Recensione - MXGP PRO
Il Gioco
MXGP PRO rappresenta un passaggio importante per Milestone: arriva infatti a circa un anno da MXGP 3, primo titolo nel quale il team Milanese ha sostituito l'engine proprietario con l'UE3, e rappresenta quindi una sorta di "esame di maturità" per la nuova tecnologia, ma non solo. Il gioco vuole anche dimostrare di aver saputo far tesoro dei molti consigli ricevuti dalla community, migliorando ulteriormente simulazione e gameplay. E’ stato effettivamente così ? Potremmo rispondere con un “nì” ma, se leggerete con attenzione le prossime righe, vi accorgerete che propendiamo più per un “sì” condizionato.Procediamo quindi con ordine e partiamo dalla schermata iniziale che ci propone le classiche modalità di gioco della serie (e qui parte la prima tiratina d’orecchi a Milestone per non aver ampliato questa dimensione del titolo): Gran Premio Singolo, Time Attack, Campionato, Carriera e Modalità Multiplayer. La prima modalità non necessita di particolari spiegazioni in quanto è quella più immediata di tutte: si sceglie un pilota e un tracciato e si dà libero sfogo alle nostre capacità di motociclisti virtuali senza obiettivi precisi. Nel Time Attack, una volta scelti pista e pilota, l’obiettivo è quello di scalare le classifiche migliorando di volta in volta i tempi in pista. Con il Campionato le cose si fanno più serie, in quanto deciderete pilota e team con il quale iniziare l’intera stagione del campionato mondiale di motocross. La modalità Carriera, infine, non prevede grossi stravolgimenti rispetto a MXGP 3 ed inizia con la creazione del nostro motociclista personalizzabile in tutto e per tutto, che poi dovrà essere arruolato in una delle scuderie ufficiali e prendere parte al campionato del mondo partendo dai livelli più bassi.
MX Video - MXGP PRO
In definitiva, per quanto concerne il comparto single player, di novità sostanziali non ce ne sono, ma il roster dei piloti, delle moto e delle piste è stato aggiornato all'ultima stagione ufficiale MXGP, con l'inclusione anche della categoria MX2 per una progressione più ragionata. A tal proposito, la carriera risulta ora disponibile in due differenti versioni: quella normale e quella Extreme, che disattiva di default tutti gli aiuti e porta il realismo al massimo grado per una sfida non indifferente, da sperimentare solo dopo aver fatto la necessaria pratica.
Il Multiplayer permette invece di unirsi a un match esistente oppure ospitare una partita, scegliendo di impostarla come un singolo evento o un'intera stagione, determinando in quest'ultimo caso il numero di gare che la comporranno ma, al momento in cui scriviamo, i server sono scarsamente popolati e i giocatori italiani latitano in maniera abbastanza clamorosa. Ad ogni modo il sistema di matchmaking funziona abbastanza bene, e le gare su schermo appaiono decisamente fluide senza essere afflitte da lag che ne limiterebbe la giocabilità. Fra le regolazioni possibili spiccano quelle relative alla fisica, alla lunghezza della corsa e alla presenza o meno delle sessioni di qualifica, nonché l'attivazione o la disattivazione delle collisioni, fattore quest'ultimo molto importante per evitare un caos eccessivo durante le gare.
Nell’ambito delle modalità di gioco una piacevole novità è rappresentata dal Compound, una nuova idea di Tutorial strutturato come un vero e proprio luogo virtuale dove è possibile prendere confidenza con le moto ed il sistema di guida. In questa piazza virtuale, inoltre, è possibile apprendere le basi per eseguire le manovre aeree (determinanti per guadagnare preziosi secondi in gare come quelle di motocross nelle quali un buon salto permette di recuperare tempo), gestire la frizione (alla partenza e durante la gara) e prendere confidenza con una gestione della fisica di gioco decisamente modificata, in termini migliorativi, in MXGP PRO. Nella modalità Compound possiamo affrontare un buon numero di sfide (30 in totale) che, se completate, ci consentiranno di migliorare sensibilmente le nostre capacità di guida e renderci più competitivi in gara.
A questo punto entriamo nel vivo dell’esperienza di gioco soffermandoci, in primis, sul gameplay. Qui si cominciano a vedere le prime sostanziali novità rispetto all’ultimo episodio: appena scesi in pista ci si rende conto dei miglioramenti apportati alla fisica di gioco, che si riflettono innanzitutto sulle dinamiche di permanenza in aria durante i salti e sulla gestione degli atterraggi. Come in tutti i titoli targati Milestone, esistono tre diversi livelli di difficoltà per quanto riguarda lo stile di guida, il che permette di adattare il mondo di gioco alle nostre esigenza e capacità. I tre livelli sono implementati in maniera decisamente ottimale e, se con lo stile più semplice (corrispondente al grado di difficoltà più basso) la moto non perde aderenza neanche lanciandosi a tutta velocità di traverso, utilizzando il modello di fisica “pro” la gestione della moto va dosata in tutto e per tutto in quanto il sistema non perdona alcuna leggerezza. Con lo stile di guida “intermedio”, invece, ci troviamo di fronte ad un buon compromesso grazie al quale alcune manovre, come derapate ed atterraggi, richiedono un buon grado di attenzione e capacità di guida, mentre il sistema rimane più permissivo in quanto alle collisioni con altri motociclisti. I comandi base (freno ed acceleratore) sono, come sempre, affidati ai due grilletti posteriori, mentre i tasti frontali ed i due dorsali ci aiutano nelle manovre secondarie. Un ruolo importante è affidato agli stick analogici che, utilizzati in concerto e con la giusta sincronia, consentono di gestire, come vedremo più avanti, alcune manovre più spericolate.
Tornando alla fisica di gioco, mi ha fatto una buona impressione la gestione del terreno e degli atterraggi con i solchi impressi sullo sterrato che, in modo molto convincente, tendono a far andare il nostro mezzo da una parte piuttosto che dall'altra rischiando di portarci fuori strada, contro un ostacolo a bordo pista o un altro concorrente. In caso di errore si può ricorrere al rewind, espediente sempre più presente nei giochi di guida, grazie al quale si può riavvolgere il “nastro” e ripetere una certa fase della gara cercando di non incorrere nuovamente in uno stesso errore; in alternativa al rewind, si può decidere, a costo di perdere qualche decimo, per un riposizionamento automatico della moto in pista.
Ovviamente, trattandosi di un titolo dedicato al motocross, il momento cruciale per l’economia globale della gara è quello del salto, che può consentire di scalare anche diverse posizioni in uno stesso momento, soprattutto nelle fasi iniziali della gara quando il gruppo è molto compatto. Allo scopo di effettuare dei salti validi, la pratica con i diversi circuiti diventa fondamentale, in quanto memorizzare ogni minimo particolare del circuito stesso ci porterà a sfruttarne ogni singolo tratto nella maniera ottimale. Altrettanto importante è fare pratica con lo scrub, una manovra che si effettua dosando il movimento dei due stick analogici e che consente di spostare la moto di traverso, da entrambi i lati, per ridurre al minimo il tempo in aria e tornare rapidamente a terra evitando la perdita di velocità e mantenendo, quindi, la posizione. E’ possibile anche settare i diversi parametri della moto ma, a dire il vero, non ho notato particolare impatto sulle prestazioni dei diversi veicoli; questo è, probabilmente, uno degli aspetti da curare meglio in eventuali future edizioni.
Infine due righe vanno spese per l’impatto grafico, che denuncia ancora qualche mancanza nonostante l’impiego dell’Unreal Engine. Facendo un paragone con altri titoli dedicati alle due ruote di recente pubblicazione (come MotoGP 18), MXGP PRO perde qualcosa in termini di resa sia delle moto che degli ambienti di contorno. Il design delle moto e gli abbigliamenti dei piloti sono comunque abbastanza fedeli alla realtà e molti dei 17 circuiti presenti nel gioco hanno l’aspetto tipico dei circuiti sterrati, con notevoli ripercussioni sulla varietà di gioco (ma il motocross è questo, comunque sia). Il frame-rate si mantiene stabile a 30 fps e non dà adito a particolari problemi anche nelle situazioni più concitate.
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