Atomine - anteprima hands-on
di
Mirko Rossi / Thor
P
MX Video - Atomine
Pad alla mano Atomine si presenta come un classico sparatutto con visuale isometrica nel quale usiamo lo stick analogico sinistro per muovere il protagonista e quello destro per indirizzare il fuoco dell’arma equipaggiata, il tutto all’interno di ambientazioni progettate e sviluppate per mettere alla prova i nostri riflessi e le nostre capacità di reazione. Ogni livello è popolato da un numero prestabilito di nemici, che rappresentano le contromisure presenti nel sistema infettato e che devono necessariamente essere abbattuti prima di poter sbloccare l’accesso al livello successivo. Niente di troppo complicato insomma, come da tradizione del genere. A rendere le cose decisamente più interessanti ci pensano però il level design e le innumerevoli personalizzazioni presenti. Come già detto, ogni area viene generata in modo procedurale attingendo da un catalogo di oltre 1000 stanze, e questo basterebbe già a garantire una varietà più che accettabile al titolo. I ragazzi di Broken Arms Games hanno però pensato bene di “costringere” il giocatore a dover utilizzare la stanza di compilazione per potenziare il proprio virus e di inserire nel gioco numerose aree segrete, due fattori che aumentano esponenzialmente la profondità del titolo. Durante la prova ho infatti potuto apprezzare in prima persona la bontà del lavoro svolto divertendomi ad esplorare a fondo ogni stanza mentre i nemici mi bersagliavano senza sosta da ogni parte. A tutto questo si somma poi la presenza di un’infinità di potenziamenti e personalizzazioni capaci di modificare in modo sensibile l’esperienza di gioco. Trafficando un po’ con i vari moduli raccolti durante la prova ho infatti potenziato le capacità difensive del mio worm, aumentato il rateo di fuoco e sperimentato differenti tipologie di armi. Una di queste permetteva di sparare colpi doppi mentre un’altra equipaggiava proiettili rimbalzanti, con effetti profondamente differenti.
Dal punto di vista tecnico Atomine propone un comparto grafico minimalista caratterizzato dall’uso di forme geometriche semplici, strutture semitrasparenti e contrasti di colore. Stuxnet, almeno nella sua versione base, viene rappresentato a schermo come un cubo di colore nero mentre gli avversari hanno un aspetto più elaborato e variopinto, ma comunque basato sull’uso di poligoni semplici. Le stanze presenti nel gioco appaiono molto squadrate, così come gli elementi che il sistema posiziona ai margini o all’interno delle stesse. Tutte le strutture seguono uno stile grafico essenziale, ma anche in questo caso è l’alternanza di forme e colori a fare la differenza e a rendere questo shooter estremamente gradevole da un punto di vista visivo. Allo stato attuale il tasso di sfida appare , come prevedibile, abbastanza elevato per merito di una IA davvero aggressiva capace di mettere a dura prova le nostre abilità (e pollici) in più di un’occasione.
La build provata durante l’evento era ovviamente molto acerba e soffriva purtroppo di alcuni fastidiosi bug, ma nel complesso Atomine mi è sembrato assolutamente in grado di catturare l’attenzione degli amanti del genere grazie ad una giocabilità ben strutturata e ad un comparto grafico di ottima fattura. Per scoprire se il team di Broken Arms Games riuscirà in questa impresa dovremo però pazientare ancora un po’ dato che l’uscita, al momento, è fissata genericamente per la fine del 2017.
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