Recensione - Madden NFL 19
Il Gioco
Puntuale come una cartella di Equitalia quando avete torto, arriva la nuova edizione del simulatore di football americano by EA Tiburon, da oltre 10 anni senza veri concorrenti sul mercato tranne che per alcune versione tipicamente arcade del football a stelle e strisce. Negli ultimi due anni la serie si era un pochino appiattita su sé stessa pur mantenendo standard qualitativi di elevato livello; ciò che si imputava soprattutto all’edizione dello scorso anno era una certa mancanza nella gestione dei tackles e della fisicità in genere, con placcaggi e movimenti un po’ troppo uguali per giocatori dalla mole decisamente eterogenea. I programmatori, evidentemente, hanno fatto tesoro delle critiche dei fan e si sono messi duramente al lavoro per proporci quest'anno un Madden rinnovato. Inoltre i programmatori avevano promesso di intervenire sulla fisica ed i movimenti dei giocatori, sulla modalità Franchise e quella “Longshot”, l’equivalente de “Il Viaggio” nella serie FIFA; questo poteva portare ad una scollatura tra fan storici della serie e nuovi adepti, ma da questo punto di vista EA ha fatto centro e il perché proveremo a spiegarvelo passo passo. Ma non scopriamo subito le carte e vediamo come si presenta il gioco una volta avviato.Al primo avvio del gioco, questo vi catapulterà sul campo per giocare la partita tra Pittsburgh Steelers e Jacksonville Jaguars nei panni dei primi, e qui potrete subito prendere confidenza con la nuova grafica e gameplay. Una volta terminata la partita (ma potete anche saltarla), entrerete nel menu principale di gioco dove potrete giocare la partita singola, la stagione in modalità Franchise, affrontare il “viaggio” nella modalità Longshot, giocare l’immancabile modalità Ultimate Team ed, infine, entrare in rete ed affrontare avversari umani in Franchise online oppure in singoli match classificati. Come dicevo, una delle modalità pesantemente riviste è quella dedicata alla stagione vissuta a 360°. Stiamo parlando della modalità Franchise, richiesta a gran voce dal pubblico ed implementata in maniera davvero ottimale, soprattutto per quanto riguarda la possibilità di inserire categorie di draft personalizzate, il che aggiunge un ulteriore tocco di realismo all’esperienza centrale del gioco in single-player: potrete infatti creare i vostri giocatori e poi inserirli nella lista del draft. Una volta giunti alla terza settimana della stagione, le vostre classi personalizzate di draft potranno essere salvate e condivise con la community dei fan di Madden, incoraggiando tutti a scaricare categorie realistiche dei giocatori ed implementando in tempo reale i migliori giocatori provenienti dai College. Questa nuova entusiasmante caratteristica permette di avere un feeling particolare con la propria squadra, e con 450 slot a disposizione per ogni categoria, potrete facilmente creare la categoria perfetta da inserire nella vostra modalità Franchise.
MX Video - Madden NFL 19
In questa modalità sono stati anche introdotti schemi offensivi e difensivi creati ad hoc, elemento in grado di aiutare soprattutto i neofiti insieme ad una gestione facilitata (la feature è facilmente disattivabile) degli scambi e della gestione dei free-agent (i giocatori senza contratto). La gestione degli schemi è fondamentale: un semplice cambio di tattica può cambiare drasticamente il destino della giocata. Giocando con gli Steelers in modalità Franchise, passando da uno schema Tamp 2 (42% di affinità di gioco) ad un Tamp 46 (96% di affinità), ho ottenuto risultati clamorosi senza modificare un solo uomo del roster. Inoltre, nella vostra “depth chart” sono stati inseriti anche ruoli speciali come il corner back in grado di offrirvi ulteriori soluzioni di gioco. La gestione dei Free-Agent, così come quella del Draft tradizionale, è rimasta invariata con i suoi pro ed i suoi contro, soprattutto per quanto riguarda i giocatori svincolati che non sono sempre ordinati in maniera corretta (ruoli, prezzo, disponibilità al trasferimento).
Veniamo ora ad una modalità che, da sempre, scatena polemiche ma che, alla fine, risulta essere una delle più giocate: stiamo parlando di Madden Ultimate Team che, pur continuando nella sua formula fatta di collezionismo di carte, aggiunge qualcosa di nuovo ed interessante. La novità più intrigante è rappresentata dalla possibilità di sfidare, in modalità giocatore singolo, squadre create non solo dai programmatori di EA ma anche da veri atleti del mondo NFL e da star di vario tipo (cantanti, attori e così via). In questa nuova edizione, inoltre, il team creato nella modalità Ultimate dovrà sempre mantenersi ad elevati livelli dal punto di vista della forma fisica, altrimenti reggere il confronto con le altre squadre sarà tremendamente duro. Il lato positivo della cosa è che sarete portati a gestire molto attentamente la forma fisica della squadra piuttosto che il valore di overall totale.
Continuando con l’analisi delle modalità di gioco, anche il “viaggio” ritorna in grande stile con il sottotitolo di “Homecoming” e si configura come il seguito ideale della versione presente in Madden 18 dove seguiamo le avventure dei due carneadi Devin Wade e Colt Cruise sia nella vita di tutti i giorni, sia nella loro scalata all’interno del mondo NFL ed in quello della musica. Infatti, mentre Devin continua la sua battaglia nel tentativo di strappare il contratto della vita iniziando dal training camp dei Dallas Cowboys, il suo amico cerca di darsi fare nel mondo del football ma è anche distratto da eventi che esulano dalla carriera sportiva. Il clichè resta più o meno lo stesso e l’arricchimento della trama di base non basta a spingere più di tanto il giocatore ad immedesimarsi nei due protagonisti.
Vediamo ora cosa succede entrando sul campo di gioco, perché qui le novità sono davvero molteplici, a partire dai movimenti dei singoli giocatori che, con un Real Player Motion di primissimo livello, sono quanto di più realistico si sia mai osservato in un titolo sportivo, grazie anche ad un uso accurato del motore Frostbite. La fluidità dei movimenti dei giocatori tocca livelli elevatissimi: sia i movimenti base (rotazioni, movimenti laterali repentini, gestione della velocità) sia quelli più avanzati (cambi di velocità, tagli, contrasti e scontri potenziabili usando lo stick destro) sono resi in maniera nettamente più realistica rispetto all’ultima edizione. Ma il feeling con i giocatori ed il terreno di gioco aumenta quando prendete confidenza con i comandi avanzati, che vi permetteranno di gestire i contrasti in mischia e di dribblare i vostri avversari con la pressione del tasto B e la gestione dello stick analogico destro. I miglioramenti sono evidenti sia giocando in attacco, sia in difesa dove, ad esempio, potete gestire con molto più realismo uno dei giocatori della linea per posizionarlo nella zona ideale per attaccare l’Half-back avversario. E’ stato fatto un grande lavoro nella trasposizione digitale della velocità, dei momenti cruciali della partita (come gli ultimi 2 minuti dell’ultimo quarto) e dell’impatto dei contrasti che ora funzionano davvero bene e rispecchiano i valori fisici dei giocatori che vengono a contatto.
La potenza dell’engine grafico dà il meglio di sé su Xbox One X, dove l’implementazione dell’HDR e del 4K rende gli elementi di contorno (stadi, terreni di gioco, pubblico) vivi come non mai e fa immergere il giocatore come mai era accaduto nelle precedenti versioni del gioco. I volti dei giocatori rasentano il fotorealismo ed i fili d’erba sembrano crescere sotto i nostri occhi; insomma, Madden NFL 19 non è solo bello da giocare ma anche da vedere, elemento non secondario.
Veniamo ora ai comandi di gioco, che tanto preoccupano quelli che cercano di avvicinarsi ad un titolo dedicato ad uno sport non propriamente popolare alle nostre latitudini. A parte che ci si può giovare di un sistema di controllo facilitato, sostanzialmente i tasti sono rimasti gli stessi delle edizioni precedenti. In generale, i tasti frontali sono dedicati sia alla selezione degli schemi offensivi e difensivi sia per le principali azioni di gioco: uno ci permette di procedere sia al calcio (per punt, field goal e trasformazioni post - touchdown, con uno swing-meter con il quale decidere potenza e precisione del calcio) che di avviare uno schema offensivo, mentre gli altri servono per selezionare il ricevitore del lancio del vostro quarterback; gli stick analogici svolgono la loro funzione determinando i movimenti del giocatore nelle 4 direzioni, con la possibilità tramite apposito tasto di di effettuare delle schivate e guadagnare yard spesso determinanti. Nella fase di selezione degli schemi, come da sempre, è possibile selezionare sia quelli offensivi che difensivi in base alle proprie preferenze ma anche affidarsi ai suggerimenti della CPU.
I livelli di difficoltà sono 4 ma, soprattutto per i neofiti, il consiglio è di partire dal livello Rookie, il più basso per fare pratica con il sistema di gioco; l’ultimo livello è al limite del proibitivo. Anche quest’anno potrete decidere di modificare a vostro piacimento i settaggi di gioco e, soprattutto, decidere se giocare tutta la partita oppure solo i momenti chiave; opzione, questa, che accorcia notevolmente i tempi di gioco.
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