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NBA 2K21
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Recensione - NBA 2K21Xbox Series X | S Xbox OneGame

Come tutti gli anni, settembre è il mese in cui viene rilasciato il nuovo simulatore di basket di 2K, NBA 2K21; stavolta si tratta però di un lancio interlocutorio, con un'edizione di fine generazione che sarà poi seguita dall'edizione next-gen del titolo. In attesa di poter provare la versione per le console di nuova generazione, eccovi le nostre impressioni su quella appena uscita!

Il Gioco

L’epidemia di Covid-19 ha impattato in maniera drammatica le competizioni sportive e l’NBA, che ha vissuto anche la tragica vicenda John Floyd, è stata colpita due volte con il risultato che, con un campionato 2020 ancora in corso, non è stato facile per gli sviluppatori di NBA 2K21 presentare un titolo che oltre a essere, evidentemente, un episodio di transizione in attesa della next-gen, dovrà aggiornare costantemente le formazioni e narrare i Draft che si terranno quando il gioco sarà già disponibile da diverse settimane. Nonostante tutto, però, Visual Concepts non ha partorito certo un obbrobrio, in quanto il gioco è quello, con tutte le sue (tante) luci e le (poche) ombre.

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Appena lanciato il gioco, una delle cose che vi balzerà subito agli occhi è il lifting del quale hanno giovato i menu iniziali, con una rinnovata e piacevole interfaccia grafica. La barra preposta alla selezione delle modalità del titolo è stata posizionata nella parte bassa dello schermo e presenta un look alquanto minimalista ed essenziale; qui troviamo la stessa offerta del predecessore con i match rapidi e le sfide online nelle quali possiamo affrontare tanto la CPU (dotata degli stessi livelli di difficoltà) quanto gli avversari in rete. Il “Match of the Day” ci permette di simulare la partita prevista in giornata, con il roster dei cestisti aggiornato sugli infortuni e le eventuali squalifiche. “MyTEAM” e la modalità “Carriera” continuano ad essere il piatto forte della produzione, l’uno votato all’esperienza multigiocatore sullo stile di FIFA Ultimate Team, l’altro dedicato ad un'esperienza più cinematografica sulla falsariga di quanto visto nelle edizioni precedenti; entrambe le modalità sono caratterizzate da una longevità pressoché infinita, anche grazie agli eventi e alle sfide giornaliere e settimanali.

MX Video - NBA 2K21

La Carriera rimane sempre il fulcro del gioco con il suo taglio cinematografico e l’atmosfera “drammatica” che la circonda. In NBA 2K21 si chiama “The Long Shadow” (La Lunga Ombra) e la storia ruota intorno a Junior, il soprannome che viene dato al nostro personalissimo giocatore (che possiamo customizzare in ogni suo aspetto, come avviene da sempre nella serie), un figlio d’arte che, dopo aver tentato di intraprendere la sua carriera sportiva nel mondo del calcio, se ne allontana per provare a seguire le orme paterne nel dorato mondo NBA. Pur seguendo un filone abbastanza simile a quanto visto in passato, alcune migliorie e modifiche rendono l’esperienza più solida e riescono ad attrarre anche il giocatore occasionale. In primo luogo è stato maggiormente sviluppato il periodo del College, con 10 università presenti e la possibilità di scegliere tra di esse; questo aspetto fa parte di una trama più complessa la quale prevede che, nel corso della modalità storia, le scelte del giocatore influiscano sullo svolgimento della stessa. Un’altra novità interessante è quella rappresentata dal fatto che non abbiamo limiti in alcune caratteristiche che possiamo assegnare al nostro giocatore in base al ruolo ricoperto, così finalmente possiamo anche avere un playmaker alto oltre 2 metri. Anche il “Quartiere” ha subito un restyling: scordatevi i campetti cementati di città e preparatevi a giocare a Venice Beach, con i suoi campetti in riva al mare ed i suoi negozi nei quali potrete comprare capi d’abbigliamento ideali per personalizzare ulteriormente il vostro giocatore.

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Appena iniziata la nostra prima partita assistiamo al principale cambiamento apportato al gameplay, la meccanica di tiro. Questa modifica è forse più facile da apprezzare direttamente sul parquet, piuttosto che descriverla a parole: inclinando la levetta analogica destra verso il basso, un indicatore a mezzaluna fa la sua comparsa sopra la testa del giocatore. Mantenendo l’inclinazione e indirizzando l’indicatore verso l’area di tiro (in maniera analoga a quando si compiono le “mezzelune” con l’analogico) si può gestire l’inclinazione di tiro per poter portare a segno tiri perfetti. Con la canonica pressione del tasto dedicato al tiro, lo stesso sistema si presenta diversamente obbligando il giocatore a rilasciare il pulsante quando l’indicatore si trova nel punto esatto per garantire il tiro migliore. Si tratta di un qualcosa che fece una prima apparizione nel 2017 ma ha già raggiunto il risultato di dividere il pubblico in due partiti: chi preferisce utilizzare un solo tasto e ripudia una meccanica così complicata e chi invece trova il nuovo sistema molto più simulativo. A mio modesto avviso il sistema garantisce un controllo di palla molto più fluido e realistico, ma richiede addestramento per poter padroneggiare una modalità di tiro davvero molto diversa rispetto al passato. Molto bella l’introduzione delle animazioni dedicate ai giocatori più importanti nel panorama NBA proposte dal testimonial di quest’anno, Damian Lillard; queste animazioni riescono ad avvicinare ancora di più la versione digitale del basket a quella reale. Sempre in tema di gameplay, va apprezzata l’introduzione della possibilità di difendere la palla con il corpo e con le braccia e una migliorata risposta dei difensori quando ne abbiamo il controllo.

L’altra modalità che fa la parte del leone è MyTEAM, che fa un po' il paio con l’Ultimate Team di EA Sports e, come quest’ultima, è stata bersaglio di critiche fin dal suo esordio per il canonico binomio “microtransazioni e colpi di fortuna”, dopo le quali però sono state introdotte le Stagioni e i relativi obiettivi giornalieri, stagionali e misti settimanali/giornalieri che ci permettono di guadagnare premi sempre più interessanti. Ovviamente nell’ambito delle modalità di gioco non manca la possibilità, come sempre (e per questo non mi sono particolarmente dilungato) di disputare una stagione singola con una squadra a nostra scelta o di gestire la franchigia per 10 anni non solo sul campo ma anche dal punto di vista manageriale, con tanto di draft che rende il tutto ancora più realistico.

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Prima di tirare le somme, va detta una cosa fondamentale: regna un pochino di confusione sulle versioni del gioco. L'edizione che ho recensito di NBA 2K21 è una versione assolutamente transitoria e può essere considerata quasi alla stregua di un corposo aggiornamento di NBA 2K20, con alcune interessanti novità come quelle presenti nella modalità Carriera e in MyTEAM. Ma, come molti di voi già sapranno, 2K ha pensato di non seguire la strada intrapresa da altre software house e non ci sarà nessun upgrade gratuito diretto per la versione next-gen del gioco, ma solo la possibilità di avere la versione next-gen standard per chi compra la versione Mamba Forever di NBA 2K21 per l’attuale generazione di console; peccato che la suddetta versione costi 100 euro… e che, soprattutto, non si potranno importare i dati di gioco, come il progresso e l'inventario MyPLAYER, dalla versione current gen a quella next-gen, ad esclusione dei contenuti della modalità MyTEAM. Sostanzialmente abbiamo tra le mani un’anteprima a prezzo pieno del "gioco vero" che vedremo sulle nuove console, e questa è decisamente una caduta di stile da parte di 2K, considerato il livello del brand. Concludo questa parte di recensione informandovi che il gioco è totalmente localizzato in italiano per quanto riguarda i menu e i testi a schermo, mentre il parlato, sempre di ottima fattura, resta in lingua inglese.

Amore

Interessanti novità di gameplay

- Molto belle le nuove animazioni; tutto ciò che riguarda il movimento sembra più fluido e, in modo particolare, il “dribbling” nei confronti dell’avversario è davvero appagante. Poi c’è la questione tiro e le nuove meccaniche implementate; devo dire che, per quanto mi riguarda, credo possa rappresentare un plus in NBA 2K21 perché, se da un lato aumenta il grado di difficoltà soprattutto per i neofiti, dall’altra incrementa notevolmente lo spessore simulativo del gioco. E’ stata ulteriormente migliorata la gestione degli schemi in post ma, soprattutto, mi è piaciuto come le novità siano state implementate nella loro globalità anche nella modalità Carriera, conferendole ulteriore spessore.

E' sempre un bel vedere

- A partire dalle arene di gioco per poi passare alla definizione dei singoli atleti, NBA 2K21 è sempre uno spettacolo per gli occhi. Sono stati ulteriormente implementati i volti delle star più famose contestualmente alle loro movenze e a tutta quella serie di particolari (tatuaggi per fare un esempio) che fanno di NBA il manifesto del fotorealismo. Molto belli anche gli ambienti di contorno, con una nota di particolare merito per i quartieri di Venice Beach presenti nella modalità Carriera.

Che musica, ragazzi!

- Il doppiaggio e la sceneggiatura della storia della modalità Carriera sono particolarmente riusciti quest'anno, e scandiscono molto bene i ritmi dell’avventura di Junior nel mondo dell'NBA. Il commento in-game e post-game è sempre al top e le musiche sono sempre scelte con estrema cura. Anche l’atmosfera all’interno dei diversi palazzetti è resa in maniera estremamente convincente, e avvertirete chiaramente la differenza tra giocare in casa o in trasferta.

Modalità MyTEAM

- 2K fa tesoro delle critiche ricevute in passato e strizza l’occhio all’Ultimate Team di FIFA. In modo particolare, è l’aggiunta delle Stagioni il vero colpo da maestro, con la possibilità di salire e scendere tra le divisioni guadagnando riconoscimenti e crediti senza doversi svenare grazie alla pletora di sfide giornaliere e settimanali. C'è una bella novità aggiunta anche alla modalità MyLEAGUE, rappresentata dalla possibilità di condividere lo scenario di gioco con la comunità.

Odio

Troppe riproposizioni e la solita fastidiosa mancanza

- La modalità GM non ha subito alcuna variazione ed è rimasta un tantino piatta nel suo divenire, inoltre non è possibile personalizzare le leghe e i tornei delle modalità Pro-Am e Rec. Infine, ancora una volta, nella modalità Carriera non si può creare un personaggio di sesso femminile e, considerata la presenza delle franchigie WNBA, sarebbe stata cosa buona e giusta.

No next-gen, no party

- Il vero tallone d’Achille di questa versione current gen di NBA 2K21 è proprio la sua natura di di gioco di passaggio tra le due generazioni che, talvolta, ne limita il salto in avanti definitivo. E’ un peccato non poter godere di tutti gli update di cui godrà la versione next-gen ma, soprattutto, è davvero una brutta idea quella di non consentire l'upgrade gratuito a chi spenderà comunque 70 Euro per acquistare la versione standard del gioco.

Tiriamo le somme

Premesso che si tratta sempre del nostro amato NBA 2K, la formula scelta da 2K per porsi sul mercato nel 2020 lascia un tantino perplessi. Pur con le attenuanti rappresentate da una stagione (la 2019-2020) ancora in corso, quello che abbiamo tra le mani è un generoso update della versione dello scorso anno. Se da un lato abbiamo una rinnovata gestione della modalità MyTEAM, una Carriera ben narrata ed un sistema di tiro che aumenta ulteriormente la componente simulativa del titolo 2K, non poter migrare i dati tra le due versioni del gioco, dover pagare l’upgrade per la versione next-gen e non avere nell’immediato rose aggiornate, potrebbe far recedere dall’acquisto gli aficionados che magari attenderanno la versione next-gen. Ciò non toglie che NBA 2K21 rappresenti quanto di meglio si possa avere in tema di simulazioni sportive ma l’acquisto, stavolta, è particolarmente consigliato solo a chi non ha in programma di acquistare le nuove console prima di fine 2021. Per chi invece ha simili progetti, il consiglio è quello di attendere e di aspettare, magari, la nostra recensione del gioco in versione next-gen.
8.0

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L'autore

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Da sempre grande amante di tutti gli sport, ha trasferito questa passione nel mondo dei videogiochi non disdegnando però anche gli altri generi. Ama il nostro calcio quanto sport come il football e l'hockey, ma è sempre pronto a blastare qualche alieno quando ce n'è il bisogno!

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i Le recensioni di MX esprimono il punto di vista degli autori sui titoli provati: nelle sezioni "Amore" ed "Odio" sono elencati gli aspetti positivi e negativi più rilevanti riscontrati nella prova del gioco, mentre il voto ed il commento conclusivo rispecchiano il giudizio complessivo del redattore sul titolo. Sono benvenuti i commenti e le discussioni tra chi è d'accordo o in disaccordo con tali giudizi, ma vi chiediamo di prendere atto del fatto che si tratta di valutazioni che non hanno pretesa di obiettività nè vogliono risultare vere per qualsiasi giocatore. La giusta chiave di lettura per le nostre recensioni sta nel comprendere le motivazioni alla base dei singoli giudizi e capire se possano essere applicate anche ai vostri gusti personali.
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