Recensione - Samurai Shodown
Il Gioco
Sarebbe facile bollare la serie di Samurai Shodown, nata nel 1993 su Neo Geo, come un prodotto di nicchia nel genere dei picchiaduro, ma significherebbe non rendere il giusto merito alla creatura di SNK dato che si tratta di uno dei picchiaduro più tecnici visti finora, definibile come un giusto mix tra Street Fighter e King of Fighters pur mantenendo alcune peculiarità molto specifiche, soprattutto in termini di gameplay, che ritroviamo anche in questo Samurai Shodown; quella più evidente è ovviamente, come il titolo stesso fa intuire, il fatto che qui abbiamo a che fare con combattimenti tra samurai (ma non solo), quindi al fil di spada o altri tipi di armi affilate.Il cuore dell'esperienza di gioco è rappresentato, come facile immaginare, dalla modalità Storia nella quale, dopo aver affrontato diversi altri personaggi, ci troviamo a combattere contro il classico boss finale, abbordabile nei primi round ma molto più aggressivo progredendo con il gioco (in pieno stile SNK). Il gioco ci propone inoltre altre modalità come le sezioni dedicate all’allenamento ed al tutorial, le prove a tempo, la modalità Survival (nella quale sfidiamo, fino ad essere eliminati, l'intero roster dei personaggi), il multiplayer (sia offline che online) ed, infine, la novità di questo episodio, lo scontro Ghost. In quest’ultima modalità il gioco salva dei profili IA dei giocatori che, incontro dopo incontro, riescono a carpire lo stile di lotta di ognuno di noi diventando man mano più abili per poi combattere in nostra vece anche quando siamo offline. Ad essere sinceri, al momento, le IA disponibili in rete non sono tante e non sono nemmeno troppo smaliziate, ma si tratta comunque di un’aggiunta particolarmente piacevole ed apprezzabile. Il roster invece non è particolarmente ricco (16 i lottatori presenti al lancio), ma risulta essere notevolmente eterogeneo, aspetto che giova non poco alla longevità del titolo SNK.
MX Video - Samurai Shodown
Elencate le modalità disponibili, vediamo cosa accade una volta scesi nell’arena di gioco esaminando il gameplay che, come anticipato, si avvicina molto a quello di Street Fighter IV, qualità che non è assolutamente un difetto, anzi! Il primo elemento che balza agli occhi è un sistema di combattimento che va a pescare direttamente alle radici dei picchiaduro 2D ma ha la notevole capacità di fare un vero e proprio aggiornamento allo scopo di bilanciare le abilità dei lottatori. E se questa è stata una prerogativa di SF IV, anche la nuova reincarnazione di Samurai Shodown non è da meno, salvo che il titolo SNK mescola il tutto con un ulteriore perfezionamento del sistema di combattimento presente in quel capolavoro che era il titolo originale della serie, perso nella notte dei tempi.
Partiamo dalle basi ricordando che i Samurai Shodown si sono sempre distinti dalla massa per alcune caratteristiche intrinseche: gestione della difesa, delle distanze dal lottatore avversario e dei fondamentali del combattimento corpo a corpo. Allo stesso tempo i combattimenti sono sempre stati caratterizzati da danni ingenti e dall’elevata possibilità di scoprirsi durante le fasi di lotta. In questo Samurai Shodown quanto appena descritto ritorna in maniera decisamente fedele ma con un tocco decisamente più moderno, che rende i combattimenti un po’ meno tattici allo scopo di annullare quegli scontri nei quali i lottatori rimanevamo in piedi fermi fino alla fine del round cercando di sfruttare anche un minimo errore di calcolo dell’avversario. Questa cosa potrebbe far storcere il naso ai puristi della tattica, ma si tratta probabilmente del prezzo da pagare per una maggior diffusione del gioco.
Questo non significa però che il nuovo Samurai Shodown abbia perso quel tecnicismo che tanto piaceva ai suoi fan, ma appare essere solo un po’ più "rilassato". Infatti le combinazioni particolarmente complesse e l’eccessiva mobilità dei combattenti tipiche di altri esponenti del genere, sono state sostituite qui da un approccio particolarmente tattico per quanto riguarda gli attacchi, e da una gestione perfetta della difesa. Dovrete essere in grado di ragionare e di pazientare senza farvi prendere dall’ansia di schiacciare tasti a caso: l’importante è saper gestire alla grande le parate difensive, perché quelle perfette saranno in grado di farvi vincere la partita. Per quanto riguarda le meccaniche d’attacco, invece, Samurai Shodown non è adatto a chi cerca combo spettacolari ma questo non vuol dire che non si possano effettuare attacchi di particolare spettacolarità. Il sistema di combattimento si basa su quattro tipologie d’attacco divise tra leggere, medie e potenti, con i calci a chiudere il tutto. La peculiarità di questo Samurai Shodown sta nel fatto che i 4 tipi di attacco non si concatenano in modo automatico, ma ogni combinazione si basa sull’eseguire specifici attacchi speciali dopo averne effettuati alcuni di normali. Questo sistema, apparentemente debole, è assolutamente funzionale a questa tipologia di picchiaduro in quanto bastano 2-3 attacchi ben congegnati per produrre danni che nemmeno la più letale combo di Mortal Kombat potrebbe causare.
Una delle caratteristiche del titolo SNK è quella di far credere al giocatore che correre troppi rischi possa risultare in una sconfitta fatale. Inoltre, ad aumentare questa sensazione di paura, contribuisce il fatto che il gioco permette di utilizzare delle super mosse capaci di disarmare l’avversario nel momento in cui viene riempito l’indicatore della “rabbia” con specifiche “special moves” che si potenziano una volta che il suddetto indicatore si infuoca (quasi in stile NBA Jam). Tutto questo, capirete bene, fa sì che gli incontri di Samurai Shodown diventino assolutamente imprevedibili; proprio per questo motivo qui gli incontri si vincono soprattutto se si è in grado di prevedere le mosse dell’avversario, come in un vero scontro tra nobili Samurai.
Particolarità dei lottatori di Samurai Shodown è poi quella relativa all’esecuzione di rapidi scatti avanti e indietro: la corsa risulta decisamente utile per accorciare rapidamente le distanze con l’avversario, permette di eseguire quattro attacchi specifici e può essere interrotta quando si vuole per mandare a vuoto gli attacchi dell’avversario. Il pad risulta essere perfettamente funzionale con le levette analogiche deputate al movimento del giocatore ed i tasti frontali dedicati ai colpi base da integrare con la croce direzionale ed i tasti dorsali per l’attivazione dei colpi complessi.
Ma come si presenta il titolo SNK dal punto di vista grafico ? Anche qui non abbiamo critiche particolari da muovere. Pur non evidenziando un’impeccabile gestione del 3D, risulta essere sicuramente più godibile dell’ultima versione di The King of Fighters, troppo prigioniero dell’eredità 2D, e trasuda Giappone da ogni pixel. Samurai Shodown non è certo il picchiaduro più bello da vedere, ma ha una grafica assolutamente funzionale e, ciò che conta di più, è decisamente fluido con un suo stile peculiare che mi è particolarmente piaciuto. Buono il sonoro con ottimi effetti di tipo nipponico, e buona anche la colonna sonora che affonda pienamente nella tradizione del Giappone Feudale.
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