo Peter otterrà i bonus… e qualche insulto dagli altri. Infine, grazie ad una motivazione ben innestata nella storia, i blaster di Star-Lord possono equipaggiare 4 tipologie di proiettili elementali (ghiaccio, elettricità, vento e fuoco), utili sia in combattimento per sfruttare le debolezze sia per risolvere piccoli enigmi ambientali. Anche gli altri Guardiani possono contribuire durante l’esplorazione, come Groot per creare ponti, Drax per spostare oggetti pesanti, Gamora per arrampicarsi in luoghi alti, Rocket per hackerare terminali e altro ancora.
Dal punto di vista tecnico Marvel's Guardians of the Galaxy si difende piuttosto bene: la struttura a corridoio ha permesso agli sviluppatori di concentrarsi molto sull’estetica delle ambientazioni, creando scorci piuttosto impressionanti e suggestivi. Anche il design dei Guardiani e di altri personaggi importanti presenti (se conoscete i fumetti alcuni nomi vi saranno sicuramente familiari) risultano curati e ricchi di dettagli, anche se va specificato che le versioni per le attuali console attualmente non hanno il ray-tracing, ma verrà aggiunto in futuro tramite patch. Come spesso accade, anche Marvel's Guardians of the Galaxy offre due modalità di gioco, almeno per la versione next-gen (quella testata per la recensione), ovvero 4K nativi e 30 fps oppure 1440p e 60 fps. Considerato che, come detto, il ray tracing non è ancora stato implementato, è consigliabile la seconda opzione, anche se considerata la grande presenza di filmati potrebbe far preferire per una volta anche un maggiore impatto grafico.
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