Recensione - Kena: Bridge of Spirits
di
Mirko Rossi / Thor
P
Il Gioco
Da sempre gli esseri umani affrontano la morte in modi profondamente differenti in base alle epoche in cui vivono e alle culture da cui provengono. E non parlo solo della propria morte, che, come prevedibile, genera in ognuno di noi un turbine di emozioni differenti, ma anche di come ciascuno affronta la dipartita dei propri cari e delle persone che lo circondano. Nel mondo di Kena: Bridge of Spirits è consuetudine scolpire delle maschere in legno per onorare i defunti e posizionarle in appositi santuari, così che possano gradualmente ridursi in polvere e simboleggiare il passaggio dello spirito verso la vita successiva. A volte però questo non accade. Alcuni spiriti, per vari motivi, non riescono ad abbandonare la realtà terrena, diventando ostili e fonte di corruzione tanto per loro quanto per gli altri esseri viventi. È qui che entrano in gioco le Guide Spirituali, ovvero persone dotate di particolari abilità addestrate sin da giovani per affrontare gli spiriti che non riescono ad abbandonare il mondo reale e aiutarli a completare il passaggio.
MX Video - Kena: Bridge of Spirits
Kena, la protagonista dell’avventura di debutto di Ember Lab, è l’ultima discendente di una famiglia di guide spirituali e ha ereditato questo ruolo da suo padre. Per poter prendere il suo posto deve però accumulare la giusta esperienza e, per farlo, decide di raggiungere un santuario sacro custodito nel cuore di una remota vetta montuosa. Durante il tragitto si imbatte in due fratelli, Saiya e Beni, i quali le chiedono aiuto per liberare lo spirito del loro fratello maggiore Taro, rimasto intrappolato nel cuore della foresta. Kena accoglie la loro richiesta e intraprende un pericoloso viaggio che, nelle circa 10/12 ore necessarie per raggiungere i titoli di coda, porterà la giovane guida a scoprire cosa è accaduto al villaggio costruito alle pendici della montagna e ai suoi abitanti.
Inizia così Kena: Bridge of Spirits, un action-adventure in terza persona nel quale chi impugna il pad deve accompagnare la giovane Kena nel suo viaggio fatto di scontri con le creature corrotte che infestano le pendici della montagna, di esplorazione in ambienti che si sviluppano tanto in orizzontale quanto in verticale e di risoluzione di enigmi via via sempre più complessi. La maggior parte del gameplay ruota attorno alle capacità della protagonista, che può innanzitutto sfruttare il suo bastone magico durante i combattimenti, sia come arma contundente sia come arco, una volta sbloccato il relativo potenziamento. Il combat-system non è particolarmente articolato e prevede il consueto mix di attacchi leggeri, attacchi pesanti, colpi dalla distanza e schivate, a cui si affianca poi la possibilità di deflettere gli attacchi avversari attraverso uno scudo di energia o effettuare delle vere e proprie parate interrompendo nel momento corretto un attacco avversario.
Concatenando le varie tipologie di attacco è possibile eseguire diverse combo, il tutto senza limitazioni dovute alla presenza di resistenza o stamina. Un limite è invece presente per l’utilizzo dello scudo, che consuma l’energia spirituale a disposizione della protagonista, e per le frecce spirituali, il cui numero è limitato e si ricarica nel tempo. Il ventaglio di nemici che ci si trova ad affrontare mentre si cerca di raggiungere la montagna sacra è abbastanza vario e include sia creature più piccole, sia nemici dalle dimensioni più imponenti in grado di mandare al tappeto la protagonista con pochi colpi. Ogni tipologia di nemico è caratterizzata da attacchi e punti deboli differenti, che vanno ovviamente appresi e sfruttati per sperare di sopravvivere durante il viaggio. A completare l’offerta troviamo poi le classiche boss-fight, molte delle quali si basano sull’uso specifico delle abilità della protagonista e sulla sinergia con i suoi alleati piuttosto che sulla “semplice” forza bruta.
Kena può infatti “pulsare” per emettere delle brevi scariche di energia spirituale in grado di interagire con molti elementi dell’ambiente tra cui contenitori, oggetti particolari o cristalli in grado di attivare specifici meccanismi. La giovane sembra inoltre particolarmente in sintonia con le creature spirtuali che vivono in quella terra. Tra questi spiccano i Rot, dei simpatici spiritelli che manifestano fin da subito la loro simpatia per la guida spirituale e che si uniranno a lei dopo essere stati raccolti per aiutarla in vari modi. Kena scopre infatti di poter letteralmente comandare la squadra di Rot che la accompagna, sia per interagire con lo scenario spostando oggetti o attivando interruttori sia durante gli scontri con i nemici.
I Rot possono infatti bloccare temporaneamente gli avversari, così da offrire alla protagonista una finestra di recupero o costringere il nemico a esporre un punto debole, o concentrare il loro potere nel bastone di Kena per effettuare colpi speciali. L’utilizzo dei Rot durante gli scontri non è però illimitato ma dipende dalla quantità di Coraggio accumulata, che può essere ripristinata in battaglia raccogliendo le sfere lasciate dai nemici o colpendo dei punti specifici sugli stessi, identificati dalla presenza di particolari cristalli luminosi. Durante l’esplorazione non è poi raro imbattersi nelle “Lacrime della Foresta”, dei frutti in grado di ripristinare la forma originale dei Rot e tramutarli per un breve di lasso di tempo in uno spirito antico in grado di attaccare i nemici o distruggere le barriere generate dalla corruzione, il tutto sempre sotto la guida di Kena. Non aspettatevi però di poter mettere insieme una nutrita squadra di piccoli alleati troppo facilmente. La maggior parte dei Rot, infatti, si nasconde nelle ambientazioni ed è compito di chi impugna il pad riuscire a individuarli. In soccorso del giocatore arrivano sia gli altri Rot, che in molte occasioni ci segnaleranno punti di interesse, sia alcune maschere di legno che è possibile raccogliere nel corso dell’avventura.
Questi oggetti speciali sono legati a doppio filo allo sviluppo della trama e alla progressione in quanto, una volta indossate, permettono non solo di vedere le impronte lasciate dai piccoli Rot ma anche, e soprattutto, di dissolvere le barriere spirituali che sbarrano i vari percorsi e visualizzare l’eco dei ricordi dei vari personaggi, così da poter svelare passo dopo passo l’intreccio narrativo. L’esplorazione delle varie zone riveste un ruolo fondamentale nell’economia del gioco, in quanto è necessario visitare più volte ogni ambiente nel corso dell’avventura per individuare nuovi percorsi utili per proseguire o raggiungere aree inaccessibili fino a quel momento. A rendere il backtracking meno asfissiante ci pensa fortunatamente un utile sistema di viaggio rapido, denominato curvatura, che consente alla guida di spostarsi senza difficoltà tra una fitta serie di altarini sparsi per le ambientazioni, ovviamente dopo averli scoperti ed attivati.
Proseguendo nell’avventura, Kena può inoltre migliorare le proprie abilità e sbloccarne di nuove, sia per quanto la riguarda sia per quanto riguarda il suo rapporto con i Rot, spendendo una delle due valute presenti nel gioco, ovvero il Karma, che si può raccogliere sconfiggendo i nemici, ripristinando l’ambiente eliminando la corruzione o riposizionando oggetti, facendo mangiare ai Rot dei particolari frutti e completando alcune missioni secondarie. Queste ultime ruotano tutte attorno al ritrovamento delle lettere scritte o ricevute dagli abitanti del villaggio, che una volta riportate nella cassetta a cui appartengono permetteranno a Kena di accedere alla dimora per scoprirne i segreti. In alcuni luoghi specifici è poi possibile far meditare la protagonista, ottenendo un incremento permanente alla quantità di salute massima.
La seconda valuta presente nel gioco sono i Cristalli, che si raccolgono principalmente interagendo con oggetti e aprendo le tante casse sparse per le ambientazioni. Questa particolare risorsa può essere spesa presso uno dei carrelli da mercante nei quali ci si imbatte durante l’avventura per acquistare nuovi cappelli da far indossare i Rot e nuovi completi per la protagonista. In entrambi i casi si tratta solo ed esclusivamente di modifiche estetiche, che devono prima essere sbloccate raggiungendo un punto specifico della trama o trovando il relativo oggetto cosmetico e poi acquistate/equipaggiate recandosi in uno dei banchetti dedicati. Oltre a cappelli e costumi, Kena: Bridge of Spirits non offre altri particolari collezionabili opzionali, ma se si vuole raccoglierli tutti, oltre a completare la propria squadra di Rot scovando ogni creaturina presente nel gioco, bisogna aggiungere almeno altre 5/7 ore al tempo necessario per completare il titolo. Ad influenzare notevolmente la longevità è poi la difficoltà scelta tra le 5 opzioni disponibili, che vanno dalla classica modalità Storia a un livello di sfida in grado di mettere a dura prova anche i giocatori più abili.
La versione Xbox include ovviamente anche tutti gli update e i contenuti rilasciati dal 2021 a oggi, tra cui le novità introdotte con l’Anniversary Update pubblicato nel 2022. Questo aggiornamento portava con sé la modalità NG+, che come ormai tradizione permettere di rigiocare l’intera avventura dopo aver raggiunto i titoli di coda mantenendo alcuni miglioramenti e alcune abilità, i Ciondoli, ovvero nuovi accessori che possono essere indossati da Kena per migliorare o modificare le sue capacità, e le Sfide, che consentono ai giocatori più esperti o intraprendenti di mettere alla prova le loro abilità in scontri particolarmente sfidanti. Con il tempo nel gioco sono inoltre stati aggiunti nuovi cappelli e nuovi costumi, che sono ovviamente inclusi anche nella versione Xbox e ai quali si affiancano anche alcuni elementi esclusivi disegnati solo per questa versione, come il cappello a tema Sea of Thieves da far indossare ai propri Rot.
A sorreggere tecnicamente Kena: Bridge of Spirits è la quarta edizione dell’Unreal Engine di Epic. Su Xbox Series X il gioco ci propone due modalità di rendering distinte, ovvero Performance e Qualità. La prima offre una risoluzione in 4K upscalata con frequenza di refresh a 60fps, mentre la seconda propone una risoluzione in 4K nativa, con frame-rate bloccato a 30fps. Le due modalità grafiche differiscono, oltre che per risoluzione di base, anche per livello di dettaglio, qualità dell’illuminazione e distanza visiva. Su Series S, così come su One e One X, è invece disponibile una sola modalità di rendering a 30fps. Sul fronte audio, l’avventura di debutto di Ember Lab può contare su una colonna sonora originale e su un doppiaggio in lingua inglese di ottima qualità, affiancato alla completa localizzazione in lingua italiana di testi e sottotitoli.
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