Recensione - Star Wars: Squadrons
di
Mirko Rossi / Thor
P
Il Gioco
Star Wars: Squadrons è un titolo di combattimenti spaziali in prima persona ambientato, come facilmente intuibile dal titolo, nell’universo di Guerre Stellari. L’opera prima di EA Motive si colloca temporalmente subito dopo la fine della battaglia di Endor, ovvero lo scontro conclusivo della Prima Trilogia cinematografica, e si focalizza sugli scontri tra la neonata Nuova Repubblica e ciò che resta dell’Impero Galattico in seguito alla scomparsa del malvagio imperatore Palpatine. Nella modalità Storia, il giocatore riveste in modo alternato il ruolo di un pilota della Nuova Repubblica impegnato a proteggere una nuova nave da guerra spaziale conosciuta come Skyhawk e di uno dei membri della squadriglia imperiale incaricata di distruggerla in una modalità esclusivamente single-player. Il tutto prende il via con il tradimento e la successiva fuga di Lindon Javes, un ufficiale di alto rango delle Forze Imperiali, proprio mentre queste ultime sono impegnate a dare la caccia ai trasporti carichi di sopravvissuti che tentano disperatamente di abbandonare il pianeta di Endor.E’ qui che entrano in gioco i due alter-ego creati dal giocatore al primo, che tra continui cambi di prospettiva e cameo più o meno famosi, si passano senza sosta il testimone in 14 differenti missioni, intervallate da brevi sequenze di intermezzo di taglio cinematografico e sezioni narrative all’interno delle rispettive basi operative, durante le quali il giocatore ha l’opportunità di approfondire la sceneggiatura dialogando con gli altri membri dell’equipaggio prima ogni missione. Queste ultime sono sempre precedute da un briefing, si svolgono dall’inizio alla fine all’interno del cockpit di una delle astronavi presenti nel titolo e si compongono di più fasi, per un totale di circa 5/7 ore di gioco effettivo, variabili come sempre a seconda della propria abilità e del livello di difficoltà selezionato tra i 4 presenti.
MX Video - Star Wars: Squadrons
In Star Wars: Squadrons, oltre alla modalità Storia, sono inoltre presenti due modalità online 5 vs 5 ambientate nello stesso contesto narrativo, alle quali si può prendere parte sia in gruppo sia attraverso un classico matchmaking. L’offerta multigiocatore include un classico deathmatch tra i caccia delle due fazioni e le battaglie tra flotte, degli scontri multi-fase accessibili solo dopo aver raggiunto un certo grado di abilità, durante i quali i due team dovranno indebolire progressivamente le difese avversarie, composte anche da unità controllate dalla I.A. e navi di supporto, fino a rendere vulnerabili i punti deboli della corazzata avversaria e sferrare l’attacco decisivo, il tutto senza dimenticarsi di difendere la propria nave ammiraglia e tenendo sempre d’occhio il morale della propria fazione, che può influire in modo tangibile sull’esito dello scontro. Per ogni partita multigiocatore si ottengono punti esperienza, che permettono al nostro alter-ego virtuale di salire di livello, così da sbloccare progressivamente nuovi elementi e nuovi slot con cui personalizzare i caccia. Ad ogni passaggio di livello il giocatore ottiene anche due differenti valute: la Requisizione e la Gloria.
La prima serve per sbloccare nuovi componenti e nuovi accessori per la propria astronave, come nuove armi, nuovi sistemi ausiliari o nuovi scudi, mentre la seconda, che può essere guadagnata anche completando le classiche sfide giornaliere, serve per acquistare nuove personalizzazioni estetiche per i piloti e per le loro astronavi, con nuove livree, nuove decorazioni e nuovi accessori da posizionare un po’ ovunque all’interno del cockpit. A completare l’offerta troviamo poi i tutorial per le varie modalità, una versione non classificata delle battaglie tra flotte che permette al giocatore di combattere queste battaglie anche in solitaria sfidando la CPU e un classico hub che ricapitola le sfide attive, il livello di avanzamento del giocatore, le sue statistiche e i progressi ottenuti nel corso della Stagione di gioco in corso, denominata “Operazione”, durante la quale i giocatori possono ottenere oggetti esclusivi, punti esperienza e un bonus alle valute di gioco sulla base dei risultati raggiunti.
Per quanto sostanzialmente diverse, le due modalità di gioco condividono buona parte delle caratteristiche fondamentali. Nel corso della campagna il giocatore ha infatti l’opportunità di pilotare e imparare a personalizzare 8 diversi modelli di caccia spaziali, 4 per fazione suddivisi in altrettante classi, che si differenziano l’uno dall’altro non solo dal punto di vista estetico ma anche, e soprattutto, per quello che riguarda la manovrabilità, la potenza di fuoco, la capacità degli scudi e la resistenza dell’armatura. Il database include grandi classici come gli X-Wing o i Tie Fighter, ma anche mezzi meno blasonati come gli Ala-A o i Tie Reaper. Quando si passa alle sfide multigiocatore si ottiene l’accesso allo stesso “parco veicoli” e al medesimo sistema di personalizzazione, reso ovviamente più approfondito dalla presenza di un numero più ampio di parti con cui modificare le prestazioni e l’aspetto delle varie astronavi. Lo stesso discorso si può facilmente applicare anche alle location disponibili. In Star Wars: Squadrons sono attualmente presenti 6 differenti scenari, condivisi dalle due modalità. Si va dal gigante gassoso Yavin Prime alla remota Galitan, passando per altri luoghi più o meno famosi come Esseles e Sissubo.
L’ultimo, ma non certo per importanza, aspetto condiviso tra le due modalità è ovviamente quello legato al gameplay di Star Wars: Squadrons, che sin dalle fasi iniziali prende le distanze dagli altri titoli sul licenza sviluppati da EA proponendo un approccio decisamente più profondo e sfaccettato, che strizza l’occhio ai simulatori di volo per quanto riguarda le gestione dei controlli e arricchisce il tutto con alcune meccaniche legate alla strumentazione e alla gestione dei sistemi energetici delle astronavi. Tutti gli indicatori presenti all’interno dei vari abitacoli funzionano e devono essere tenuti d’occhio mentre si sfreccia a tutta velocità tra rottami e navi avversarie, restituendo una sensazione più realistica e coinvolgente. Durante le battaglie il giocatore ha inoltre modo di decidere se dare priorità a uno dei tre sistemi presenti, così da massimizzarne l’efficienza a discapito degli altri due, o se destinare a ciascuno lo stesso quantitativo di energia. Dirottare parte dell’energia ai propulsori permette, per esempio, di aumentare la velocità massima, di migliorare la manovrabilità o di ottenere un “boost” temporaneo capace di spingere la navicella a velocità estremamente elevate ed eseguire spettacolari derapate. Di contro, assegnare una maggiore quantità di energia alle armi riduce le prestazioni, ma consente di infliggere più danni, di ridurre il tempo di ricarica / raffreddamento delle armi e di sfruttare utili contromisure.
Alcuni modelli consentono poi di deviare una parte dell’energia verso gli scudi, così da massimizzarne l’efficacia se necessario, sacrificando manovrabilità e potenza di fuoco in favore di una maggiore protezione generale o localizzata sulla parte anteriore/posteriore della navicella. Tutti questi elementi rivestono ovviamente un ruolo fondamentale durante le battaglie, con i giocatori impegnati a tenere d’occhio e a gestire i vari sistemi nel migliore dei modi mentre cercano di mettersi in coda ai velivoli avversari o, meglio, di agganciarli per colpirli con un missile. Anche da questo punto di vista, Star Wars: Squadrons si avvicina più a un classico simulatore che agli scontri visti nel recente Star Wars Battlefront 2. Il sistema di puntamento richiede infatti una maggiore precisione e un maggior tempismo,sopratutto durante le sequenze più concitate, che rendono la cooperazione fondamentale, specie nelle battaglie tra flotte. A questo si sommano tempi di cool-down delle abilità generalmente abbastanza lunghi, la possibilità di richiedere rifornimenti ai proprio compagni in alcune situazioni e la presenza di un sistema di ping che consente di segnalare agli altri membri del team uno specifico obiettivo da attaccare o da difendere.
Sotto il profilo tecnico, Star Wars: Squadrons si affida nuovamente alle capacità dell’ultima versione dell’Unreal Engine 4 raggiungendo, sulla Xbox One X utilizzata per la nostra prova, una risoluzione di 4K a 60fps con pieno supporto alla tecnologia HDR. Per quanto riguarda il comparto sonoro, il titolo propone una selezione di musiche ed effetti provenienti dallo sconfinato database della saga, accompagnata da un doppiaggio in lingua inglese di ottima qualità e dalla completa localizzazione in lingua italiana delle parti scritte (ricordatevi di attivare i sottotitoli dal menu di gioco prima di avviare la partita!). Data la sua natura di “simulatore”, Star Wars: Squadrons, oltre ai pad standard, supporta infine una lunga serie di controller dedicati, nonché gli HOTAS (Hands On Throttle And Stick) più diffusi in circolazione.
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