Recensione - The Lord of the Rings: Gollum
Il Gioco
Perché? Questa è la domanda che mi sono ripetuto più volte durante la mia esperienza con The Lord of the Rings: Gollum. Perché, di tanti personaggi ed eventi del mondo di Tolkien, Daedalic ha deciso di concentrarsi su uno di cui sappiamo già tutto ed è già stato approfondito in diversi media? Perché prendere come modello delle meccaniche platform di una se non due decadi fa, e renderle il perno centrale dell’intero gioco? Perché, nonostante i numerosi rinvii, il gioco è uscito con un comparto tecnico indecente e una serie di bug così gravi da rendere letteralmente impossibile finire il gioco? Sì, avete letto bene, ma di questo parleremo nel dettaglio a breve. Come si suol dire, procediamo con ordine.
MX Video - The Lord of the Rings: Gollum
Le premesse del gioco non sono in realtà malvagie: per quanto, come detto, Gollum sia un personaggio ampiamente esplorato da Tolkien nei suoi libri, l’idea di un gioco che lo ha per protagonista poteva comunque essere intrigante, e sicuramente inaspettata. L’annuncio del 2019 ci ha infatti lasciati abbastanza spiazzati, ma la curiosità c’era, così come un discreto hype. Dopotutto stiamo pur sempre parlando di un nuovo gioco ambientato nel mondo del Signore degli Anelli, una delle IP più importanti di sempre, e i recenti successi di titoli come La Terra di Mezzo: l’Ombra di Mordor e L’Ombra della Guerra hanno dimostrato che il mondo di Tolkien ha ancora tanto da offrire al medium videoludico. Anche la scelta temporale dell’ambientazione è interessante, riprendendo uno dei momenti solo accennati sia nei libri che nei film.
Il gioco infatti inizia con Gollum prigioniero nel Bosco Atro dopo essere stato catturato da Aragorn, dove viene interrogato da Gandalf su come sia riuscito a fuggire da Mordor e su dove sia il suo “tesoro”. Attraverso dei flashback abbiamo quindi modo di rivivere l’atroce periodo di schiavitù di Gollum e di come sia riuscito a sopravvivere e fuggire facendo ciò che gli riesce meglio, ovvero sfruttare la sua agilità, furtività e la capacità di manipolare con le menzogne le persone attorno a lui. Nel corso delle oltre quindici ore necessarie a completare il gioco, tuttavia, non visitiamo solo i campi di prigionia di Mordor, ma la storia prosegue anche dopo l’interrogatorio di Gandalf mostrandoci una parte totalmente inedita come l’alleanza con l’elfa ribelle Mell per scappare da Bosco Atro. Daedalic ha quindi sfruttato un collegamento con l’opera originale per narrarci uno sguardo più dettagliato ad una storia che già conoscevamo e per raccontare una trama totalmente nuova. Apprezzabile tuttavia come questa parte si riesca comunque ad incastrare bene senza stravolgere il “canone” del Signore degli Anelli, e gli sviluppatori si sono anche affidati alle associazioni degli studi tolkieniani proprio per essere sicuri di non andare a contraddire nessun punto dell’opera originale.
La caratteristica principale del protagonista, come ben sappiamo, è la sua doppia personalità, e anche nel gioco possiamo compiere delle scelte e decidere se assecondare la parte più malvagia di Gollum o quella più innocente di Sméagol. A volte si tratta di semplici dialoghi dove di base cambia solo se la risposta sia sgarbata o meno, a volte invece ci sono dei veri e propri bivi che possono modificare gli eventi, con tanto di dialogo interiore in cui dobbiamo convincere la personalità opposta che la scelta presa è la migliore. Un sistema interessante sulla carta, ma che all’atto pratico non va ad influenzare davvero gli eventi, cambiando al massimo qualche dettaglio minore ma riportando sempre la trama sui binari decisi dagli sviluppatori.
Dal punto di vista del gameplay The Lord of the Rings: Gollum si presenta come un’avventura che mescola platform e stealth, e le principali ispirazioni sembrano essere Uncharted e Styx. Durante le fasi platform, infatti, i “suggerimenti ambientali” che indicano dove Gollum può appendersi sembrano presi di peso dall’opera di Naughty Dog, mentre nelle fasi furtive ci si può nascondere nell’ombra, strisciare e distrarre i nemici lanciando pietre proprio come il piccolo goblin di Cyanide Studios. Certo, Gollum non può contare sugli stessi poteri come la creazione di cloni d’ombra, tuttavia può usare il “senso di Gollum” per evidenziare nemici, elementi interattivi e percorsi migliori nell’area. Avvicinandosi alle spalle dei nemici senza farsi notare si possono anche eseguire uccisioni furtive, ma sono rari i momenti in cui Gollum può dare sfogo alla sua mania omicida, e per la maggior parte del tempo il puro stealth e l’agilità sono le uniche armi a disposizione. Non ci sono abilità, punti esperienza, livelli o altro: le abilità di Gollum sono le stesse dall’inizio alla fine del gioco, senza nessuna variazione. Unica eccezione a ciò sono i rarissimi momenti in cui dobbiamo guidare un alleato fornendogli indicazioni su dove andare per recuperare degli oggetti o attivare interruttori impossibili da raggiungere, oppure sporadici enigmi ambientali che tentano di spezzare la monotonia costante dell’esperienza.
Dal punto di vista tecnico The Lord of the Rings: Gollum sorprende, ma in negativo. Il gioco offre tre opzioni, ovvero Performance, Qualità e Qualità + Ray Tracing. Su Xbox Series X scegliendo il massimo della risoluzione si arriva comunque a 1440p, ma i 60 fps sono talmente instabili che quasi costringono a scegliere la modalità Performance scendendo a 1080p, ma almeno con una frame-rate abbastanza stabile, seppur con cali sporadici. Inoltre le impostazioni grafiche di default dell’HDR sembrano errate su Xbox rispetto ad altre piattaforme, con un costante “effetto filtro rosso” che satura i colori e rende il tutto molto più scuro e meno nitido, costringendoci ad un lavoro di ricalibrazione manuale.
Buono invece il doppiaggio inglese, anche se purtroppo l’attore originale Andy Serkis non ha prestato la sua voce e interpretazione a Gollum, ma il sostituto Wayne Forester è riuscito nella difficile impresa di dare una degna recitazione al personaggio. Per i non anglofoni, il gioco è localizzato in italiano in tutti i testi e sottotitoli.
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