Recensione - Gears 5
di
Mirko Rossi / Thor
P
Il Gioco
Dopo gli eventi narrati in Gears of War 4, la situazione sul pianeta Sera è sull’orlo del baratro. Lo Sciame, l’esercito generatosi dall’esposizione prolungata di Locuste ed esseri umani agli effetti nocivi dei cristalli di Imulsion, è uscito allo scoperto e si sta preparando per attaccare gli Insediamenti e le città gestite dalla Coalizione dei Governi. Una nuova guerra sembra quindi inevitabile e i COG, nonostante il loro esercito, sanno di non poter resistere a lungo senza armi adeguate. L’unica opzione plausibile, per quanto il Primo Ministro Jinn Desai non sia d’accordo, sembra essere legata al Martello dell’Alba, la “vecchia” tecnologia satellitare sviluppata durante le Guerre Pendulum che permise ai Gears di sopravvivere dopo il Giorno dell’Emersione. Su indicazione di Baird la squadra Delta (composta da Marcus Fenix, suo figlio JD, Kait Diaz, figlia della leader degli Estranei rapita dallo sciame nel precedente capitolo, e Delmont “Del” Walker) torna quindi ad Azura per lanciare in orbita un vecchio prototipo di Martello rimasto miracolosamente intatto. Una volta rientrati a Nuova Ephyra i soldati scoprono però che l’arma non sta rispondendo nel modo corretto, solo per scoprire che le cose stanno peggiorando ulteriormente.Le creature si sono infatti evolute, generando nuovi giganteschi abomini e sviluppando la capacità di prendere il controllo dei Dee-Bee, i robot utilizzati dalle forze governative come strumento di difesa e controllo. Una situazione imprevista alla quale si aggiungono l’esuberanza e gli errori di JD, che aveva già rischiato di compromettere l’incursione su Azura, i conflitti interiori di Kait, tormentata da visioni e incubi, e la scarsa affidabilità del satellite appena messo in orbita. La somma di tutti questi fattori influisce in modo irreversibile sull’esito della missione, finendo per creare una profonda frattura all’interno dei Delta. Kait, spalleggiata dagli inseparabili Del e Jack, viene quindi inviata in missione negli angoli più remoti di Sera con l’obiettivo di convincere altri Estranei ad unirsi alle forze COG per respingere definitivamente lo Sciame.
Sono queste le premesse dalle quali prende il via Gears 5, al netto di ogni possibile spoiler. Un titolo che, nelle 10/12 ore necessarie per arrivare ai titoli di coda completando i 4 Atti della Campagna a livello di difficoltà intermedio, mette i giocatori dapprima nei panni di JD, per poi focalizzarsi sulla nuova protagonista. Dopo il primo atto introduttivo l’attenzione si sposta infatti sulla giovane Kait e sulla sua missione, che ben presto si trasforma in un’indagine sul suo oscuro passato e sulle vere origini dello Sciame. Un viaggio pericoloso, che attraverserà biomi e ambientazioni molto differenti e dal quale dipenderà non solo il destino della giovane Kait ma anche quello di tutto il popolo di Sera.
MX Video - Gears 5
Il cambio di protagonista e le nuove ambientazioni non sono però le uniche novità introdotte da The Coalition nel suo nuovo sparatutto in terza persona. Lo studio di Vancouver, dopo essersi fatto le ossa con il 4° capitolo, ha infatti deciso di imprimere con maggiore forza la propria impronta nella saga, apportando alcune importanti modifiche al sistema di gioco originale. La prima, quella che salta subito all’occhio, riguarda la possibilità di affrontare l’intera campagna con altri due amici, sia in split-screen sia tramite Xbox Live, formando una squadra composta dai due protagonisti più il robot di supporto Jack, il quale diventa a tutti gli effetti un personaggio giocabile dotato di caratteristiche proprie che gli consentono di attivare interruttori, di intrufolarsi nei condotti di aerazione, di diventare invisibile per un breve lasso di tempo e di raccogliere/trasportare oggetti quali armi, munizioni o altro. Quando giochiamo in singolo, tutte queste azioni di Jack vengono sempre gestite dalla I.A., liberamente o su nostra specifica indicazione, mentre quando giochiamo in coop sarà un giocatore in carne ed ossa a dover interpretare il ruolo di supporto. Supporto che, in questo 5° capitolo, non si limita solo alle azioni appena citate. La nuova versione di Jack dispone infatti di 11 abilità speciali suddivise in Assalto, Supporto e Passive. Queste ultime sono utilizzabili fin dal primo minuto e influiscono su parametri quali la sua salute, la capacità di curare gli altri o la durata dell’invisibilità. Le altre abilità, che permettono di scansionare le aree per individuare nemici e rifornimenti, di curare o rendere invisibile la squadra, di controllare per un tempo limitato gli avversari, di accecarli e così via, funzionano invece in modo leggermente diverso. Innanzitutto devono essere sbloccate, collegando al robot specifici accessori ottenibili nel corso dell’avventura, e poi vanno equipaggiate sfruttando i due slot disponibili, uno per ogni tipologia di abilità. Solo così possono poi essere utilizzate sul campo di battaglia, tenendo però sempre presenti i tempi di ricarica necessari dopo ciascun utilizzo. Tutte queste skill, così come quelle Passive, possono poi essere potenziate su 4 differenti livelli. I primi 3 sono accessibili consumando Componenti, delle parti elettroniche speciali che i giocatori avranno l’opportunità di raccogliere durante l’esplorazione, mentre l’ultimo livello, denominato Ultimate, può essere sbloccato solo ottenendo specifici moduli, generalmente legati al completamento di missioni principali o secondarie.
Già, perché stavolta troviamo anche delle missioni secondarie, altra grande novità di Gears 5. Nel corso dell’avventura, i protagonisti raggiungono infatti due remote regioni open world di Sera che possono essere esplorate liberamente e dalle quali è possibile accedere non solo ai luoghi teatro dei capitoli principali, che mantengono la medesima struttura lineare e guidata dei precedenti episodi, ma anche ad altre aree, di dimensioni più limitate, nelle quali è possibile completare alcuni incarichi opzionali quali missioni di salvataggio o ricerca, utili per raccogliere nuovi potenziamenti o per scoprire importanti retroscena sulle vicende narrate nel titolo. Tutti questi incarichi, così come gli eventuali punti di interesse, vengono memorizzati da Jack, il quale ha anche acquisito la capacità di visualizzare la mappa di queste regioni così da fornici costantemente indicazioni sulla direzione da seguire tramite una pratica bussola visualizzata nella parte superiore dello schermo. Attenzione però a non farsi trarre in inganno: non ci troviamo di fronte ad un titolo open world puro, ma a due grandi “hub” che possono essere esplorati a piedi o, più rapidamente, sfruttando una sorta di slitta trainata da una vela chiamata “Skiff”, sulla quale possono anche essere riposte due armi aggiuntive. Il passaggio da una regione all’altra è inoltre sempre vincolato al completamento del relativo Atto, con punti di non ritorno segnalati chiaramente nel corso dell’avventura.
Queste sono le novità principali presenti in Gears 5, che rimane però a tutti gli effetti uno sparatutto in terza persona basato sul sistema di copertura e sul gameplay fatto di esplorazione, sequenze d’azione e sparatorie al cardiopalma diventati ormai un vero e proprio marchio di fabbrica della serie. Da questo punto di vista, The Coalition si è limitata quindi a perfezionare ulteriormente le meccaniche originali e ad introdurre solo alcune piccole novità, che si sommano a quelle già analizzate parlando delle abilità di Jack . Ora abbiamo ad esempio la possibilità di cogliere di sorpresa gli avversari con un’uccisione silenziosa, il che permette di superare alcune sezioni senza sparare nemmeno un colpo, e possiamo sfruttare nuove armi come il mitragliatore leggero Claw, la cui precisione aumenta con il fuoco continuato, la pistola automatica Talon e il cannone Criogenico, che congela gli avversari lasciandoli alla mercé dei nostri colpi o delle altre creature. A queste si sommano poi alcune armi uniche dotate di caratteristiche speciali, che possono essere raccolte nel corso dell’avventura. L’esercito nemico, dal canto suo, non resta certo a guardare e riversa sul campo di battaglia la consueta varietà di creature che vanno dalle minuscole sanguisughe ai giganteschi Swarmack, passando per un paio di classi inedite come i pericolosi Sorveglianti o i fastidiosi robot corrotti dallo Sciame, denominati Bastion. La casa di sviluppo guidata da Rod Fergusson ha poi modificato alcune delle meccaniche originali, come quelle relative ai percorsi separati. Il nuovo capitolo ci offre sempre l’opportunità di seguire strade diverse, ma il numero di occasioni nelle quali dobbiamo effettuare a priori una scelta precisa si contano sulle dita di una mano.
Un Gears non potrebbe però essere lo stesso senza la consueta offerta multigiocatore e, anche da questo punto di vista, Gears 5 tiene fede alle sue origini proponendoci una serie di modalità di gioco differenti pensate per accontentare quanti più giocatori possibili. A partire dalla classica modalità competitiva Versus, che racchiude al suo interno varie tipologie di partite suddivise tra Arcade, Classificate, Coop vs I.A. e Personalizzate; la prima rappresenta un’assoluta novità e propone ai giocatori deathmatch tra squadre di 5 elementi scelti in un roster di 11 personaggi diversi, tutti dotati di skill peculiari e di un equipaggiamento iniziale fisso, che può poi essere modificato spendendo i punti ottenuti uccidendo gli avversari. Tra le Classificate, che permettono di selezionare gli stessi personaggi, troviamo invece una selezione delle 8 modalità di gioco distinte presenti nel gioco, che vanno dal classico deathmatch a squadre al sempreverde Re della Collina, passando per una buona varietà di tipologie di match differenti già presenti nel precedente capitolo. Coop Vs I.A. permette invece, come facilmente intuibile, di affrontare squadre controllate dalla CPU insieme ad altri 4 giocatori umani, mentre il menu delle sfide Personalizzate consente di creare liberamente le proprie partite, anche in LAN, selezionando non solo la modalità di gioco, ma anche su quale delle 12 mappe presenti al lancio disputarla e quali opzioni specifiche attivare.
In Gears 5 fa poi ritorno la leggendaria modalità Orda, che vede una squadra formata da 5 componenti, umani o bot, scontrarsi con 50 ondate di nemici di difficoltà crescente sulle stesse mappe pensate per le sfide Versus. Ogni 10 ondate si affronta un boss, e per ogni nemico abbattuto si ottiene energia da spendere per fabbricare e/o potenziare le proprie difese, per acquistare equipaggiamenti o, novità assoluta, per incrementare le caratteristiche del proprio personaggio. La nuova struttura dell’Orda permette infatti ai giocatori di selezionare i rispettivi alter-ego da una selezione che al lancio includerà 9 personaggi differenti, tra i quali anche il robot Jack, suddivisi in 5 categorie: Scout, Ingegnere, Attacco, Tank e Supporto. Ogni categoria è specializzata in uno specifico aspetto, ma questo non significa che due Tank siano identici perché ogni singolo personaggio dispone di una propria abilità passiva, di una Ultimate, che si ricarica con il passare del tempo e che potrebbe influenzare anche gli altri membri della squadra, e di 4 diverse caratteristiche base, ciascuna delle quali può essere potenziata attraverso 10 differenti livelli consumando energia.
Come detto, l'energia può comunque anche essere utilizzata per costruire o potenziare le difese, ma in modo leggermente diverso rispetto al passato. Nel nuovo capitolo ogni classe, e non solo gli Ingegneri, può infatti costruire un paio di elementi usando il Fabbricatore, mentre gli Ingegneri conservano la possibilità di accedere all’intero catalogo di elementi. Le novità però non finiscono qui. The Coalition ha infatti pensato di introdurre altri due elementi inediti, così da rendere ancor più vivace questa modalità. Il primo prevede la possibilità di “skippare” il periodo di pausa tra un’ondata e l’altra ricevendo in cambio energia bonus, mentre il secondo riguarda la comparsa di “fonti di energia” dopo ogni boss-fight. I Sifoni, così vengono chiamati nella versione italiana, appaiono in aree più o meno casuali della mappa e sta ai giocatori decidere se tentare di occuparli per raccogliere nuova energia ad ogni ondata, lasciando magari sguarnita la propria base, o se ignorarli. L’ultima peculiarità di questa modalità riguarda la progressione dei vari personaggi, che salgono di livello sulla base dei risultati ottenuti sbloccando 13 carte abilità diverse per ciascuno, che possono essere inserite nei 5 slot, anch’essi sbloccabili salendo di livello, per differenziare ulteriormente i propri combattenti.
La modalità Fuga, infine, rappresenta invece un’altra novità assoluta per la serie, sia per la tipologia di match sia per quanto riguarda il numero di giocatori coinvolti. Si tratta infatti di una modalità cooperativa pensata per un massimo di tre giocatori nella quale l’obiettivo finale non è quello di uccidere il maggior numero di avversari ma piuttosto di uscire indenni, o quasi, da un Alveare dello Sciame, il tutto senza dimenticarsi di lasciare in pegno una discreta quantità di gas velenoso. Il funzionamento di questa tipologia di scontri è molto semplice: all’avvio i giocatori fuoriescono da uno dei bozzoli dello Sciame e posizionano delle granate, le quali inizieranno a rilasciare gas dopo un certo lasso di tempo riempiendo progressivamente ogni parte dell’alveare, composto generalmente da un'alternanza di corridoi stretti, svincoli e stanze di varie dimensioni. Mentre ciò accade, i giocatori devono avanzare verso l’uscita per non rischiare di finire soffocati dal loro stesso veleno, affrontando nel frattempo i nemici che incontrano sfruttando al meglio le poche armi che riescono a recuperare durante il percorso. Una volta raggiunta l’uscita devono sigillarla per massimizzare l’effetto del gas, e procedere con l’estrazione. In questo caso i personaggi selezionabili al lancio del gioco sono solo 6, con modalità di suddivisione, progressione e personalizzazione identiche a quelle della modalità Orda. Le mappe invece sono 4, create specificatamente per questa modalità. Un numero effettivamente ridotto, ma destinato a crescere rapidamente vista la presenza di un editor tramite il quale è possibile creare le proprie mappe, che possono poi essere giocate o condivise con l’intera community.
Un’ulteriore novità è rappresentata dalla gestione della difficoltà per le modalità Orda e Fuga, che passa dai classici livelli che influenzavano in modo generico una serie di parametri ad una selezione più mirata basata su 7 diversi modificatori, che nei match personalizzati possono essere attivati a piacimento per affinare il livello di sfida e ottenere sempre la giusta quantità di punti esperienza. Questa, come da tradizione, consente al giocatore di aumentare il proprio Rango e ai personaggi di salire di livello, sbloccando così nuovi oggetti, nuove carte o nuove personalizzazioni quali skin, emote, animazioni e “design” speciali per i propri schizzi di sangue. Ricompense simili possono poi essere ottenute completando le classiche Missioni settimanali, sulla base di un sistema di stagioni, denominate per l’occasione Operazioni, che varieranno ciclicamente dopo l’uscita introducendo costantemente nuove sfide, nuove personalizzazioni e nuovi contenuti. Gears 5 propone inoltre ai giocatori il Ferro, una valuta “Premium” acquistabile tramite microtransazioni o ottenibile in-game, seppur in quantità molto ridotte. Questa moneta può essere spesa per acquistare personalizzazioni estetiche che, almeno a quanto ci è dato sapere, non possono essere ottenute completando missioni o salendo di livello. L’unica eccezione, confermata proprio da The Coalition alla gamescom, riguarderà eventuali nuovi personaggi Premium, che potranno essere sbloccati sia in-game sia con la valuta dedicata, così da consentire a chiunque di poterli ottenere. Il titolo include infine un sistema di Punti Ricompensa che si accumulano giocando le varie modalità multigiocatore e che possono essere utilizzati per ricevere pacchetti di personalizzazioni specifici, e una sorta di gestione delle Alleanze, che premia i giocatori con esperienza aggiuntiva per ogni match disputato con gli amici.
A sorreggere tecnicamente Gears 5 ci pensa, come da tradizione, l’Unreal Engine di Epic. Il potente motore grafico si è comportato egregiamente sulla Xbox One X utilizzata per la prova, raggiungendo senza difficoltà i 4K a 60 fps con pieno supporto alla tecnologia HDR in tutte le modalità, ad esclusione di quelle in split-screen. Il frame-rate si è dimostrato stabile in quasi tutte le occasioni, anche grazie alla presenza di una risoluzione dinamica molto ben ottimizzata, capace di ridurre temporaneamente il numero di pixel renderizzati (ma non quelli a schermo, riscostruiti con tecniche avanzate) quando necessario senza mai compromettere il colpo d’occhio generale. Ottimo anche il comparto audio, che include una colonna sonora originale di pregevole fattura e una localizzazione completa in lingua italiana, dalla quale sono però rimaste inspiegabilmente fuori le voci dei personaggi bonus legati ai franchise di Halo e Terminator. Gears 5, come il suo predecessore, è un titolo Play Anywhere e supporta il cross-play con la versione PC, che può però essere disabilitato quando si disputano i match nella modalità Versus classificate.
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